Gli albergatori della Riviera l’avevano promesso: “Porteremo in tribunale i meteo terroristi”. E infatti faranno causa a circa 300 siti di informazione meteorologica i proprietari di hotel di tutto il litorale emiliano romagnolo, dai Lidi ferraresi a quelli ravennati, da Misano a Riccione, a Rimini, a Cattolica, “esasperati – dicono in una nota congiunta – dai siti internet commerciali di previsioni atmosferiche che hanno provocato, e provocano ancora oggi, diffondendo bollettini sbagliati, ingenti danni economici e di immagine agli operatori del settore turismo”. “Sono anni – spiega Patrizia Rinaldis, presidente l’Associazione italiana albergatori di Rimini – che subiamo gli effetti di previsioni atmosferiche spesso più negative delle reali condizioni meteorologiche, bollettini diffusi con troppo anticipo per essere attendibili ma che allo stesso tempo hanno convinto milioni di persone a non venire al mare. E’ il momento di passare ai fatti, e prendere provvedimenti”. Così, per la prima volta in Italia, gli albergatori di tutta la costa, da nord a sud, con l’appoggio di Federalberghi Emilia Romagna e dell’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci, porteranno in tribunale più di 300 siti di informazione meteo, “per lanciare un messaggio e per scatenare un effetto domino in tutta Italia, che speriamo coinvolga, oltre agli operatori turistici del paese, anche le istituzioni”.

“Non è facile rendersi conto di quali danni provochino questi bollettini meteo terroristici – continua Rinaldis – ma la stima è di 15 milioni di euro di perdite a weekend. Un colpo durissimo per la categoria, che poi si riflette sull’indotto, e che ricade anche su ristoranti, bagni, locali e bar. Ci sono famiglie che annullano la prenotazione solo perché il lunedì leggono che il sabato ci sarà brutto tempo, quando è impossibile che le previsioni siano attendibili a una tale distanza temporale, oppure c’è chi è già al mare e decide di rientrare prima a casa”.

Per questo, sottolinea l’Aia di Rimini, promotrice della maxi azione legale, “l’iniziativa ha raccolto tanto consenso. Siamo tutti uniti, dai Lidi ferraresi a Cattolica, e uniti andremo avanti nella nostra battaglia”. “E’ la prima volta che in Italia si intraprende una strada simile – racconta Rinaldis – e tuttavia dopo anni di discussioni, è giunto il momento di prendere provvedimenti. C’è un’intera economia, oggi, che risente gravemente del meteo terrorismo, portali che pubblicano previsioni anticipate senza curarsi delle ripercussioni che potrebbero avere sul settore turismo, ma anzi, calcando la mano producendosi in bollettini sempre più cupi e catastrofici perché ogni click ai loro siti web significa denaro. Noi abbiamo deciso di portare questi siti commerciali in tribunale, e alle istituzioni chiediamo di effettuare maggiori controlli. Così non si può andare avanti”.

Dello stesso parere anche i proprietari degli stabilimenti balneari, che previsioni meteo a parte, quest’anno hanno dovuto tenere gli ombrelloni chiusi anche a causa del maltempo. “Siamo pronti a collaborare con gli albergatori, perché il meteo terrorismo nel 2014 ci è già costato il 20% del nostro fatturato – fa i conti Mauro Vanni, presidente della Cooperativa bagnini di Viserba di Rimini – noi capiamo che le previsioni, in quanto tali, comportino un margine di errore, ma in questo caso parliamo di pressapochismo. Ci sono siti internet che pubblicano bollettini allarmanti, e quando si rivelano sbagliati non li modificano nemmeno. Questo non è accettabile. Anche perché oggi quasi tutti hanno modo di collegarsi a internet agevolmente, spesso con lo smartphone, e la gente guarda le previsioni in continuazione. Serve correttezza, e un maggiore controllo istituzionale”.

Una causa legale, quindi, che è anche un segnale d’allarme, “un appello rivolto alle autorità che dovrebbero vigilare sulla correttezza delle informazioni pubblicate”. “Com’è che l’allerta bel tempo non la fa mai nessuno? – ironizza Vanni – il turismo balneare vive di quei pochi mesi all’anno d’estate, e con il maltempo la nostra stagione è già stata duramente colpita. Non possiamo accettare che il meteo terrorismo ci metta ulteriormente in ginocchio, anche perché tali perdite si ripercuotono su tutto ciò che ruota attorno alle singole attività: personale, assunzioni, e quindi lavoro. Il settore ha bisogno di essere tutelato, parliamo di migliaia di attività e di posti di lavoro”.

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