Ci sono i diritti dei minori e la violenza contro di loro. Poi gli affari sociali e il welfare. Tutti argomenti di chiaro interesse per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza: niente di strano a cercarli negli articoli che ogni mattina finiscono in rassegna stampa. Ma che c’entrano Napoli e provincia con i problemi dei bambini e dei ragazzi? Eppure il garante Vincenzo Spadafora, campano doc, di Afragola per la precisione, ha infilato nel bando per il servizio di monitoraggio di giornali, radio e tv anche la ricerca di notizie sulla politica locale di quella zona e sulle vicende della Terra dei fuochi. Sarà che le proprie origini non si scordano mai. Macché, dall’ente ribattono che quella “è una delle aree d’Italia dove l’infanzia è più a rischio”. E così finisce che anche Napoli e provincia siano “tematiche da approfondire, per essere aggiornati”. Sia come sia, Spadafora non ha mai fatto mistero di essere legato ai luoghi che nel ’74 gli hanno dati i natali. Del resto, è lì che a 12 anni ha iniziato a fare il volontario per l’Unicef, prima di diventarne il presidente italiano dal 2008 al 2011. Il più giovane nel mondo a ricoprire un ruolo del genere.
In mezzo alcune esperienze politiche di rilievo: prima in Campania, come segretario particolare dell’allora governatore Andrea Losco, poi a Roma, dove Francesco Rutelli nel 2006 l’ha promosso a capo della sua segreteria al ministero dei Beni culturali. Una brillante carriera, insomma, con solo un mezzo inciampo: l’aver fatto entrare all’Unicef il figlio di Angelo Balducci, prima che gli scandali della Cricca diventassero di pubblico dominio. Alla guida dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Spadafora ci è arrivato quando è nata, nel 2011. Qui si occupa di tutela dei diritti e degli interessi dei minori. Senza però aver mai tralasciato i problemi della sua terra. E ora, nel bando per il servizio di rassegna stampa scaduto da pochi giorni, tra gli argomenti da monitorare è finito pure “Napoli e provincia (politica locale e Terra dei fuochi)”.
Non che questo aumenti di molto il costo di un contratto, che per 18 mesi viene stimato in 18mila euro più Iva e prevede la ricerca di articoli sui minori non solo sulle pagine ddei principali quotidiani generalisti, ma anche sull’immancabile Gazzetta dello sport e su alcuni organi di partito, tra cui l’ormai scomparsa Voce repubblicana. Però quelle parole chiave – Napoli, politica locale, Terra dei fuochi – di certo incuriosiscono. “Da parte dell’ufficio c’è la necessità di approfondire anche queste tematiche – ribatte la dirigente Alessandra Ponari –. La Campania, così come la Sicilia, è una delle regioni dove i rischi per l’infanzia sono più accentuati, lo dicono i dati. E nell’area a nord di Napoli c’è un incremento nel numero dei decessi dei bambini che si ritiene riconducibile alla questione rifiuti nella Terra dei fuochi”.
Alla Sicilia, però, il bando non dedica alcuna voce specifica. E nemmeno a Taranto, altro esempio di area tormentata dall’inquinamento, questa volta dell’Ilva. “Sulla Terra dei fuochi – spiega la dirigente – è necessario fare approfondimenti ed essere aggiornati, visto che l’authority si è spesa con attività e incontri in quell’area”. In effetti a giugno il garante è stato in tour a nord di Napoli. Insieme al pupazzo di Geronimo Stilton ha incontrato gli alunni delle scuole di Afragola e Sant’Antimo. Lì le vite dei più piccoli rischiano di subire l’influenza della camorra ed “è importante offrire ai giovani modelli positivi che li sottraggano al sistema dell’illegalità”, ha fatto notare Spadafora.
Quando poi l’anno scorso Le Iene hanno mandato in onda un servizio sull’acquisto a prezzi scontati da parte di diverse aziende dei prodotti agricoli coltivati su terreni inquinati da rifiuti tossici, Spadafora ha lanciato a titolo personale una petizione su change.org perché i responsabili della trasmissione tv segnalassero alla magistratura i nomi delle aziende. E l’Autorità ne ha dato notizia con tanto di comunicato. Iniziative meritevoli. Ma inserendo la politica napoletana in rassegna stampa, non si rischia di renderla ad personam? “Ci interessa la politica napoletana quando è collegata con l’infanzia. E quello è un territorio in cui l’infanzia soffre”, risponde Ponari. Anche lei campana? “Sì, di Napoli. Sono fiera di esserlo, anche se da un po’ vivo a Roma”.
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