Si cambierà l’Italicum al Senato. Mentre Palazzo Madama torna una trincea per il secondo giorno e i parlamentari sfiorano la rissa nella discussione sul ddl Boschi, il presidente del Consiglio parla della legge elettorale. Un cambio di passo ufficiale, con Forza Italia che non resta a guardare. Secondo alcune fonti vicine a Silvio Berlusconi sarebbe aperta la trattativa sulle soglie di sbarramento, ma non sulle preferenze. E’ lo strappo tra Sel e Pd a riportare in partita l’ex Cavaliere e i suoi. Intanto Matteo Renzi nella sua newsletter non lascia spazio a dubbi: “L’Italicum sarà modificato e diventerà legge”. Il messaggio è per i partiti di minoranza, per chi continua nell’ostruzionismo a oltranza e che potrebbe essere interessato ad avere un peso maggiore nel prossimo sistema di voto. Intanto la giunta del regolamento, dopo le polemiche delle ultime ore, ha definito legittimo l’intervento del presidente Piero Grasso che ha deciso di utilizzare la tecnica del canguro per far saltare 1400 emendamenti simili a un emendamento già bocciato.
L’intera giornata di ieri è stata segnata da accuse incrociate, contestazioni, urla, cori e insulti. Restano più o meno 6mila e i lavori di Palazzo Madama si annunciano di nuovo complicati. Il compito più difficile è quello del presidente Piero Grasso. Si va avanti con un continuo braccio di ferro tra maggioranza e Fi da un lato e M5S, Lega e Sel dall’altro. Il risultato è che per oggi non si è svolta ancora nessuna votazione. E la seduta mattutina è stata sospesa per una riunione durata oltre tre ore della giunta del regolamento, chiamata a giudicare la legittimità della decisione di Grasso (contestatissimo da M5s e Lega) di applicare la tecnica del “canguro”, che ha cancellato, considerandoli superati, ben 1400 emendamenti, tra le proteste dell’opposizione. La giunta di Palazzo Madama ha dato ragione a Grasso: il “canguro” si può applicare, anche per le riforme costituzionali. Ma la decisione, criticata anche dai “dissidenti” del Pd, fa insorgere M5s, Sel e Lega, che in giunta hanno votato no, nel tentativo, fallito, di “azzoppare il canguro”.
La tensione resta alta anche alla luce di quanto avvenuto la notte scorsa a fine seduta si è sfiorata la rissa sfiorata tra senatori del Pd e del M5s, nei corridoi e nelle sale di Palazzo Madama. I contendenti sono stati però separati da altri colleghi e dai commessi. Già durante la seduta c’erano state forti tensioni per gli interventi dei senatori del M5s contro gli esponenti del Pd, tanto che il capogruppo democratico Luigi Zanda aveva protestato con Grasso: “questa seduta è servita solo per farci insultare”. All’uscita è stato preso di mira dai senatori grillini soprattutto il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti, già oggetto di attacchi verbali in Aula. In sua difesa sono intervenuti alcuni senatori del Pd e ne è nato uno scontro verbale, che si è protratto nella sala Mazzini e nella sala Garibaldi, antistanti all’uscita dell’Aula. I toni di entrambe le parti sono via via cresciuti e quando i senatori dei due schieramenti sono arrivati ad avvicinarsi fisicamente, percorrendo il corridoio dei busti, si è sfiorata la rissa, evitata grazie all’intervento di altri parlamentari dei due stessi partiti e di alcuni commessi che si sono frapposti.
CRONACA ORA PER ORA
21.58 – In aula il canguro di peluche
Ricompare il canguro di peluche sul banco del senatore di M5s Maurizio Buccarella, ed è motivo per lui per chiedere al presidente del Senato Grasso provvedimenti contro i pianisti.Quando Buccarella ha rimesso sul proprio scranno il canguro di peluche, Grasso ha invitato a toglierlo, cercando di sdrammatizzare: “toglietelo, se no va a finire che anziché il tapiro diamo il canguro. Volete che dia la parola anche al canguro?”. “Il peluche – ha replicato Buccarella – è meno offensivo di altre cose che accadono in questa aula. Le chiedo che prenda precise sanzioni contro i pianisti”.
21.18 – Riprende la seduta, polemica sui pianisti
Il Senato ha ripreso l’esame e il voto degli emendamenti al ddl sulle riforme. La seduta proseguirà fino alle 24. Ad inizio seduta i senatori di M5s hanno denunciato il fenomeno dei pianisti tra i banchi della maggioranza. In particolare hanno individuato due banchi in cui la tessera per votare era inserita nell’apposita fessura e bloccata da una pallina di carta. Grasso ha fatto ritirare le tessere preannunciando sanzioni da parte dell’ufficio di Presidenza.
19.18 – Finocchiaro: “Legge elettorale in Commissione subito dopo l’estate”
“Proporrò all’Ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali di calendarizzare, immediatamente alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, il disegno di legge di riforma della legge elettorale”. Lo dice la senatrice Pd Anna Finocchiaro.
19.14 – Renzi: “Loro hanno finito il tempo, noi non la pazienza”
“#Mentreloro hanno finito il tempo, noi non abbiamo finito la pazienza. Grazie ai senatori che stanno sostenendo questa riforma #lavoltabuona”. Così Matteo Renzi su twitter sulla riforma del Senato.
18.30 – Bocciato emendamento Minzolini (Fi) su Senato eletto
L’Aula di Palazzo Madama ha bocciato un emendamento di Augusto Minzolini alle riforme che ripropone il bicameralismo perfetto e l’elezione del Senato a suffragio universale, così come avviene oggi. I sì sono stati 117, i no 171 e 8 gli astenuti. “Hanno votato”, dice Minzolini, “per la mia proposta di modifica i dissidenti di Fi, del Pd ma pure di Ncd. I voti di scarto sono stati nemmeno 60. Non hanno i due terzi perciò chiederemo il referendum senza che venga modificato l’articolo 138 della Costituzione”.
17.51 – Mineo vota in dissenso dal Pd: “Senato non elettivo non è nella storia di Pci e Dc”
“Voterò l’emendamento Minzolini sul Senato elettivo in dissenso dal mio gruppo”. Lo ha comunicato in aula al Senato, il senatore della minoranza Pd Corradino Mineo. E rispondendo alla senatrice Pd, Doris Lo Moro ha aggiunto: “Voglio dire con affetto alla collega Lo Moro che il Senato non elettivo non è nella storia del Partito democratico, né del partito Comunista né della Democrazia cristiana”.
17.44 – M5s: “Il Pd contro l’abolizione del Senato. Chi è attaccato alla poltrona?”
“@matteorenzi com’era la storia dell’attaccamento alle poltrone? E quella dei tagli alla politica? #opensenato”. E’ il tweet del M5S Senato che allega la foto di un manifesto in cui si legge: ‘Bocciato grazie ai voti della maggioranza l’emendamento che prevedeva la totale abolizione del Senato. Renzi, chi è attaccato alla poltrona?’.
17.38 – Lo Moro (Pd): “Renzi ci rappresenta tutti, non abbiamo padroni”
“I senatori del Pd non hanno padroni, e Renzi ci rappresenta tutti. Io sono per il dialogo e contro la delegittimazione del dissenso, ma pretendo il rispetto per chi è favorevole a questa riforma”. Lo ha detto la senatrice del Pd Doris Lo Moro, intervenendo in aula annunciando il no del suo gruppo contro un emendamento di Augusto Minzolini che propone il Senato eletto a suffragio universale, come avviene oggi. Quello di Lo Moro è stato il primo intervento nel merito del Pd da parte del gruppo del Pd, ed è stato sottolineato dagli applausi dei senatori democratici. Lo Moro ha sottolineato che “il superamento del bicameralismo perfetto era nel programma elettorale del Pd. Noi – ha aggiunto – siamo coerenti rispetto a come ci siamo presentati davanti agli elettori”.
17.40 – Lega Nord: “Centrodestra asservito al renzismo”
“La Lega Nord ha votato per l’abolizione del Senato. La maggioranza dei poltronari, Forza Italia compresa, tutti amici di Renzi hanno invece bocciato l’emendamento. Centrodestra non pervenuto: Fi e Ncd completamente asserviti al renzismo. Vergogna. Si sono forse venduti per una promessa di un seggio in Parlamento? Lo vedremo a breve, nero su bianco scritto nell’Italicum”. Lo dichiara Gianmarco Centinaio, presidente dei senatori della Lega.
17.20 – Si vota emendamento di Minzolini su Senato elettivo
In aula al Senato sono in corso le dichiarazioni di voto sull’emendamento al ddl Riforme che ripristina l’elezione diretta del futuro Senato. La proposta di modifica è a firma del senatore di Forza Italia, Augusto Minzolini, critico sulle riforme costituzionali e la scelta del governo di prevedere per il futuro organo un’elezione di secondo grado.
17.16 – Il Senato boccia la propria abolizione
Il Senato ha bocciato, con 182 contrari, 92 favorevoli e 7 astenuti, un emendamento che prevedeva l’abolizione del Senato. Antonio Azzollini (Ncd) l’aveva inizialmente proposto, ma in aula ha dichiarato di ritirarlo, ma a quel punto Lega e Sel l’hanno fatto proprio e M5S ha dichiarato voto a favore.
17.08 – Scilipoti grida in Aula: “Siete una banda di cialtroni”
“Siete una banda di cialtroni. Non esistono maggioranza e minoranze nella riforma della Costituzione”. A dirlo, urlando in aula al Senato, riferendosi alla maggioranza e al governo, il senatore Forza Italia Domenico Scillipoti, durante le dichiarazioni di voto dell’emendamento sull’abolizione del Senato presentato in un primo momento dal senatore Ncd, Antonio Azzollini, poi fatto proprio dalla Lega Nord. Il capogruppo di Fi Paolo Romani dopo pochi minuti ha chiesto scusa per le parole di Scilipoti.
16.48 – Grasso: “Prego i commessi di rimuovere il canguro dal banco del senatore”
“Non vorrei che diventasse senatore il canguro che il senatore Buccarella ha sul banco. I pupazzi non sono ammessi in aula”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, ricorrendo ad un pò di ironia, chiedendo agli assistenti di intervenire per togliere il pupazzetto esposto dall’esponente grillino, ex capogruppo. Grasso in precedenza aveva rettificato il numero di un emendamento in votazione, chiedendo all’aula di riferirsi all’emendamento precedente e ricorrendo all’immagine della “moviola”. Subito dopo, Antonio Azzollini, prendendo la parola, ha detto che allora, dopo il “canguro”, se si fanno passi indietro, sarebbe il caso di inserire anche l’immagine del “gambero”.
16.15 – Un altro “piccolo canguro”: saltati 38 emendamenti
E’ iniziato in Senato l’esame e il voto degli emendamenti al ddl sulle riforme, dopo oltre un’ora di dibattito sulle decisioni della Giunta per il Regolamento sulla regola del “canguro”. E la medesima regola verrà subito applicata sull’emendamento di Sel in discussione, che se bocciato farà saltare 38 emendamenti. Niente a che vedere con i 1400 saltati ieri. “Questo è un cangurino”, ha detto infatti il presidente del Senato, Pietro Grasso.
15.44 – L’ostruzionismo in Aula riprende subito
E’ immediatamente ripreso l’ostruzionismo in Senato sulle riforme. E’ subito intervenuto Tito Di Maggio (Pi) che ha chiesto a Grasso i precedenti di applicazione della regola. Ha quindi preso la parola Felice Casson (Pd) che ha contestato il responso della Giunta per il regolamento. “Prendo atto della decisione della Giunta – ha affermato – Si tratta di ragionare di certezza del diritto: questa decisione vuol dire che la Presidenza può fare quel che vuole”. Analogo il ragionamento di Sergio Divina (Lega), che ha messo in dubbio la decisione della Giunta. Il capogruppo di M5s Vito Petrocelli, pur dichiarandosi “non esperto” di tali questioni, ha parlato di un “parere assurdo” del parere della Giunta, che contiene “un vizio”.
15.29 – Grasso: “Ci sarà buon senso nel ricorso al canguro”
Il ricorso alla regola del ‘canguro’ nell’esame degli emendamenti sarà sempre all’insegna del “buon senso” e finalizzato ad evitare soltanto “gli emendamenti seriali” che differiscono solo in minima parte gli uni dagli altri. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso in aula, dopo la comunicazione sulla decisione della Giunta del Regolamento. Grasso ha citato la necessità di ricorrere “da parte di tutti alla collaborazione e al buon senso anche per evitare un’immagine poco commendevole del Senato all’esterno.
15.26 – Riprendono i lavori dell’Aula dopo 4 ore di stop
Riprendono dopo oltre quattro ore di stop i lavori dell’aula di Palazzo Madama sul disegno di legge che riforma il Senato e il Titolo V della Costituzione. L’assemblea era stata sospesa per permettere alla Giunta per il Regolamento di esprimersi sulla regola del ‘canguro’, utilizzata ieri dal presidente del Senato Pietro Grasso per sfoltire gli emendamenti.
15.00 – De Petris (Sel): “A maggioranza cambiano anche regolamento”
“A colpi di maggioranza hanno cambiato anche il regolamento del Senato”. Lo dice la capogruppo di Sel Loredana De Petris, al termine della giunta di Palazzo Madama che ha votato per la legittimità della regola del ‘cangurò per sfoltire le votazioni degli emendamenti.
14.33 – Sel: “Zanda provocherà un incidente sul voto segreto”
“Zanda ha preannunciato un incidente in Aula sul voto segreto. Vedrete che dovrà essere riconvocata la giunta per il regolamento”. Lo dice la capogruppo di Sel Loredana De Petris parlando con i cronisti al Senato. De Petris denuncia un tentativo del Pd di evitare il voto segreto sull’emendamento della Lega per tagliare i deputati. E racconta: “Zanda ha tentato di reintrodurre già stamane nella giunta la questione della legittimità del voto segreto, ma la questione era già stata affrontata in una riunione precedente”.
14.30 – Tesauro: “Troppa velocità riforme non sempre un bene”
“Ci sono riforme che hanno bisogno di sedimentazione: andare troppo veloci, per alcune cose va bene, per altre è meglio una maggiore riflessione, purché non sia strumentale per impedire il cammino verso un migliore assetto del sistema”. Così il neo presidente della Consulta, Giuseppe Tesauro, sulle riforme costituzionali.
14.15 – Grillo: “Parlamentari M5S non si dimetteranno”
I parlamentari del M5S “non si dimetteranno”. Lo precisa Beppe Grillo sul suo blog rispondendo alle polemiche sull’ipotesi di Aventino contro il ddl di riforme costituzionali.
14.00 – Giunta per il regolamento: “Ricorso al canguro è legittimo”
La giunta per il Regolamento è stata convocata stamattina dal presidente Pietro Grasso, dopo la richiesta di chiarimento sulla legittimità del ‘cangurò arrivata dai senatori Massimo Mucchetti e Paolo Corsini (Pd), e dal senatore Augusto Minzolini (Forza Italia). Il ‘canguro’, utilizzato ieri durante il voto di un emendamento Sel al ddl Riforme sull’elezione del futuro Senato, è una tecnica usata per lo sfoltimento degli emendamenti, che considera superate le proposte di modifica analoghe a quelle già votate e consente così di ‘saltarè a quelle successive. Grasso – ha riferito Russo – ha poi espresso l’auspicio che adesso i lavori riprendano con più serenità”. In assenza di un riferimento contenuto nel regolamento del Senato, durante la riunione è stato chiesto di valutare la legittimita del ‘cangurò facendo riferimento alla prassi basata su un precedente del 1996 quanto il Senato era presietuto da Nicola Mancino.
13.27 – Renzi: “Le riforme non sfamano? Condivido fino a un certo punto”
“Prevengo la critica di alcune email: Non si mangia con le riforme. Frase che condivido, anche se solo fino a un certo punto. Perché le riforme strutturali sono la principale richiesta di tutti gli operatori economici mondiali”. Lo dice Matteo Renzi nella sua e-news. “Fatte le riforme, l’Italia sarà molto più appetibile. Ma accetto la critica”, aggiunge il premier.
13.21 – Renzi: “Le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario”
Le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario. Ma l’unica strada per far uscire l’Italia dalla conservazione, dalla palude, dalla stagnazione che prima di essere economica rischia di essere concettuale. Io non lo lascio il futuro ai rassegnati. Questa è la volta buona, costi quel che costi”. Così Renzi nell’e-news.
13.18 – Renzi: “Approveremo le riforme nonostante urla e insulti”
“In queste ore i senatori che sostengono la riforma e che stanno subendo l’ostruzionismo di una piccola parte dei loro colleghi stanno dimostrando il senso delle istituzioni più straordinario che si possa chiedere. Approveremo la riforma in prima lettura, nonostante le urla e gli insulti di queste ore”. Così Renzi nell’e-news.
13.16 – Legge elettorale, Renzi: “Sarà modificata al Senato”
“Modello legge elettorale dei sindaci: un vincitore – eventualmente con ballottaggio – che ha i numeri per governare. Se non governa è colpa sua, non ha alibi. L’Italicum va in questa direzione. È stato già approvato alla Camera. Sarà modificato dal Senato e diventerà legge definitivamente”. Così Matteo Renzi nell’e-news.
13.04 – Lega riscrive emendamento su taglio deputati per evitare voto palese
Ottenere il voto segreto sul taglio del numero dei deputati. E’ l’obiettivo del senatore della Lega Stefano Candiani, che questa mattina ha riformulato il suo emendamento che riduce a 500 i deputati, con un nuovo testo “blindato”. Candiani ha infatti riscritto la norma in modo che, assicura, non si possa separare la parte del testo che parla di minoranze linguistiche (e si deve perciò votare a scrutinio segreto) da quella che taglia i deputati. L’emendamento dovrebbe andare in votazione nel pomeriggio. “Stanno cercando in tutti i modi di evitare il voto segreto sul taglio dei deputati – spiega il senatore leghista – e invece per come abbiamo riscritto il testo la norma, che si occupa anche delle minoranze linguistiche, non può essere ‘spacchettata’ e deve essere votata a scrutinio segreto. Ma – aggiunge – vedendo come sono andate già ieri le cose, dobbiamo aspettarci un colpo di mano”. “Il voto segreto garantisce l’insindacabilità del parlamentare nell’espressione della propria funzione – afferma Candiani – volerlo negare è un attentato alla libertà dei cittadini”.
13.03 – Buccarella (M5s): “Stiamo cercando di azzoppare il canguro”
“Stiamo cercando di azzoppare il ‘canguro’: il meccanismo anti-democratico che cancella diversi emendamenti e che per prassi non è mai stato utilizzato per le leggi che cambiano la Costituzione”. Lo afferma il senatore del M5S Maurizio Buccarella, membro della Giunta per il regolamento.
12.54 – Giovanardi (Ncd): “La colpa di questo clima è anche di Renzi”
“La responsabilità di questo clima è anche del presidente del Consiglio Matteo Renzi, le cui dichiarazioni riportate con grande evidenza da tutta la stampa descrivono il dibattito parlamentare come una battaglia per mantenere la poltrona”. Così il senatore del Ncd Carlo Giovanardi.
12.48 – Prosegue la giunta per il regolamento: va avanti da oltre 2 ore
Prosegue da più di due ore la riunione della giunta per il Regolamento del Senato, convocata stamattina dal presidente Pietro Grasso per discutere della legittimità della cosiddetta ‘legge del cangurò utilizzata durante l’esame in aula degli emendamenti al ddl Riforme. Dopo il voto di ieri su un emendamento Sel, che prevedeva l’elezione diretta del Senato, è scattato il ‘cangurò che ha fatto decadere 1.400 emendamenti. In pratica tutti gli emendamenti di contenuto analogo vengono raggruppati e una volta approvato o bocciato il primo decadono tutti gli altri.
12.13 – Migliore (ex Sel): “Non condividiamo battaglia ostruzionistica”
Al Senato è in corso “una battaglia ostruzionistica che non condividiamo. Ci sono punti su cui sarebbe possibile trovare una intesa”. Gennaro Migliore di Led, in una conferenza stampa alla Camera, prende così le distanze della battaglia che Sel sta conducendo al Senato.
12.02 – La giunta per il regolamento si protrae, seduta in Aula dalle 15
La riunione della Giunta del Regolamento del Senato si protrae e l’aula del Senato, chiamata a votare gli emendamenti al ddl riforme, è stata aggiornata alle 15. L’annuncio è stato fatto dalla vice presidente del Senato Linda Lanzillotta.
11.47 – Vendola: “La rottura del Pd porterà a conseguenze”
“Porterà delle conseguenze la rottura che il Partito Democratico, in maniera unilaterale, ha praticato attraverso la voce del sottosegretario Lotti”. Lo ha detto il leader di Sel, Nichi Vendola, parlando a Bari con i giornalisti. “Vogliamo capire esattamente – ha aggiunto – se il Pd ha scelto un’alleanza strategica e di lungo periodo con la destra”. “Questo naturalmente – ha concluso – cambierebbe tutto. Noi la subiremmo ma ne trarremmo anche le conseguenze”.
11.15 – Civati a ilfattoquotidiano.it: “Renzi? Cerca solo consenso”
10.37 – Corsini (Pd): “Serve un compromesso sul Senato elettivo”
“La questione centrale è l’elettività del Senato. A questo punto il governo, al quale intendo continuare a dare il mio sostegno, potrebbe assumersi la responsabilità di una proposta che porti, con un colpo d’ala, a un onorevole compromesso. Sono fiducioso che il governo avrà il coraggio di questa scelta”. Lo dice il senatore del Pd Paolo Corsini, che è tra i sostenitori del Senato elettivo (quindi in minoranza nel Pd), prendendo la parola in Aula al Senato.
10.17 – Grasso convoca la giunta per il regolamento sul “canguro”
“Convoco alle 10.30 la giunta per il regolamento” del Senato, “così come chiesto da più parti ieri, per affrontare i problemi avanzati anche questa mattina”. Lo annuncia il presidente Pietro Grasso, dopo alcuni interventi in Aula di senatori di maggioranza e opposizione per chiedere spiegazioni sul cosiddetto “canguro”. Il ‘cangurò è una tecnica usata per lo sfoltimento degli emendamenti, che considera superate le proposte di modifica analoghe a quelle già votate e consente così di “saltare” a quelle successive. Ieri pomeriggio Grasso ha applicato questo meccanismo agli emendamenti all’articolo 1 del ddl costituzionale e la sua decisione ha fatto decadere 1400 proposte di modifica al testo. L’opposizione ha protestato e ha chiesto che sul tema si pronunciasse la giunta per il regolamento, convocata ora dal presidente del Senato.
10.11 – Mucchetti a Grasso: “Spieghi il canguro”
“Non ho condiviso gli attacchi di ieri alla sua persona e tuttavia, a un suo vecchio compagno di campagna elettorale sarà consentito di chiederle un chiarimento circa l’uso, l’origine, il come e il perché, si sia usato in quel modo il meccanismo del ‘canguro'”. Lo domanda il senatore Pd Massimo Mucchetti al presidente del Senato Pietro Grasso, nel prendere la parola all’inizio della seduta sulle riforme. “Lei sa essere il presidente di tutti e non del partito con cui è stato eletto – aggiunge – allora le chiedo di spiegare ancora una volta” l’uso di quella tecnica usata per l’esame degli emendamenti. “Non ho pregiudizi – afferma Mucchetti – si può anche innovare, ma una innovazione di tale portata merita un supplemento di spiegazioni perché forse in questo modo il clima potrà migliorare”.
10.01 – Riprendono i voti sugli emendamenti al ddl Riforme
E’ ripreso nell’Aula di Palazzo Madama l’esame degli emendamenti al ddl costituzionale di riforma del Senato e del titolo V.