Voi cosa fareste se vi accusassero pubblicamente di non avere il titolo di studio per il quale avete potuto prendere parte ad una selezione pubblica, poi vinta? Immaginiamo che, prima ancora di adire le vie legali, semplicemente esibireste il pezzo di carta contestato. Soprattutto laddove si ritenga l’accusa ingiusta ed ai limiti dell’infamia.
Alessandra Poggiani, da poco aggiudicatasi il concorso per la direzione generale dell’Agenzia Digitale italiana (Agid), è stato messa negli scorsi giorni sul banco degli imputati dal quotidiano Italia Oggi. Di fronte all’accusa formulata dal quotidiano economico-finanziario di non aver conseguito la laurea richiesta per assumere la carica di dirigente pubblico e quindi divenire capo di Agid, la Poggiani si è limitata a dichiarare che è in possesso di un titolo ottenuto all’estero. Denunciando al contempo il carattere fortemente denigratorio dell’articolo di Mauro Romano che accostava la Poggiani a personaggi del tutto privi di titoli accademici come ad esempio Oscar Giannino, rimandando nella lettera al curriculum allegato nella procedura di selezione.
Va innanzitutto osservato che nel caso di specie siamo di fronte ad una “laurea a metà”, un titolo under-graduate – ossia il cui corso di studi ha una durata di tre anni – di BSc Honours in Communications and Cultural Studies, ottenuto, si legge nella memoria difensiva della Poggiani, “presso la Metropolitan University of London il 12 luglio1995″.
Passi la piccola incongruenza relativa al fatto che nel 1995 la London Metropolitan University ancora non aveva visto la luce come tale: nasce, infatti, dalle precedenti London Guildhall University, che oggi ospita il City Campus, e University of North London, oggi North Campus. Ma la Poggiani si incammina in un vicolo cieco quando sostiene che tale titolo è stato già peraltro equiparato dal Cun (Consiglio Universitario Nazionale) in data 24 gennaio 1997, nell’ambito di un’analoga procedura selettiva”.
La Poggiani dimentica innanzitutto di precisare quale è la “analoga procedura selettiva” a cui ha partecipato 18 anni fa. Per giunta, cercata telefonicamente, nonché interrogata via e-mail sul punto ha deciso di non rispondere.
Ma il futuribile direttore dell’Agenzia pare soprattutto ignorare – certamente in perfetta buona fede – che l’equipollenza riconosciuta dal Cun nel 1997 non ha carattere generale ed ha valore solo per il concorso a cui si riferisce. Per un ruolo, a quanto ci è stato dato di comprendere, che ben poco aveva a che fare con quello di direttore generale.
Come ci è stato spiegato in modo preciso ed esaustivo dal Cun, il provvedimento di equipollenza del 1997 sul titolo conseguito a Londra dalla Poggiani, essendo riferibile alla sola selezione per la quale è stato richiesto non ha alcun valore generale. Ragione per cui è sostanzialmente carta straccia per la selezione a direttore generale di Agid.
Vi sono peraltro dei casi, come ci è stato confermato dallo stesso Cun, in cui l’ente emette dei pareri generali non vincolanti in materia di equivalenze, che proprio per la loro valenza erga omnes, sono pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Ma questo non è il caso dell’equipollenza relativa alla laurea triennale della Poggiani. Che dunque, nonostante la copiosa esperienza maturata sul campo, non pare proprio avere le carte in regola per ricoprire la carica di direttore generale.
Ora la spinosa questione pare sia finita sul tavolo del premier Renzi. Per il quale, dopo aver annunciato con enfasi, lo scorso 12 luglio “il Cdm ha dato l’ok al ministro Madia sull’agenzia digitale […] e nell’arco dei prossimi giorni Alessandra Poggiani diventerà il direttore generale dell’agenzia digitale”, non sarà facile tornare sui propri passi. Garantendo così “la piena applicazione del principio di trasparenza” a cui lo stesso avviso di selezione fa espresso riferimento.
Twitter: @albcrepaldi