Se le indicazioni del ‘piano’ di Matteo Renzi verranno confermate, possono festeggiare i precari storici della scuola, per cui pare in arrivo un’infornata di assunzioni. L’idea è quella di svuotare tutte le graduatorie, per far ripartire da zero la scuola italiana e il suo sistema di reclutamento dopo anni di caos: 150mila assunti, attraverso cui coprire i 50mila posti attualmente scoperti, dar vita ai nuovi organici funzionali per il potenziamento dell’offerta formativa (circa 20mila docenti), e colmare il deficit di personale nella scuola primaria e dell’infanzia (pesantemente penalizzate dalle gestioni precedenti, ad essa dovrebbero essere riservati 80mila posti, oltre la metà del totale). Nel fascicolo pubblicato dal governo sul nuovo sito dei “MilleGiorni” (136 pagine che spaziano dai programmi alla valutazione, passando per la revisione del contratto), il primo capitolo è interamente dedicato alle assunzioni.
I costi: serviranno tre miliardi di euro
Le attese non sono andate deluse, la proposta di Renzi è ambiziosa: “A decorrere dall’anno scolastico 2015/2016 assunzione di tutti i ‘precari storici’ iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento e dei vincitori e idonei dell’ultimo concorso bandito nel luglio 2012”. Stando alle ultime stime ministeriali, 150mila docenti in totale la cui odissea di incarichi a tempo determinato dovrebbe finire il prossimo settembre. Tutti dentro e tutti subito (in un solo anno, e non spalmati su un triennio come si era vociferato). Si parla anche delle coperture. Serviranno ben tre miliardi di euro, che diventeranno quattro a dieci anni dall’entrata in vigore del provvedimento. Ma per il primo anno solo uno, ed è questo l’obiettivo che il governo si pone per la prossima Legge di Stabilità (dove dovranno essere stanziate le risorse). Queste stime potranno essere riviste al ribasso grazie al risparmio sulle supplenze brevi (non totale, circa 350 milioni sui 600 spesi ogni anno) e alla revisione del contratto dei docenti, con una progressione di carriera basata sul merito e non sull’anzianità (condizione fondamentale per rendere possibile la stabilizzazione, aggirando gli oneri della ricostruzione di carriera dei precari).
Festeggiano i precari storici per la riforma-sanatoria
Il piano straordinario di immissioni in ruolo si configura allora soprattutto come una sanatoria di situazioni precedenti: un colpo di scopa sul Concorsone 2012, che per vari motivi ancora non era stato del tutto assorbito. Ma soprattutto sulle GaE, le liste che assegnano cattedre e supplenze annuali, che l’Italia si trascina dietro da anni: un enorme ostacolo a qualsiasi tipo di programmazione, visto che la legge obbliga a pescare da questo bacino per il 50% di tutte le assunzioni autorizzate. La buona notizia per tutti, precari vecchi e nuovi, è che presto potrebbero non esistere più: si ripartirà da zero, e finalmente sarà possibile bandire concorsi per tutti i posti disponibili (e non solo metà del fabbisogno). I delusi sono i nuovi precari, quelli che non hanno fatto a tempo ad iscriversi nelle liste ad esaurimento, e sono collocati invece nelle Graduatorie d’Istituto che assegnano le supplenze temporanee. Per loro, che non verranno inclusi nel piano di assunzioni (nei giorni scorsi si pensava che almeno una fetta delle 150mila stabilizzazione potesse riguardarli), il governo ha comunque pensato ad un concorso. Bandito però su base triennale (e non biennale, come era sempre stato promesso) e da “soli” 40mila posti (previsti dal turnover) tra il 2016 e il 2019. Chi non troverà spazio in organico resterà iscritto nelle Graduatorie d’Istituto, che non scompariranno, come era stato paventato: verranno impiegate per l’assegnazione degli incarichi (lunghi o brevi) che anche i nuovi organici funzionali non riusciranno a coprire; e soprattutto saranno riservate ai soli abilitati, con l’eliminazione della prima e della terza fascia (in cui trovavano spazio rispettivamente gli iscritti in GaE e i non abilitati). Per quest’ultimi il prossimo concorso (aperto a tutti) sarà l’unica chance per entrare nella scuola: poi per puntare ad un incarico dovranno sanare la propria posizione e conseguire l’abilitazione. Ma alla lunga i benefici dell’eliminazione delle graduatorie ad esaurimento dovrebbero riguardare tutti.
Addio al Tfa (Tirocinio formativo attivo)
Cambia il sistema di reclutamento (con lo svuotamento delle graduatorie e le assunzioni solo per concorso, a partire dal prossimo triennio 2016/2019), cambia anche il sistema di formazione. Il Tfa (Tirocinio Formativo Attivo, istituito dall’ex ministro Profumo come canale abilitante nel 2011) dopo appena tre anni è già morto. Si torna al passato, con il percorso di abilitazione incluso all’interno di quello universitario. Chi aspira alla carriera di docente potrà iscriversi, nell’ambito del corso di laurea di propria specializzazione, ad un biennio specialistico caratterizzato da corsi di didattica e pedagogia. L’accesso sarà a numero chiuso, legato al fabbisogno reale stimato dal Ministero, con una selezione sulla base di titoli ed esami. Al termine del biennio ci sarà un secondo momento di tirocinio nella scuola: sei momenti sotto la supervisione di un “docente mentor” (una specie di tutor) al termine dei quali, in caso di valutazione positiva, si conseguirà l’abilitazione. In caso di valutazione negativa il tirocinio potrà essere ripetuto solo una volta. Chi invece dovesse decidere di puntare alla carriera di insegnante ad anni di distanza dalla laurea, dovrà sostenere gli esami integrativi partecipando alla selezione a numero chiuso.
Autonomia e valutazione
La questione della valutazione dei docenti è direttamente collegata alla revisione del contratto. “Non c’è autonomia senza responsabilità, non c’è responsabilità senza valutazione”, si legge nel fascicolo. In questo sillogismo c’è tutta l’intenzione del governo di accelerare di dare più poteri ai dirigenti scolastici nella gestione degli istituti. I presidi diventeranno un ruolo centrale: potranno scegliere i docenti a cui affidare le attività extra della scuola e premiarli anche economicamente. Per far questo, però, dovranno essere più preparati e saranno reclutati diversamente: non più bandi regionali (sempre molto travagliati negli ultimi anni), ma un corso-concorso della Scuola nazionale dell’amministrazione, che gli equipara ai dirigenti di Stato. Avanzamento di carriera del dirigente scolastico sarà la figura dell’ispettore, chiamato – nell’ambito del nuovo Sistema nazionale di valutazione (Snv) – a giudicare l’operato delle scuole. La valutazione degli insegnanti invece dovrebbe ricadere sugli organi collegiali interni, di cui faranno parte i cosiddetti “docenti mentor” (cui spetterà anche il giudizio finale sull’abilitazione dei tirocinanti). Tutti i docenti con i loro curriculum verranno iscritti in un grande registro nazionale, a disposizione dei presidi per scegliere i profili più adatti alle attività supplementari della propria scuola. Mentre il nuovo Sistema nazionale di valutazione (Snv) elaborerà per ogni istituto un piano triennale di miglioramento, da cui dipenderanno parte dei fondi per l’offerta formativa (il Mof, che verrà rifinanziato) e anche la valutazione e la retribuzione degli stessi presidi.
Programmi: musica, arte e lavoro. Via libera ai finanziamenti privati
La seconda parte del fascicolo riguarda invece l’offerta didattica. Matteo Renzi punta a recuperare il “patrimonio storico-culturale” del Paese: dunque insegnamento pratico della musica, sia nelle scuole primarie (dove verrà reintrodotto con due ore a settimana) che nelle secondarie; e recupero della storia dell’arte e del disegno, soprattutto nel biennio dei licei. Per entrambe le misure sarà sufficiente impiegare una parte dei 150mila neoassunti. Investimenti importanti anche nell’educazione motoria, con la novità di un’ora a settimana nelle classi dalla seconda alla quinta elementare. E poi un piano (ancora da approfondire) per lo sviluppo delle lingue straniere, con la preparazione dei docenti all’insegnamento delle loro discipline in lingua straniera. Il governo scommette anche sull’informatica: per completare la “rivoluzione digitale” mai realmente attuata nelle scuole italiane, debutterà il “coding” (la programmazione) fra le materie di insegnamento; poi ancora una promessa sulla connessione degli istituti, e marcia indietro su strumenti più “pesanti” (come le Lim) che non hanno portato i risultati sperati. Il resto riguarda l’alternanza scuola-lavoro, che verrà notevolmente potenziata, soprattutto negli istituti tecnici e professionali, con almeno 200 ore l’anno che costeranno almeno 75 milioni di euro (attualmente lo Stato ne spende solo 11) e coinvolgeranno attivamente docenti e aziende. Per fare tutto questo il governo promette più fondi. Ma apre anche le porte all’investimento nella scuola pubblica di soggetti privati, con le scuole che dovranno costituirsi in fondazioni per ricevere finanziamenti esterni. E questa, insieme alla revisione del contratto e degli scatti di carriera, è probabilmente la parte del progetto più controversa e su cui ci saranno più polemiche.
Scuola
Riforma della scuola: 150mila prof assunti nel 2015. E’ sanatoria ‘svuota-graduatorie’
Serviranno 3 miliardi di euro, che diventeranno 4 a 10 anni dall’entrata in vigore del provvedimento. Ma per il primo anno solo uno, ed è questo l’obiettivo che il governo si pone per la prossima Legge di Stabilità (dove dovranno essere stanziate le risorse). Queste stime potranno essere riviste al ribasso grazie al risparmio sulle supplenze brevi (non totale, circa 350 milioni sui 600 spesi ogni anno) e alla revisione del contratto dei docenti, con una progressione di carriera basata sul merito e non sull’anzianità (condizione fondamentale per rendere possibile la stabilizzazione, aggirando gli oneri della ricostruzione di carriera dei precari).
Se le indicazioni del ‘piano’ di Matteo Renzi verranno confermate, possono festeggiare i precari storici della scuola, per cui pare in arrivo un’infornata di assunzioni. L’idea è quella di svuotare tutte le graduatorie, per far ripartire da zero la scuola italiana e il suo sistema di reclutamento dopo anni di caos: 150mila assunti, attraverso cui coprire i 50mila posti attualmente scoperti, dar vita ai nuovi organici funzionali per il potenziamento dell’offerta formativa (circa 20mila docenti), e colmare il deficit di personale nella scuola primaria e dell’infanzia (pesantemente penalizzate dalle gestioni precedenti, ad essa dovrebbero essere riservati 80mila posti, oltre la metà del totale). Nel fascicolo pubblicato dal governo sul nuovo sito dei “MilleGiorni” (136 pagine che spaziano dai programmi alla valutazione, passando per la revisione del contratto), il primo capitolo è interamente dedicato alle assunzioni.
I costi: serviranno tre miliardi di euro
Le attese non sono andate deluse, la proposta di Renzi è ambiziosa: “A decorrere dall’anno scolastico 2015/2016 assunzione di tutti i ‘precari storici’ iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento e dei vincitori e idonei dell’ultimo concorso bandito nel luglio 2012”. Stando alle ultime stime ministeriali, 150mila docenti in totale la cui odissea di incarichi a tempo determinato dovrebbe finire il prossimo settembre. Tutti dentro e tutti subito (in un solo anno, e non spalmati su un triennio come si era vociferato). Si parla anche delle coperture. Serviranno ben tre miliardi di euro, che diventeranno quattro a dieci anni dall’entrata in vigore del provvedimento. Ma per il primo anno solo uno, ed è questo l’obiettivo che il governo si pone per la prossima Legge di Stabilità (dove dovranno essere stanziate le risorse). Queste stime potranno essere riviste al ribasso grazie al risparmio sulle supplenze brevi (non totale, circa 350 milioni sui 600 spesi ogni anno) e alla revisione del contratto dei docenti, con una progressione di carriera basata sul merito e non sull’anzianità (condizione fondamentale per rendere possibile la stabilizzazione, aggirando gli oneri della ricostruzione di carriera dei precari).
Festeggiano i precari storici per la riforma-sanatoria
Il piano straordinario di immissioni in ruolo si configura allora soprattutto come una sanatoria di situazioni precedenti: un colpo di scopa sul Concorsone 2012, che per vari motivi ancora non era stato del tutto assorbito. Ma soprattutto sulle GaE, le liste che assegnano cattedre e supplenze annuali, che l’Italia si trascina dietro da anni: un enorme ostacolo a qualsiasi tipo di programmazione, visto che la legge obbliga a pescare da questo bacino per il 50% di tutte le assunzioni autorizzate. La buona notizia per tutti, precari vecchi e nuovi, è che presto potrebbero non esistere più: si ripartirà da zero, e finalmente sarà possibile bandire concorsi per tutti i posti disponibili (e non solo metà del fabbisogno). I delusi sono i nuovi precari, quelli che non hanno fatto a tempo ad iscriversi nelle liste ad esaurimento, e sono collocati invece nelle Graduatorie d’Istituto che assegnano le supplenze temporanee. Per loro, che non verranno inclusi nel piano di assunzioni (nei giorni scorsi si pensava che almeno una fetta delle 150mila stabilizzazione potesse riguardarli), il governo ha comunque pensato ad un concorso. Bandito però su base triennale (e non biennale, come era sempre stato promesso) e da “soli” 40mila posti (previsti dal turnover) tra il 2016 e il 2019. Chi non troverà spazio in organico resterà iscritto nelle Graduatorie d’Istituto, che non scompariranno, come era stato paventato: verranno impiegate per l’assegnazione degli incarichi (lunghi o brevi) che anche i nuovi organici funzionali non riusciranno a coprire; e soprattutto saranno riservate ai soli abilitati, con l’eliminazione della prima e della terza fascia (in cui trovavano spazio rispettivamente gli iscritti in GaE e i non abilitati). Per quest’ultimi il prossimo concorso (aperto a tutti) sarà l’unica chance per entrare nella scuola: poi per puntare ad un incarico dovranno sanare la propria posizione e conseguire l’abilitazione. Ma alla lunga i benefici dell’eliminazione delle graduatorie ad esaurimento dovrebbero riguardare tutti.
Addio al Tfa (Tirocinio formativo attivo)
Cambia il sistema di reclutamento (con lo svuotamento delle graduatorie e le assunzioni solo per concorso, a partire dal prossimo triennio 2016/2019), cambia anche il sistema di formazione. Il Tfa (Tirocinio Formativo Attivo, istituito dall’ex ministro Profumo come canale abilitante nel 2011) dopo appena tre anni è già morto. Si torna al passato, con il percorso di abilitazione incluso all’interno di quello universitario. Chi aspira alla carriera di docente potrà iscriversi, nell’ambito del corso di laurea di propria specializzazione, ad un biennio specialistico caratterizzato da corsi di didattica e pedagogia. L’accesso sarà a numero chiuso, legato al fabbisogno reale stimato dal Ministero, con una selezione sulla base di titoli ed esami. Al termine del biennio ci sarà un secondo momento di tirocinio nella scuola: sei momenti sotto la supervisione di un “docente mentor” (una specie di tutor) al termine dei quali, in caso di valutazione positiva, si conseguirà l’abilitazione. In caso di valutazione negativa il tirocinio potrà essere ripetuto solo una volta. Chi invece dovesse decidere di puntare alla carriera di insegnante ad anni di distanza dalla laurea, dovrà sostenere gli esami integrativi partecipando alla selezione a numero chiuso.
Autonomia e valutazione
La questione della valutazione dei docenti è direttamente collegata alla revisione del contratto. “Non c’è autonomia senza responsabilità, non c’è responsabilità senza valutazione”, si legge nel fascicolo. In questo sillogismo c’è tutta l’intenzione del governo di accelerare di dare più poteri ai dirigenti scolastici nella gestione degli istituti. I presidi diventeranno un ruolo centrale: potranno scegliere i docenti a cui affidare le attività extra della scuola e premiarli anche economicamente. Per far questo, però, dovranno essere più preparati e saranno reclutati diversamente: non più bandi regionali (sempre molto travagliati negli ultimi anni), ma un corso-concorso della Scuola nazionale dell’amministrazione, che gli equipara ai dirigenti di Stato. Avanzamento di carriera del dirigente scolastico sarà la figura dell’ispettore, chiamato – nell’ambito del nuovo Sistema nazionale di valutazione (Snv) – a giudicare l’operato delle scuole. La valutazione degli insegnanti invece dovrebbe ricadere sugli organi collegiali interni, di cui faranno parte i cosiddetti “docenti mentor” (cui spetterà anche il giudizio finale sull’abilitazione dei tirocinanti). Tutti i docenti con i loro curriculum verranno iscritti in un grande registro nazionale, a disposizione dei presidi per scegliere i profili più adatti alle attività supplementari della propria scuola. Mentre il nuovo Sistema nazionale di valutazione (Snv) elaborerà per ogni istituto un piano triennale di miglioramento, da cui dipenderanno parte dei fondi per l’offerta formativa (il Mof, che verrà rifinanziato) e anche la valutazione e la retribuzione degli stessi presidi.
Programmi: musica, arte e lavoro. Via libera ai finanziamenti privati
La seconda parte del fascicolo riguarda invece l’offerta didattica. Matteo Renzi punta a recuperare il “patrimonio storico-culturale” del Paese: dunque insegnamento pratico della musica, sia nelle scuole primarie (dove verrà reintrodotto con due ore a settimana) che nelle secondarie; e recupero della storia dell’arte e del disegno, soprattutto nel biennio dei licei. Per entrambe le misure sarà sufficiente impiegare una parte dei 150mila neoassunti. Investimenti importanti anche nell’educazione motoria, con la novità di un’ora a settimana nelle classi dalla seconda alla quinta elementare. E poi un piano (ancora da approfondire) per lo sviluppo delle lingue straniere, con la preparazione dei docenti all’insegnamento delle loro discipline in lingua straniera. Il governo scommette anche sull’informatica: per completare la “rivoluzione digitale” mai realmente attuata nelle scuole italiane, debutterà il “coding” (la programmazione) fra le materie di insegnamento; poi ancora una promessa sulla connessione degli istituti, e marcia indietro su strumenti più “pesanti” (come le Lim) che non hanno portato i risultati sperati. Il resto riguarda l’alternanza scuola-lavoro, che verrà notevolmente potenziata, soprattutto negli istituti tecnici e professionali, con almeno 200 ore l’anno che costeranno almeno 75 milioni di euro (attualmente lo Stato ne spende solo 11) e coinvolgeranno attivamente docenti e aziende. Per fare tutto questo il governo promette più fondi. Ma apre anche le porte all’investimento nella scuola pubblica di soggetti privati, con le scuole che dovranno costituirsi in fondazioni per ricevere finanziamenti esterni. E questa, insieme alla revisione del contratto e degli scatti di carriera, è probabilmente la parte del progetto più controversa e su cui ci saranno più polemiche.
Lady Etruria
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Scuola, Renzi: “12 mesi per rivoluzionarla, basta precari e supplentite”
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Delmastro boccia la riforma Nordio: “I pm divoreranno i giudici”. Poi tenta il dietrofront, ma spunta l’audio. E il ministro lo difende
(Adnkronos) - La richiesta riguarda tutti le tracce trovate nella villetta di via Pascoli dove avviene il delitto, a partire dalle fascette dei rilievi dattiloscopici e le impronte digitali trovate nell'appartamento e sul dispenser portasapone dove - sancisce la Cassazione - si lava l'assassino. L'intenzione degli inquirenti è anche quella di lavorare sui quattro capelli scuri trovati nel lavandino del bagno al piano terra, così come sull'impronta trovata sulla porta d'ingresso dell'abitazione. Per i carabinieri di Milano sul dispenser (oltre alle due impronte di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio) "vi sono numerose impronte papillari sovrapposte che sarebbero state cancellate se il dispenser fosse stato lavato dal sangue" e nel lavandino la presenza di 4 capelli neri lunghi "attestano ovviamente che il lavandino non è mai stato lavato dalla presenza di sangue. Diversamente, i capelli presenti nel lavabo sarebbero stati portati via dall'acqua".
Una tesi smentita dalla stessa Procura di Pavia nella prima archiviazione, di otto anni fa, contro l'indagato Sempio. Un'ipotesi "priva di fondamento logico dal momento che è processualmente accertato che l'assassino aveva le mani imbrattate di sangue e che si è recato in bagno per lavarsi". Il sangue, liquido e solubile in acqua, "viene lavato molto più facilmente dei capelli che, stante la loro forma e lunghezza rimangono molto più facilmente sul fondo della vasca anche dopo il lavaggio del sangue" e si tratta dei capelli di Chiara "recisi a causa dei colpi inferti e rimasti sulle mani insanguinate dell'assassino; la loro presenza attesta semmai che lo stesso si è effettivamente lavato le mani". È peraltro "verosimile che l'assassino non si sia soffermato per verificare l'effetto del risciacquo, ma si sia allontanato rapidamente dalla scena".
I carabinieri sono intenzionati anche ad approfondire un'impronta digitale trovata sulla maniglia della porta di ingresso (ritenuta allora non utile dal Ris di Parma) su cui "non appare sia stata eseguita alcuna indagine biologica mirata ad accertare se quel contatto possa essere stato lasciato da una mano sporca di sangue (della vittima o di altri) o se fosse altra sostanza". Una tesi "oltre che logicamente fallace, non è di alcuna utilità investigativa" essendo stata osservata tre giorni dopo il delitto e trovandosi accanto alla serratura. Una porta toccata da Stasi e da soccorritori e investigatori. "Le tracce papillari, al pari del Dna, non sono databili. È impossibile sapere se quella traccia sia stata deposta il giorno del delitto o nei giorni precedenti (o addirittura in quelli successivi), basti pensare che in sede di rilievo sono state trovate anche le impronte papillari" di alcuni carabinieri coinvolti nelle indagini e di un falegname intervenuto tempo prima nella villetta per effettuare alcuni lavori. Per queste ragioni, concludeva l'archiviazione, "è evidente la totale irrilevanza investigativa della traccia segnalata".
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente''. Terna, presentando il piano di sviluppo 2025, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero, al fine di ''garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile''.
Tra i principali progetti pianificati Terna segnala 'Sa.Co.I.3', il progetto di ammodernamento e potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia 'Elmed', il raddoppio interconnessione Italia-Grecia, che ''consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni''.
Inoltre, nel piano di sviluppo 2025 sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come 'Merchant lines', a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Risultano in fase di avvio consultazione 11 richieste per oltre 12 Gw di capacità. Terna segnala che la gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, permette di ''avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 Gw di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 Gw di solare, 110 Gw di eolico on-shore e 86 Gw di eolico off-shore) e 277 Gw per sistemi di accumulo. Questi numeri, che ''superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo'', secondo la società.
In aggiunta, nell’ultimo biennio si è registrata una crescita delle richieste anche per gli utenti di consumo, che prelevano direttamente energia dalla rete di trasmissione nazionale e includono, ad esempio, impianti ad alto consumo energetico. Le richieste di connessione per questi utenti possono riguardare sia l’adeguamento di impianti già operativi sia la connessione di nuovi impianti alla rete. Tale tendenza è attribuibile per larga parte ai centri di elaborazione (data center): al 31 dicembre 2024 le richieste erano pari a circa 30 Gw, dato annuale 24 volte superiore rispetto a quello del 2021. Tali richieste sono principalmente localizzate nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia.
Terna annuncia che ''con lo scopo di favorire una sempre più ampia abilitazione delle rinnovabili e per garantire un’elevata qualità del servizio, in sinergia con i concessionari del servizio di distribuzione, è stato individuato un set di Cabine primarie da potenziare o da connettere alla Rete di trasmissione nazionale''. Il trend di tali richieste di connessione si è ulteriormente ampliato per effetto dei fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr. Terna ha definito un approccio di gestione delle richieste di connessione basato sulla definizione di 76 'microzone' che ''consentono di modellare in modo efficace un perimetro all’interno del quale studiare soluzioni di connessione e quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."