Mario Balotelli si sfila il nero e veste solo rosso, quello del Liverpool. Mancano solo le firme, poi la cessione dell’attaccante verrà ufficializzata. Il Milan intasca circa 20 milioni di euro, il centravanti cambia aria e giocherà la Champions League. Ma vede ancora una volta scendere – seppur di poco – la valutazione sul mercato, segno di un arretramento della fiducia circa le sue reali possibilità d’affermarsi come top player. L’operazione rende comunque tutti felici e contenti, al risveglio da una notte risolutrice dopo i contatti degli scorsi giorni. Che il trasferimento fosse prossimo alla chiusura lo si è capito quando il procuratore del giocatore, Mino Raiola, ha preso un aereo diretto in Inghilterra. Con più trattative intavolate tra suoi assisti e le squadre di Premier, la priorità è diventato lui, SuperMario.
Dopo mesi chiacchierati, di ammissioni, smentite e frasi sibilline, Balotelli saluta il Milan e aspetta di mettere la firma su un contratto da circa 6 milioni di euro all’anno. Raiola discuterà i dettagli con la dirigenza dei Reds durante il pomeriggio ma c’è già un accordo di massima e, soprattutto, quello tra i club. Il posto del pistolero Suarez sarà quindi di Balotelli, alla ricerca di nuovi stimoli dopo una stagione difficile e un’estate da dimenticare, nella quale è stato travolto dalle polemiche durante e dopo il Mondiale, fino a ritrovarsi ai margini del progetto di Filippo Inzaghi e con il nuovo ct Antonio Conte pronto a toglierlo dal piedistallo degli azzurri intoccabili. Meglio cambiare aria, allora. Per la terza volta in quattro anni.
Il 12 agosto del 2010, nel giorno del suo ventesimo compleanno, Balotelli passa dall’Inter al Manchester City portando nelle casse dei nerazzurri 29,5 milioni di euro tra cartellino e bonus. Doveva essere la grande occasione dopo il periodo tormentato con José Mourinho e la maglia gettata via nella notte del 3-1 al Barcellona in semifinale di Champions League. Ma nei tre anni con la maglia dei Citizens (80 presenze e 30 gol) il rapporto con Roberto Mancini è andato via via deteriorandosi, culminando nel corpo a corpo in allenamento e nel rendimento flop degli ultimi mesi (14 partite, 1 gol). E così nel gennaio 2013 SuperMario torna a Milano, sponda rossonera. Il classico colpo last minute di Adriano Galliani, concluso per 20 milioni di euro (più 3 di bonus). Un affare a tutti gli effetti, possibile grazie alla voglia del City di liberarsi del giocatore e dettato dall’esigenze politiche di Berlusconi in vista delle elezioni.
Mario arriva e ringrazia con 12 gol in 13 partite. Segna, sorride e scherza. Sembra aver cambiato pelle, questa volta davvero. E invece nella scorsa stagione il rendimento torna altalenante e si trascina via anche il buon umore. Quattordici gol in campionato, due in Champions e la Coppa del Mondo davanti. La grande chance brasiliana è cronaca recente, dal gol all’Inghilterra alle accuse di Buffon e De Rossi, fino alla bufera scatenata con la frase sui fratelli negri. Galliani lo difende a caldo (“Mario è l’unico attaccante della nazionale ad aver segnato in Nazionale”) ma sembra più un fare quadrato per non abbassare il costo del cartellino che la reale volontà di scommettere ancora sul giocatore.
E infatti arriva la cessione, a un costo leggermente inferiore a quello di 18 mesi fa. Se allora era un prezzo di favore, oggi è la reale quotazione di mercato. Lontana dalle cifre investite dalle big europee per i grandi attaccanti. Per rimanere in casa Liverpool, i Reds hanno intascato 75 milioni di euro dal Barcellona per Luis Suarez, che proprio Balotelli dovrà sostituire. Nonostante le prestazioni in chiaroscuro e i colpi di testa, Balotelli resta una macchina da soldi e mediatica. E fa discutere. Basta fotografare queste ore sui media e sui social. Mentre i siti inglesi parlano di attaccante maverick (individualista) e pongono dubbi sull’operazione, nella zona di Liverpool si ritrova il famoso #whyalwaysme tra i top trends di Twitter. Un rumore di sottofondo da trasformare in gol. A 24 anni è già all’ennesima operazione di rilancio. Molto passerà anche dal rapporto con l’allenatore dei Reds, Brendan Rodgers. Non è considerato un sergente di ferro ma uomo capace di dialogare. Lo scorso anno coccolò Suarez, finito fuori rosa ed ebbe ragione. Ha recuperato un altro ex nerazzurro, Philippe Coutinho, e rivalutato Sturridge, scartato dal Chelsea. Per Balotelli è probabilmente l’ultima speranza. Per Rodgers, la prima vera impresa. E il Milan? Si consolerà operando sul mercato. I nomi? Da Jackson Martinez a Cerci e Rabiot, sognando il colombiano Falcao.