Sono 1.424, circa una su 4 tra quelle esaminate, le partecipate degli enti locali con una redditività negativa. E’ quanto risulta dalle tabelle pubblicate martedì sul sito del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. Elenchi dettagliati che integrano il documento relativo ai conti 2012 di 5.264 società, inviato da Cottarelli il 7 agosto al Comitato interministeriale per la revisione della spesa. Da quelle tabelle emerge, appunto, che quasi il 25% delle aziende passate al setaccio è un colabrodo, Lo dimostra il valore negativo dell’indice “Return on Equity” (Roe), che come spiega il sito “descrive l’importo dei profitti o delle perdite per unità di capitale investito”. Quando va sotto zero, dunque, la società perde denaro. E a perdere sono in tante: società immobiliari e consorzi agroalimentari, aziende di trasporto pubblico e società di gestione di aeroporti. Il solito pot pourri che ha indotto Cottarelli, in un post sul sito di qualche mese fa, a definire l’universo delle partecipate “giungla“. Giungla di attività incongrue con gli obiettivi degli enti pubblici che ne possiedono parte del capitale, ma anche giungla di consigli di amministrazione e relativi “gettoni”, assunzioni facili e sprechi.
Ci sono poi anche 143 partecipate che risultano avere un patrimonio negativo o nullo. Come dire che le perdite sono state così prolungate e corpose da erodere il capitale. Le tre con un rosso maggiore sono l’immobiliare Cmv di Venezia, partecipata al 100% dal Comune e a sua volta proprietaria del Casinò della città lagunare, con mezzi propri negativi per 20,3 milioni, la Fiera di Roma, che segna -15,7 milioni, e la società di trasporti del Lazio Cotral, con -14,9 milioni. Al nono posto c’è poi il Comitato Italia 150, che a tre anni dalla fine dei festeggiamenti del 2011 “vanta” ancora 3,6 milioni di patrimonio negativo. Ma ci sono anche 1.242 aziende non attive, dalla napoletana Arpac all’Aeroporto civile di Padova, in liquidazione, fino allo Zuccherificio del Molise. E ben 1.075 società i cui bilanci 2012 risultano al momento “off limits” anche per il commissario alla revisione della spesa. Non mancano poi 86 partecipate i cui bilanci “non sono coerenti” con i dati riportati nella banca dati del Tesoro e quindi “potrebbero contenere errori”.
In totale le 5.264 società censite hanno un patrimonio netto sopra i 200 miliardi, ma un reddito netto positivo per poco più di 3 miliardi. Sulle 130 più piccole (patrimonio netto sotto i 10mila euro) solo 30 hanno un Roe positivo. Per quanto riguarda le aziende grandi, le 1.662 partecipate con patrimonio netto tra 100mila euro e un milione di euro hanno un patrimonio netto complessivo di oltre 627 milioni e un reddito netto positivo per appena 2,7 milioni. Però 1.128 hanno un Roe positivo. Infine le partecipate con oltre un milione di euro di patrimonio netto, che sono 2.290 e totalizzano 218 miliardi di patrimonio netto, hanno 3,37 miliardi di reddito netto e il 1.605 casi presentano un Roe positivo.
La “giungla” delle partecipate genera perdite per 1,2 miliardi l’anno ed è il primo obiettivo dei tagli di Cottarelli. L’obiettivo è ridurle “da 8mila a 1.000 in tre anni” ottenendo a regime, ha detto il commissario alla Commissione parlamentare bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale, “un risparmio di 2-3 miliardi”. Cottarelli intende per prima cosa incentivare le aggregazioni tra società dei servizi pubblici locali (elettricità, acqua, gas, rifiuti e trasporto pubblico), che rappresentano poco più del 20% delle partecipate pubbliche ma, in termini di fatturato, valgono oltre il 50% di quello generato complessivamente. Il secondo step consisterà poi nel ridurre drasticamente il numero delle aziende strumentali e commerciali partecipate dalla pubblica amministrazione. Le prime sono quelle che svolgono servizi o funzioni che l’ente pubblico ha esternalizzato, mentre le società commerciali in molti casi si occupano di attività senza nessuna attinenza con i compiti istituzionali: dal commercio alla ristorazione. E non mancano quasi 150 agenzie di viaggio.