Un passo avanti, due o tre indietro: si potrebbe riassumere così il tormentato stato delle cose sulla parità di genere nella rappresentanza in Italia.
A novembre del 2012 il consiglio regionale pugliese bocciò la proposta di legge d’iniziativa popolare, sostenuta da oltre 30 mila firme. L’obiettivo era modificare la legge elettorale regionale introducendo la doppia preferenza, cioè l’equa rappresentanza numerica, maschile e femminile, nelle liste elettorali e l’obbligo di esprimere sulla scheda due preferenze, una maschile e l’altra femminile. Un anno dopo invece, a maggio, in oltre 700 comuni si votò così, e in un video promosso dalla Rete per la parità e dal sito Rete delle reti si fece anche un po’ di umorismo per diffondere l’informazione, ma poco dopo alla Regione Sardegna si ripetè il copione pugliese.
E’ di ieri la notizia che il Consiglio Regionale della Liguria ha approvato un testo di legge elettorale nel quale le liste dovranno sì essere composte al 50% da entrambi i sessi ma senza doppia preferenza di genere, con la quale si è votato invece per le Europee. Prima del voto la Commissione regionale ha ascoltato la Rete di donne per la politica, nella quale sono presenti quasi tutti i gruppi di attiviste di Genova. Sembra che, oltre all’esito non fausto, l’incontro sia stato istruttivo (in negativo) perché ha evidenziato come un’istituzione intermedia, come la Regione, non lontana come può apparire il Parlamento nazionale o quello Europeo, mostri un volto decisamente non amico nelle relazioni con la cittadinanza, per non parlare dell’assenza di cultura di parità.
Laura Guidetti, che era all’incontro, ha scritto una memoria di quelle ore di audizione che vale la pena di condividere, perché è uno spaccato di un pezzo di ‘democrazia’ istituzionale in Italia.
Laura scrive: ”A cominciare dall’accoglienza le cose non sono andate bene: abbiamo dovuto dare i nominativi 24 ore prima, i dati personali sono stati trascritti all’ingresso senza dire se sarebbero stati conservati o distrutti a fine giornata (e la privacy?); l’audizione sembrava una interrogazione scolastica, non un gruppo di cittadine che interloquiva con rappresentanti eletti: ci viene spiegato che dopo l’illustrazione delle nostre ragioni i consiglieri possono fare domande ma noi no. Il presidente della commissione dà la parola ai consiglieri chiamandoli per nome e cognome, dando per scontato che noi li si conosca e si sappia a quale gruppo politico appartengano, nessuno si presenta. Al tavolo della commissione su venti persone solo tre donne: due impiegate dell’ente, una consigliera. L’impatto è notevole, si parla di riequilibrio di genere e basterebbe guardarsi attorno per averne una visione più chiara e diretta di qualunque discorso. Chiediamo tre cose: che nelle liste i nomi delle candidature siano alternati; che si possano esprimere due preferenze purché siano per candidati di sesso differente (cosiddetta doppia preferenza di genere); che le candidate abbiano pari accesso ai media durante la campagna elettorale. E’evidente da subito, negli interventi dei commissari, che il problema è di fondo: c’è chi pensa che le donne nei luoghi della rappresentanza e del potere siano un’anomalia per la democrazia, e creino instabilità e scompenso; c’è chi non si vergogna a dire che la seconda preferenza, sicuramente di genere femminile, è una “seconda scelta”, uno scarto, un voto di serie B e che questi voti porterebbero nei consigli elettivi persone (donne) non competenti, perché è evidente che la prima scelta è costituita da candidati maschi di fatto eccellenti; c’è chi si arrampica facendo ipotesi fantapolitiche secondo le quali si potrebbe candidare e far eleggere la propria moglie e pertanto arrivare a disporre di due voti in consiglio (perché la moglie, si sa, sarebbe una minus habens facilmente manovrabile); in questo mercato non manca chi ci chiede se la quota del 30% di donne nelle liste per noi sarebbe sufficiente”.
La memoria di Laura è ancora lunga, e chi vorrà potrà leggerla per intero su facebook: mi pare comunque istruttivo e rivelatore come, mentre si danno, quasi con fastidio, acquisiti e scontate diritti e parità, la strada è ancora lunga. Se l’umanità è fatta di uomini e donne, scrive Laura, è bene che siano rappresentati entrambi i generi in queste istituzioni (anche se non mi piacciono così come sono) per addestrare i nostri cervelli a vedere facce e corpi di donne in ogni luogo e occasione, perché diventi ‘normale’ notare quando ciò non accade”.
Monica Lanfranco
Giornalista femminista, formatrice sui temi della differenza di genere
Donne di Fatto - 31 Luglio 2014
Quote rosa: Chi ha paura dell’equa rappresentanza di genere nelle istituzioni?
A novembre del 2012 il consiglio regionale pugliese bocciò la proposta di legge d’iniziativa popolare, sostenuta da oltre 30 mila firme. L’obiettivo era modificare la legge elettorale regionale introducendo la doppia preferenza, cioè l’equa rappresentanza numerica, maschile e femminile, nelle liste elettorali e l’obbligo di esprimere sulla scheda due preferenze, una maschile e l’altra femminile. Un anno dopo invece, a maggio, in oltre 700 comuni si votò così, e in un video promosso dalla Rete per la parità e dal sito Rete delle reti si fece anche un po’ di umorismo per diffondere l’informazione, ma poco dopo alla Regione Sardegna si ripetè il copione pugliese.
E’ di ieri la notizia che il Consiglio Regionale della Liguria ha approvato un testo di legge elettorale nel quale le liste dovranno sì essere composte al 50% da entrambi i sessi ma senza doppia preferenza di genere, con la quale si è votato invece per le Europee. Prima del voto la Commissione regionale ha ascoltato la Rete di donne per la politica, nella quale sono presenti quasi tutti i gruppi di attiviste di Genova. Sembra che, oltre all’esito non fausto, l’incontro sia stato istruttivo (in negativo) perché ha evidenziato come un’istituzione intermedia, come la Regione, non lontana come può apparire il Parlamento nazionale o quello Europeo, mostri un volto decisamente non amico nelle relazioni con la cittadinanza, per non parlare dell’assenza di cultura di parità.
Laura Guidetti, che era all’incontro, ha scritto una memoria di quelle ore di audizione che vale la pena di condividere, perché è uno spaccato di un pezzo di ‘democrazia’ istituzionale in Italia.
Laura scrive: ”A cominciare dall’accoglienza le cose non sono andate bene: abbiamo dovuto dare i nominativi 24 ore prima, i dati personali sono stati trascritti all’ingresso senza dire se sarebbero stati conservati o distrutti a fine giornata (e la privacy?); l’audizione sembrava una interrogazione scolastica, non un gruppo di cittadine che interloquiva con rappresentanti eletti: ci viene spiegato che dopo l’illustrazione delle nostre ragioni i consiglieri possono fare domande ma noi no. Il presidente della commissione dà la parola ai consiglieri chiamandoli per nome e cognome, dando per scontato che noi li si conosca e si sappia a quale gruppo politico appartengano, nessuno si presenta. Al tavolo della commissione su venti persone solo tre donne: due impiegate dell’ente, una consigliera. L’impatto è notevole, si parla di riequilibrio di genere e basterebbe guardarsi attorno per averne una visione più chiara e diretta di qualunque discorso. Chiediamo tre cose: che nelle liste i nomi delle candidature siano alternati; che si possano esprimere due preferenze purché siano per candidati di sesso differente (cosiddetta doppia preferenza di genere); che le candidate abbiano pari accesso ai media durante la campagna elettorale. E’evidente da subito, negli interventi dei commissari, che il problema è di fondo: c’è chi pensa che le donne nei luoghi della rappresentanza e del potere siano un’anomalia per la democrazia, e creino instabilità e scompenso; c’è chi non si vergogna a dire che la seconda preferenza, sicuramente di genere femminile, è una “seconda scelta”, uno scarto, un voto di serie B e che questi voti porterebbero nei consigli elettivi persone (donne) non competenti, perché è evidente che la prima scelta è costituita da candidati maschi di fatto eccellenti; c’è chi si arrampica facendo ipotesi fantapolitiche secondo le quali si potrebbe candidare e far eleggere la propria moglie e pertanto arrivare a disporre di due voti in consiglio (perché la moglie, si sa, sarebbe una minus habens facilmente manovrabile); in questo mercato non manca chi ci chiede se la quota del 30% di donne nelle liste per noi sarebbe sufficiente”.
La memoria di Laura è ancora lunga, e chi vorrà potrà leggerla per intero su facebook: mi pare comunque istruttivo e rivelatore come, mentre si danno, quasi con fastidio, acquisiti e scontate diritti e parità, la strada è ancora lunga. Se l’umanità è fatta di uomini e donne, scrive Laura, è bene che siano rappresentati entrambi i generi in queste istituzioni (anche se non mi piacciono così come sono) per addestrare i nostri cervelli a vedere facce e corpi di donne in ogni luogo e occasione, perché diventi ‘normale’ notare quando ciò non accade”.
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(Adnkronos) - "La scomparsa di Fulco mi addolora profondamente. Con lui ho condiviso anni di passione e impegno per la tutela dell’ambiente: io come presidente del Wwf Italia dal 1992 al 1998 (e membro del Board internazionale con il principe Filippo), lui come figura guida e poi presidente onorario dell’associazione, dopo la breve parentesi politica che lo aveva tenuto lontano. Fulco è stato un punto di riferimento per tutti noi che ci siamo dedicati alla salvaguardia della natura. Le sue idee, la sua capacità di coinvolgere e di trasmettere amore per la biodiversità resteranno un esempio prezioso". Lo afferma Grazia Francescato, già presidente dei Verdi e del Wwf Italia, ricordando Fulco Pratesi.
"Insieme -ricorda- abbiamo sognato e lavorato per un mondo più giusto e sostenibile, dividendoci persino la stessa scrivania pur di coordinare al meglio le nostre iniziative. In questo momento di grande tristezza voglio ricordarlo come un uomo coerente e generoso, che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee e nell’importanza di agire in difesa del nostro pianeta. Ai suoi familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene va il mio sentito cordoglio. Fulco resterà sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Il suo insegnamento e la sua dedizione alla natura continueranno a ispirare il nostro lavoro e le prossime generazioni".
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Vicinanza e solidarietà da parte di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine che anche oggi sono state bersaglio di violenze ingiustificate da parte dei soliti professionisti della violenza ormai sempre più coccolati dalla sinistra locale, che questa volta hanno cercato di colpire la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università bolognese alla presenza del ministro Bernini e al rettore, a cui va la nostra vicinanza”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - Il Partito democratico parteciperà domani alle manifestazioni a sostegno dell’Ucraina e dell’Europa organizzate da Azione. Parteciperanno fra gli altri Cristina Tajani e Simona Malpezzi a Milano e Alberto Losacco, Francesca La Marca, Pier Ferdinando Casini, Filippo Sensi e Andrea Casu a Roma.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Nelle ultime ore il collega del M5S Colucci sembra essere pervaso da una particolare agitazione. Ieri ha rivolto attacchi sguaiati al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Fazzolari, 'reo' di aver giustamente ribadito l'importanza del lavoro che sta svolgendo la commissione d'inchiesta sul Covid; oggi se la prende con me, perché ho evidenziato come le fonti stampa continuino a gettare pesanti ombre sull’operato del Governo presieduto dal suo capo Conte e dell’allora commissario Arcuri. Rispediamo al mittente le risibili accuse di Colucci e continuiamo a lavorare per far luce a 360 gradi sulla disastrosa gestione politica della pandemia". Lo afferma il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Ciancitto, vicepresidente della commissione Covid.
"Lo dobbiamo -aggiunge- alle vittime, ai loro familiari, ai contribuenti italiani costretti a un maxi-risarcimento per lo scandalo mascherine e a chi ancora porta i segni fisici e psichici di quella triste stagione storica”.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - Dopo gli appuntamenti di domani a Londra (l'incontro alle 11 con il premier britannico, Keir Starmer, e poi il summit dei leader europei sull'Ucraina) il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, martedì 4, alle 10.30, parteciperà alla Scuola ufficiali dell’Arma dei carabinieri alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno accademico 2024/25. Nel pomeriggio, alle 15:30, a palazzo Chigi incontrerà il presidente della Lituania, Gitanas Nausėda.
Mercoledì 5 alle 11 incontro con l'Unione delle Camere penali e alle 15:30 con l'Associazione nazionale magistrati. Giovedì 6 infine alle 10 a Bruxelles il Consiglio europeo straordinario.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Se lo dovessi incontrare, chiederò all'ex amministratore delegato dell’Enel, l’ingegnere Francesco Starace, a nome di chi parla quando denigra il ricorso all'energia nucleare. C'è qualcuno alle sue spalle? Gli chiederò anche chi c'era alle sue spalle, ma lo sappiamo. Si trattava di Matteo Renzi, quando creò Open Fiber mettendo l’Enel nel campo delle telecomunicazioni al quale era estraneo. Una vicenda che è costata cifre colossali allo Stato e delle quali prima o poi bisogna chiedere la restituzione a Renzi ed a Starace". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri.
"Così -aggiunge- potremmo finanziare il nucleare in abbondanza. Starace dà cattivi consigli avendo dato nel passato pessimi esempi. Per quanto riguarda poi alcuni affari che hanno visto al centro Open Fiber siamo pronti a un confronto pubblico per spiegargli alcune stranezze che lui conosce benissimo con valutazioni e cifre sulle quali forse la magistratura avrebbe dovuto indagare”.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Come ex ministro e sottosegretario alla presidenza del Consiglio auspico che il Governo italiano partecipi con convinzione, senza se e senza ma, allo sforzo collettivo dell'Europa di solidarietà con l'Ucraina". Lo afferma Carlo Giovanardi (Popolo e libertà). "La comune appartenenza alla Nato con gli Stati Uniti -aggiunge- non ci sottrae infatti al dovere di criticare gli amici d'oltreoceano quando in mondovisione non rispettano chi da anni difende il suo popolo da una brutale aggressione da parte della Russia".