È il giorno di Jean-Claude Juncker. Il candidato alla Presidenza delle Commissione europea stamattina a Strasburgo rivolge il suo appello finale ai deputati del Parlamento europeo per ricevere il via libera al Berlaymont, l’edificio principale della Commissione europea. Patto di stabilità da rispettare, ma nuovi investimenti per rilanciare l’Europa e il lavoro. Ma anche no ai nazionalismi e a nuove annessioni nei prossimi cinque anni. Il politico lussemburghese presenta il suo programma tra gli applausi e alcuni fischi dai banchi degli euroscettici. Si vota alle 12.30 e l’esito è tutt’altro che scontato visto che non tutti i socialisti credono alle parole di Juncker su crescita e flessibilità e tra i popolari potrebbero non mancare i franchi tiratori. Juncker per salire alla Commissione europea ha bisogno di almeno 376 voti. Fonti vicine a Juncker riportano la determinazione del presidente designato a delineare la squadre dei commissari “entro fine luglio, primi di agosto”. Per il ruolo chiave di ‘ministro degli esteri’ Ue, Federica Mogherini è considerata “un buon candidato”, ma “ha dieci-undici paesi contro”.
Il rilancio dell’occupazione, della crescita e degli investimenti. Juncker promette “un ambizioso pacchetto di azioni per l’occupazione, la crescita e gli investimenti” integrando il bilancio dell’Ue e la Banca europea per gli investimenti (BEI) e destinando “nei prossimi tre anni, fino a 300 miliardi di euro a ulteriori investimenti pubblici e privati nell’economia reale”. Questi investimenti aggiuntivi dovranno essere incentrati sulle “infrastrutture, in particolare la banda larga e le reti energetiche, nonché le infrastrutture nei trasporti in agglomerati industriali, sull’istruzione, sulla ricerca e l’innovazione e sulle energie rinnovabili, e sull’efficienza energetica”.
Flessibilità e crescita. Per quanto riguarda l’impiego dei bilanci nazionali, Juncker dice che “per sostenere la crescita e l’innovazione dobbiamo rispettare il patto di stabilità e crescita, sfruttando nel miglior modo possibile la flessibilità delle attuali norme del patto”. Niente nuove regole, quindi, ma un miglior utilizzo di quelle che ci sono già, come ribadito a Bruxelles dal presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi.
Un freno alla Troika e all’austerità. “Ritengo si debba, a medio termine, riequilibrare le modalità con cui i paesi della zona euro in difficoltà ottengono un sostegno condizionato ai fini della stabilità – dice Junker – In futuro dovremmo poter sostituire la troika con una struttura che abbia maggiore legittimità democratica e debba rispondere maggiormente del suo operato, imperniata sulle istituzioni europee e soggetta a un maggior controllo parlamentare a livello sia europeo sia nazionale”. E poi ancora “propongo che, in futuro, qualsiasi programma di sostegno e di riforma implichi non soltanto una valutazione della sostenibilità di bilancio, ma anche una valutazione dell’impatto sociale”. Tuttavia Juncker si guarda bene dal dare una tempistica precisa di queste misure.
Euro e governo economico dell’Ue. “Dobbiamo essere fieri di aver creato la moneta unica, che non divide l’Europa, ma la protegge, protegge l’Europa”. Ha detto con grande forza Juncker in un passaggio del discorso in plenaria, accolto con un lungo applauso ma anche da voci di dissenso dagli euroscettici. E poi ha aggiunto: “Creeremo un governo economico della Ue che dovrà essere rigoroso con le riforme strutturali” e si dovrà “riflettere a stimoli finanziari per accompagnarle” con la creazione di una capacità di bilancio propria dell’Eurozona”. E auspica un “rappresentante unico” per l’Euro nelle istituzioni di Bretton Woods.
No ai nazionalismi. “Rinunciamo al nazionalismo” perché in Europa “si vince e si perde tutti insieme”. Jaen Claude Juncker ha invitato i leader parlamentari a “non dire ‘sì’ a Bruxelles e ‘no’ in altri luoghi”.
No a nuove annessioni nei prossimi 5 anni. Gli “attuali negoziati” per l’allargamento della Ue “continueranno”, in particolare per i Balcani occidentali “che hanno bisogno di una prospettiva europea”, “ma non ci sarà alcun ulteriore allargamento nei prossimi cinque anni”. E’ scritto nel documento sulle priorità politiche inviato stamani da Juncker ai parlamentari europei.
Politica d’immigrazione comune. “È mia intenzione promuovere una nuova politica europea sulla migrazione legale – si legge nelle linee programmatiche di Juncker, che ha l’intenzione di creare “un Commissario con una competenza speciale per la migrazione, incaricandolo di collaborare con tutti gli Stati membri e con i paesi terzi maggiormente interessati”. A questo proposito ci vuole anche “una solida politica comune in materia di asilo”.
Digitalizzazione, energia, reindustrializzazione, unione economica e monetaria, TTIP e diritti. Juncker ha toccato tutti i principali capitoli delle riforme europee in atto a in agenda. Da “un mercato unico del digitale connesso che potrà generare una crescita in Europa di 250 miliardi di euro” a “una nuova Unione europea dell’energia”, dal “dobbiamo riportare al 20% entro il 2020 l’incidenza del settore industriale nel PIL dell’Unione rispetto all’attuale 16% scarso” alla “libera circolazione dei lavoratori” e alla promessa che “lo stesso lavoro nello stesso posto dovrebbe essere retribuito allo stesso modo”. E poi ancora il completamento dell’Unione economica e monetaria, tra cui il riesame delle norme del six-pack e del two-pack, e la promessa “dell’indisponibilità a immolare sull’altare del libero scambio le norme europee in materia di sicurezza, salute, protezione sociale e protezione dei dati oppure la nostra diversità culturale” nel contesto dell’accordo di libero scambio Ue-Usa (TTIP).
Strizzatina d’occhio a verdi e sinistra. Reduce da un fitto giro di consultazioni con i gruppi politici la scorsa settimana e a caccia di altri voti che sopperiscono alle defaillances di popoalri e socialisti, Juncker ha parlato anche di trasparenza – “la creazione di un registro obbligatorio dei lobbisti, valido per tutte e tre le istituzioni. La Commissione darà il buon esempio – e di OGM: “È semplicemente ingiusto che, in base alle norme attuali, la Commissione sia giuridicamente obbligata ad autorizzare l’importazione e la trasformazione di nuovi organismi anche se una netta maggioranza di Stati membri si oppone”.
Il dibattito in Aula. Appoggio di popolari e liberali a Jucnker. I rispettivi leader del Ppe e dell’Alde, il tedesco Manfred Weber e il belga fiammingo Guy Verhofstadt hanno promesso il loro appoggio a Juncker. Weber ha parlato di “condivisione di obiettivi politici” e Verhofstadt, dopo aver ribadito l’importanza della “disciplina fiscale per la crescita”, ha invitato il lussemburghese a non lasciare ai governi nazionali l”iniziativa legislativa propria della Commissione europea. Pittella (S&D): “Il nostro appoggio non è un assegno in bianco”. Il presidente del gruppo S&D, l’italiano Gianni Pittella, ha confermato l’appoggio dei socialisti al candidato popolare ma a patto che questi rispetti gli impegni presi su flessibilità, investimenti e lotta all’austerity. “Con le audizioni dei Commissari verificheremo il programma della prossima Commissione europea”, promette Pittella. Attacchi invece dagli euroscettici. Primo fra tutti il leader Ukip, Nigel Farage: “Juncker protagonista per vent’anni di questo disastro d’Europa”. Il copresidente del gruppo euroscettico EFDD – del quale fa parte il M5S – ha negato il suo appoggio a Juncker e denunciato la “democrazia sovietica” che ha permesso agli eurodeputati di votare “un solo candidato e a scrutinio segreto”. “Nessuno nel Regno Unito il 22 maggio sapeva di votare per lei”, ha detto Farage al candidato lussemburghese. Duro attacco di Marine Le Pen. L’intervento della leader del Front National francese, in rappresentanza dei Non iscritti – tra cui si trovano i cinque deputati della Lega Nord – è stato il più critico nei confronti di Juncker giudicato uno dei responsabili del “progetto folle e mortale dell’Unione europea”. Secondo la Le Pen, “Juncker è un perfetto sconosciuto che non rappresenta niente” e, dopo aver denunciato “il Ppe e il Pse che si sono spartiti la torta europea, a te il Parlamento a me la Commissione”, promette di stare col fiato sul collo del nuovo presidente della Commissione europea in caso di elezione.
Il timore dei franchi tiratori. Il presidente designato della Commissione europea, affronta oggi la prova dell’Europarlamento. Un esame che il candidato dovrebbe superare senza troppi problemi, franchi tiratori permettendo. Domani alle 12.30 i 751 deputati del Parlamento europeo sono chiamati a esprimersi su Juncker, candidato del Ppe e indicato dal Consiglio europeo alla guida dell’esecutivo Ue. A Strasburgo, con l’Aula riunita in sessione plenaria, il successore di José Manuel Barroso avrà bisogno di almeno 376 voti a favore per superare la soglia della maggioranza assoluta. Sulla carta i numeri ci sono: i popolari del Ppe (221 seggi), i socialisti e democratici di S&D (191) e i liberali dell’Alde (67), i tre gruppi della grande coalizione europea, hanno 479 seggi. Ma S&D non ha ancora dato il via libero definitivo a Juncker e aspetta che siano chiariti e quantificati alcuni elementi del suo programma. Salvo sorprese, però, il candidato presidente può contare sul sostegno dei tre gruppi della colazione.
Tuttavia non si possono escludere alcune decine di franchi tiratori fra Ppe, S&D e Alde, visto che il voto è a scrutinio segreto. Se nel Ppe i popolari ungheresi, in linea con il premier Viktor Orban, hanno annunciato il voto contrario, in S&D a votare contro potrebbero essere i laburisti britannici. Incognita ancora sui laburisti spagnoli e sugli svedesi e, forse, su qualche italiano. I Verdi hanno lasciato voto libero e almeno una decina di eurodeputati dovrebbe votare a favore dell’ex presidente dell’Eurogruppo. I conservatori di Ecr hanno annunciato che voteranno contro, più a causa dell’avversione per il sistema degli Spitzenkandidaten che non per il candidato stesso, con cui hanno detto che, una volta eletto, collaboreranno su diversi dossier. ‘No’ anche da parte di Gue/Sinistra unitaria e dal gruppo euroscettico Efdd dell’Ukip e del M5S.
@AlessioPisano
Zonaeuro
Ue, Juncker alla prova del voto: “Priorità lavoro e crescita. 300 miliardi in tre anni”
Il presidente designato della Commissione europea affronta oggi la prova dell'Europarlamento. Nel programma del candidato successore di Barroso si annunciano nuovi finanziamenti e si ribadisce l'importanza del patto di stabilità. Pittella: "Sulla flessibilità saremo intransigenti". Squadra entro fine luglio, fonti interne dicono che "Mogherini è considerata un buon candidato"
È il giorno di Jean-Claude Juncker. Il candidato alla Presidenza delle Commissione europea stamattina a Strasburgo rivolge il suo appello finale ai deputati del Parlamento europeo per ricevere il via libera al Berlaymont, l’edificio principale della Commissione europea. Patto di stabilità da rispettare, ma nuovi investimenti per rilanciare l’Europa e il lavoro. Ma anche no ai nazionalismi e a nuove annessioni nei prossimi cinque anni. Il politico lussemburghese presenta il suo programma tra gli applausi e alcuni fischi dai banchi degli euroscettici. Si vota alle 12.30 e l’esito è tutt’altro che scontato visto che non tutti i socialisti credono alle parole di Juncker su crescita e flessibilità e tra i popolari potrebbero non mancare i franchi tiratori. Juncker per salire alla Commissione europea ha bisogno di almeno 376 voti. Fonti vicine a Juncker riportano la determinazione del presidente designato a delineare la squadre dei commissari “entro fine luglio, primi di agosto”. Per il ruolo chiave di ‘ministro degli esteri’ Ue, Federica Mogherini è considerata “un buon candidato”, ma “ha dieci-undici paesi contro”.
Il rilancio dell’occupazione, della crescita e degli investimenti. Juncker promette “un ambizioso pacchetto di azioni per l’occupazione, la crescita e gli investimenti” integrando il bilancio dell’Ue e la Banca europea per gli investimenti (BEI) e destinando “nei prossimi tre anni, fino a 300 miliardi di euro a ulteriori investimenti pubblici e privati nell’economia reale”. Questi investimenti aggiuntivi dovranno essere incentrati sulle “infrastrutture, in particolare la banda larga e le reti energetiche, nonché le infrastrutture nei trasporti in agglomerati industriali, sull’istruzione, sulla ricerca e l’innovazione e sulle energie rinnovabili, e sull’efficienza energetica”.
Flessibilità e crescita. Per quanto riguarda l’impiego dei bilanci nazionali, Juncker dice che “per sostenere la crescita e l’innovazione dobbiamo rispettare il patto di stabilità e crescita, sfruttando nel miglior modo possibile la flessibilità delle attuali norme del patto”. Niente nuove regole, quindi, ma un miglior utilizzo di quelle che ci sono già, come ribadito a Bruxelles dal presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi.
Un freno alla Troika e all’austerità. “Ritengo si debba, a medio termine, riequilibrare le modalità con cui i paesi della zona euro in difficoltà ottengono un sostegno condizionato ai fini della stabilità – dice Junker – In futuro dovremmo poter sostituire la troika con una struttura che abbia maggiore legittimità democratica e debba rispondere maggiormente del suo operato, imperniata sulle istituzioni europee e soggetta a un maggior controllo parlamentare a livello sia europeo sia nazionale”. E poi ancora “propongo che, in futuro, qualsiasi programma di sostegno e di riforma implichi non soltanto una valutazione della sostenibilità di bilancio, ma anche una valutazione dell’impatto sociale”. Tuttavia Juncker si guarda bene dal dare una tempistica precisa di queste misure.
Euro e governo economico dell’Ue. “Dobbiamo essere fieri di aver creato la moneta unica, che non divide l’Europa, ma la protegge, protegge l’Europa”. Ha detto con grande forza Juncker in un passaggio del discorso in plenaria, accolto con un lungo applauso ma anche da voci di dissenso dagli euroscettici. E poi ha aggiunto: “Creeremo un governo economico della Ue che dovrà essere rigoroso con le riforme strutturali” e si dovrà “riflettere a stimoli finanziari per accompagnarle” con la creazione di una capacità di bilancio propria dell’Eurozona”. E auspica un “rappresentante unico” per l’Euro nelle istituzioni di Bretton Woods.
No ai nazionalismi. “Rinunciamo al nazionalismo” perché in Europa “si vince e si perde tutti insieme”. Jaen Claude Juncker ha invitato i leader parlamentari a “non dire ‘sì’ a Bruxelles e ‘no’ in altri luoghi”.
No a nuove annessioni nei prossimi 5 anni. Gli “attuali negoziati” per l’allargamento della Ue “continueranno”, in particolare per i Balcani occidentali “che hanno bisogno di una prospettiva europea”, “ma non ci sarà alcun ulteriore allargamento nei prossimi cinque anni”. E’ scritto nel documento sulle priorità politiche inviato stamani da Juncker ai parlamentari europei.
Politica d’immigrazione comune. “È mia intenzione promuovere una nuova politica europea sulla migrazione legale – si legge nelle linee programmatiche di Juncker, che ha l’intenzione di creare “un Commissario con una competenza speciale per la migrazione, incaricandolo di collaborare con tutti gli Stati membri e con i paesi terzi maggiormente interessati”. A questo proposito ci vuole anche “una solida politica comune in materia di asilo”.
Digitalizzazione, energia, reindustrializzazione, unione economica e monetaria, TTIP e diritti. Juncker ha toccato tutti i principali capitoli delle riforme europee in atto a in agenda. Da “un mercato unico del digitale connesso che potrà generare una crescita in Europa di 250 miliardi di euro” a “una nuova Unione europea dell’energia”, dal “dobbiamo riportare al 20% entro il 2020 l’incidenza del settore industriale nel PIL dell’Unione rispetto all’attuale 16% scarso” alla “libera circolazione dei lavoratori” e alla promessa che “lo stesso lavoro nello stesso posto dovrebbe essere retribuito allo stesso modo”. E poi ancora il completamento dell’Unione economica e monetaria, tra cui il riesame delle norme del six-pack e del two-pack, e la promessa “dell’indisponibilità a immolare sull’altare del libero scambio le norme europee in materia di sicurezza, salute, protezione sociale e protezione dei dati oppure la nostra diversità culturale” nel contesto dell’accordo di libero scambio Ue-Usa (TTIP).
Strizzatina d’occhio a verdi e sinistra. Reduce da un fitto giro di consultazioni con i gruppi politici la scorsa settimana e a caccia di altri voti che sopperiscono alle defaillances di popoalri e socialisti, Juncker ha parlato anche di trasparenza – “la creazione di un registro obbligatorio dei lobbisti, valido per tutte e tre le istituzioni. La Commissione darà il buon esempio – e di OGM: “È semplicemente ingiusto che, in base alle norme attuali, la Commissione sia giuridicamente obbligata ad autorizzare l’importazione e la trasformazione di nuovi organismi anche se una netta maggioranza di Stati membri si oppone”.
Il dibattito in Aula. Appoggio di popolari e liberali a Jucnker. I rispettivi leader del Ppe e dell’Alde, il tedesco Manfred Weber e il belga fiammingo Guy Verhofstadt hanno promesso il loro appoggio a Juncker. Weber ha parlato di “condivisione di obiettivi politici” e Verhofstadt, dopo aver ribadito l’importanza della “disciplina fiscale per la crescita”, ha invitato il lussemburghese a non lasciare ai governi nazionali l”iniziativa legislativa propria della Commissione europea. Pittella (S&D): “Il nostro appoggio non è un assegno in bianco”. Il presidente del gruppo S&D, l’italiano Gianni Pittella, ha confermato l’appoggio dei socialisti al candidato popolare ma a patto che questi rispetti gli impegni presi su flessibilità, investimenti e lotta all’austerity. “Con le audizioni dei Commissari verificheremo il programma della prossima Commissione europea”, promette Pittella. Attacchi invece dagli euroscettici. Primo fra tutti il leader Ukip, Nigel Farage: “Juncker protagonista per vent’anni di questo disastro d’Europa”. Il copresidente del gruppo euroscettico EFDD – del quale fa parte il M5S – ha negato il suo appoggio a Juncker e denunciato la “democrazia sovietica” che ha permesso agli eurodeputati di votare “un solo candidato e a scrutinio segreto”. “Nessuno nel Regno Unito il 22 maggio sapeva di votare per lei”, ha detto Farage al candidato lussemburghese. Duro attacco di Marine Le Pen. L’intervento della leader del Front National francese, in rappresentanza dei Non iscritti – tra cui si trovano i cinque deputati della Lega Nord – è stato il più critico nei confronti di Juncker giudicato uno dei responsabili del “progetto folle e mortale dell’Unione europea”. Secondo la Le Pen, “Juncker è un perfetto sconosciuto che non rappresenta niente” e, dopo aver denunciato “il Ppe e il Pse che si sono spartiti la torta europea, a te il Parlamento a me la Commissione”, promette di stare col fiato sul collo del nuovo presidente della Commissione europea in caso di elezione.
Il timore dei franchi tiratori. Il presidente designato della Commissione europea, affronta oggi la prova dell’Europarlamento. Un esame che il candidato dovrebbe superare senza troppi problemi, franchi tiratori permettendo. Domani alle 12.30 i 751 deputati del Parlamento europeo sono chiamati a esprimersi su Juncker, candidato del Ppe e indicato dal Consiglio europeo alla guida dell’esecutivo Ue. A Strasburgo, con l’Aula riunita in sessione plenaria, il successore di José Manuel Barroso avrà bisogno di almeno 376 voti a favore per superare la soglia della maggioranza assoluta. Sulla carta i numeri ci sono: i popolari del Ppe (221 seggi), i socialisti e democratici di S&D (191) e i liberali dell’Alde (67), i tre gruppi della grande coalizione europea, hanno 479 seggi. Ma S&D non ha ancora dato il via libero definitivo a Juncker e aspetta che siano chiariti e quantificati alcuni elementi del suo programma. Salvo sorprese, però, il candidato presidente può contare sul sostegno dei tre gruppi della colazione.
Tuttavia non si possono escludere alcune decine di franchi tiratori fra Ppe, S&D e Alde, visto che il voto è a scrutinio segreto. Se nel Ppe i popolari ungheresi, in linea con il premier Viktor Orban, hanno annunciato il voto contrario, in S&D a votare contro potrebbero essere i laburisti britannici. Incognita ancora sui laburisti spagnoli e sugli svedesi e, forse, su qualche italiano. I Verdi hanno lasciato voto libero e almeno una decina di eurodeputati dovrebbe votare a favore dell’ex presidente dell’Eurogruppo. I conservatori di Ecr hanno annunciato che voteranno contro, più a causa dell’avversione per il sistema degli Spitzenkandidaten che non per il candidato stesso, con cui hanno detto che, una volta eletto, collaboreranno su diversi dossier. ‘No’ anche da parte di Gue/Sinistra unitaria e dal gruppo euroscettico Efdd dell’Ukip e del M5S.
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Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio". Gli avvocati Fabio ed Enrico Giarda, ex difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, replicano così alle affermazioni del difensore di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco, che ha sostenuto che "l'indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione".
Dichiarazioni ritenute dai fratelli Giarda "del tutto gratuite e gravemente lesive. L'avvocato Lovati evidentemente dimentica che la denuncia a suo tempo presentata nel 2017 da Andrea Sempio nei confronti dello studio legale Giarda e degli investigatori incaricati è stata archiviata nel 2020 dal gip di Milano, che nella sua ordinanza ha certificato l’assoluta correttezza dell’attività di raccolta e successiva estrazione dai reperti".
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Quella di oggi, per il governatore Francesco Rocca, è “una bella giornata, che ci ricorda da un lato quanto è bello vivere e rappresentare questa regione, ma soprattutto l’importanza di essere accompagnati in questo viaggio e in questo anno particolare, che è un’occasione che non possiamo perdere, fra Giubileo e l’Expo di Osaka. Sono grato al Niaf per la capacità di custodire l’elemento valoriale con la necessità di andare oltre ai confini. Questa è la conseguenza naturale di valori che non si è mai persa: la comunità italoamericana non deve perdere le sue radici, la consapevolezza, e l’orgoglio di essere italiani”.
“I 20 milioni di italoamericani sono i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo - afferma il presidente Niaf Robert Allegrini - e nel nostro 50mo anniversario non potevamo che scegliere il Lazio: abbiamo voluto condividere l’occasione con la regione che ospita la capitale d’Italia, non potevamo fare altrimenti, per dimostrare che il Lazio non è solo il Colosseo e la Fontana di Trevi ma che è una Regione che guarda al futuro”. Un legame quello con il Lazio che si fa anche con il cibo ma non solo. Un piatto su tutti: le Fettuccine alla Alfredo: “Poter portare a Washington Mario Mozzetti del ristorante Alfredo alla Scrofa, uno dei più grandi ambasciatori del Lazio negli Stati Uniti e di avere l'opportunità qua a Roma di andare al ristorante dove è nato questo piatto iconico per me è un motivo di grande soddisfazione”. Per Mario Mozzetti, “è un vero sogno andare alla convention Niaf di Washington e portare le fettuccine alla Alfredo. Portare questo piatto è un orgoglio anche a livello storico: portare Alfredo alla Scrofa negli Stati Uniti significa raccontare la storia che collega idealmente, ma non solo, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Lazio è “Regione d’Onore Niaf 2025”. Un evento che ricade nel 50mo anniversario della National Italian American foundation, la più grande associazione di italoamericani. Lo slogan è chiaro: “All you need is Lazio”, fra sapori autentici, la storia incisa nella pietra, meraviglie naturali, benessere e relax, arte e artigianato, la magia del cinema, innovazione e aerospazio, eccellenza accademica e un patrimonio culturale unico. “È un grande riconoscimento - afferma Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione della Regione Lazio - in cui saremo protagonisti a 360 gradi. Saranno coinvolte 20 startup e pmi innovative oltre a 18 grandi imprese che saranno attori protagonisti. Non è solo un grande evento ma è una vera missione di sistema. Ma non ci saranno solo le imprese: saranno coinvolte anche università e centri di ricerca. Startup. Gli obiettivi, netti e chiari - prosegue Angelilli - sono un piano di networking per una forte connessione con le imprese. L’altra sfida è l’ attrazione degli investimenti”. Per Amedeo Teti, capo Dipartimento per il Mercato del Mimit, “la Regione Lazio merita questa posizione di Regione d’onore. Il Lazio è da sempre attrattore di grandi investimenti. Secondo il Financial Times poi solo nel 2024 l’Italia ha attratto 35,5 miliardi di investimenti e ha creato 36mila posti di lavoro”.