Il falco scalpita. Mentre la Germania è pronta ad entrare nel Sommerloch, il periodo morto estivo, Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, prepara la sua offensiva mediatica. Lo scorso fine settimana l’enfant prodige di Angela Merkel ha aperto per la prima volta le porte della banca centrale tedesca. Tra wurstel, concerti dal vivo e famiglie con bambini, in fila per toccare le barre d’oro temporaneamente liberate dai forzieri, Weidmann ha risposto alle domande dei visitatori (più di 28.000 secondo le stime ufficiali), ha mostrato il suo sobrio ufficio da 60 metri quadrati e ha ricordato a tutti che la politica monetaria della Bce è solo un “antidolorifico”, che non può sostituire la terapia e quindi il livello dei tassi “non potrà restare troppo a lungo vicino allo zero”.
Doverose precisazioni, accompagnate però da un tono felpato, conciliante, ben lontano dalle sfuriate passate contro Mario Draghi e gli acquisti di titoli dei paesi in crisi da parte della Banca Centrale Europea. “Alla Bce”, ha spiegato Weidmann, “lavoro per attuare la politica monetaria dell’area euro e non per rappresentare interessi nazionali”.
Biondo, occhi chiari, intelligente, elegante, convincente, il 47enne presidente della Bundesbank – il più giovane che la Germania abbia mai avuto – sembra voler scrollarsi di dosso l’etichetta di ultraortodosso dell’austerity con l’incubo dell’inflazione weimeriana e il profilo da genero ideale. Uno di quei generi che, come ha notato malignamente un collega, “piacciono alla suocera ma sono odiati del resto della famiglia”. Dopo aver votato a favore della linea Draghi il 5 giugno scorso, lo vedremo meno spesso alzare la mano contrariato e puntualizzare con una foga da primo della classe nelle riunioni del Consiglio Direttivo della Bce. E ora c’è chi giura che, smesse le vesti del falco, per Weidmann si apra un futuro da tessitore istituzionale degli equilibri monetari europei, come presidente della Bce.
Le voci che girano al proposito sono molte – scrive il quotidiano economico Handelsblatt – e visto che Mario Draghi, in un futuro non lontano, potrebbe essere scelto in Italia come Presidente della Repubblica, Jens Weidmann avrebbe tutte le carte in regola per candidarsi alla guida della Banca Centrale Europea, con la benedizione di Angela Merkel, che nel 2006 l’ha chiamato a dirigere il dipartimento di Economia e Politica Finanziaria della Cancelleria Federale e nel 2011 l’ha sponsorizzato per la presidenza della Bundesbank. “Un giorno succederà”, prevede l’economista Bert Rürup, ex presidente del consiglio dei “cinque saggi dell’economia” e amico di Weidmann.
Prima di quel giorno, però, Weidmann sa che deve lavorare alla sua immagine e diluire nel curriculum gli episodi più antipatici: come quando, nel settembre 2012, si oppose da solo alla famosa decisione della Bce di “fare tutto il possibile per l’euro” grazie al programma Omt (Outright Monetary Transactions). O quando, un anno prima, convocò al castello di Eltville, in Renania, una cena per creare una fronda di contrari e indecisi nei confronti delle politiche monetarie permissive e moderatamente espansive della Banca Centrale Europea. Alla fine non ci riuscì, ma da presidente della Bce il tutto potrebbe risultargli molto più agevole. Per l’Italia non sarebbe sicuramente una buona notizia.
Al momento sono solo parole in libertà, inchiostro che scorre facile a colmare l’horror vacui del Sommerloch, sempre così avaro di notizie. Weidmann, però, fa sul serio. E’ sicuro di essere il più bravo. Quel posto, nell’Olimpo dei banchieri centrali europei, gli spetta e farà di tutto per prenderselo.
Mauro Meggiolaro
Giornalista
Zonaeuro - 18 Luglio 2014
Bce: Weidmann, il falco, si prepara al dopo Draghi
Il falco scalpita. Mentre la Germania è pronta ad entrare nel Sommerloch, il periodo morto estivo, Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, prepara la sua offensiva mediatica. Lo scorso fine settimana l’enfant prodige di Angela Merkel ha aperto per la prima volta le porte della banca centrale tedesca. Tra wurstel, concerti dal vivo e famiglie con bambini, in fila per toccare le barre d’oro temporaneamente liberate dai forzieri, Weidmann ha risposto alle domande dei visitatori (più di 28.000 secondo le stime ufficiali), ha mostrato il suo sobrio ufficio da 60 metri quadrati e ha ricordato a tutti che la politica monetaria della Bce è solo un “antidolorifico”, che non può sostituire la terapia e quindi il livello dei tassi “non potrà restare troppo a lungo vicino allo zero”.
Doverose precisazioni, accompagnate però da un tono felpato, conciliante, ben lontano dalle sfuriate passate contro Mario Draghi e gli acquisti di titoli dei paesi in crisi da parte della Banca Centrale Europea. “Alla Bce”, ha spiegato Weidmann, “lavoro per attuare la politica monetaria dell’area euro e non per rappresentare interessi nazionali”.
Biondo, occhi chiari, intelligente, elegante, convincente, il 47enne presidente della Bundesbank – il più giovane che la Germania abbia mai avuto – sembra voler scrollarsi di dosso l’etichetta di ultraortodosso dell’austerity con l’incubo dell’inflazione weimeriana e il profilo da genero ideale. Uno di quei generi che, come ha notato malignamente un collega, “piacciono alla suocera ma sono odiati del resto della famiglia”. Dopo aver votato a favore della linea Draghi il 5 giugno scorso, lo vedremo meno spesso alzare la mano contrariato e puntualizzare con una foga da primo della classe nelle riunioni del Consiglio Direttivo della Bce. E ora c’è chi giura che, smesse le vesti del falco, per Weidmann si apra un futuro da tessitore istituzionale degli equilibri monetari europei, come presidente della Bce.
Le voci che girano al proposito sono molte – scrive il quotidiano economico Handelsblatt – e visto che Mario Draghi, in un futuro non lontano, potrebbe essere scelto in Italia come Presidente della Repubblica, Jens Weidmann avrebbe tutte le carte in regola per candidarsi alla guida della Banca Centrale Europea, con la benedizione di Angela Merkel, che nel 2006 l’ha chiamato a dirigere il dipartimento di Economia e Politica Finanziaria della Cancelleria Federale e nel 2011 l’ha sponsorizzato per la presidenza della Bundesbank. “Un giorno succederà”, prevede l’economista Bert Rürup, ex presidente del consiglio dei “cinque saggi dell’economia” e amico di Weidmann.
Prima di quel giorno, però, Weidmann sa che deve lavorare alla sua immagine e diluire nel curriculum gli episodi più antipatici: come quando, nel settembre 2012, si oppose da solo alla famosa decisione della Bce di “fare tutto il possibile per l’euro” grazie al programma Omt (Outright Monetary Transactions). O quando, un anno prima, convocò al castello di Eltville, in Renania, una cena per creare una fronda di contrari e indecisi nei confronti delle politiche monetarie permissive e moderatamente espansive della Banca Centrale Europea. Alla fine non ci riuscì, ma da presidente della Bce il tutto potrebbe risultargli molto più agevole. Per l’Italia non sarebbe sicuramente una buona notizia.
Al momento sono solo parole in libertà, inchiostro che scorre facile a colmare l’horror vacui del Sommerloch, sempre così avaro di notizie. Weidmann, però, fa sul serio. E’ sicuro di essere il più bravo. Quel posto, nell’Olimpo dei banchieri centrali europei, gli spetta e farà di tutto per prenderselo.
Articolo Precedente
Nomine Ue in stallo, Renzi sicuro: “C’è solo un nome, Mogherini”. Ok di Hollande
Articolo Successivo
Renzi è come Ibrahimovic: in Europa non segna
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Starmer chiede “pressioni su Putin” e annuncia una “riunione militare” dei Paesi ‘volenterosi’. Meloni: “L’Italia non invierà truppe. Lavoriamo con Ue e Usa”
Mondo
Attacco Usa su larga scala contro lo Yemen controllato dagli Houthi. “È anche un avvertimento all’Iran”
Cronaca
Manifestazione per l’Europa, “Siamo 50mila”. In piazza bandiere Ue, arcobaleno e “Bella ciao”. Dalla difesa comune al riarmo: le parole
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.