Prati, boschi e ruscelli al posto dell’aula, la regole della natura a fare da maestre, sassi, pigne, foglie e pezzetti di legno invece dei giocattoli preconfezionati e dei libri, per stimolare le facoltà immaginative dei bimbi e modellare la realtà costruendola e inventandola a loro piacimento. È il modello educativo dell’asilo nido nel bosco, un progetto nato in Danimarca negli anni ’50 e adottato successivamente da molti altri paesi d’Europa, come la Svizzera, l’Austria, il Regno Unito, dove ormai sono più di mille. Dal prossimo anno scolastico l’esperienza del nido nel bosco arriverà per la prima volta anche in Italia, nella campagna di Ostia Antica, alle porte di Roma. Il progetto pilota, unico nel nostro paese, nasce grazie alla collaborazione tra i fondatori dell’Emilio, il primo asilo in Europa dove i piccoli possono crescere senza pannolino già dai primi mesi di vita e l’associazione Manes www.associazionemanes.it.
“L’asilo nel bosco – afferma il coordinatore Paolo Mai – è un progetto pedagogico rivolto ai bambini dai 2 ai 6 anni che si propone di rispondere ai loro bisogni attraverso una quotidianità scolastica che si svolge quasi per intero all’aria aperta. Nell’asilo nel bosco la classe, intesa come spazio chiuso e sempre uguale, scompare e lascia il posto all’ambiente esterno ricco di stimoli. Così facendo i bambini ‘imparano facendo’ attraverso diverse esperienze che stimolano la curiosità, l’immaginazione, l’autonomia e la creatività”.
“Gli obiettivi pedagogici – afferma Danilo Casertano, responsabile della formazione – sono quelli che ci suggerisce il ministero della Pubblica istruzione e che sono raccolti in cinque campi d’esperienza: discorsi e parole, il sé e l’altro, il corpo e il movimento, immagini suoni e colori e la conoscenza del mondo. Tuttavia la nostra progettazione pedagogica non si strutturerà esclusivamente sulle proposte dell’adulto che vuole trasmettere competenze ai bambini, ma partirà dall’ascolto di questi ultimi e dei loro bisogni. Per questo motivo anche il rapporto numerico educatore – bambino sarà ridotto: da 1 a 25 della scuola tradizionale a 1 a 10”.
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I sassi al posto dei giocattoli
Due ricerche in particolare, una condotta nel 2002 dal professor Peter Hafner dell’università di Heidelberg di Lena Gruener e dalla professoressa Michela Schenettiche, hanno enfatizzato il ruolo positivo di questo modello educativo in quanto in grado di soddisfare il naturale bisogno di socialità dei bambini. “Gli assi portanti di questo approccio – spiegano le educatrici – sono l’autonomia del bambino, intesa non tanto come abilità a esercitare senza aiuto esterno una qualsiasi attività, quanto come gusto e piacere nell’esplorazione e nella scoperta autonoma; il movimento, l’esplorazione e la curiosità: il primo in quanto bisogno fondamentale per la crescita di ogni bambino, la seconda come scoperta del mondo che presuppone la vita all’aria aperta, la terza in quanto motore della scoperta nonché attitudine individuale di ciascun bambino, mortificata dal sapere che ciascuna giornata scolastica è spesso identica alle altre. Ci sono poi l’educazione ambientale basata sul rispetto che il bambino avrà della natura, in quanto spazio ludico e il gioco come veicolo didattico e strumento importate sia nel momento dell’osservazione che in quello della progettazione didattica”.
Naturalezza, familiarità, fisicità, momenti di ozio, libera scelta dei minori e presenza di educatori maschi, sono altri strumenti funzionali agli scopi dell’asilo nel bosco. Ma anche la calma e il rispetto dei tempi, della natura come della crescita. Un approccio che sembra andare in controtendenza rispetto all’indicazione del ministero dell’Istruzione di mandare i bambini a scuola a 5 anni. “In Germania è stato calcolato che questo modello di scuola costa circa l’80% in meno di un istituto pubblica tradizionale – afferma Paolo Mai – Anche in Italia il risparmio potrebbe essere considerevole, soprattutto per quel che riguarda i costi della struttura. Se il pubblico adottasse questa metodologia, le risorse accantonate potrebbero garantire a un maggior numero di bambini l’accesso alle scuola pubblica, riducendo di gran lunga le liste d’attesa. Per questo stiamo lavorando ad un protocollo d’intesa con il ministero, la regione, il comune, il X municipio di Roma, l’università di Roma Tre e il corpo forestale perché l’asilo nel bosco possa essere convenzionato con il pubblica. L’intento, a lungo termine, è quello di diffondere questa metodologia attraverso un processo formativo a tutte le regioni d’Italia il cui territorio è, per sua natura, l’aula didattica più bella e stimolante che si possa avere”.
Scuola
Asilo nel bosco, nasce la prima struttura in Italia: pigne e sassi come giochi
È il modello educativo nato in Danimarca negli anni ’50 e adottato successivamente da molti altri paesi d’Europa, come la Svizzera, l’Austria, il Regno Unito, dove ormai sono più di mille. Dal prossimo anno scolastico arriverà nella campagna di Ostia Antica, alle porte di Roma
Prati, boschi e ruscelli al posto dell’aula, la regole della natura a fare da maestre, sassi, pigne, foglie e pezzetti di legno invece dei giocattoli preconfezionati e dei libri, per stimolare le facoltà immaginative dei bimbi e modellare la realtà costruendola e inventandola a loro piacimento. È il modello educativo dell’asilo nido nel bosco, un progetto nato in Danimarca negli anni ’50 e adottato successivamente da molti altri paesi d’Europa, come la Svizzera, l’Austria, il Regno Unito, dove ormai sono più di mille. Dal prossimo anno scolastico l’esperienza del nido nel bosco arriverà per la prima volta anche in Italia, nella campagna di Ostia Antica, alle porte di Roma. Il progetto pilota, unico nel nostro paese, nasce grazie alla collaborazione tra i fondatori dell’Emilio, il primo asilo in Europa dove i piccoli possono crescere senza pannolino già dai primi mesi di vita e l’associazione Manes www.associazionemanes.it.
“L’asilo nel bosco – afferma il coordinatore Paolo Mai – è un progetto pedagogico rivolto ai bambini dai 2 ai 6 anni che si propone di rispondere ai loro bisogni attraverso una quotidianità scolastica che si svolge quasi per intero all’aria aperta. Nell’asilo nel bosco la classe, intesa come spazio chiuso e sempre uguale, scompare e lascia il posto all’ambiente esterno ricco di stimoli. Così facendo i bambini ‘imparano facendo’ attraverso diverse esperienze che stimolano la curiosità, l’immaginazione, l’autonomia e la creatività”.
“Gli obiettivi pedagogici – afferma Danilo Casertano, responsabile della formazione – sono quelli che ci suggerisce il ministero della Pubblica istruzione e che sono raccolti in cinque campi d’esperienza: discorsi e parole, il sé e l’altro, il corpo e il movimento, immagini suoni e colori e la conoscenza del mondo. Tuttavia la nostra progettazione pedagogica non si strutturerà esclusivamente sulle proposte dell’adulto che vuole trasmettere competenze ai bambini, ma partirà dall’ascolto di questi ultimi e dei loro bisogni. Per questo motivo anche il rapporto numerico educatore – bambino sarà ridotto: da 1 a 25 della scuola tradizionale a 1 a 10”.
Due ricerche in particolare, una condotta nel 2002 dal professor Peter Hafner dell’università di Heidelberg di Lena Gruener e dalla professoressa Michela Schenettiche, hanno enfatizzato il ruolo positivo di questo modello educativo in quanto in grado di soddisfare il naturale bisogno di socialità dei bambini. “Gli assi portanti di questo approccio – spiegano le educatrici – sono l’autonomia del bambino, intesa non tanto come abilità a esercitare senza aiuto esterno una qualsiasi attività, quanto come gusto e piacere nell’esplorazione e nella scoperta autonoma; il movimento, l’esplorazione e la curiosità: il primo in quanto bisogno fondamentale per la crescita di ogni bambino, la seconda come scoperta del mondo che presuppone la vita all’aria aperta, la terza in quanto motore della scoperta nonché attitudine individuale di ciascun bambino, mortificata dal sapere che ciascuna giornata scolastica è spesso identica alle altre. Ci sono poi l’educazione ambientale basata sul rispetto che il bambino avrà della natura, in quanto spazio ludico e il gioco come veicolo didattico e strumento importate sia nel momento dell’osservazione che in quello della progettazione didattica”.
Naturalezza, familiarità, fisicità, momenti di ozio, libera scelta dei minori e presenza di educatori maschi, sono altri strumenti funzionali agli scopi dell’asilo nel bosco. Ma anche la calma e il rispetto dei tempi, della natura come della crescita. Un approccio che sembra andare in controtendenza rispetto all’indicazione del ministero dell’Istruzione di mandare i bambini a scuola a 5 anni. “In Germania è stato calcolato che questo modello di scuola costa circa l’80% in meno di un istituto pubblica tradizionale – afferma Paolo Mai – Anche in Italia il risparmio potrebbe essere considerevole, soprattutto per quel che riguarda i costi della struttura. Se il pubblico adottasse questa metodologia, le risorse accantonate potrebbero garantire a un maggior numero di bambini l’accesso alle scuola pubblica, riducendo di gran lunga le liste d’attesa. Per questo stiamo lavorando ad un protocollo d’intesa con il ministero, la regione, il comune, il X municipio di Roma, l’università di Roma Tre e il corpo forestale perché l’asilo nel bosco possa essere convenzionato con il pubblica. L’intento, a lungo termine, è quello di diffondere questa metodologia attraverso un processo formativo a tutte le regioni d’Italia il cui territorio è, per sua natura, l’aula didattica più bella e stimolante che si possa avere”.
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Scontro a distanza Francia-Usa. “Ridateci la statua della libertà”, “Non parli tedesco grazie a noi”
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".