Era rientrato dalla Liberia per essere curato in Spagna, il primo paziente europeo affetto dal virus che ha già ucciso mille persone in Africa Occidentale. Per il missionario spagnolo Miguel Pajares però non c’è stato nulla da fare e non si sa se, come riferito nei giorni scorsi, gli sia stato dato il siero sperimentale che ha fatto migliorare il medico e la volontaria statunitensi. Lunedì infatti il ministero della Salute spagnolo aveva annunciato di avere ottenuto il farmaco nel fine settimana per curare il religioso, ma oggi l’ospedale di Madrid non ha confermato se il missionario sia stato sottoposto al trattamento con ZMapp. Il corpo del sacerdote verrà cremato.
Oms: “1013 morti e 1848 casi”, epidemia individuata a marzo. I morti, secondo l’Oms, sono in totale 1.013, mentre sono 1.848 i casi fra sospetti, probabili e confermati. L’epidemia è stata individuata per la prima volta a marzo in Guinea, ma probabilmente era cominciata alcuni mesi prima. Il paziente zero, un bimbo di due anni, è morto il 6 dicembre dell’anno scorso. Il nuovo bilancio fornito dall’Organizzazione mondiale della sanità il periodo fra il 7 e il 9 agosto, nel quale sono morte 52 persone e sono stati individuati altri 69 contagiati. Una passeggera arrivata dalla Nigeria all’aeroporto di Istanbul con febbre alta è stata ricoverata in ospedale. Il ministero della Salute della Turchia precisa che il personale medico non sa se la donna abbia l’Ebola ma che sta adottando precauzioni. L’aereo di Turkish Airlines sul quale la donna viaggiava avrebbe dovuto poi dirigersi a Barcellona è stato sottoposto a disinfezione.
Alla Liberia le scorte del siero sperimentale ZMapp. La Liberia ha annunciato di avere ricevuto, su sua richiesta, una promessa da parte degli Stati Uniti di una consegna di campioni del siero sperimentale già somministrato a due cittadini americani infettati, e che ha dato in passato risultati positivi sulle scimmie. “La Casa Bianca e l’Agenzia americana del farmaco (FDA) hanno approvato la domanda della Liberia” – ha fatto sapere la presidenza del Paese in una nota diffusa a Monrovia – mettendo a disposizione “delle dosi di siero sperimentale per trattare i medici liberiani attualmente infettati“. L’accordo sarebbe stato stretto a seguito di una richiesta fatta dalla presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf l’8 agosto al suo omologo americano Barack Obama.
L’Oms ha autorizzato l’invio di dosi supplementari. Il trattamento dovrebbe essere consegnato in Liberia da un incaricato del governo americano entro la settimana. Inoltre – ha aggiunto la presidenza liberiana – la direttrice esecutiva dell’Oms, Margaret Chan, ha autorizzato l’invio in Liberia di dosi supplementari di siero sperimentale per contribuire a migliorare il trattamento. Gli esperti consultati dall’Oms affermano che è “etico” l’utilizzo di farmaci e vaccini in via sperimentale. L’agenzia Onu non si è però espressa su chi, in presenza di quantità limitate a disposizione, debba ricevere questi trattamenti. Lo scorso 6 agosto tre scienziati, tra cui lo scopritore del virus, avevano lanciato un appello affinché il siero, che sembra aver fatto migliorare in particolare le condizioni del medico Kent Brantly, potesse essere messo a disposizione dei governi africani.
La casa farmaceutica: “Spedite in Africa tutte le dosi disponibili”. La società farmaceutica americana produttrice del farmaco ha fatto sapere di avere spedito tutte le dosi disponibili in Africa occidentale. “Dopo avere soddisfatto le richieste ricevute durante il fine settimana dall’Africa Occidentale – ha indicato la società Mapp Bio in una nota in Internet – le scorte di ZMapp sono ormai esaurite. Ogni decisione relativa all’assunzione del farmaco – aggiunge la nota – dovrà essere presa dall’equipe medica che ha in carico il paziente”. La società ha poi aggiunto che il farmaco “è stato fornito gratuitamente in tutti i casi”. Questo farmaco, messo a punto in collaborazione con una società canadese, viene elaborato a partire da foglie di tabacco, ed è difficile al momento produrlo su vasta scala.