Nuovo record per il debito pubblico italiano che a maggio è aumentato di 20 miliardi di euro rispetto al mese precedente e ha raggiunto quota 2.166,3 miliardi. E così la crescita dall’inizio dell’anno è arrivata a 97 miliardi di euro, che in termini percentuali significa un rialzo del 4,7 per cento. E’ quanto emerge dal Supplemento al Bollettino statistico Finanza pubblica, fabbisogno e debito della Banca d’Italia pubblicato lunedì 14 luglio.
Quanto alle voci di costo, l’incremento è dovuto per 14,9 miliardi al versamento di liquidità nelle casse del Tesoro che a fine maggio era pari a 92,3 miliardi, 30 in più dell’anno prima, nonché, per 5,5 miliardi, al soddisfacimento del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche. Ma sarebbe potuta andare ancora peggio: l’emissione di titoli di Stato sopra la pari, l’apprezzamento dell’euro e gli effetti della rivalutazione dei BTP indicizzati all’inflazione (BTPi) hanno contenuto l’incremento del debito per 0,4 miliardi.
Ma il peso maggiore delle spese nel loro complesso è dovuto all’andamento dei conti delle amministrazioni centrali che vale 20,9 miliardi. Cala, invece, il debito delle Regioni e delle Province Autonome che è passato da 37,9 a 36,6 miliardi, mentre è rimasto stabile quello delle province (a 8,4 miliardi) ed è aumentato da 47,6 a 48 miliardi il debito dei Comuni. Invariato anche il debito degli Enti di Previdenza.
E così, nota l’Adusbef in un comunicato, il governo Renzi, partito a fine febbraio con un debito di 2.107,1 miliardi di euro, termina il quarto mese di governo con il debito salito a 2.166,300 miliardi, con un aumento di 59,143 miliardi, al ritmo di 14,785 miliardi al mese. Per i cittadini, sottolinea ancora l’associazione dei consumatori, il tutto si traduce in un maggior carico di 871 euro di “tassa occulta”, oltre ad altri gravami come Tari, Tasi, addizionali Irpef, accise, bolli passaporti, che portano il peso sulle spalle di ogni italiano a 36.225 euro a fine maggio. Una situazione che è andata a ripercuotersi su una popolazione che, secondo gli ultimi dati Istat, già nel 2013 evidenziava il 10% di povertà assoluta con la fascia delle famiglie che risulta essere la più colpita.
L’Adusbef inoltre scompone il debito generato dai governi Monti e Letta. L’incremento del debito per 128,904 miliardi di euro generato dal governo Monti, secondo l’associazione, ha prodotto per i cittadini italiani un aumento del carico pro capite pari a +2.163 euro, portando il debito totale a carico di ciascun cittadino italiano a 34.250 euro. Il governo Letta, partito a fine aprile 2013 con un debito di 2.041,293 miliardi di euro, conclude il suo mandato con un debito pubblico salito a 2.107,157, un aumento in 10 mesi di oltre 48 miliardi. L’aumento di carico pro capite imputabile alla sua politica, sempre secondo l’Adusbef, è di di 1.105 euro, per un totale di 35.354 euro alla fine di ottobre.