Finisce con il Movimento 5 Stelle che chiede la sospensione dei lavori dell’Aula, martedì mattina, per “avere una informativa del ministro Mogherini sulla situazione a Gaza”. Sel si associa, il Partito democratico invita a “non strumentalizzare” il conflitto “per interessi obliqui” e la presidente di turno, la senatrice Pd Valeria Fedeli, tra le proteste invoca “motivi di orario” per rinviare il voto sulla richiesta. Si conclude così, dopo una giornata di ostruzionismo, la seduta di Palazzo Madama che avrebbe dovuto dare il via alla discussione sulla modifica del Senato e del Titolo V della Costituzione. D’altronde l’antifona era chiara già dalla tarda mattinata, quando, ripreso l’esame del ddl costituzionale, il ministro Maria Elena Boschi è intervenuta per parlare dell'”ampio consenso” sulla riforma raccogliendo subito fischi dai banchi dell’opposizione.
I primi due minuti della seduta sono solo l’introduzione di quella che sarà una lunga giornata. “Svolta autoritaria? E’ una allucinazione e una bugia”, dice il ministro. “Non può essere smentita con la forza della ragione perché resta una allucinazione. Il governo ha ascoltato tutti”. Ma non basta per calmare gli animi. Matteo Renzi sogna di chiudere il voto entro la pausa estiva, ma le sue preoccupazioni sono 7800, ovvero tante quante gli emendamenti presentati (200 del Movimento 5 Stelle e oltre 6mila di Sinistra ecologia e libertà) che minacciano di far slittare il voto definitivo al Senato al testo a dopo l’estate. Ovvero lo scenario che il leader democratico vuole a tutti i costi scongiurare. “I tempi delle votazioni”, spiega la relatrice Pd Anna Finocchiaro, “dipendono dall’intesa che si potrà trovare con alcune forze politiche, come M5s e Sel”. Per la Finocchiaro, è da verificare che sulle questioni “oggetto di approfondimenti” sia possibile arrivare a “punti di incontro” con le altre forze politiche e quindi a una riduzione degli emendamenti. “Ci sono alcuni aspetti”, specifica, “su cui sono intervenuti moltissimi colleghi di diversi schieramenti e che meritano un approfondimento”. Ad esempio gli istituti di democrazia diretta come i referendum e le leggi di iniziativa popolare. Ma anche la partecipazione del Senato alle decisioni europee, all’approvazione del bilancio e il capitolo delle nomine delle istituzioni di garanzia, a iniziare da quella del presidente della Repubblica. Infine naturalmente l’immunità.
Un’ipotesi che non esclude neppure Forza Italia, anche se a qualche condizione: “Va bene accordi, ma solo se concordati con noi”, commenta il capogruppo Romani. Intanto sui banchi dell’opposizione il clima resta teso. Il Movimento 5 stelle promette ostruzionismo: “Metteremo 100mila sassi sui binari della riforma“, dice il capogruppo Vito Petrocelli. Mentre il collega Vito Crimi propone di fare un referendum consultivo su elettività del Senato e riduzione di deputati e senatori: “Prima di procedere con le riforme, Renzi fai votare i cittadini”. Bocciata la richiesta di M5S e Sel di far tornare in commissione il testo per una analisi più approfondita, il voto sugli emendamenti slitta a martedì 22 luglio. Nessuna certezza anche dalla Lega Nord. I senatori del Carroccio minacciano di togliere il voto. A creare qualche problema potrebbe essere il voto segreto su alcuni emendamenti, eventualità che però la Finocchiaro esclude.
Il ministro Boschi: “Il governo ha ascoltato tutti”
Se le previsioni sono quelle di un duro ostruzionismo, la Boschi parla di “consenso” e di “un’ampia condivisione“: “Rispetto alle precedenti riforme costituzionali”, dice, “questo testo uscito dalla commissione è ampiamente condiviso. Lo sostiene una maggioranza che va oltre la maggioranza che sostiene il governo; e non è scontato. Ci potrà essere un tentativo di rallentare questo cambiamento, un ostruzionismo che ci può portare a lavorare una settimana di più e sacrificare un po’ di ferie ma manterremo la promessa di cambiare perché questa urgenza deriva da noi”. “E’ stato un privilegio”, ha continuato Boschi, “partecipare alla discussione generale, è un percorso difficile ma affascinante quello che stiamo vivendo insieme. Il Governo ha legato in modo indissolubile il proprio cammino a quello delle riforme. Sono convinta e ne è convinto il governo che ha sempre rivendicato l’ascolto di tutti, il dialogo e il confronto. L’abbiamo fatto, lo dico senza timore di smentita, anche sulle riforme costituzionali. Sottoponiamo al voto dell’Aula un testo che non è non la rappresentazione ‘macchiettistica’ fatta in alcuni interventi. Vogliamo una discussione nel merito e non sulla simpatia o antipatia di chi lo ha proposto. Non abbiamo paura di idee altrui. Diceva Pratolini: ‘Non ha paura della idee chi ne ha’ “.
M5s: “100mila sassi sui binari delle riforme. Referendum consultivo per i cittadini”
Il governo spera in tempi brevi e nella collaborazione della maggioranza per procedere al più presto con il voto sul testo, la discussione in Aula è appena cominciata. Tanti gli ho ostacoli. Primo fra tutti l’ostruzionismo dell’opposizione, dal Movimento 5 stelle a Sinistra ecologia e libertà. Intanto l’M5S chiede il ritorno in commissione del ddl: “Non ho apprezzato nel merito il ministro Boschi”, dice Vito Petrocelli, neocapogruppo grillino, “metteremo 100mila sassi sui binari delle riforme. Se questa è un’allucinazione collettiva, come ha detto la Boschi, preferisco viverla e non con le intenzioni di allucinazione che ci vuole far passare il governo. Per questo chiedo il non passaggio agli articoli e un ulteriore serio approfondimento del testo in Commissione”. Vito Crimi, ex capogruppo dei 5 Stelle, chiede che il presidente del Consiglio per prima cosa consulti i cittadini con un referendum consultivo su elettività senato e riduzione dei parlamentari. “Renzi fai votare subito i cittadini. Due aspetti fondamentali delle cosiddette riforme costituzionali riguardano l’elezione diretta da parte dei cittadini dei membri del Senato, che Renzi e Berlusconi vogliono abolire creando un Palazzo Madama composto da politici nominati dai partiti a livello regionale, e la contestuale riduzione di deputati e senatori, che Pd e Forza Italia osteggiano. La riforma Renzi-Berlusconi va contro la chiara volontà degli italiani su questi due punti”. La proposta dei 5 stelle è quella di rivolgersi ai cittadini prima di proseguire con le riforme: “Tutti a parole si appellano ai “cittadini”. In pochi mesi si può approvare questo disegno di legge costituzionale ed indire la consultazione popolare nei primi mesi del 2015. Poi le cosiddette riforme potranno proseguire nel secondo passaggio a Camera e Senato raccogliendo la volontà espressa su questi due temi”.
Mineo: “Governo debole”. Finocchiaro: “Approfondimento su diversi punti”
Non solo i 5 stelle si dicono contrari. A preoccupare il governo sci sono anche le debolezze di una parte della maggioranza. Il primo a commentare su Twitter le parole della Boschi è stato Corradino Mineo, senatore Pd tra i più critici: “Governo e maggioranza appaiono molto deboli”. E poi ancora, intervistato da Radio Montecarlo: “Io penso che il provvedimento sulle riforme costituzionali sia inconsapevolmente autoritario, nemmeno il governo voleva questo esito, per cui adesso dobbiamo correggere in Aula e speriamo di riuscirci”. Chi invoca anche maggiori approfondimento è Anna Finocchiaro, relatrice del testo in Commissione ed esponente del Pd. “Mi pare difficile che si inizi a votare oggi. Inizieremo l’illustrazione degli emendamenti”, dice. “Ci sono alcuni punti che meritano un approfondimento. Innanzitutto gli istituti di democrazia diretta come i referendum e le leggi di iniziativa popolare; il ruolo del Senato nel rapporto con la legislazione europea; il bilancio e le nomine a cominciare da quella del presidente della Repubblica, affinché il Senato partecipi senza squilibri con la Camera. Su questo si può ancora lavorare”. Quanto all’immunità per i parlamentari, aggiunge, “noi abbiamo fatto una scelta neutra in commissione, abbiamo lasciato le cose come stavano, spiegando che l’unica cosa doveva essere quella che non ci fossero disparità tra senatori e deputati. Il vaglio dell’aula è utile anche per questo”.
Centinaio (Lega Nord): “No risposte dal Governo. Rinviare la discussione”
Tentenna anche la Lega Nord. Nonostante il ruolo di Roberto Calderoli, relatore in Commissione del testo, il Carroccio non dà per scontato il proprio appoggio al ddl. “Chiediamo un rinvio della discussione sulle riforme perché ad oggi non abbiamo ricevuto risposte alle proposte da noi avanzate. Ci aspettavamo che il ministro Boschi nel suo intervento, facesse riferimento alle richieste migliorative della Lega Nord al testo ma, non avendo ricevuto alcuna risposta, non possiamo votare la riforma. Ricordiamo al governo, che le nostre proposte sono molto articolate e non si limitano al tema del referendum e peraltro, corrispondono a molti dei rilievi fatti dai relatori”.