La Bertone Stile è fallita, lo ha deciso lunedì il Tribunale di Torino, mettendo fine all’agonia che ha segnato gli ultimi dei 102 anni di storia del celebre marchio torinese. Delle molte aziende in cui si è disintegrata la Bertone in seguito alla contestata gestione di Lilli Bertone – vedova del fondatore Nuccio, condannata dal Tribunale delle imprese nel 2013 a pagare 4,5 milioni di euro per il crac finanziario dell’azienda, tristemente nota anche per le dispute legali con le figlie Barbara e Marie Jeanne – per ora è fallita la sola Bertone Stile, ovvero la sezione che si occupava di design automobilistico. Proprietà all’80% di Lilli Bertone, al 20% di una finanziaria, era amministrata da Marco Filippa: i due (insieme nella foto) sono anche comproprietari della Bertone Cento, società cui appartiene il marchio e il museo delle auto storiche.
“Al fallimento della Bertone Stile seguiranno presto quelli di altre due aziende riconducibili alla stessa proprietà, la Tedi e la Bertone R&D”, spiega a Ilfattoquotidiano.it Marinella Baltera della Fiom-Cgil, “perché i lavoratori hanno dei crediti e come Fiom abbiamo presentato istanza di fallimento”. Bertone Stile, Tedi e Bertone R&D avevano circa 160 dipendenti al momento della richiesta di concordato, ma attualmente sono una novantina. “Sulla base della legge Fornero, per le aziende in fallimento non è più prevista la cassa integrazione, salvo che ci siano fondate prospettive di vendita. Quindi si aprono due possibilità: un’opzione è che i lavoratori siano licenziati e vadano in mobilità, l’altra è che le prospettive di vendita, anche parziale, ci siano, e dunque si possa fare la domanda di cassa integrazione per un anno”. La Fiom è abbastanza ottimista su questa seconda possibilità perché ci sono state, nella fase di trattativa, alcune proposte di acquisto dell’azienda, fra cui quella più attendibile di un fondo di investimento arabo. “Ci auguriamo che si facciano avanti dei compratori che permettano di salvaguardare competenze e posti di lavori”, ha dichiarato Baltera.
La dissoluzione della storica Carrozzeria, in realtà, è già iniziata da diversi anni: la fabbrica di Grugliasco è stata ceduta nel 2009 alla Fiat, che l’ha trasformata nelle Officine Maserati dove vengono attualmente prodotte la Quattroporte e la Ghibli; i diritti del marchio Bertone – la celebre “b” – per tutti i settori ad eccezione di quello automobilistico è stata acquistata a maggio dalla Bertone Design, azienda creata da un gruppo di imprenditori milanesi, fra cui l’amministratore delegato Aldo Cingolani, ex direttore generale di Giugiaro Design. Infine il precedente responsabile dello Stile, Mike Robinson, ha raggiunto all’inizio di quest’anno, insieme a parte del suo team, un’altra società di stile e ingegneria, la ED Design. Agli eventuali compratori della Bertone, dunque, non rimarrebbero che i diritti del marchio nel settore automobilistico e le competenze dei dipendenti sopravvissuti alla diaspora degli ultimi anni.
Fatti a motore
Fallita la Bertone Stile, 90 posti a rischio. La Fiom: “Fiduciosi, si troverà acquirente”
Si chiude con il fallimento la storia ultra centenaria della mitica Carrozzeria, disintegrata in tante aziende di proprietà della vedova di Nuccio Bertone, Lilli, e di Marco Filippa. Per i dipendenti rimasti, due possibilità: licenziamento oppure casse integrazione. Il sindacato è ottimista su quest'ultima possibilità, perché diverse aziende si sono fatte avanti per rilevare quel che resta di marchio e competenze
La Bertone Stile è fallita, lo ha deciso lunedì il Tribunale di Torino, mettendo fine all’agonia che ha segnato gli ultimi dei 102 anni di storia del celebre marchio torinese. Delle molte aziende in cui si è disintegrata la Bertone in seguito alla contestata gestione di Lilli Bertone – vedova del fondatore Nuccio, condannata dal Tribunale delle imprese nel 2013 a pagare 4,5 milioni di euro per il crac finanziario dell’azienda, tristemente nota anche per le dispute legali con le figlie Barbara e Marie Jeanne – per ora è fallita la sola Bertone Stile, ovvero la sezione che si occupava di design automobilistico. Proprietà all’80% di Lilli Bertone, al 20% di una finanziaria, era amministrata da Marco Filippa: i due (insieme nella foto) sono anche comproprietari della Bertone Cento, società cui appartiene il marchio e il museo delle auto storiche.
“Al fallimento della Bertone Stile seguiranno presto quelli di altre due aziende riconducibili alla stessa proprietà, la Tedi e la Bertone R&D”, spiega a Ilfattoquotidiano.it Marinella Baltera della Fiom-Cgil, “perché i lavoratori hanno dei crediti e come Fiom abbiamo presentato istanza di fallimento”. Bertone Stile, Tedi e Bertone R&D avevano circa 160 dipendenti al momento della richiesta di concordato, ma attualmente sono una novantina. “Sulla base della legge Fornero, per le aziende in fallimento non è più prevista la cassa integrazione, salvo che ci siano fondate prospettive di vendita. Quindi si aprono due possibilità: un’opzione è che i lavoratori siano licenziati e vadano in mobilità, l’altra è che le prospettive di vendita, anche parziale, ci siano, e dunque si possa fare la domanda di cassa integrazione per un anno”. La Fiom è abbastanza ottimista su questa seconda possibilità perché ci sono state, nella fase di trattativa, alcune proposte di acquisto dell’azienda, fra cui quella più attendibile di un fondo di investimento arabo. “Ci auguriamo che si facciano avanti dei compratori che permettano di salvaguardare competenze e posti di lavori”, ha dichiarato Baltera.
La dissoluzione della storica Carrozzeria, in realtà, è già iniziata da diversi anni: la fabbrica di Grugliasco è stata ceduta nel 2009 alla Fiat, che l’ha trasformata nelle Officine Maserati dove vengono attualmente prodotte la Quattroporte e la Ghibli; i diritti del marchio Bertone – la celebre “b” – per tutti i settori ad eccezione di quello automobilistico è stata acquistata a maggio dalla Bertone Design, azienda creata da un gruppo di imprenditori milanesi, fra cui l’amministratore delegato Aldo Cingolani, ex direttore generale di Giugiaro Design. Infine il precedente responsabile dello Stile, Mike Robinson, ha raggiunto all’inizio di quest’anno, insieme a parte del suo team, un’altra società di stile e ingegneria, la ED Design. Agli eventuali compratori della Bertone, dunque, non rimarrebbero che i diritti del marchio nel settore automobilistico e le competenze dei dipendenti sopravvissuti alla diaspora degli ultimi anni.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".