La Procura di Bologna ha depositato al Gip la richiesta di archiviazione per le posizioni di Thomas Kram e Margot Christa Frohlich. I due ex terroristi tedeschi erano indagati per la strage della stazione del 2 agosto 1980, nella cosiddetta pista palestinese. La presenza a Bologna il 2 agosto 1980 di Thomas Kram, terrorista tedesco delle ‘Revolutionaere Zellen’, “esperto di esplosivi” è “incomprensibile”, “ingiustificata” e “alimenta un grumo di sospetto”. Ma “quel solo e sorprendente fatto non è tuttavia sufficiente per ipotizzare in assenza di altri elementi” sul suo conto “una partecipazione alla strage della stazione”. Lo scrivono i Pm di Bologna nella richiesta di archiviazione del fascicolo sulla strage del 1980 per Kram e Margot Christa Frohlic.

Secondo la Procura, che ha coordinato le indagini della Digos a oltre 30 anni dall’attentato, la presenza di Kram a Bologna quella notte è certa, ma ne rimane sconosciuto il motivo. L’ex terrorista passò la notte tra l’1 e il 2 all’hotel Centrale e ha dichiarato di essersi trovato “al posto sbagliato al momento sbagliato”. Per la Procura “quella imprevista e sorprendente presenza a Bologna il giorno della strage avrebbe richiesto una risposta più persuasiva, piuttosto che una stravagante coincidenza del destino. Il silenzio opposto da Kram alla domanda del 25 luglio 2013 (quando il tedesco rese dichiarazioni spontanee, ndr) risponde ad esigenze difensive”, osservano i Pm Enrico Cieri e Roberto Alfonso, pur parlando di “un’occasione mancata per spiegare” cosa ci facesse a Bologna e dicendo che i sospetti sulla sua presenza in qualche modo vanificano la sentenza a suo carico pronunciata dal tribunale di Stoccarda che si augurava avesse chiuso i conti col passato. “La prova giudiziaria della responsabilità penale – proseguono – esige però una precisione indiziaria che è negata dalla possibilità di inferenze alternative”.

I Pm ricostruiscono anche l’esibizione da parte di Kram di due distinti documenti autentici quando venne controllato al valico di Chiasso, l’1 agosto (mostrò la carta d’identità alla polizia ferroviaria) e quando presentò la patente all’hotel di Bologna per registrarsi: “L’esibizione e il possesso di documenti autentici – ragionano – costituiscono un’anomalia evidente della condotta accorta di uno specialista nella contraffazione di documenti ed esperto nel confezionamento di esplosivi, qualora impegnato in operazione terroristica”. Ciò nononstante non sono stati chiariti i termini del suo viaggio in Italia. Sulla posizione di Frohlic, “nulla – scrivono i Pm – consente di ritenere che fosse a Bologna e comunque coinvolta nella strage”. La donna era stata vista da un portiere di albergo vicino alla stazione che l’aveva riconosciuta in foto e ne aveva parlato con gli inquirenti. Dagli accertamenti fatti nei primi anni ’80 e da quelli nuovamente svolti decenni dopo non sarebbe emersa la presenza della donna.

Per i pm è tutta la teoria della pista palestinese per la strage del 2 agosto a non reggere. In primo luogo va detto che secondo questa ipotesi, il legame tra il terrorismo palestinese e Kram avrebbe dovuto essere il terrorista venezuelano Carlos. Ma è un legame per i pm indimostrabile. In primo luogo infatti non c’è alcuna prova della appartenenza del tedesco al gruppo del sudamericano. In secondo luogo lo stesso terrorista venezuelano nel 1980 aveva già rotto i ponti da almeno quattro anni col terrorismo palestinese del Fplp, il Fronte popolare per la liberazione della Palestina, dentro il quale aveva inizialmente militato. Infine, ragionano i pm bolognesi, che interesse avrebbero avuto i terroristi palestinesi del Fplp a uccidere (o a far uccidere da altri esecutori) 85 civili italiani solo come rappresaglia per l’arresto di Abu Anzeh Saleh? Quest’ultimo, domiciliato a Bologna, era stato infatti arrestato l’anno prima, nel 1979 ed era ritenuto l’uomo del Fplp in Italia. Alcune note riservatissime dei servizi italiani nell’estate 1980, prima del 2 agosto, avevano messo in guardia le autorità da possibili ritorsioni per quell’arresto. Tuttavia, è il ragionamento dei pm, è davvero difficile pensare che per un esponente di secondo piano in carcere, i terroristi uccidessero per rappresaglia 85 civili inermi, compromettendo così i rapporti (tradizionalmente buoni) tra i palestinesi e l’Italia.

Per il presidente dei familiari delle vittime della Strage della stazione di Bologna, Paolo Bolognesi, la notizia è “molto positiva”. “Era anche ora che venisse archiviata. Se penso – ha aggiunto – a quanto tempo è stato perduto per seguire quella pista lì…”. Bolognesi è da sempre sostenitore della verità giudiziaria sull’attentato, cioè della colpevolezza degli ex Nar Fioravanti, Mambro e Ciavardini, condannati in via definitiva. L’associazione ha presentato diverse memorie alla Procura chiedendo di indagare per identificare sui mandanti dell’attentato. Sul punto l’inchiesta è aperta e nel corso degli ultimi anni sono state sentite varie persone, da Licio Gelli al colonnello Sismi Armando Sportelli.

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