“Ci chiedono di fare scuole belle, ma nessuno pensa al fatto che siano funzionali”. A parlare è una dirigente del Duca D’Aosta, la scuola materna di Torino diventata nota a marzo scorso quando un muro è crollato. In quel caso non ci sono stati feriti, come invece è avvenuto altre volte. L’istituto Duca D’Aosta è solo uno dei tanti edifici disagiati, fatiscenti, in cui ogni giorno vivono milioni di studenti. Nei mesi scorsi, il governo Renzi aveva annunciato che dovevano essere erogati tre miliardi e mezzo di euro ed era stata fissata anche una data di inizio dei lavori nei vari comprensori: il primo luglio. Alla fine del mese in molte scuole i lavori non erano ancora iniziati. E tutt’oggi, con l’inizio dell’anno scolastico ormai alle porte, contattando presidi, funzionari e dipendenti degli istituti che hanno vinto i bandi fatti dal ministero dell’Istruzione, si scopre come i soldi non solo non siano ancora arrivati, ma dei lavori neanche l’ombra.

Già nei mesi scorsi Il Fatto aveva contattato molti assessori all’edilizia delle varie regioni, che – dal Piemonte alla Campania – hanno raccontato come le promesse del governo fossero state disattese. Sul sito del governo il piano sull’edilizia viene annunciato: “Il piano di edilizia scolastica, fortemente voluto dal presidente del Consiglio, prende il via”. Con le delibere approvate dal Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) il 30 giugno scorso sono stati destinati 510 milioni all’edilizia scolastica riprogrammando Fondi di Sviluppo e Coesione. Di questi soldi, 400 milioni sono destinati agli interventi di messa in sicurezza e agibilità all’interno del programma #scuolesicure. E altri 110 milioni verranno spesi per interventi di piccola manutenzione per il programma #scuolebelle. Nell’ambito di quest’ultimo progetto, è stata pubblicata anche la graduatoria delle scuole che hanno avuto accesso ai finanziamenti. Ecco alcune testimonianze.

Piemonte: “Speriamo di essere pronti a settembre”
Tra gli istituti che rientrano nella graduatoria del bando #scuolebelle c’è una scuola di Leini (Torino). “I lavori non sono iniziati e tanto meno sono arrivati i soldi – ha raccontato una dirigente della presidenza – Ho telefonato proprio l’altra mattina e mi hanno detto che dal provveditorato non arriveranno i soldi prima di settembre”. Ma a settembre la scuola si apre? “Lo so, speriamo che riescano a farli nel giro di paio di settimane”. Come questa scuola, altri 2.834 istituti hanno vinto lo stesso bando.

Friuli Venezia Giulia: “Anticipiamo noi la somma”
Non diversa la situazione in Friuli dove nel progetto #scuolebelle sono rientrati 620 comprensori . L’istituto J. Kugy è una scuola statale di Trieste. Qui la situazione è diversa perché i lavori sono iniziati ma a metterci i soldi non è ancora il governo (che gli ha destinato 30mila euro). “I lavori inizieranno in questi giorni – spiega un dirigente scolastico – Bisogna fare interventi di piccola manutenzione. Noi i lavori li facciamo e poi accrediteremo”. Anche il Dante Alighieri di Trieste dovrebbe ricevere 32mila euro circa. Non riusciamo a parlare con nessuno in presidenza, ma una donna in segreteria assicura: “Non so nulla, ma una cosa è certa: qui i lavori non ci sono”.

Lombardia: “L’urgenza è la palestra, speriamo di farcela”
Altri 67mila euro sarebbero destinati all’istituto Galilei di Voghera (Pavia). Qui il personale è molto ottimista: “I soldi non arrivano a noi ma alla provincia, eh! Comunque l’anno scorso abbiamo rifatto l’impianto di riscaldamento e ora bisogna ripristinare la palestra a cielo aperto. I progetti sono previsti per settembre”. Non crede che sia un po’ tardi? “Confidiamo”.

Campania: “Abbiamo ‘vinto’ 150mila euro, ma non ci arriva nulla”
In Campania, a vincere il progetto per interventi di piccola entità sono 4.427 scuole, come quella di San Cipriano D’Aversa. “Noi avevamo avuto all’inizio cinque finanziamenti. Al momento ci hanno detto che abbiamo avuto accesso solo a quelli per le scuole elementari. Di soldi ne abbiamo ‘vinti’ 57mila in una tranche e altri 95mila nella seconda. Ma ancora non ci arriva nulla. Per ora gli unici soldi pubblici che abbiamo sono quelli dei finanziamenti dell’Unione Europea di un bando del 2010. E pensi che ci sono arrivati solo l’anno scorso, tre anni dopo!”

Sicilia: “Siamo bloccati, non possiamo riparare niente”
Anche in Sicilia di soldi, almeno negli istituti contatti dal Fatto, neanche l’ombra. Come nel Plesso Santa Lucia di Enna, che ha ottenuto un piccolo finanziamento di 13mila euro. “I soldi non sono arrivati. Noi dovremmo ristrutturare palestra e auditorium, ma per ora non possiamo fare niente”.

“Il tetto? Ce l’ha pagato il Comune per fortuna”
Sono questi i racconti di chi ogni giorno vede con i propri occhi le necessità di milioni di studenti. Intanto le scuole italiane continuano a essere vecchie e fatiscenti come ha raccontato l’ultimo rapporto Censis. E lo sanno bene i dirigenti delle scuole diventate di interesse comune solo nel momento in cui sono avvenute delle tragedie. Come la scuola materna Duca D’Aosta (Torino) dove a marzo scorso un muro è crollato e fortunatamente non c’è stato nessuno ferito. “È stato fatto un intervento al tetto – spiega una funzionaria della scuola – pagato però dal Comune. Per quanto riguarda i soldi stanziati dal governo, è arrivata una prima comunicazione per tre plessi, poi una seconda solo per uno: la scuola elementare. Noi di concreto non abbiamo visto niente. Di questo bando #scuolebelle noi non facciamo parte, ma dal ministero ci hanno detto che c’è comunque un budget”. E rassegnata conclude: “Non so fino a che punto bello vuol dire funzionale”.

Il governo: “State tranquilli, il denaro arriverà a fine mese”
Di questa situazione abbiamo chiesto conto al sottosegretario all’istruzione, Roberto Reggi, che spiega la mancanza di denaro nelle casse delle scuole così: “Il meccanismo di finanziamento va direttamente dal Miur al dirigente scolastico che fa l’ordinativo. Questo per quanto riguarda le #scuolebelle. I soldi quindi arriveranno quando le ditte fattureranno, ossia a fine di agosto. Per quanto riguarda il progetto #scuolesicure, dal Cipe abbiamo aggiornato la scadenza entro la quale comuni e province posso aggiudicarsi gli appalti. Hanno tempo fino alla fine dell’anno per appaltare i lavori. In questo caso, il denaro arriverà a gennaio 2015 a sindaci e presidenti di provincia. Inoltre stiamo attivando, ad esempio con la Cassa depositi e prestiti, altri investimenti che saranno disponibili l’anno prossimo”. Ma non erano 3 miliardi e mezzo i soldi promessi? “Certo, ci arriveremo a quella cifra. Ci sono anche altri finanziamenti e decreti che verranno fatti entro il 2015”.

Dal Il Fatto Quotidiano del 12 agosto 2014

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