Non c’è più tempo per aspettare, è il momento di dare certezze alle coppie che lottano per avere un figlio. E’ stata la Toscana a rompere gli indugi, prima in Italia a prendere un’iniziativa del genere: la giunta regionale ha approvato una delibera che regolamenta la fecondazione eterologa, a cui ha dato il via libera di fatto una recente sentenza della Corte Costituzionale. Le norme entreranno in vigore nel territorio toscano con la pubblicazione dell’atto nel bollettino ufficiale e intervengono esplicitamente, come spiega l’assessorato alla Sanità, “al fine di garantire che le donazioni avvengano attraverso protocolli medico-sanitari rigorosi e si assicuri piena ed effettiva gratuità delle donazioni” per “scongiurare così rischi di commercializzazione”.
Le direttive prevedono l’adozione di iniziative necessarie per rispettare tracciabilità, anonimato e privacy. “La Toscana – ha commentato l’assessore regionale Luigi Marroni – ha deciso di intervenire dettando direttive certe destinate ai centri privati, privati accreditati e pubblici, in attesa delle determinazioni del governo e per evitare un far west in una materia così delicata”, ribadendo che “un’omogeneità a livello nazionale è assolutamente auspicabile” e che da parte della Toscana “non si tratta assolutamente di una fuga in avanti”.
Il tavolo tecnico convocato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin per fare chiarezza sulla fecondazione eterologa aveva confermato proprio oggi che, al di là dei provvedimenti normativi che saranno adottati, “non sussistono particolari impedimenti all’attivazione delle procedure di donazione di gameti”. Ecco perché il governo è al lavoro per mettere i paletti a quella che rischia di diventare una vera e propria giungla, una corsa senza regole.
Martedì 29 luglio alle 14.30 in commissione Affari sociali della Camera è prevista un’audizione dello stesso ministro per parlare del tema, partendo dalle linee guida (anche se non vincolanti) suggerite dal tavolo tecnico formato da esperti. Il suggerimento frutto del loro lavoro, basato sulle ricerche già effettuate in altri Paesi, è che da ogni donatore possano nascere al massimo 25 bambini, destinati ad un massimo di 10 famiglie. Un elemento che comunque apre alla possibilità di avere più figli nati dallo stesso donatore biologico.
Inoltre viene sancito l’assoluto diritto all’anonimato per i donatori, che dovranno poter ottenere anche dei rimborsi. Il tavolo, quindi, ha sollecitato l’apertura di “uno specifico capitolo di spesa per la realizzazione delle bio-banche pubbliche all’interno di strutture del Sistema sanitario nazionale” finalizzate alla fecondazione eterologa. Gli esperti chiedono anche una “adeguata registrazione dei dati”: l’incrocio con quelli dei potenziali riceventi scongiureranno il rischio di utilizzo di cellule sessuali di un consanguineo. Intanto, a Milano, sono già 50 le coppie che si sono rivolte allo sportello sulla fecondazione eterologa inaugurato a maggio dal Comune di Milano. Da settembre ci si potrà rivolgere ai consulenti anche via Skype.
Diritti
Fecondazione eterologa, la Toscana approva delibera per regolamentarla
Le direttive regionali prevedono l'adozione di iniziative necessarie per rispettare tracciabilità, anonimato e privacy. L'obiettivo è quello di "garantire che le donazioni avvengano attraverso protocolli medico-sanitari rigorosi" e che siano gratuite, per "scongiurare così rischi di commercializzazione"
Non c’è più tempo per aspettare, è il momento di dare certezze alle coppie che lottano per avere un figlio. E’ stata la Toscana a rompere gli indugi, prima in Italia a prendere un’iniziativa del genere: la giunta regionale ha approvato una delibera che regolamenta la fecondazione eterologa, a cui ha dato il via libera di fatto una recente sentenza della Corte Costituzionale. Le norme entreranno in vigore nel territorio toscano con la pubblicazione dell’atto nel bollettino ufficiale e intervengono esplicitamente, come spiega l’assessorato alla Sanità, “al fine di garantire che le donazioni avvengano attraverso protocolli medico-sanitari rigorosi e si assicuri piena ed effettiva gratuità delle donazioni” per “scongiurare così rischi di commercializzazione”.
Le direttive prevedono l’adozione di iniziative necessarie per rispettare tracciabilità, anonimato e privacy. “La Toscana – ha commentato l’assessore regionale Luigi Marroni – ha deciso di intervenire dettando direttive certe destinate ai centri privati, privati accreditati e pubblici, in attesa delle determinazioni del governo e per evitare un far west in una materia così delicata”, ribadendo che “un’omogeneità a livello nazionale è assolutamente auspicabile” e che da parte della Toscana “non si tratta assolutamente di una fuga in avanti”.
Il tavolo tecnico convocato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin per fare chiarezza sulla fecondazione eterologa aveva confermato proprio oggi che, al di là dei provvedimenti normativi che saranno adottati, “non sussistono particolari impedimenti all’attivazione delle procedure di donazione di gameti”. Ecco perché il governo è al lavoro per mettere i paletti a quella che rischia di diventare una vera e propria giungla, una corsa senza regole.
Martedì 29 luglio alle 14.30 in commissione Affari sociali della Camera è prevista un’audizione dello stesso ministro per parlare del tema, partendo dalle linee guida (anche se non vincolanti) suggerite dal tavolo tecnico formato da esperti. Il suggerimento frutto del loro lavoro, basato sulle ricerche già effettuate in altri Paesi, è che da ogni donatore possano nascere al massimo 25 bambini, destinati ad un massimo di 10 famiglie. Un elemento che comunque apre alla possibilità di avere più figli nati dallo stesso donatore biologico.
Inoltre viene sancito l’assoluto diritto all’anonimato per i donatori, che dovranno poter ottenere anche dei rimborsi. Il tavolo, quindi, ha sollecitato l’apertura di “uno specifico capitolo di spesa per la realizzazione delle bio-banche pubbliche all’interno di strutture del Sistema sanitario nazionale” finalizzate alla fecondazione eterologa. Gli esperti chiedono anche una “adeguata registrazione dei dati”: l’incrocio con quelli dei potenziali riceventi scongiureranno il rischio di utilizzo di cellule sessuali di un consanguineo. Intanto, a Milano, sono già 50 le coppie che si sono rivolte allo sportello sulla fecondazione eterologa inaugurato a maggio dal Comune di Milano. Da settembre ci si potrà rivolgere ai consulenti anche via Skype.
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Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Da due o tre giorni avevamo capito che eravamo quasi arrivati alla conclusione di questa vicenda". Lo ha detto Antonio Tajani a Porta a Porta sulla liberazione di Cecilia Sala.
"Stamattina l'ambasciarice è andata al carcere per la visita consolare e le hanno detto la visita è annullata per una buona notizia, l'ambasciarice ha capito e mi ha telefonato", ha raccontato il ministro degli Esteri spiegando tra l'altro: "Anche la famiglia è stata eccezionale, la mamma e il papà ci hanno dato una mano".
"La Santa Sede non ha dato una mano in maniera operativa ma c'è sempre stato sostegno. Ma non c'è stato un intervento del Vaticano", ha spiegato Tajani.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Fermo restando che la mia posizione di condanna è assoluta per alcuni gesti apologetici, avendo conosciuto quei ragazzi, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, i primi due uccisi da terroristi ai quali non si è mai dato un nome, esprimo il rammarico per il fatto che la Procura della Repubblica di Roma in 45 anni non abbia mai aperto una seria inchiesta sulla strage di Acca Larenzia". Il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, intervenendo nell’aula del Senato.
"Noi chiediamo la verità su tante vicende italiane. Nei giorni scorsi, si è saputa una possibile verità sull’omicidio di stampo mafioso di Piersanti Mattarella a Palermo. Ma sulla strage di Acca Larenzia le tracce ci sono, perché la mitraglietta Skorpion che uccise Bigonzetti e Ciavatta poi è stata utilizzata anche successivamente dalle Brigate Rosse -ha detto ancora Gasparri-. Quelli che ieri, sbagliando, hanno fatto i saluti romani non inneggiavano alle Brigate Rosse ma ricordavano, con una ritualità che io non condivido, dei militanti di un partito politico, non di terroristi".
"Mentre le Brigate Rosse sono quelle che hanno usato la mitraglietta Skorpion per uccidere Bigonzetti e Ciavatta, poi Lando Conti, ex sindaco di Firenze, e il professor Ruffilli che era un professore impegnato nella Democrazia Cristiana. Quindi quell'arma e chi l’ha usata è transitato nelle Brigate Rosse", ha proseguito l'esponente di FI.
(Adnkronos) - "Basterebbe un’inchiesta per capire quali gruppi della periferia di Roma sud e dell’estrema sinistra hanno fatto questo transito. C’è un libro di un giornalista che si chiama Nicola Rao che ha descritto queste vicende ed è una vergogna che la Procura della Repubblica di Roma non abbia mai fatto un'inchiesta seria. Io l'ho detto pubblicamente a Lo Voi e lo dico a tutti i Procuratori del passato. La magistratura evidentemente non ha voluto la verità su quella vicenda. Protesto, quindi, per le verità mancate di una pagina di storia italiana tragica", ha concluso Gasparri.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Ho voluto partecipare in collegamento all'evento 'Comunità democratica' perché il partito cattolico è anacronistico, c'è bisogno di cominciare a discutere largamente di politica, di programmi, a far partecipare le persone e soprattutto di far diminuire l'astensione". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"C'è bisogno di cominciare a discutere, sono due anni che non si fa nel Paese. Queste iniziative sono benedette, penso che Schlein lo sappia", ha aggiunto Prodi proseguendo: "Deciderà Ruffini se entrare in politica o no. E' un uomo di qualità e dipenderà dalla rete che riuscirà a costruire. E' stato talmente bravo a combattere l'evasione fiscale che il Paese gli dovrebbe essere grato".
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Trump non vuole l'Europa coesa. Tratta Paese per Paese ed esercita su ciascuno una pressione particolare. Il problema è che Meloni non può essere portavoce o simbolo dell'Europa unita, Trump non lo permetterà mai". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"Trump e Musk ne dicono di tutti i colori e attaccano dall'interno i Paesi intervenendo; è il solito quadro: Trump imprevedibile. Prevedo un grande cambiamento. E' finita la globalizzazione economica e Trump tenta quella politica: l'intervento negli affari interni di tutti i Paesi", ha aggiunto.
"La cosa strana è che mentre oggi c'è stata una reazione dell'Onu sulle sue dichiarazioni, non ne ho viste da parte dell'Unione europea. Il problema è che un'UE divisa come oggi non riesce a formare una volontà politica comune; la presidente della Commissione deve mediare e non vuole rompere l'equilibrio. Non dice niente delle interferenze di Trump in Germania, in Gran Bretagna, in Italia. Il sovranismo si ferma all'obbedienza", ha detto ancora Prodi.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Su Starlink, l'accordo col governo gli darebbe in mano tutti i dati che riguardano il nostro Paese. E' il momento che il governo decida se dare in mano ad altri la propria vita". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"Il vantaggio di Musk è che ha a disposizione una tecnologia pronta e potente. Non so se il governo firmerà, ma queste cose vanno fatte con una prudenza enorme e garanzie che non credo il nostro esecutivo sia in grado di ottenere. Così come sembrano essere le cose, io non firmerei. E l'idea che il rappresentante di uno Stato come è Musk si impadronisca di una realtà fondamentale di un altro Paese è un rischio enorme per la democrazia", ha aggiunto Prodi.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Su Belloni, posso dire che è proprio brava, una servitrice dello Stato leale nei confronti del Paese e con capacità personali. Non ho la minima idea se verrà eventualmente coinvolta nelle istituzioni europee. Lei ha detto di no, ma queste cose devono maturare nel tempo. Ha le energie e le capacità, vedremo". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
Roma, 8 gen (Adnkronos) - "Esprimo la mia felicità vera per il ritorno di Sala, la stessa che ho provato quando liberammo il giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo in condizioni analoghe". Lo ha detto Romano Prodi a Otto e mezzo, su La7.
"Queste contrattazioni sono sempre molto complesse. Certamente c'è stato da Trump una specie di permesso o di tacito consenso. A differenza della mia esperienza, noi gioimmo tutti insieme, col ministro degli Esteri, il governo e anche i servizi. C'era anche la dottoressa Belloni, che aveva organizzato la liberazione; oggi è sembrato un evento molto solitario, solo della Meloni", ha aggiunto Prodi.