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Antonio Bassolino, ex presidente Campania assolto dall’accusa di falso

L’ex presidente della giunta regionale era accusato di falso per una vicenda legata alla ristrutturazione di un casale nel comune di Cortona, in provincia di Arezzo. "Ero fiducioso, non ho mai commesso nulla di illegale"
Antonio Bassolino, ex presidente Campania assolto dall’accusa di falso
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Assolto per non aver commesso il fatto. L’ex presidente della giunta regionale della Campania Antonio Bassolino è stato prosciolto dall’accusa di falso, al termine del processo che lo vedeva imputato davanti al Tribunale di Arezzo. La vicenda riguarda la ristrutturazione di un casale nel comune di Cortona di cui, secondo l’accusa, proprietario formale era il medico Giuseppe Petrella, comproprietario di fatto Bassolino.

In un primo momento all’ex governatore, difeso dagli avvocati Giuseppe Fusco e Massimo Krogh, erano stati contestati anche i reati di costruzione abusiva e corruzione, archiviati rispettivamente per prescrizione e su richiesta della Procura al termine delle indagini preliminari. Assolto anche Giuseppe Petrella, che era imputato per corruzione e falso, difeso dall’avvocato Gianluca Tognolo.

“Ero come sempre fiducioso nella giustizia e in me stesso non avendo mai fatto nulla di illegale”. Questo il primo commento di Bassolino, che ha aggiunto: “In questo caso non potevo aver commesso alcun falso non avendo mai posseduto, purtroppo, né per intero, né per metà né per un centimetro cubo il casale di Cortona”. L’ex governatore ha poi sottolineato che era stato lo stesso pm a chiedere il proscioglimento. Bassolino ricorda che il procedimento per il casale “era stato iniziato dai due pm di Napoli che mi avevano indagato per la vicenda rifiuti, che ha visto la mia piena assoluzione”. L’ex governatore infine ha ringraziato i suoi avvocati, Krogh e Fusco, “che mi hanno assistito con la loro riconosciuta professionalità”.

A novembre 2013, l’ex presidente campano del Pd era stato assolto nel processo sul ciclo dei rifiuti in Campania, in cui era imputato con altre 27 persone. Le accuse, a vario titolo, erano di frode in pubbliche forniture, truffa e falso.

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