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Lagarde indagata: “negligenza” nella gestione del caso di Bernard Tapie

I fatti risalgono al 2008, quando l'attuale numero uno del Fmi era ministro dell'Economia. E' accusata di essere andata oltre il proprio ruolo nell'affidare a un arbitrato la controversia tra l'imprenditore e il Credit Lyonnais
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Christine Lagarde indagata. E’ stata la stessa direttrice generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), ad annunciare l’indagine che la riguarda in cui è accusata di “negligenza” nell’inchiesta sull’arbitrato fra Bernard Tapie e la banca Credit Lyonnais. La vicenda giudiziaria, in mano alla Corte di giustizia della repubblica francese, riguarda l’arbitrato che nel 2008 – ai tempi in cui Lagarde era ministro dell’Economia – chiuse l’annoso contenzioso tra l’ex politico-attore-imprenditore e cantante Bernard Tapie e la banca Credit Lyonnais, per la consulenza nella cessione del marchio sportivo Adidas, di cui Tapie era stato proprietario all’inizio degli anni 90.

La Lagarde è sospettata di essere andata al di là del proprio ruolo di ministro nel decidere di affidare la questione a un arbitrato, invece che alla giustizia ordinaria. L’arbitrato si chiuse con il riconoscimento a Tapie di un indennizzo da 400 milioni di euro per il comportamento scorretto della banca. Sotto osservazione c’è anche la decisione del ministero – parte in causa in quanto proprietario della società che raggruppò i debiti del Credit Lyonnais dopo la sua nazionalizzazione – di non fare ricorso contro l’onerosa sentenza. Nello stesso procedimento l’ex capo di gabinetto della Lagarde, Stephane Richard, che oggi è amministratore delegato del gruppo di telecomunicazioni Orange (ex France Telecom), è stato messo nei mesi scorsi sotto inchiesta per truffa e favoreggiamento. La numero uno del Fondo monetario internazionale ha in ogni caso negato di volersi dimettere: “No – ha risposto a domanda diretta – torno al lavoro da oggi pomeriggio”.

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