Tre ore di fronte al pm che lo accusa di aver seviziato una ragazzina. Massimo Giuseppe Bosetti ha riposto alle domande del sostituto procuratore do Bergamo Letizia Ruggeri dopo aver taciuto per due volte. Secondo gli avvocati il muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio “ha chiarito alcuni elementi apparsi sui giornali e ha risposto a tutte le domande”. Alla richiesta se l’indagato abbia dato una risposta sulla presenza o meno di un complice i legali non hanno risposto. Quel che è certo è che verrà ripetuto l’esame del Dna. “Questa è una indagine pazzesca e non possiamo credere di poterla smontare in una settimana” ha detto Claudio Salvagni.
L’uomo aveva chiesto agli agenti della polizia penitenziaria di poter parlare con la titolare dell’accusa. “Ha un nome da fare, c’è una seconda persona di cui parlare” le parole della polizia penitenziaria al telefono con la procura riportate dal Corriere della Sera. Il sostituto procuratore aveva risposto con un secco “no comment” quando le è stato chiesto cosa si aspettasse dal faccia a faccia con l’uomo accusato di aver ucciso la 13enne di Brembate di Sopra.
I legali del 43enne avevano già detto che non c’era da aspettarsi nessuna rivelazione dal loro assistito. “Sono state pubblicate notizie sulle quali vuole dire la sua. In più – continuano gli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti – intende approfondire circostanze sulle quali già il giudice delle indagini preliminari gli aveva posto alcune domande. Risponderà ai quesiti che gli saranno posti“.
Gli avvocati avevano annunciato che erano pronti a chiedere un nuovo test del Dna per il loro assistito. “È verosimile — aveva spiegato Salvagni — che chiederemo un nuovo test del Dna. La procura si sta affannando alla ricerca di nuove prove, o meglio di nuovi riscontri. Un motivo forse c’è: probabilmente l’accusa è consapevole che la compatibilità tra il profilo genetico del nostro assistito e quello di Ignoto 1 non è sufficiente per reggere un processo, per far condannare una persona. In uno stato di diritto non si può essere condannati solo con quella prova”.