“Adesso io lavoro, continuo a lavorare, ci sono cose importanti da fare. Tutto il resto… Io mi concentro sul lavoro”. Incontrerà Matteo Renzi? “Se mi convoca io ci vado”. Il commissario alla spending review Carlo Cottarelli, nonostante il presidente del Consiglio lo abbia informalmente “liquidato” assicurando che il governo non ha bisogno di lui per tagliare la spesa, resta in sella. E, come previsto, giovedì mattina ha presentato alla Commissione parlamentare bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale il suo progetto per disboscare la “giungla” (la definizione è sua) delle società partecipate dagli enti locali, che nel pomeriggio invierà al Comitato interministeriale per la revisione della spesa. Il piano di “razionalizzazione delle partecipate locali, con l’obiettivo di ridurle da 8mila a 1.000 in tre anni“, permetterà secondo Cottarelli di ottenere “a regime un risparmio di 2-3 miliardi. I costi amministrativi sono di circa mezzo miliardo l’anno per la quota pubblica e circa 300 milioni potrebbero essere risparmiati con una riduzione del numero delle partecipazioni”. Ma “è difficile una stima corretta perché non è del tutto conosciuta la dimensione delle inefficienze“. 

In agenda aggregazioni e chiusure. Troppe “aziende strumentali” – Cottarelli intende per prima cosa incentivare le aggregazioni tra società dei servizi pubblici locali (elettricità, acqua, gas, rifiuti e trasporto pubblico), che rappresentano poco più del 20% delle partecipate pubbliche ma, in termini di fatturato, valgono oltre il 50% di quello generato complessivamente. Il secondo step consisterà poi nel ridurre drasticamente – chiudendone una parte – il numero delle aziende strumentali e commerciali partecipate dalla pubblica amministrazione. Le prime sono quelle che svolgono servizi o funzioni (per esempio gestione dei software o delle proprietà immobiliari) che l’ente pubblico ha esternalizzato, mentre le società commerciali in molti casi si occupano, come rivelato da un recente rapporto della Corte dei Conti, di attività senza nessuna attinenza con i compiti istituzionali: dal commercio alla ristorazione. E non mancano quasi 150 agenzie di viaggio.

Nella giungla delle società commerciali anche aziende agricole che producono vino e formaggi – Non per niente il commissario, in un recente post pubblicato sul suo blog, parla di “giungla”. Una giungla che alle casse pubbliche costa carissima: nel 2012 il ministero dell’Economia ha censito un rosso di 1,2 miliardi. Ma, fa notare Cottarelli, “le perdite evidenziate in bilancio non raccontano tutto: in molti casi non appaiono soltanto perché l’attività dell’ente è finanziata con un contratto di servizio troppo generoso, i cui costi gravano sui cittadini, oppure perché le inefficienze vengono scaricate sugli utenti attraverso tariffe più elevate di quanto sarebbe necessario se queste società fossero ben gestite”. E “non sono solo le perdite economiche a rappresentare un costo, anche la sproporzionata lievitazione del numero delle aziende è già di per sé un problema: l’opacità, oltre che la complessità, del sistema che ne consegue è evidente”. Di qui la necessità di individuare, tra le società strumentali, “quali sono state create principalmente per eludere i vincoli del Patto di Stabilità interno e come ovviare al problema”. Per quelle che stanno sul mercato occorre poi “stabilire se esistano motivazioni di interesse generale che ne giustifichino l’esistenza”. Difficile sostenere che per un ente locale sia opportuno possedere un’azienda agricola che produce vino, fiori o formaggio e prosciutti. Eppure, scrive Cottarelli, succede almeno in una cinquantina di casi. 

La querelle sui 25 dossier. Renzi: “Non li ho ancora visti” – Quello sulle partecipate è uno dei più corposi tra i 25 dossier messi a punto dai gruppi di lavoro che lo hanno affiancato nel lavoro svolto a partire dall’ottobre del 2013, quando l’allora presidente del Consiglio Enrico Letta lo ha chiamato in Italia (Cottarelli era direttore del Dipartimento Finanza pubblica del Fondo monetario internazionale) a occuparsi della revisione della spesa pubblica. Dossier su cui la polemica a distanza con Renzi non accenna comunque a placarsi: a metà luglio Riccardo Puglisi, uno dei componenti del gruppo sui costi della politica (sotto il relativo rapporto), aveva denunciato sul Corriere della Sera che quei documenti, consegnati da tempo, erano rimasti “chiusi in qualche cassetto”. Concetto ribadito, sempre sulle pagine del quotidiano di via Solferino, anche mercoledì. E accompagnato dalla richiesta di renderli disponibili al pubblico. Ma il presidente del Consiglio, nell’intervista pubblicata giovedì dal Messaggero, nega di averli mai ricevuti: “Io non li ho ancora visti..

Tra 2009 e 2012 lo Stato ha ridotto la spesa del 10% – In audizione alla Camera, poi, Cottarelli ha fatto un quadro dei tagli alle spese già effettuati negli ultimi anni dallo Stato centrale. Alcuni risparmi sono stati ottenuti, ha sottolineato il commissario, con l’eccezione del capitolo pensioni. “Tra 2009 e 2012 lo Stato ha ridotto la spesa del 10% in termini nominali, i Comuni dell’8%, le Province del 14% e le Regioni, salvo la sanità, del 16%. Quindi c’è stata una riduzione molto forte delle spese anche per le amministrazioni centrali, ma non per le pensioni, salite del 7%”.

Parte l’operazione cieli bui. “Non spegniamo le luci, saranno solo più efficienti” – Cottarelli ha parlato anche dell’operazione “cieli bui”. Assicurando che “non spegniamo le luci nelle strade” ma è allo studio una proposta “di investimento tecnologico che consenta risparmi ed efficienza”. Per l’illuminazione stradale, ha ricordato, “si spendono circa due miliardi di euro l’anno e circa il 10% del risparmio cui puntiamo potrebbe venire dall’abbassamento delle luci in certe aree, ma il grosso dell’operazione sarà di efficientamento energetico”. E su questo “è impegnato un gruppo di lavoro nel quale verrà coinvolta anche l’Anci”. 

A settembre i piani per i risparmi su immobili pubblici, sedi delle Regioni e digitalizzazione – Cottarelli ha poi anticipato che oltre al taglio delle partecipate locali si sta lavorando anche sugli immobili pubblici, sulle sedi delle Regioni e sulla digitalizzazione. C’è un tavolo “guidato dal Demanio, che sta lavorando sul rinnovamento degli immobili pubblici, per studiare i risparmi su riscaldamento, pulizie, eccetera”. “C’è poi un gruppo di lavoro guidato dalle Regioni sulle sedi territoriali regionali”, ha anticipato Cottarelli. “Il lavoro ha subito un po’ di ritardo per il cambio alla presidenza della Conferenza delle Regioni ma mi aspetto il rapporto, stilato direttamente da loro, entro il 10 settembre”. Altro capitolo “la digitalizzazione: c’è stata una riunione qualche giorno fa con le amministrazioni centrali e una proposta con relativi risparmi concreti arriverà entro il 20 settembre”. Prosegue anche il lavoro sui fabbisogni standard, “che ha fatto buoni progressi negli ultimi mesi. Spero entro settembre-ottobre che si riesca a completare l’intero percorso, almeno per i Comuni” anche con “la capacità fiscale standard. Credo che per metà settembre il lavoro tecnico su questo punto sarà completato”. “Penso che se c’è la volontà politica il percorso si possa completare rapidamente”. Cottarelli ha ricordato che è stata aperta agli amministratori la banca dati OpenCivitas sui fabbisogni standard e che si sta procedendo all’aggiornamento dei dati, fermi al 2010. “Si sta anche lavorando – ha spiegato il commissario – al calcolo delle frontiere di efficienza, per avere non solo il costo medio, ma il costo medio di chi ha la migliore performance”. In “tempi molto brevi” dovrebbero anche essere pubblicati “i prezzi relativi ai beni essenziali venduti da Consip, dopo che sono state definite le caratteristiche essenziali” di questi beni, che dovrebbe consentire di ridurre le possibilità di ‘svicolare’ dagli obblighi di acquisto tramite Consip. 

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