Regge il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Dopo 50 giorni di conflitto fra Israele e Hamas, che hanno provocato oltre 2.200 morti, sembra tornata la calma a seguito dell’accordo raggiunto per una tregua illimitata, che è entrata in vigore alle 18 di ieri ora italiana. Oggi l’esercito israeliano ha fatto sapere che non si hanno notizie di violazioni del cessate il fuoco da quando è entrato in vigore. A Gaza è cominciata la ricostruzione: prima di ogni cosa bisogna riparare le linee elettriche e le infrastrutture per la distribuzione dell’acqua corrente, danneggiata nelle sette settimane di attacchi aerei israeliani. Annunciando ieri l’accordo in un discorso trasmesso in diretta tv, anche il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha lanciato l’allarme per la “tragedia” di Gaza, parlando di una “situazione drammatica”. “Gaza in questo momento non ha acqua né elettricità e poi dobbiamo pensare all’istruzione, visto che molte scuole sono state distrutte o occupate da famiglie rimaste senza casa”, ha detto Abbas.
Cosa prevede l’accordo
L’accordo raggiunto prevede l’allentamento del blocco sulla Striscia per permettere il passaggio di soccorsi e dei materiali necessari per la ricostruzione di Gaza. Colloqui su questioni più profonde dovrebbero cominciare tra un mese. Fra i temi ancora da trattare ci sono: le richieste di Hamas di uno stop totale del blocco nella Striscia, di riaprire l’aeroporto e di avere un porto a Gaza; e la richiesta di Israele di un disarmo di Hamas.
Riaperto il valico di Erez
La prima conseguenza dell’intesa: Israele riapre il valico di Erez con la Striscia ai malati, ai commercianti e ai palestinesi di Gaza che hanno permessi speciali. Ridotta la ‘zona di interdizionè: agli agricoltori palestinesi viene consentito di avvicinarsi fino a 100 metri dal confine. Per i pescatori, la zona autorizzata torna a 6 miglia marine. Fra un mese passerà a 12.
Hamas canta vittoria, Haniyeh torna in pubblico
In questo modo Hamas ha di fatto accettato condizioni simili a quelle che posero fine ai combattimenti con Israele nel 2012. Allora lo Stato ebraico aveva promesso di allentare gradualmente le sanzioni in vigore nella Striscia, mentre Hamas aveva promesso di fermare i lanci di razzi da Gaza. Ciononostante Hamas ha presentato l’intesa di ieri come una vittoria della resistenza palestinese, invitando i suoi sostenitori a festeggiare in strada. Il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è tornato a mostrarsi in pubblico per la prima volta dall’inizio del conflitto. Quasi senza preavviso Haniyeh – che da 50 giorni, cioà dall’inizio dell’offensiva, era nascosto in una località sconosciuta – è apparso in una piazza di Gaza City ed ha arringato la folla.
Netanyahu: “A Gaza uccisi 100 terroristi”
“E’ ancora presto per poter stabilire se sia stato effettivamente raggiunto un periodo prolungato di calma”, ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu, assumendo toni cauti dopo aver esordito in una conferenza stampa affermando che Israele ha ottenuto grossi successi militari e politici su Hamas con l’operazione: le forze armate israeliane hanno ucciso “quasi 1000 terroristi nemici”.”Hamas ha patito il colpo più duro dalla sua fondazione” sul piano militare e su quello politico “e non ha ottenuto nessuna delle sue richieste nel firmare il cessate il fuoco”, ha aggiunto il premier israeliano.
Ieri l’entrata in vigore dell’accordo
E’ entrato in vigore un nuovo cessate il fuoco tra Israele e Hamas. “I colloqui sono terminati, abbiamo raggiunto un accordo” per una tregua nella Striscia di Gaza, ha annunciato nel pomeriggio l’esponente di Hamas, Musa Abu Marzuk, in un messaggio sulla sua pagina Facebook. Secondo Abu Marzuk, l’accordo per una tregua stabile nell’enclave palestinese “è una vittoria della resistenza” ed “incarna la resistenza del nostro popolo”. Stando a fonti palestinesi, citate dal Jerusalem Post, l’annuncio del cessate il fuoco sarà fatto stasera dal presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Mahmoud Abbas. Il premier di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, ha confermato che Israele e palestinesi sono vicini ad annunciare l’inizio di una tregua stabile. “Siamo molto vicini a raggiungere delle intese politiche che sono in linea con le richieste del nostro popolo e che sono appropriate con la condotta della resistenza”, ha detto Haniyeh, stando ai media palestinesi. La tregua è entrata in vigore alle 18 ore italiane.
L’accordo prevede anche l’allentamento “immediato” dell’”assedio” all’enclave palestinese. Lo ha riferito una fonte di Hamas, citata a condizione di anonimato dal sito Ynet. Secondo la fonte, l’accordo prevede inoltre che nei prossimi mesi partano colloqui tra le parti per la costruzione nella Striscia di Gaza di un porto e di un aeroporto. Dopo l’annuncio dell’entrata in vigore della tregua, spiega la stessa fonte, sarà aperto il valico di Rafah, che collega l’enclave palestinese all’Egitto. Le operazioni di apertura del valico saranno condotte dalle forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp). “Altre questioni – scrive l’agenzia egiziana Mena – verranno discusse in altri negoziati entro un mese“.
Subito dopo l’annuncio sul raggiungimento dell’accordo, le sirene anti-missile sono tornate a suonare in Israele. Hamas avrebbe lanciato un’offensiva nel Neghev occidentale. I kibbutzim e i villaggi vicini alla linea di demarcazione sono sottoposti a nutriti lanci di mortai e di razzi palestinesi. Le sirene suonano a ripetizione, la popolazione è nei rifugi. Il bilancio è di un morto e due feriti.
Alla pioggia di razzi di Hamas e delle altre fazioni, Israele ha replicato sia con i raid (i morti secondo fonti palestinesi sarebbero almeno altri 12 nelle ultime 24 ore, circa 2.120 in totale) sia con le “esecuzioni mirate”. L’esercito ha confermato di aver condotto questo tipo di azione quando un razzo ha centrato oggi un’automobile in transito a Gaza City. All’interno, secondo la radio militare, viaggiavano due miliziani di un gruppo locale noto come ‘Esercito dell’Islam‘ che sarebbero stati impegnati nell’organizzazione di un attentato. In un’altra operazione, l’aviazione israeliana, con un razzo di ‘avvertimentò sparato da un drone sul tetto, ha di fatto intimato agli abitanti di un edificio di sette piani vicino al porto di Gaza di sgomberare subito l’edificio in pronto di essere colpito. Fonti sul posto hanno riferito della fuga precipitosa degli inquilini e ai giornalisti stranieri presenti negli alberghi vicini è stato consigliato dagli abitanti di tenersi a distanza di sicurezza.