La notizia del giorno doveva essere il possibile cedimento della maggioranza e il primo (e finora unico) successo di chi si oppone al testo sulle riforme costituzionali: l’approvazione di un emendamento della Lega. E invece a conclusione della terza giornata di votazioni al Senato il bilancio è simile a quello di disordini al bar all’angolo: un parapiglia, una senatrice del Nuovo Centrodestra (Laura Bianconi) all’ospedale con una spalla lussata, un suo collega leghista (Nunziante Consiglio) che sviene e si riprende solo nell’infermeria di Palazzo Madama.
E’ la fine dell’ennesima giornata con tanta tensione (soprattutto tra il presidente Piero Grasso e le opposizioni) e pochissimo lavoro. Dopo l’approvazione di una proposta di modifica del Carroccio (con l’esultanza, baci e abbracci tra grillini e leghisti), Grasso nega il voto segreto su un altro emendamento che avrebbe dimezzato il numero dei deputati. Lì parte la protesta delle opposizioni che nel corso delle ore sembra salire sempre più di tono. Grasso sospende per 4 volte in pochi minuti la seduta perché i senatori della Lega e del M5s gridano “Libertà, libertà” ogni volta che riprendono i lavori. A quel punto il presidente del Senato riunisce i capigruppo: l’incontro dura più o meno tre ore, ma Vito Petrocelli (M5s) esce quasi sbattendo la porta (“E’ solo una finzione”). Si torna in Aula non prima delle 21, i toni sembrano finalmente urbani. Ma alla richiesta della Lega di rimandare la seduta all’indomani, tutte le forze di maggioranza dicono di no. Grasso quindi fa ripartire il dibattito, ma non c’è il tempo neanche di dare la parola a qualcuno dei senatori. Ripartono i cori e c’è chi va oltre. Questa volta i Cinque Stelle non c’entrano. Sono i leghisti che vanno oltre. Fischietti e cartelli (“Ladri di democrazia”, “Grasso come Moreno”, “Qual’è la merce di scambio” con tanto di apostrofo di troppo). Grasso cerca di resistere, non sospende la seduta, fa intervenire i commessi per rimuovere i manifesti. Si accende un tira e molla che finisce con un colpo alla senatrice Bianconi che si va a far visitare in ospedale. Il primo che corre da Grasso a dare l’allarme a Grasso è Domenico Scilipoti. A quel punto non si può non interrompere i lavori. “Quello accaduto è un colpo drammatico per il Senato della Repubblica – dice Grasso – Qualunque senatore, qualunque posizione ideologica abbia preso in questo dibattito, deve comprendere che quando a dei colleghi viene impedito di partecipare alla vita democratica, perchè colpiti o fisicamente feriti, si colpisce il morale, l’etica che deve essere alla base della nostra funzione”. Il consiglio di presidenza è pronto far scattare le sanzioni.
La vittoria delle opposizioni con l’emendamento Candiani
Nicola Latorre lo considera un incidente, Matteo Renzi si affretta a dire che non è un remake della carica delle 101 cannonate che abbatterono la strada di Romano Prodi verso il Quirinale e che i franchi tiratori non sono nemmeno del Pd. Ma le opposizioni al terzo giorno di votazioni sul disegno di legge sulle riforme costituzionali ottengono la prima vittoria, dopo ore di estenuante ostruzionismo, imboscate disinnescate dalla maggioranza, trucchi e cori in Aula che hanno portato allo scontro aperto con il presidente Piero Grasso. Con 154 a favore, 147 contrari e 2 astenuti, passa un emendamento della Lega Nord, firmato dal leghista Stefano Candiani, vicepresidente vicario del gruppo del Carroccio, già segretario del partito per la provincia di Varese e scatenatissimo sugli emendamenti-trappola. La sua proposta di modifica non ha la portata di quelle sul Senato elettivo (tutte bocciate): dà anche al Senato le competenze sui temi etici e i diritti civili. Ma assume un significato politico perché si tratta della conferma che la maggioranza con il voto segreto è più debole. Per questo, a parte l’apparente calma olimpica, su questo punto Renzi perde un po’ di pazienza: “L’idea che le riforme si facciano tutti incappucciati di nascosto col voto segreto perché non si ha il coraggio di dire le cose, non funziona”.
Sempre su un emendamento di Candiani la maggioranza e Forza Italia (cioè i firmatari dell’intesa sulle riforme) ha tenuto. Questa volta si votava d’altra parte a voto palese. Il leghista aveva chiesto anche in questo caso il voto segreto perché il testo faceva riferimento alle minoranze linguistiche (le cui questioni da regolamento devono essere trattate a scrutinio non palese). Ma il presidente Grasso lo ha negato: “Anche alla luce del recentissimo precedente, il voto segreto sull’emendamento non è ammissibile”. E l’aula lo ha respinto.
Mentre la tecnica del “canguro” – ritenuta legittima dalla giunta per il regolamento – bruciato qualche altro centinaio di emendamenti – la tensione tra le opposizioni e il presidente del Senato continua a essere molto alta. Sul rifiuto di concedere il voto segreto la Lega ha detto che è “scappato come fanno i ladri di notte”. Alla ripresa dei lavori, nel pomeriggio, i deputati di Lega ed M5s intonano il Va’ pensiero e al rientro in Aula di Grasso e cominciano a scandire “Li-ber-tà, li-ber-tà…”. Appena il presidente sospende si siedono, ma riscattano in piedi e ricominciano quando Grasso riavvia i lavori, facendo impazzire i commessi. Succede in tutto 4 volte.
Tutti contro Grasso (Zanda compreso)
Paralisi, caos, bagarre. Quando viene approvato l’emendamento Candiani le opposizioni esplodono in grida di gioia. Il ministro Maria Elena Boschi guarda grillini e leghisti si abbracciano, si baciano, si battono il 5 e fanno segno di vittoria. Grasso continua a fare da parafulmine. Gli dicono di tutto: “Vergogna”, “sei scappato come un ladro”, lo accusano di “continui soprusi e violazioni del regolamento”, di essere parziale, di “aver favorito i contraenti del patto del Nazareno” rendendo inutile il dibattito al Senato. Tanto che inizia a circolare la voce di un possibile “Aventino” dei grillini, intenzionati ad abbandonare il Senato. Ci si mette anche il capogruppo del Pd Luigi Zanda che attacca duramente Grasso per un eccesso di discussione, chiedendo di procedere al voto senza rallentamenti. Ancora sospensioni, rallentamenti, urla e strepiti.
Capigruppo in riunione per tre ore, Grasso: “Chiamo la polizia”. Cioè i commessi
E una interminabile capigruppo, convocata da Grasso per sedare un po’ gli animi dopo la richiesta di ripetere un voto, finisce con la minaccia di Lega e M5s di un’ininterrotta protesta in Aula, che il presidente gela con la controminaccia di far ricorso alla sicurezza per tirare ad uno ad uno fuori dall’Aula i ribelli. Dice polizia, ma intende i commessi d’Aula (che il regolamento del Senato definisce “polizia del Senato”). Alla ripresa dei lavori si è scusato: “La stanchezza mi ha fatto dire polizia d’udienza. Capite, dopo 43 anni… In realtà non voglio assolutamente gestire l’assemblea con modi autoritari”. In serata la Lega offre un ramoscello d’ulivo: “Abbassiamo i toni e rimandiamo a domani” dice il senatore Jonny Crosio. Ma intervento dopo intervento – con Zanda che si sgola e chiede più volte di ricominciare a votare senza parlare ancora sull’ordine dei lavori – i toni si alzano finché i Cinque Stelle e la Lega si ritrovano a gridare di nuovo questa volta aiutati anche da dei fischietti. La seduta viene sospesa per l’ennesima volta nonostante i tentativi di Grasso di “resistere”. Poi il far west finale. Si riprende alle 9,30 del primo agosto. Ma ora i tempi per gli interventi delle opposizioni sono ridotti al lumicino e gli emendamenti da votare sono ancora migliaia. E in maggioranza sembrano sempre più decisi: “Si può votare anche a Ferragosto”.
CRONACA ORA PER ORA
23.35 – Grasso: “Saranno comminate le giuste sanzioni”
“Speriamo che la senatrice Laura Bianconi non abbia nessuna frattura. Il senatore Nunziante Consiglio ha invece avuto un malore, è in infermeria ma sta bene, è lucido. Quello accaduto è un colpo drammatico per il Senato della Repubblica. Qualunque senatore, qualunque posizione ideologica abbia preso in questo dibattito, deve comprendere che quando a dei colleghi viene impedito di partecipare alla vita democratica, perchè colpiti o fisicamente feriti, si colpisce il morale, l’etica che deve essere alla base della nostra funzione”. Lo ha detto in Aula, al Senato, il presidente Piero Grasso. “Io penso che in democrazia – ha aggiunto – non può essere consentito alcuno di questi comportamenti, per cui condanno fermamente quanto avvenuto e comunico che nelle prossime ore si riunirà il consiglio di presidenza per assumere tutti i provvedimenti e comminare le giuste sanzioni per quello che è successo. La seduta viene rinviata a domani mattina alle 9,30 e si riprenderà” con il ddl Riforme “che era all’ordine del giorno oggi. Sono spiacente per quello che è avvenuto oggi, è stata una brutta pagina quella che abbiamo registrato”.
23.26 – Grasso: “Colpo alla credibilità del Senato”
“Quanto avvenuto in Aula è un fatto molto grave. E’ un colpo drammatico alla credibilità del Senato”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso nell’aula di Palazzo Madama, riprendendo i lavori che sono stati subito chiusi e rinviati a domani mattina alle 9,30.
23.20 – Buccarella (M5s): “Da noi nessun fischietto né cartello”
“I senatori del gruppo M5s non hanno esposto alcun cartello in aula né hanno utilizzato fischietti”. Lo precisa il gruppo di M5s al Senato. “La nostra protesta – spiega Maurizio Buccarella – è consistita nel far risuonare nell’aula la parola ‘libertà'”.
23.17 – Nicodemo (Pd): “Ci vuole il Daspo”
“Indegni di rappresentare il popolo italiano, ci vorrebbe il Daspo per i violenti. Che vergogna”. Lo scrive su Twitter il responsabile Comunicazione del Pd, Francesco Nicodemo, commentando i tumulti in aula durante le votazioni sul ddl Riforme. Gli fa eco l’europarlamentare democratica Pina Picierno: “Il Senato trasformato nel Far West. No, questo non è fare opposizione e gli italiani non vi pagano per questo. Che vergogna”.
23.16 – Gasparri (Fi): “Senato fuori controllo, la notte della Repubblica”
“Senato fuori controllo, provocazioni tafferugli caos la notte della Repubblica” twitta il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.
23.04 – Sacconi (Ncd): “Presidenza dimostri esistenza con le sanzioni”
“La presidenza del Senato dovrà dimostrare la propria esistenza applicando le necessarie sanzioni”. Lo scrive su Twitter Maurizio Sacconi, capogruppo di Ncd, a proposito degli incidenti che si sono verificati nell’Aula del Senato.
22.51 – Bianconi colpita nel parapiglia leghisti-commessi. Leghista
La senatrice Laura Bianconi si sarebbe fratturata il gomito in seguito alla bagarre in aula, dove sono in votazione gli emendamenti al ddl Boschi, nata dal rifiuto alla sospensione dei lavori. Gli assistenti del Senato, chiamati da Grasso a rimuovere i cartelli dei senatori leghisti, sono intervenuti e la senatrice si sarebbe trovata nel parapiglia. Un altro senatore, Nunziante Consiglio della Lega Nord, ha invece avuto uno svenimento.
22.36 – Marcucci (Pd): “Gruppi antidemocratici hanno provocato l’incidente”
“Gruppi parlamentari chiaramente anti democratici, dopo averci provato da giorni, finalmente hanno provocato l’incidenze. La violenza e le provocazioni continue non sono più sopportabili. La nostra solidarietà alla senatrice Laura Bianconi”. Lo dichiara il senatore del Pd Andrea Marcucci.
22.28 – Tensioni in Aula, colpita la senatrice Bianconi (Ncd) che finisce all’ospedale
Si sospetta una lussazione alla spalla per la senatrice Laura Bianconi, di Ncd, rimasta colpita durante i tumulti nell’Aula del Senato. La parlamentare è stata condotta in Ospedale. Un leghista invece ha avuto un malore e è in osservazione in infermeria a Palazzo Madama.
22.21 – Fischietti, urla, grida. “Un senatore si è fatto male”
Fischietti, urla, il grido ritmato “libertà, libertà”: con questi strumenti i senatori di Lega e M5s hanno impedito il proseguimento dei lavori del Senato sulle riforme. Il presidente Pietro Grasso ha sospeso i lavori anche perché, ha detto al microfono “un senatore si è fatto male”.
22.18 – Grida e fischietti di Lega e M5s, Grasso sospende di nuovo la seduta
Lega e M5s proseguono nelle proteste in Aula al grido di “libertà, libertà” e facendo risuonare i fischietti. Il senatore Domenico Scilipoti (Forza Italia) è anche corso in direzione del presidente Piero Grasso per comunicare che un commesso si è fatto male. Grasso ha tentato di far proseguire i lavori e far votare gli emendamenti (come chiesto da Pd e Forza Italia soprattutto), ma alla fine ha dovuto interrompere la seduta.
21.54 – Ferrara (Gal): “Invertire l’ordine dei lavori e votare dl carceri”
Proseguire i lavori in aula al Senato con l’esame delle pregiudiziali di costituzionalità presentate al dl Detenuti-Carceri e rimandare quindi a domani le prossime votazioni al ddl Riforme. Questa la proposta del senatore Gal, Mario Ferrara, intervenuto in aula al Senato mentre si sta discutendo in merito ai lavori dell’aula. L’inversione dei lavori, secondo Ferrara, servirebbe “a ritrovare la serenità dei lavori” dopo i disordini di oggi.
21.49 – Scelta Civica e Nuovo Centrodestra chiedono di passare al voto
“Chiedo di andare avanti. Lo dico agli amici di Sel: non è certamente ripetendo la stessa cosa venti volte che risolviamo il problema. Riconoscere al presidente del Senato, da qui in poi, il diritto di dirigere le votazioni è riconoscere lo spirito garantista del regolamento” di Palazzo Madama. “Non è riconoscere il potere a qualcuno, ma di riconoscere il diritto delle minoranze ad opporsi e della maggioranza di veder continuare il cammino della riforma”. Lo ha chiesto in aula alla Camera il presidente dei senatori di Scelta civica, Gianluca Susta. Stessa richiesta è stata avanzata anche dal capogruppo Ncd Maurizio Sacconi, che brevemente ha detto: “Passiamo subito al voto degli emendamenti”.
21.48 – Zanda: “Ricominciamo a votare”
“Il mio augurio è che si trovi un buon metodo di lavoro e che si trovi lo spirito che ha accompagnato i costiuenti 60 anni fa. Bisogna continuare ad andare avanti nel nostro lavoro di analisi e di votazioni. Abbiamo avuto una giornata difficile, di cui ora non vogliamo parlare, e c’è stata l’impossibilità di dedicarsi al nostro compito e cioè a lavorare alla riforma costituzionale. Chiedo quindi al presidente di sollecitare la ripresa delle votazioni”. Lo ha detto, in aula al Senato, il capogruppo Pd Luigi Zanda, in merito alla ripresa delle votazioni degli emendamenti al ddl Riforme.
21.42 – Grasso a M5s: “Faremo più attenzione sugli spacchettamenti”
“Vedremo di fare più attenzione sugli ‘spacchettamenti” degli emendamenti al ddl Riforme “e di dare la parola all’assemblea quando è necessario”. Lo ha assicurato, in aula al Senato, il presidente Pietro Grasso dopo la richiesta del M5s di convocare la giunta per il regolamento per chiarire la questione dello ‘spacchettamento’ delle proposte di modifica.
21.32 – Grasso: “Mi riferivo ai commessi d’Aula, rammarico per l’equivoco”
“Io alludevo all’articolo 69 primo comma che parla di polizia del Senato ma il mio riferimento è stato equivocato come se volessi risolvere tutto con poteri autoritari di polizia d’Aula”. Pietro Grasso alla ripresa della seduta in Senato è tornato sull’equivoco a proposito dell’uso della ‘polizia del Senato’ per i disordini in aula. “Mi rammarico possa essere emersa una mia defaillance ma non ritengo che possiamo andare avanti con questi criteri e con queste idee autoritarie. Insieme possiamo trovare il modo, io per recuperare la mia serenità, perchè la mia serenità è determinata anche dalla consapevolezza di aver in buona fede fatto tutto quello che ritenevo giusto. Si può anche sbagliare, spero di essere creduto”, ha detto il presidente del Senato rivolto all’aula.
21.18 – Crosio (Lega): “Non c’è serenità, stoppiamo il dibattito stasera”
“Noi crediamo che in questo momento non ci sono le condizioni per riprendere il dibattito stasera” sulle riforme. Lo ha detto alla ripresa dell’Aula il senatore della Lega Jonny Crosio, il primo a intervenire dopo la conferenza fiume dei capigruppo. “Confidiamo nelle sua capacità di prendere in mano la situazione – ha aggiunto rivolgendosi al presidente Pietro Grasso – per vedere se ci sono condizioni per arrivare in vetta”.
21.04 – Ripresa la seduta al Senato
20.27 – I gruppi d’opposizione hanno quasi esaurito i tempi a disposizione
I gruppi che si oppongono alle riforme hanno quasi esaurito i tempi a loro disposizione in Aula. E’ quanto risulta da uno schema distribuito alla Conferenza dei capigruppo. A mM5s sono rimasti 20 minuti e 10 secondi; Sel ha esaurito i propri tempi, risultando addirittura “in credito” di 46 minuti; alla Lega restano 10 minuti e 31 secondi, e a Gal 4 minuti e 24 secondi. Il contingentamento aveva assegnato anche un “minutaggio” ai dissidenti dei gruppi che sostengono le riforme. Ai dissidenti del Pd rimangono 4 minuti e 24 secondi e a quelli di Fi solo 14 secondi. Per quanto riguarda Ncd, i dissenzienti hanno ancora 2 minuti e 46; quelli di Pi 1 minuto e 3 secondi; ai dissenzienti di Sc restano tutti i 18 i minuti che gli spettavano.
20.09 – La seduta del Senato riprenderà alle 21
L’aula del Senato riprenderà alle 21. Lo ha annunciato il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha ripreso i lavori per i pochi secondi necessari a dare questa notizia. “Ci rivediamo alle 21 – ha detto Grasso per per riprendere in maniera… migliore”. I lavori sono stati sospesi alle 17,15.
19.15 – Il portavoce di Grasso: “Polizia del Senato? Sono i commessi d’Aula”
‘Il presidente del Senato, Pietro Grasso, si riferiva agli assistenti d’aula che il regolamento, all’articolo 69, definisce ‘polizia del Senato'”. E’ quanto precisa il portavoce di Grasso, Alessio Pasquini, in merito a quanto avvenuto in capigruppo e all’ipotesi di ricorrere aigli assistenti d’aula per garantire lo svolgimento dei lavori. Viene inoltre riferito che “il presidente aveva già chiarito in capigruppo con il senatore di Gal Ferrara l’equivoco”.
18.40 – Terminata la conferenza dei capigruppo in Senato. Ipotesi lavori anche a Ferragosto
Terminata la conferenza dei capigruppo al Senato, convocata dopo lo stop deciso dal presidente Pietro Grasso a seguito delle proteste dell’opposizione sul voto segreto non concesso sull’emendamento Candiani bis. Si attende la ripresa dei lavori dell’assemblea sul ddl Riforme. In capigruppo non sono state prese nuove decisioni, quindi i lavori proseguiranno come stabilito in precedenza. Da quanto si apprende, riferiscono più fonti, si sarebbe però ipotizzato di far continuare a lavorare il Senato anche nei giorni di Ferragosto.
18.33 – Tensioni in capigruppo, Aula ancora sospesa dopo due ore
Forti tensioni alla capigruppo del Senato, con l’Aula ancora sospesa dopo oltre due ore. I capigruppo di opposizione hanno minacciato di continuare le proteste in Aula per bloccare i lavori e il presidente Pietro Grasso ha minacciato di far intervenire i commessi per cacciar via quanti “fanno gazzarra”.
18.25 – Tra ipotesi Grasso in caso di tumulti anche intervento della polizia
Anche l’intervento delle forze di polizia in caso di tumulti. Fra le ipotesi sul tavolo, durante la conferenza dei capigruppo che si è tenuta in Senato, è stata messa anche questa eventualità. Secondo quanto apprende l’Agi lo scenario sarebbe stato ventilato dallo stesso presidente del Senato, Pietro Grasso, a quanto riferiscono fonti parlamentari. Lo scenario avrebbe suscitato immediatamente la replica delle opposizioni, ma anche del senatore di Gal Mario Ferrara che avrebbe replicato a stretto giro di posta respingendo, alterato, anche la sola eventualità di una simile possibilità all’interno della Camera alta del Parlamento.
18.18 – Cicchitto: “Grasso non è all’altezza della situazione”
“Purtroppo è evidente che Grasso non è all’altezza della situazione”. Lo dice Fabrizio Cicchito (Ncd).
18.17 – Petrocelli (M5s) abbandona la conferenza dei capigruppo
Vito Petrocelli, capogruppo di M5s al Senato, ha abbandonato per protesta la riunione della Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. M5s aveva chiesto in aula l’annullamento del voto su un emendamento su cui il presidente Pietro Grasso non aveva concesso lo scrutinio segreto. “A questo punto è una finzione a cui non ci prestiamo” ha detto.
17.56 – Morgoni (Pd) a M5s: “Ma non eravate per il voto palese e la trasparenza?”
“Siamo da sempre per il voto palese, per la trasparenza, il voto segreto per i rappresentanti del popolo non può esistere maì. Così recitavano in un bel video postato sul blog di Beppe Grillo i senatori del M5S. A distanza di pochi mesi, contrordine dei cittadini parlamentari, che a braccetto con la Lega e con Sel, cantano le lodi dei franchi tiratori, coperti dalla segretezza del voto”. Lo afferma il senatore Mario Morgoni, componente della direzione Pd.
17.21 – Grasso convoca riunione capigruppo
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha sospeso la seduta del Senato ed ha convocato la conferenza dei Capigruppo. La decisione è stata presa dopo che il capogruppo della lega Gian Marco Centinaio ha chiesto di annullare il voto sull’emendamento di Centinaio sul quale Grasso non aveva concesso il voto segreto.
16.30 – Lega Nord grida “libertà, libertà” e interrompe discussione
I senatori della Lega Nord trasformano l’Aula di Palazzo Madama in una sorta di Pontida. I “lumbard” urlano “libertà, libertà” ed interrompono quattro volte i lavori: si tratta del grido di battaglia che anima il pratone di Pontida che ospita ogni anno la Festa della Lega Nord. L’urlo, ripreso dal film “Braveheart”, viene spesso lanciato da Umberto Bossi per scaldare i militanti padani durante le manifestazioni popolari. Forse non coscienti della tradizione leghista, altri senatori di opposizione si sono uniti al coro che ha interrotto quattro volte la ripresa dei lavori in aula.
15.00 – Vendola: “E’ giunta l’ora che il governo accantoni il suo ostruzionismo”
“E’ giunto il momento che governo accantoni il proprio ostruzionismo, che ha impedito di poter discutere nel merito al Senato”. Lo scrive su Twitter il leader di Sel, Nichi Vendola.
13,30 – Grasso respinge voto segreto, bocciata riduzione dei deputati
“Anche alla luce del recentissimo precedente il voto segreto sull’emendamento non è ammissibile. Quindi passiamo alla votazione palese”. Il presidente del Senato Pietro Grasso non ha concesso il voto segreto sull’emendamento 1.0.22 al ddl riforme presentato dal senatore della Lega Nord Stefano Candiani. L’opposizione chiedeva lo scrutinio segreto adducendo come motivazione la tutela delle minoranze linguistiche. Al termine del voto la seduta è stata sospesa. Riprenderà alle 16.
13.03 – Boldrini: “Ci sia tempo per migliorare le riforme”
Quella all’esame dell’aula di Palazzo Madama “è una riforma tormentata come è logico che sia perché si va a toccare la Carta costituzionale. Più c’è consenso e si riesce a dialogare più il risultato sarà buono”. Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, alla cerimonia del Ventaglio.
12.43 – Emendamento taglia deputati, si discute per voto segreto
E’ arrivato in votazione a palazzo Madama il secondo fra gli emendamenti del leghista Stefano Candiani, al ddl riforme che mettono in fibrillazione la maggioranza. La proposta, riformulata riduce a 500 il numero dei deputati. E’ previsto il voto segreto, ma in aula il Pd ha chiesto che sia strettamente limitato alla parte dell’emendamento relativo alle minoranze linguistiche.
12.30 – Faraone (Pd): “Si conferma legislatura dei 101. Ma noi siamo più determinati”
“Si conferma la legislatura dei 101. Ma noi siamo più determinati. Serenamente andiamo avanti. #opensenato #laricaricadei101 @pdnetwork”. È quanto scrive sul proprio profilo Twitter Davide Faraone, componente della segreteria nazionale del Pd e responsabile Welfare e scuola, commentando l’approvazione di un emendamento sui temi etici al ddl Riforma, a prima firma Stefano Candiani (Lega Nord), su cui il governo aveva espresso parere contrario
12.06 – Picierno (Pd): “A volte tornano i 101”
“A volte ritornano. La ricarica dei 101”. Lo scrive su Twitter l’eurodeputata del Pd Pina Picierno, paragonando i senatori della maggioranza che hanno votato con l’opposizione nel voto segreto al Senato, ai 101 del Pd che lo scorso anno hanno affossato l’elezione di Romano Prodi al Quirinale. Critico anche il sottosegretario Ivan Scalfarotto: “La norma votata non intacca la riforma, ma crea danno alle battaglie per i diritti civili, costrette al pantano bicameralista”.
11.40 – Candiani (Lega Nord): “Vittoria fondamentale. Renzi ora capisca”
“Renzi ora forse capirà che cambiare la Costituzione non è come approvare un decreto legge. Quella di oggi è una vittoria fondamentale”. Lo dice il senatore della Lega Stefano Candiani, autore dell’emendamento sulle competenze del Senato in materia etico-sociale approvato con voto segreto. Candiani si dice “stupefatto dall’atteggiamento del ministro Boschi: diceva no a tutto, solo per partito preso. Sorseggiava un caffè mentre si parlava di temi di questa importanza. Mi ricordava Maria Antonietta che chiedeva di dare le brioches al popolo affamato…”. Diverso il giudizio nei confronti del presidente del Senato Pietro Grasso: “In altre circostanze sono stato molto critico nei suoi confronti, oggi devo dire che ne apprezzo la posizione: ha mantenuto il punto, malgrado le formidabili pressioni cui è sottoposto. Si sta comportando, nel complesso, in modo onesto”.
Video di A.Ausilio
11.24 – Governo battuto su emendamento Lega Nord
Governo e maggioranza battuti al Senato sull’emendamento del leghista Stefano Candiani che assegna a palazzo Madama competenze paritarie sui temi etici. 154 voti a favore della proposta, 147 contrari e due astenuti. Lo scrutinio è stato segreto. Il governo con il ministro Maria Elena Boschi e il c relatore Anna Finocchiaro avevano espresso parere contrario all’emendamento. Il corelatore Roberto Calderoli, invece, si era espresso favorevolmente.
11.15 – Grasso conferma voto segreto su emendamento Lega Nord Candiani
“Non ci sono motivi per rivedere la decisione” sul voto segreto relativo all’emendamento Candiani, anche alla luce di una Giunta del Regolamento che ha già vagliato la questione. E’ la posizione che il presidente del Senato Pietro Grasso ha espresso in aula, replicando alle richieste di Luigi Zanda. Quanto all’accantonamento, avendo Candiani negato la disponibilità, non è possibile. Grasso ha quindi chiesto la conferma da parte di almeno venti senatori della richiesta di voto segreto, che è avvenuta, in realtà, con 89 voti. L’emendamento 1.1979 al ddl riforme è relativo alla competenza del Senato sui temi etici, come diritto alla vita, salute, fine vita.
10.40 – Di Maio scrive a Grasso: “Ha abdicato da suo ruolo”
“Presidente, in questi giorni in Senato l’ho vista abdicare totalmente al Suo ruolo istituzionale di padre del dibattito parlamentare, che esiste in qualsiasi ordinamento democratico”. È quanto riporta il blog di Beppe Grillo, riportando una lettera aperta del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5s), al presidente del Senato, Pietro Grasso. “Ieri ho visto Piero Grasso trincerarsi dietro il voto dell’Aula per non assumersi alcuna responsabilità. Al grido ‘l’Aula è sovrana”, ha posto in votazione qualsiasi questione procedurale venisse avanzata dalla maggioranza: tutti chiari espedienti – scrive ancora Di Maio – per evitare il voto segreto (che lei stesso aveva deciso di garantire e la cui valutazione circa l’ammissibilità cadeva in capo solo e soltanto a lei), o per eliminare la discussione su migliaia di emendamenti in 5 minuti”.
9.40 – Romani: “Concessione tempi non per fini ostruzionistici”
Convocare una Conferenza dei capigruppo durante la pausa dei lavori prevista all’ora di pranzo, per stabilire le modalità di concessione di ulteriori tempi ai Gruppi che li hanno esauriti da parte di quelli che ne hanno invece ancora a disposizione. E’ la proposta del presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, dopo la decisione del Pd annunciata dal capogruppo Luigi Zanda. L’esponente azzurro, manifestando analoga disponibilità da parte del proprio partito, ha chiesto che la cessione sia condizionata “al buon utilizzo del tempo”, che non sia quindi “a puri fini ostruzionistici”. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha assicurato “attenzione” perchè l’eventuale tempo concesso sia usato per “le esigenze di partecipazione al dibattito”. “Lo vedremo alla prova dei fatti”, la replica di Romani.
9.30 – Pd cede 30 minuti a M5S
Il capogruppo del Pd in Senato, Luigi Zanda, ha annunciato che il proprio gruppo cederà trenta minuti del proprio tempo disponibile per interventi in Aula al M5s “per poter illustrare le proprie posizioni” in merito al ddl Riforme. La seduta di oggi è iniziata con la polemica sui tempi residui di intervento rimanenti ai vari gruppi.
Politica
Riforme, caos in Aula al Senato: senatrice in ospedale. Governo battuto
Prima vittoria in Aula delle opposizioni: passa la modifica a prima firma Candiani (Lega) su competenze paritarie sui temi etici. Non si placa lo scontro tra opposizioni e Grasso. Sospesa anche la seduta serale. Cori, grida e fischietti dai banchi M5s e Lega. Un leghista si sente male, una alfaniana ricoverata. Ma ora le minoranze hanno quasi esaurito i tempi a disposizione per gli interventi
La notizia del giorno doveva essere il possibile cedimento della maggioranza e il primo (e finora unico) successo di chi si oppone al testo sulle riforme costituzionali: l’approvazione di un emendamento della Lega. E invece a conclusione della terza giornata di votazioni al Senato il bilancio è simile a quello di disordini al bar all’angolo: un parapiglia, una senatrice del Nuovo Centrodestra (Laura Bianconi) all’ospedale con una spalla lussata, un suo collega leghista (Nunziante Consiglio) che sviene e si riprende solo nell’infermeria di Palazzo Madama.
E’ la fine dell’ennesima giornata con tanta tensione (soprattutto tra il presidente Piero Grasso e le opposizioni) e pochissimo lavoro. Dopo l’approvazione di una proposta di modifica del Carroccio (con l’esultanza, baci e abbracci tra grillini e leghisti), Grasso nega il voto segreto su un altro emendamento che avrebbe dimezzato il numero dei deputati. Lì parte la protesta delle opposizioni che nel corso delle ore sembra salire sempre più di tono. Grasso sospende per 4 volte in pochi minuti la seduta perché i senatori della Lega e del M5s gridano “Libertà, libertà” ogni volta che riprendono i lavori. A quel punto il presidente del Senato riunisce i capigruppo: l’incontro dura più o meno tre ore, ma Vito Petrocelli (M5s) esce quasi sbattendo la porta (“E’ solo una finzione”). Si torna in Aula non prima delle 21, i toni sembrano finalmente urbani. Ma alla richiesta della Lega di rimandare la seduta all’indomani, tutte le forze di maggioranza dicono di no. Grasso quindi fa ripartire il dibattito, ma non c’è il tempo neanche di dare la parola a qualcuno dei senatori. Ripartono i cori e c’è chi va oltre. Questa volta i Cinque Stelle non c’entrano. Sono i leghisti che vanno oltre. Fischietti e cartelli (“Ladri di democrazia”, “Grasso come Moreno”, “Qual’è la merce di scambio” con tanto di apostrofo di troppo). Grasso cerca di resistere, non sospende la seduta, fa intervenire i commessi per rimuovere i manifesti. Si accende un tira e molla che finisce con un colpo alla senatrice Bianconi che si va a far visitare in ospedale. Il primo che corre da Grasso a dare l’allarme a Grasso è Domenico Scilipoti. A quel punto non si può non interrompere i lavori. “Quello accaduto è un colpo drammatico per il Senato della Repubblica – dice Grasso – Qualunque senatore, qualunque posizione ideologica abbia preso in questo dibattito, deve comprendere che quando a dei colleghi viene impedito di partecipare alla vita democratica, perchè colpiti o fisicamente feriti, si colpisce il morale, l’etica che deve essere alla base della nostra funzione”. Il consiglio di presidenza è pronto far scattare le sanzioni.
La vittoria delle opposizioni con l’emendamento Candiani
Nicola Latorre lo considera un incidente, Matteo Renzi si affretta a dire che non è un remake della carica delle 101 cannonate che abbatterono la strada di Romano Prodi verso il Quirinale e che i franchi tiratori non sono nemmeno del Pd. Ma le opposizioni al terzo giorno di votazioni sul disegno di legge sulle riforme costituzionali ottengono la prima vittoria, dopo ore di estenuante ostruzionismo, imboscate disinnescate dalla maggioranza, trucchi e cori in Aula che hanno portato allo scontro aperto con il presidente Piero Grasso. Con 154 a favore, 147 contrari e 2 astenuti, passa un emendamento della Lega Nord, firmato dal leghista Stefano Candiani, vicepresidente vicario del gruppo del Carroccio, già segretario del partito per la provincia di Varese e scatenatissimo sugli emendamenti-trappola. La sua proposta di modifica non ha la portata di quelle sul Senato elettivo (tutte bocciate): dà anche al Senato le competenze sui temi etici e i diritti civili. Ma assume un significato politico perché si tratta della conferma che la maggioranza con il voto segreto è più debole. Per questo, a parte l’apparente calma olimpica, su questo punto Renzi perde un po’ di pazienza: “L’idea che le riforme si facciano tutti incappucciati di nascosto col voto segreto perché non si ha il coraggio di dire le cose, non funziona”.
Sempre su un emendamento di Candiani la maggioranza e Forza Italia (cioè i firmatari dell’intesa sulle riforme) ha tenuto. Questa volta si votava d’altra parte a voto palese. Il leghista aveva chiesto anche in questo caso il voto segreto perché il testo faceva riferimento alle minoranze linguistiche (le cui questioni da regolamento devono essere trattate a scrutinio non palese). Ma il presidente Grasso lo ha negato: “Anche alla luce del recentissimo precedente, il voto segreto sull’emendamento non è ammissibile”. E l’aula lo ha respinto.
Mentre la tecnica del “canguro” – ritenuta legittima dalla giunta per il regolamento – bruciato qualche altro centinaio di emendamenti – la tensione tra le opposizioni e il presidente del Senato continua a essere molto alta. Sul rifiuto di concedere il voto segreto la Lega ha detto che è “scappato come fanno i ladri di notte”. Alla ripresa dei lavori, nel pomeriggio, i deputati di Lega ed M5s intonano il Va’ pensiero e al rientro in Aula di Grasso e cominciano a scandire “Li-ber-tà, li-ber-tà…”. Appena il presidente sospende si siedono, ma riscattano in piedi e ricominciano quando Grasso riavvia i lavori, facendo impazzire i commessi. Succede in tutto 4 volte.
Tutti contro Grasso (Zanda compreso)
Paralisi, caos, bagarre. Quando viene approvato l’emendamento Candiani le opposizioni esplodono in grida di gioia. Il ministro Maria Elena Boschi guarda grillini e leghisti si abbracciano, si baciano, si battono il 5 e fanno segno di vittoria. Grasso continua a fare da parafulmine. Gli dicono di tutto: “Vergogna”, “sei scappato come un ladro”, lo accusano di “continui soprusi e violazioni del regolamento”, di essere parziale, di “aver favorito i contraenti del patto del Nazareno” rendendo inutile il dibattito al Senato. Tanto che inizia a circolare la voce di un possibile “Aventino” dei grillini, intenzionati ad abbandonare il Senato. Ci si mette anche il capogruppo del Pd Luigi Zanda che attacca duramente Grasso per un eccesso di discussione, chiedendo di procedere al voto senza rallentamenti. Ancora sospensioni, rallentamenti, urla e strepiti.
Capigruppo in riunione per tre ore, Grasso: “Chiamo la polizia”. Cioè i commessi
E una interminabile capigruppo, convocata da Grasso per sedare un po’ gli animi dopo la richiesta di ripetere un voto, finisce con la minaccia di Lega e M5s di un’ininterrotta protesta in Aula, che il presidente gela con la controminaccia di far ricorso alla sicurezza per tirare ad uno ad uno fuori dall’Aula i ribelli. Dice polizia, ma intende i commessi d’Aula (che il regolamento del Senato definisce “polizia del Senato”). Alla ripresa dei lavori si è scusato: “La stanchezza mi ha fatto dire polizia d’udienza. Capite, dopo 43 anni… In realtà non voglio assolutamente gestire l’assemblea con modi autoritari”. In serata la Lega offre un ramoscello d’ulivo: “Abbassiamo i toni e rimandiamo a domani” dice il senatore Jonny Crosio. Ma intervento dopo intervento – con Zanda che si sgola e chiede più volte di ricominciare a votare senza parlare ancora sull’ordine dei lavori – i toni si alzano finché i Cinque Stelle e la Lega si ritrovano a gridare di nuovo questa volta aiutati anche da dei fischietti. La seduta viene sospesa per l’ennesima volta nonostante i tentativi di Grasso di “resistere”. Poi il far west finale. Si riprende alle 9,30 del primo agosto. Ma ora i tempi per gli interventi delle opposizioni sono ridotti al lumicino e gli emendamenti da votare sono ancora migliaia. E in maggioranza sembrano sempre più decisi: “Si può votare anche a Ferragosto”.
CRONACA ORA PER ORA
23.35 – Grasso: “Saranno comminate le giuste sanzioni”
“Speriamo che la senatrice Laura Bianconi non abbia nessuna frattura. Il senatore Nunziante Consiglio ha invece avuto un malore, è in infermeria ma sta bene, è lucido. Quello accaduto è un colpo drammatico per il Senato della Repubblica. Qualunque senatore, qualunque posizione ideologica abbia preso in questo dibattito, deve comprendere che quando a dei colleghi viene impedito di partecipare alla vita democratica, perchè colpiti o fisicamente feriti, si colpisce il morale, l’etica che deve essere alla base della nostra funzione”. Lo ha detto in Aula, al Senato, il presidente Piero Grasso. “Io penso che in democrazia – ha aggiunto – non può essere consentito alcuno di questi comportamenti, per cui condanno fermamente quanto avvenuto e comunico che nelle prossime ore si riunirà il consiglio di presidenza per assumere tutti i provvedimenti e comminare le giuste sanzioni per quello che è successo. La seduta viene rinviata a domani mattina alle 9,30 e si riprenderà” con il ddl Riforme “che era all’ordine del giorno oggi. Sono spiacente per quello che è avvenuto oggi, è stata una brutta pagina quella che abbiamo registrato”.
23.26 – Grasso: “Colpo alla credibilità del Senato”
“Quanto avvenuto in Aula è un fatto molto grave. E’ un colpo drammatico alla credibilità del Senato”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso nell’aula di Palazzo Madama, riprendendo i lavori che sono stati subito chiusi e rinviati a domani mattina alle 9,30.
23.20 – Buccarella (M5s): “Da noi nessun fischietto né cartello”
“I senatori del gruppo M5s non hanno esposto alcun cartello in aula né hanno utilizzato fischietti”. Lo precisa il gruppo di M5s al Senato. “La nostra protesta – spiega Maurizio Buccarella – è consistita nel far risuonare nell’aula la parola ‘libertà'”.
23.17 – Nicodemo (Pd): “Ci vuole il Daspo”
“Indegni di rappresentare il popolo italiano, ci vorrebbe il Daspo per i violenti. Che vergogna”. Lo scrive su Twitter il responsabile Comunicazione del Pd, Francesco Nicodemo, commentando i tumulti in aula durante le votazioni sul ddl Riforme. Gli fa eco l’europarlamentare democratica Pina Picierno: “Il Senato trasformato nel Far West. No, questo non è fare opposizione e gli italiani non vi pagano per questo. Che vergogna”.
23.16 – Gasparri (Fi): “Senato fuori controllo, la notte della Repubblica”
“Senato fuori controllo, provocazioni tafferugli caos la notte della Repubblica” twitta il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.
23.04 – Sacconi (Ncd): “Presidenza dimostri esistenza con le sanzioni”
“La presidenza del Senato dovrà dimostrare la propria esistenza applicando le necessarie sanzioni”. Lo scrive su Twitter Maurizio Sacconi, capogruppo di Ncd, a proposito degli incidenti che si sono verificati nell’Aula del Senato.
22.51 – Bianconi colpita nel parapiglia leghisti-commessi. Leghista
La senatrice Laura Bianconi si sarebbe fratturata il gomito in seguito alla bagarre in aula, dove sono in votazione gli emendamenti al ddl Boschi, nata dal rifiuto alla sospensione dei lavori. Gli assistenti del Senato, chiamati da Grasso a rimuovere i cartelli dei senatori leghisti, sono intervenuti e la senatrice si sarebbe trovata nel parapiglia. Un altro senatore, Nunziante Consiglio della Lega Nord, ha invece avuto uno svenimento.
22.36 – Marcucci (Pd): “Gruppi antidemocratici hanno provocato l’incidente”
“Gruppi parlamentari chiaramente anti democratici, dopo averci provato da giorni, finalmente hanno provocato l’incidenze. La violenza e le provocazioni continue non sono più sopportabili. La nostra solidarietà alla senatrice Laura Bianconi”. Lo dichiara il senatore del Pd Andrea Marcucci.
22.28 – Tensioni in Aula, colpita la senatrice Bianconi (Ncd) che finisce all’ospedale
Si sospetta una lussazione alla spalla per la senatrice Laura Bianconi, di Ncd, rimasta colpita durante i tumulti nell’Aula del Senato. La parlamentare è stata condotta in Ospedale. Un leghista invece ha avuto un malore e è in osservazione in infermeria a Palazzo Madama.
22.21 – Fischietti, urla, grida. “Un senatore si è fatto male”
Fischietti, urla, il grido ritmato “libertà, libertà”: con questi strumenti i senatori di Lega e M5s hanno impedito il proseguimento dei lavori del Senato sulle riforme. Il presidente Pietro Grasso ha sospeso i lavori anche perché, ha detto al microfono “un senatore si è fatto male”.
22.18 – Grida e fischietti di Lega e M5s, Grasso sospende di nuovo la seduta
Lega e M5s proseguono nelle proteste in Aula al grido di “libertà, libertà” e facendo risuonare i fischietti. Il senatore Domenico Scilipoti (Forza Italia) è anche corso in direzione del presidente Piero Grasso per comunicare che un commesso si è fatto male. Grasso ha tentato di far proseguire i lavori e far votare gli emendamenti (come chiesto da Pd e Forza Italia soprattutto), ma alla fine ha dovuto interrompere la seduta.
21.54 – Ferrara (Gal): “Invertire l’ordine dei lavori e votare dl carceri”
Proseguire i lavori in aula al Senato con l’esame delle pregiudiziali di costituzionalità presentate al dl Detenuti-Carceri e rimandare quindi a domani le prossime votazioni al ddl Riforme. Questa la proposta del senatore Gal, Mario Ferrara, intervenuto in aula al Senato mentre si sta discutendo in merito ai lavori dell’aula. L’inversione dei lavori, secondo Ferrara, servirebbe “a ritrovare la serenità dei lavori” dopo i disordini di oggi.
21.49 – Scelta Civica e Nuovo Centrodestra chiedono di passare al voto
“Chiedo di andare avanti. Lo dico agli amici di Sel: non è certamente ripetendo la stessa cosa venti volte che risolviamo il problema. Riconoscere al presidente del Senato, da qui in poi, il diritto di dirigere le votazioni è riconoscere lo spirito garantista del regolamento” di Palazzo Madama. “Non è riconoscere il potere a qualcuno, ma di riconoscere il diritto delle minoranze ad opporsi e della maggioranza di veder continuare il cammino della riforma”. Lo ha chiesto in aula alla Camera il presidente dei senatori di Scelta civica, Gianluca Susta. Stessa richiesta è stata avanzata anche dal capogruppo Ncd Maurizio Sacconi, che brevemente ha detto: “Passiamo subito al voto degli emendamenti”.
21.48 – Zanda: “Ricominciamo a votare”
“Il mio augurio è che si trovi un buon metodo di lavoro e che si trovi lo spirito che ha accompagnato i costiuenti 60 anni fa. Bisogna continuare ad andare avanti nel nostro lavoro di analisi e di votazioni. Abbiamo avuto una giornata difficile, di cui ora non vogliamo parlare, e c’è stata l’impossibilità di dedicarsi al nostro compito e cioè a lavorare alla riforma costituzionale. Chiedo quindi al presidente di sollecitare la ripresa delle votazioni”. Lo ha detto, in aula al Senato, il capogruppo Pd Luigi Zanda, in merito alla ripresa delle votazioni degli emendamenti al ddl Riforme.
21.42 – Grasso a M5s: “Faremo più attenzione sugli spacchettamenti”
“Vedremo di fare più attenzione sugli ‘spacchettamenti” degli emendamenti al ddl Riforme “e di dare la parola all’assemblea quando è necessario”. Lo ha assicurato, in aula al Senato, il presidente Pietro Grasso dopo la richiesta del M5s di convocare la giunta per il regolamento per chiarire la questione dello ‘spacchettamento’ delle proposte di modifica.
21.32 – Grasso: “Mi riferivo ai commessi d’Aula, rammarico per l’equivoco”
“Io alludevo all’articolo 69 primo comma che parla di polizia del Senato ma il mio riferimento è stato equivocato come se volessi risolvere tutto con poteri autoritari di polizia d’Aula”. Pietro Grasso alla ripresa della seduta in Senato è tornato sull’equivoco a proposito dell’uso della ‘polizia del Senato’ per i disordini in aula. “Mi rammarico possa essere emersa una mia defaillance ma non ritengo che possiamo andare avanti con questi criteri e con queste idee autoritarie. Insieme possiamo trovare il modo, io per recuperare la mia serenità, perchè la mia serenità è determinata anche dalla consapevolezza di aver in buona fede fatto tutto quello che ritenevo giusto. Si può anche sbagliare, spero di essere creduto”, ha detto il presidente del Senato rivolto all’aula.
21.18 – Crosio (Lega): “Non c’è serenità, stoppiamo il dibattito stasera”
“Noi crediamo che in questo momento non ci sono le condizioni per riprendere il dibattito stasera” sulle riforme. Lo ha detto alla ripresa dell’Aula il senatore della Lega Jonny Crosio, il primo a intervenire dopo la conferenza fiume dei capigruppo. “Confidiamo nelle sua capacità di prendere in mano la situazione – ha aggiunto rivolgendosi al presidente Pietro Grasso – per vedere se ci sono condizioni per arrivare in vetta”.
21.04 – Ripresa la seduta al Senato
20.27 – I gruppi d’opposizione hanno quasi esaurito i tempi a disposizione
I gruppi che si oppongono alle riforme hanno quasi esaurito i tempi a loro disposizione in Aula. E’ quanto risulta da uno schema distribuito alla Conferenza dei capigruppo. A mM5s sono rimasti 20 minuti e 10 secondi; Sel ha esaurito i propri tempi, risultando addirittura “in credito” di 46 minuti; alla Lega restano 10 minuti e 31 secondi, e a Gal 4 minuti e 24 secondi. Il contingentamento aveva assegnato anche un “minutaggio” ai dissidenti dei gruppi che sostengono le riforme. Ai dissidenti del Pd rimangono 4 minuti e 24 secondi e a quelli di Fi solo 14 secondi. Per quanto riguarda Ncd, i dissenzienti hanno ancora 2 minuti e 46; quelli di Pi 1 minuto e 3 secondi; ai dissenzienti di Sc restano tutti i 18 i minuti che gli spettavano.
20.09 – La seduta del Senato riprenderà alle 21
L’aula del Senato riprenderà alle 21. Lo ha annunciato il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha ripreso i lavori per i pochi secondi necessari a dare questa notizia. “Ci rivediamo alle 21 – ha detto Grasso per per riprendere in maniera… migliore”. I lavori sono stati sospesi alle 17,15.
19.15 – Il portavoce di Grasso: “Polizia del Senato? Sono i commessi d’Aula”
‘Il presidente del Senato, Pietro Grasso, si riferiva agli assistenti d’aula che il regolamento, all’articolo 69, definisce ‘polizia del Senato'”. E’ quanto precisa il portavoce di Grasso, Alessio Pasquini, in merito a quanto avvenuto in capigruppo e all’ipotesi di ricorrere aigli assistenti d’aula per garantire lo svolgimento dei lavori. Viene inoltre riferito che “il presidente aveva già chiarito in capigruppo con il senatore di Gal Ferrara l’equivoco”.
18.40 – Terminata la conferenza dei capigruppo in Senato. Ipotesi lavori anche a Ferragosto
Terminata la conferenza dei capigruppo al Senato, convocata dopo lo stop deciso dal presidente Pietro Grasso a seguito delle proteste dell’opposizione sul voto segreto non concesso sull’emendamento Candiani bis. Si attende la ripresa dei lavori dell’assemblea sul ddl Riforme. In capigruppo non sono state prese nuove decisioni, quindi i lavori proseguiranno come stabilito in precedenza. Da quanto si apprende, riferiscono più fonti, si sarebbe però ipotizzato di far continuare a lavorare il Senato anche nei giorni di Ferragosto.
18.33 – Tensioni in capigruppo, Aula ancora sospesa dopo due ore
Forti tensioni alla capigruppo del Senato, con l’Aula ancora sospesa dopo oltre due ore. I capigruppo di opposizione hanno minacciato di continuare le proteste in Aula per bloccare i lavori e il presidente Pietro Grasso ha minacciato di far intervenire i commessi per cacciar via quanti “fanno gazzarra”.
18.25 – Tra ipotesi Grasso in caso di tumulti anche intervento della polizia
Anche l’intervento delle forze di polizia in caso di tumulti. Fra le ipotesi sul tavolo, durante la conferenza dei capigruppo che si è tenuta in Senato, è stata messa anche questa eventualità. Secondo quanto apprende l’Agi lo scenario sarebbe stato ventilato dallo stesso presidente del Senato, Pietro Grasso, a quanto riferiscono fonti parlamentari. Lo scenario avrebbe suscitato immediatamente la replica delle opposizioni, ma anche del senatore di Gal Mario Ferrara che avrebbe replicato a stretto giro di posta respingendo, alterato, anche la sola eventualità di una simile possibilità all’interno della Camera alta del Parlamento.
18.18 – Cicchitto: “Grasso non è all’altezza della situazione”
“Purtroppo è evidente che Grasso non è all’altezza della situazione”. Lo dice Fabrizio Cicchito (Ncd).
18.17 – Petrocelli (M5s) abbandona la conferenza dei capigruppo
Vito Petrocelli, capogruppo di M5s al Senato, ha abbandonato per protesta la riunione della Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. M5s aveva chiesto in aula l’annullamento del voto su un emendamento su cui il presidente Pietro Grasso non aveva concesso lo scrutinio segreto. “A questo punto è una finzione a cui non ci prestiamo” ha detto.
17.56 – Morgoni (Pd) a M5s: “Ma non eravate per il voto palese e la trasparenza?”
“Siamo da sempre per il voto palese, per la trasparenza, il voto segreto per i rappresentanti del popolo non può esistere maì. Così recitavano in un bel video postato sul blog di Beppe Grillo i senatori del M5S. A distanza di pochi mesi, contrordine dei cittadini parlamentari, che a braccetto con la Lega e con Sel, cantano le lodi dei franchi tiratori, coperti dalla segretezza del voto”. Lo afferma il senatore Mario Morgoni, componente della direzione Pd.
17.21 – Grasso convoca riunione capigruppo
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha sospeso la seduta del Senato ed ha convocato la conferenza dei Capigruppo. La decisione è stata presa dopo che il capogruppo della lega Gian Marco Centinaio ha chiesto di annullare il voto sull’emendamento di Centinaio sul quale Grasso non aveva concesso il voto segreto.
16.30 – Lega Nord grida “libertà, libertà” e interrompe discussione
I senatori della Lega Nord trasformano l’Aula di Palazzo Madama in una sorta di Pontida. I “lumbard” urlano “libertà, libertà” ed interrompono quattro volte i lavori: si tratta del grido di battaglia che anima il pratone di Pontida che ospita ogni anno la Festa della Lega Nord. L’urlo, ripreso dal film “Braveheart”, viene spesso lanciato da Umberto Bossi per scaldare i militanti padani durante le manifestazioni popolari. Forse non coscienti della tradizione leghista, altri senatori di opposizione si sono uniti al coro che ha interrotto quattro volte la ripresa dei lavori in aula.
15.00 – Vendola: “E’ giunta l’ora che il governo accantoni il suo ostruzionismo”
“E’ giunto il momento che governo accantoni il proprio ostruzionismo, che ha impedito di poter discutere nel merito al Senato”. Lo scrive su Twitter il leader di Sel, Nichi Vendola.
13,30 – Grasso respinge voto segreto, bocciata riduzione dei deputati
“Anche alla luce del recentissimo precedente il voto segreto sull’emendamento non è ammissibile. Quindi passiamo alla votazione palese”. Il presidente del Senato Pietro Grasso non ha concesso il voto segreto sull’emendamento 1.0.22 al ddl riforme presentato dal senatore della Lega Nord Stefano Candiani. L’opposizione chiedeva lo scrutinio segreto adducendo come motivazione la tutela delle minoranze linguistiche. Al termine del voto la seduta è stata sospesa. Riprenderà alle 16.
13.03 – Boldrini: “Ci sia tempo per migliorare le riforme”
Quella all’esame dell’aula di Palazzo Madama “è una riforma tormentata come è logico che sia perché si va a toccare la Carta costituzionale. Più c’è consenso e si riesce a dialogare più il risultato sarà buono”. Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, alla cerimonia del Ventaglio.
12.43 – Emendamento taglia deputati, si discute per voto segreto
E’ arrivato in votazione a palazzo Madama il secondo fra gli emendamenti del leghista Stefano Candiani, al ddl riforme che mettono in fibrillazione la maggioranza. La proposta, riformulata riduce a 500 il numero dei deputati. E’ previsto il voto segreto, ma in aula il Pd ha chiesto che sia strettamente limitato alla parte dell’emendamento relativo alle minoranze linguistiche.
12.30 – Faraone (Pd): “Si conferma legislatura dei 101. Ma noi siamo più determinati”
“Si conferma la legislatura dei 101. Ma noi siamo più determinati. Serenamente andiamo avanti. #opensenato #laricaricadei101 @pdnetwork”. È quanto scrive sul proprio profilo Twitter Davide Faraone, componente della segreteria nazionale del Pd e responsabile Welfare e scuola, commentando l’approvazione di un emendamento sui temi etici al ddl Riforma, a prima firma Stefano Candiani (Lega Nord), su cui il governo aveva espresso parere contrario
12.06 – Picierno (Pd): “A volte tornano i 101”
“A volte ritornano. La ricarica dei 101”. Lo scrive su Twitter l’eurodeputata del Pd Pina Picierno, paragonando i senatori della maggioranza che hanno votato con l’opposizione nel voto segreto al Senato, ai 101 del Pd che lo scorso anno hanno affossato l’elezione di Romano Prodi al Quirinale. Critico anche il sottosegretario Ivan Scalfarotto: “La norma votata non intacca la riforma, ma crea danno alle battaglie per i diritti civili, costrette al pantano bicameralista”.
11.40 – Candiani (Lega Nord): “Vittoria fondamentale. Renzi ora capisca”
“Renzi ora forse capirà che cambiare la Costituzione non è come approvare un decreto legge. Quella di oggi è una vittoria fondamentale”. Lo dice il senatore della Lega Stefano Candiani, autore dell’emendamento sulle competenze del Senato in materia etico-sociale approvato con voto segreto. Candiani si dice “stupefatto dall’atteggiamento del ministro Boschi: diceva no a tutto, solo per partito preso. Sorseggiava un caffè mentre si parlava di temi di questa importanza. Mi ricordava Maria Antonietta che chiedeva di dare le brioches al popolo affamato…”. Diverso il giudizio nei confronti del presidente del Senato Pietro Grasso: “In altre circostanze sono stato molto critico nei suoi confronti, oggi devo dire che ne apprezzo la posizione: ha mantenuto il punto, malgrado le formidabili pressioni cui è sottoposto. Si sta comportando, nel complesso, in modo onesto”.
11.24 – Governo battuto su emendamento Lega Nord
Governo e maggioranza battuti al Senato sull’emendamento del leghista Stefano Candiani che assegna a palazzo Madama competenze paritarie sui temi etici. 154 voti a favore della proposta, 147 contrari e due astenuti. Lo scrutinio è stato segreto. Il governo con il ministro Maria Elena Boschi e il c relatore Anna Finocchiaro avevano espresso parere contrario all’emendamento. Il corelatore Roberto Calderoli, invece, si era espresso favorevolmente.
11.15 – Grasso conferma voto segreto su emendamento Lega Nord Candiani
“Non ci sono motivi per rivedere la decisione” sul voto segreto relativo all’emendamento Candiani, anche alla luce di una Giunta del Regolamento che ha già vagliato la questione. E’ la posizione che il presidente del Senato Pietro Grasso ha espresso in aula, replicando alle richieste di Luigi Zanda. Quanto all’accantonamento, avendo Candiani negato la disponibilità, non è possibile. Grasso ha quindi chiesto la conferma da parte di almeno venti senatori della richiesta di voto segreto, che è avvenuta, in realtà, con 89 voti. L’emendamento 1.1979 al ddl riforme è relativo alla competenza del Senato sui temi etici, come diritto alla vita, salute, fine vita.
10.40 – Di Maio scrive a Grasso: “Ha abdicato da suo ruolo”
“Presidente, in questi giorni in Senato l’ho vista abdicare totalmente al Suo ruolo istituzionale di padre del dibattito parlamentare, che esiste in qualsiasi ordinamento democratico”. È quanto riporta il blog di Beppe Grillo, riportando una lettera aperta del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5s), al presidente del Senato, Pietro Grasso. “Ieri ho visto Piero Grasso trincerarsi dietro il voto dell’Aula per non assumersi alcuna responsabilità. Al grido ‘l’Aula è sovrana”, ha posto in votazione qualsiasi questione procedurale venisse avanzata dalla maggioranza: tutti chiari espedienti – scrive ancora Di Maio – per evitare il voto segreto (che lei stesso aveva deciso di garantire e la cui valutazione circa l’ammissibilità cadeva in capo solo e soltanto a lei), o per eliminare la discussione su migliaia di emendamenti in 5 minuti”.
9.40 – Romani: “Concessione tempi non per fini ostruzionistici”
Convocare una Conferenza dei capigruppo durante la pausa dei lavori prevista all’ora di pranzo, per stabilire le modalità di concessione di ulteriori tempi ai Gruppi che li hanno esauriti da parte di quelli che ne hanno invece ancora a disposizione. E’ la proposta del presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, dopo la decisione del Pd annunciata dal capogruppo Luigi Zanda. L’esponente azzurro, manifestando analoga disponibilità da parte del proprio partito, ha chiesto che la cessione sia condizionata “al buon utilizzo del tempo”, che non sia quindi “a puri fini ostruzionistici”. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha assicurato “attenzione” perchè l’eventuale tempo concesso sia usato per “le esigenze di partecipazione al dibattito”. “Lo vedremo alla prova dei fatti”, la replica di Romani.
9.30 – Pd cede 30 minuti a M5S
Il capogruppo del Pd in Senato, Luigi Zanda, ha annunciato che il proprio gruppo cederà trenta minuti del proprio tempo disponibile per interventi in Aula al M5s “per poter illustrare le proprie posizioni” in merito al ddl Riforme. La seduta di oggi è iniziata con la polemica sui tempi residui di intervento rimanenti ai vari gruppi.
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(Adnkronos) - La richiesta riguarda tutti le tracce trovate nella villetta di via Pascoli dove avviene il delitto, a partire dalle fascette dei rilievi dattiloscopici e le impronte digitali trovate nell'appartamento e sul dispenser portasapone dove - sancisce la Cassazione - si lava l'assassino. L'intenzione degli inquirenti è anche quella di lavorare sui quattro capelli scuri trovati nel lavandino del bagno al piano terra, così come sull'impronta trovata sulla porta d'ingresso dell'abitazione. Per i carabinieri di Milano sul dispenser (oltre alle due impronte di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio) "vi sono numerose impronte papillari sovrapposte che sarebbero state cancellate se il dispenser fosse stato lavato dal sangue" e nel lavandino la presenza di 4 capelli neri lunghi "attestano ovviamente che il lavandino non è mai stato lavato dalla presenza di sangue. Diversamente, i capelli presenti nel lavabo sarebbero stati portati via dall'acqua".
Una tesi smentita dalla stessa Procura di Pavia nella prima archiviazione, di otto anni fa, contro l'indagato Sempio. Un'ipotesi "priva di fondamento logico dal momento che è processualmente accertato che l'assassino aveva le mani imbrattate di sangue e che si è recato in bagno per lavarsi". Il sangue, liquido e solubile in acqua, "viene lavato molto più facilmente dei capelli che, stante la loro forma e lunghezza rimangono molto più facilmente sul fondo della vasca anche dopo il lavaggio del sangue" e si tratta dei capelli di Chiara "recisi a causa dei colpi inferti e rimasti sulle mani insanguinate dell'assassino; la loro presenza attesta semmai che lo stesso si è effettivamente lavato le mani". È peraltro "verosimile che l'assassino non si sia soffermato per verificare l'effetto del risciacquo, ma si sia allontanato rapidamente dalla scena".
I carabinieri sono intenzionati anche ad approfondire un'impronta digitale trovata sulla maniglia della porta di ingresso (ritenuta allora non utile dal Ris di Parma) su cui "non appare sia stata eseguita alcuna indagine biologica mirata ad accertare se quel contatto possa essere stato lasciato da una mano sporca di sangue (della vittima o di altri) o se fosse altra sostanza". Una tesi "oltre che logicamente fallace, non è di alcuna utilità investigativa" essendo stata osservata tre giorni dopo il delitto e trovandosi accanto alla serratura. Una porta toccata da Stasi e da soccorritori e investigatori. "Le tracce papillari, al pari del Dna, non sono databili. È impossibile sapere se quella traccia sia stata deposta il giorno del delitto o nei giorni precedenti (o addirittura in quelli successivi), basti pensare che in sede di rilievo sono state trovate anche le impronte papillari" di alcuni carabinieri coinvolti nelle indagini e di un falegname intervenuto tempo prima nella villetta per effettuare alcuni lavori. Per queste ragioni, concludeva l'archiviazione, "è evidente la totale irrilevanza investigativa della traccia segnalata".
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente''. Terna, presentando il piano di sviluppo 2025, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero, al fine di ''garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile''.
Tra i principali progetti pianificati Terna segnala 'Sa.Co.I.3', il progetto di ammodernamento e potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia 'Elmed', il raddoppio interconnessione Italia-Grecia, che ''consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni''.
Inoltre, nel piano di sviluppo 2025 sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come 'Merchant lines', a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Risultano in fase di avvio consultazione 11 richieste per oltre 12 Gw di capacità. Terna segnala che la gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, permette di ''avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 Gw di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 Gw di solare, 110 Gw di eolico on-shore e 86 Gw di eolico off-shore) e 277 Gw per sistemi di accumulo. Questi numeri, che ''superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo'', secondo la società.
In aggiunta, nell’ultimo biennio si è registrata una crescita delle richieste anche per gli utenti di consumo, che prelevano direttamente energia dalla rete di trasmissione nazionale e includono, ad esempio, impianti ad alto consumo energetico. Le richieste di connessione per questi utenti possono riguardare sia l’adeguamento di impianti già operativi sia la connessione di nuovi impianti alla rete. Tale tendenza è attribuibile per larga parte ai centri di elaborazione (data center): al 31 dicembre 2024 le richieste erano pari a circa 30 Gw, dato annuale 24 volte superiore rispetto a quello del 2021. Tali richieste sono principalmente localizzate nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia.
Terna annuncia che ''con lo scopo di favorire una sempre più ampia abilitazione delle rinnovabili e per garantire un’elevata qualità del servizio, in sinergia con i concessionari del servizio di distribuzione, è stato individuato un set di Cabine primarie da potenziare o da connettere alla Rete di trasmissione nazionale''. Il trend di tali richieste di connessione si è ulteriormente ampliato per effetto dei fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr. Terna ha definito un approccio di gestione delle richieste di connessione basato sulla definizione di 76 'microzone' che ''consentono di modellare in modo efficace un perimetro all’interno del quale studiare soluzioni di connessione e quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."