“Sono profondamente commosso: solo coloro che mi sono stati vicini in questi anni sanno quello che ho sofferto per un’accusa ingiusta e infamante”. Così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, commenta in una nota la sentenza che lo vede assolto in secondo grado nel processo Ruby che si è celebrato a Milano. “Per questo – aggiunge – il mio primo pensiero oggi va ai miei affetti più cari, che hanno sofferto con me anni di aggressione mediatica, di pettegolezzi, di calunnie, e che mi sono stati accanto con serenità e affetto ineguagliabili”. Ma l’ex presidente del Consiglio accusato di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile – che in primo grado era stato condannato a sette anni – rivolge parole concilianti anche ai giudici: “Un pensiero di rispetto va poi alla Magistratura, che ha dato oggi una conferma di quello che ho sempre asserito: ovvero che la grande maggioranza dei magistrati italiani fa il proprio lavoro silenziosamente, con equilibrio e rigore ammirevoli”, prosegue l’ex premier.
“Penso anche ai tanti, tantissimi amici, collaboratori, sostenitori, e soprattutto ai milioni di italiani che hanno continuato a credere nelle nostre battaglie politiche e a starmi vicino nonostante tutti i tentativi di infangare il mio nome e la mia onorabilità. E’ grazie a loro che ho potuto resistere, sul piano umano e sul piano politico”, dichiara. “E infine un caloroso ringraziamento ai miei avvocati, al prof. Coppi, all’avv. Dinacci, all’avv. Ghedini e all’avv. Longo che hanno saputo fare il loro lavoro non soltanto con altissima professionalità e competenza, ma anche con quella passione civile, con quella sensibilità umana, con quella sete di verità che hanno dato ancora più valore al loro eccellente lavoro”.
“Da oggi – conclude Berlusconi – possiamo andare avanti con più serenità. Il percorso politico di Forza Italia non cambia. Credo che questo sia nell’interesse dell’Italia, della democrazia, della libertà”. Anche la fidanzata del leader di forza Italia, Francesca Pascale esprime la sua gioia: “È il giorno più bello della mia vita, ho pianto come una bambina. Giustizia è fatta”, commenta Pascale, commossa, a fanpage.it.
Secondo l’accusa la sera tra il 27 e 28 maggio 2010 l’allora premier aveva fatto pressioni sui funzionari della questura di Milano per far rilasciare Karima El Marough, 17enne marocchina che frequentava le serate ad alto tasso erotico di Arcore, fermata dopo una denuncia per furto. Ed era anche accusato di averla pagata per avere rapporti sessuali: le “cene eleganti” secondo l’accusa finivano tutte con il bunga-bunga e con la scelta da parte del presidente chi tra le tante ragazze – le cosiddette Olgettine – si sarebbe fermata a dormire nella residenza brianzola. E Ruby, questo dicevano i tabulati telefonici, si era fermata più volte. Tutte le ragazze, per loro ammissione, ricevevano regali e denaro. Ma secondo il collegio presieduto da Enrico Tranfa “il fatto non sussiste” (concussione) e “il fatto non costituisce reato” (prostituzione minorile).