Cinema

Woody Allen, l’inedito docu-film sul presidente Richard Nixon scovato in Rete

L'opera del 1971, Men of crisis: The Harvey Wallinger Story, non fu mai trasmessa né distribuita nelle sale. La PBS, che essendo una emittente pubblica dipendeva dalle licenze e dalle autorizzazioni rilasciate dal governo e riceva notevoli sovvenzioni dallo Stato, giudicò avventato e inopportuno per i suoi interessi mandare in onda un prodotto che prendeva per i fondelli il numero uno della Casa Bianca e tutti i suoi collaboratori e sodali, in primo luogo il potentissimo Kissinger

di Carlo Antonio Biscotto

Come per la stragrande maggioranza dei cineasti o degli scrittori che si rispettano, anche dai cassetti di Woody Allen ha fatto capolino l’inedito, sotto forma di un cortometraggio realizzato per l’emittente televisiva pubblica PBS e che non fu mai trasmesso né distribuito nelle sale. Erano gli anni disastrosi della presidenza Nixon, ingloriosamente conclusi con il Watergate, il più grande scandalo politico dell’America del dopoguerra. Di quegli anni – a parte un’intera biblioteca – si ricordano la celebre intervista di David Frost a un Nixon sudato, irrequieto, palesemente a disagio e, a dimissioni ormai rassegnate, il film di Oliver Stone Gli intrighi del potere, amaro ritratto di un uomo sconfitto e tormentato dai suoi fantasmi in un’atmosfera allucinata e decadente.

Woody Allen non era ancora famosissimo. Aveva da poco girato Prendi i soldi e scappa e, prima di affermarsi come attore nel film Provaci ancora Sam, tratto da un suo lavoro teatrale e diretto per lo schermo da Herbert Ross, ricevette dalla PBS una proposta allettante: girare un docu-film sul presidente Nixon. Woody Allen confezionò un piccolo gioiello a metà strada tra la fiction e il “finto” documentario. Il cortometraggio si intitolava Men of crisis: The Harvey Wallinger Story.

Lo stile era molto personale e il risultato superbo, tanto che anni dopo Woody Allen si rifece a questa esperienza nel girare il lungometraggio Zelig accolto con grande favore dalla critica. Per ragioni facilmente intuibili – diciamo di opportunità politica, se non si vuole parlare di censura – il cortometraggio non venne mai trasmesso e solo oggi dalle profondità di Internet, grazie all’infaticabile lavoro archeologico degli appassionati della rete, riemerge quest’opera interessate e inedita di Woody. Si tratta di un cortometraggio satirico che è una vera perla, la sola di Woody che non si avvale della voce di Oreste Lionello. Nel mockumentary, Woody interpreta in modo magistrale il Segretario di Stato Harvey Wallinger, caricatura irresistibile di Henry Kissinger, consigliere del neo-rieletto Richard Nixon, forse il presidente più detestato del dopoguerra.

Woody Allen realizzò il cortometraggio nel 1971, tra Il dittatore dello Stato libero di Bananas e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere. Terminate le riprese quando si rese conto che il committente, la PBS, non intendeva mandarlo in onda, Woody Allen lo offrì a WNET, una piccola emittente newyorchese. In seguito a questa sua iniziativa la PBS parve tornare sui suoi passi e nel febbraio del 1972 mise il cortometraggio in palinsesto. Tuttavia il 1972 era anno di elezioni e dalle urne uscì vittorioso per la seconda volta Richard Nixon. La PBS, che essendo una emittente pubblica dipendeva dalle licenze e dalle autorizzazioni rilasciate dal governo e riceva notevoli sovvenzioni dallo Stato, giudicò avventato e inopportuno per i suoi interessi mandare in onda un prodotto che prendeva per i fondelli il presidente e tutti i suoi collaboratori e sodali, in primo luogo il potentissimo Kissinger.

Allen ci rimase male. Nel film appaiono anche Diane Keaton (per la prima volta accanto a Woody) e Louise Lasser nel solito ruolo di amanti o ex amanti dei potenti di Washington. L’umorismo è quello irresistibile del primo Allen e ancora oggi conserva tutta la sua freschezza pur essendo morti da un pezzo e finiti tra le fiamme dell’inferno la maggior parte dei personaggi sbeffeggiati. Questa volta vale proprio la pena avventurarsi nei meandri della rete per godersi questa chicca. 

Dal Fatto Quotidiano del 20 luglio 2014

 

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