Non solo la sospensione degli straordinari, come minacciano alla questura di Bologna. Ma un vero e proprio sciopero generale delle forze dell’ordine, che si terrà entro la fine di settembre. È quello che annunciano sindacati di polizia e Cocer Interforze (le organizzazioni che rappresentano i militari) che il 4 settembre si sono riuniti per fare il punto della situazione dopo le dichiarazioni del ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia sul proseguimento del blocco contrattuale nel 2015. “Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica siamo costretti, verificata la totale chiusura del governo ad ascoltare le esigenze delle donne e degli uomini in uniforme per garantire il funzionamento del sistema a tutela della sicurezza, del soccorso pubblico e della difesa del nostro Paese, a dichiarare lo sciopero generale”. Per i sindacati delle forze dell’ordine “il governo ha tradito il personale in uniforme”. Così i sindacati della Consulta sicurezza si schierano contro i “contratti degli statali bloccati sino al 2015, compresi quindi forze di polizia e vigili del fuoco”. E annunciano una prima forma di protesta: #piazzapermanente, che vedrà un camper itinerante informare i cittadini in tutta Italia sulla situazione e un presidio a Montecitorio, oltre allo “stato di agitazione permanente con ulteriori proteste eclatanti”. “Sappiamo che si tratta di una decisione grave – aggiungono le organizzazioni sindacali – ma è assolutamente necessaria. Rappresenta solo il primo passo di una nuova fase di lotta“.
Renzi: “Sciopero per l’aumento con milioni di disoccupati è ingiusto”
Dopo poco arriva la replica del presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Riceverò personalmente gli uomini in divisa ma non accetto ricatti” ha detto, secondo le agenzie di stampa, ai suoi collaboratori che sono con lui in Galles per il vertice Nato. “Siamo l’unico Paese che ha cinque forze di polizia. Se vogliono discutere siamo pronti a farlo, su tutto”. Ma, sottolinea Renzi con il suo staff, “non tocchiamo lo stipendio né il posto di lavoro di nessuno”. Tuttavia, in un momento di crisi per tutti, “fare sciopero perché non ti danno l’aumento quando ci sono milioni di disoccupati è ingiusto”. In serata poi da Palazzo Chigi è arrivata anche la precisazione ufficiale: lo stop era già “previsto nel Def” e dunque “non c’è niente di nuovo”. Peccato che in aprile, dopo la pubblicazione del Documento di economia e finanza, il ministero dell’Economia avesse smentito che il suo contenuto prefigurasse una proroga del blocco dei rinnovi. Dopo l’apertura di Renzi a un incontro, le sigle hanno fatto sapere di apprezzare “la dichiarata disponibilità di Renzi”, ma “meno bene la non chiarezza circa le rivendicazione dello stesso personale”.
Madia: “Il governo non alimenta aspettative che non può mantenere”
Anche il ministro Madia tiene il punto: “Per il comparto delle forze di polizia ci sarà un surplus di attenzione, un’attenzione massima perché è un comparto sensibile. Ci metteremo una maggiore attenzione, quindi, proprio perché riconosciamo una specificità a questo comparto”. Così il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha replicato, dalla festa nazionale dell’Unità di Bologna. “Alla faccia dell’’annuncite‘ che alcuni ci contestano, dico che questo è il governo che fa le cose e che non alimenta aspettative che non può mantenere” dichiara Madia. “Parlo di un governo – prosegue – che fa le cose perché abbiamo dato 80 euro netti a tutti i lavoratori più deboli economicamente, sia pubblici che privati – ha aggiunto Madia – cosa che nessun governo ha fatto prima di noi, neanche quando la crisi non c’era. Questa è una cosa concreta che confermiamo per il 2015”. Sul fronte degli stipendi statali “fra le prime abbiamo fatto due cose: mettere un tetto a chi guadagna di più e la seconda è stata dare una boccata d’ossigeno a chi guadagnava di meno”. “Il governo non alimenta aspettative perché non è una sommatoria di ministeri in cui ogni ministro pianta una bandierina” ha proseguito rimarcando: “noi abbiamo il dovere e la responsabilità di tirare fuori l’Italia tutta insieme dalla crisi e non possiamo dimenticare chi, al di là del lavoro pubblico, il lavoro non ce l’ha o non ha alcun ammortizzatore sociale”. “Su questo – ha infatti concluso Madia – c’è una delega aperta del ministro Poletti“.
In precedenza il sottosegretario agli Esteri Mario Giro aveva spiegato che “il blocco dei contratti della Pubblica amministrazione è certamente decisione sofferta che il Governo è costretto a fare a causa della situazione finanziaria del paese. Non fa certo piacere a nessuno dover prendere decisioni così dolorose. Dobbiamo ancora – come ha detto il ministro Madia – fare uno sforzo collettivo per portare i Paese fuori dalla crisi”. Parla di “sforzo” anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “Capisco la sofferenza e la reazione ma chiedo anche che si comprenda come questo paese debba fare uno sforzo per uscire da questa situazione di crisi”.
Sindacati di polizia e Cocer: “Chiederemo le dimissioni di tutti i capi dei corpi”
Per sindacati e Cocer “qualora nella legge di stabilità sia previsto il rinnovo del blocco del tetto salariale chiederemo le dimissioni di tutti i capi dei vari Corpi e Dipartimenti, civili e militari, e dei relativi ministri poiché non sono stati capaci di rappresentare i sacrifici, la specificità, la professionalità e l’abnegazione del proprio personale. La frattura che si creerebbe in tale scenario – sottolineano – sarebbe insanabile; o restano loro oppure tutti quelli chi si sacrificano, ogni giorno e in ogni angolo del Paese e dell’intero mondo per garantire sicurezza e difesa”. “Quando abbiamo scelto di servire il Paese, per garantire Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico – proseguono – eravamo consci di aver intrapreso una missione votata alla totale dedizione alla Patria e ai suoi cittadini con condizioni difficili per mancanza di mezzi e di risorse. Quello che certamente non credevamo è che chi è stato onorato dal popolo italiano a rappresentare le Istituzioni democratiche ai massimi livelli, non avesse nemmeno la riconoscenza per coloro che, per poco più di 1.300 euro al mese, sono pronti a sacrificare la propria vita per il Paese”.
I segretari generali Gianni Tonelli (Sap, Polizia di Stato), Donato Capece (Sappe, Polizia Penitenziaria), Marco Moroni (Sapaf, Corpo Forestale) e Antonio Brizzi (Conapo, Vigili del Fuoco), riuniti nella Consulta sicurezza contestano “la doccia fredda del ministro Madia che smentisce clamorosamente i colleghi di governo”. Per i sindacati il danno è dovuto alla “specificità delle carriere del nostro personale” e determina promozioni con assunzioni di responsabilità senza però “corresponsione di nessun aumento retributivo”. Il danno – si legge in una nota – si aggira, per le qualifiche intermedie, sui 400 euro netti mensili in meno per il personale. I segretari chiedono “una vera riforma della sicurezza che riorganizzi le troppe forze di polizia salvaguardando le rispettive specificità e professionali” ed accorpi i dipartimenti ministeriali per una minore spesa pubblica”. Prosegue la Consulta: “Sono riforme che avrebbero consentito non solo maggiore sicurezza dei cittadini e taglio di spesa pubblica da destinare alle famiglie, ma anche lo sblocco del tetto stipendiale del personale”. I sindacati rivolti al governo chiedono al presidente del Consiglio Renzi e ai ministri competenti Alfano, Pinotti, Martina e Orlando, da addetti ai lavori, “di ascoltare le nostre proposte di riforma e di risparmio oltre a di riconoscere con i fatti la specificità lavorativa sancita con la legge 183 del 2010”.
Protestano anche medici e infermieri
E ora alle proteste si aggiungono anche medici e infermieri. “Un nuovo blocco delle retribuzioni – commenta Annalisa Silvestro, senatrice del Pd e presidente della Federazione dei collegi Ipasvi – non è tollerabile per professionisti che garantiscono i livelli di salute dei cittadini. Quello della sanità è un servizio pubblico essenziale e a colpi di tagli, blocchi di organici, impossibilità di carriera, aumento dei carichi di lavoro e demotivazione degli operatori non può farcela più”. Non parlano di sciopero o altre proteste eclatanti, ma i medici del Servizio sanitario nazionale sono delusi e amareggiati dalla proroga del blocco dei contratti della Pubblica amministrazione. C’è chi, come il presidente della Cimo Riccardo Cassi, si aspettava almeno qualche apertura e chi, come il segretario nazionale dell’Anaao Assomed Costantino Troise accusa il governo di “rastrellare risorse dai soliti”. C’è poi ancora chi, come il segretario nazionale della Cgil Medici Massimo Cozza, fa il conto dei giorni di blocco contrattuale “oltre 1800 giorni” e chi, come il vice presidente dell’Aaaroi-Emac Fabio Cricelli, teme l’estensione del blocco “anche per il 2016”.
Cronaca
Blocco contratti, sindacati forze dell’ordine: “Pronti a sciopero”. Renzi: “No ricatti”
L'annuncio senza precedenti dei rappresentati di pubblica sicurezza e carabinieri: "Qualora nella legge di stabilità sia previsto il rinnovo del blocco salariale, chiederemo le dimissioni di tutti i capi dei vari corpi". L'astensione dal lavoro è prevista entro la fine di settembre. Il ministro Madia: "Non alimentiamo aspettative che non possiamo mantenere". Protestano anche medici e infermieri
Non solo la sospensione degli straordinari, come minacciano alla questura di Bologna. Ma un vero e proprio sciopero generale delle forze dell’ordine, che si terrà entro la fine di settembre. È quello che annunciano sindacati di polizia e Cocer Interforze (le organizzazioni che rappresentano i militari) che il 4 settembre si sono riuniti per fare il punto della situazione dopo le dichiarazioni del ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia sul proseguimento del blocco contrattuale nel 2015. “Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica siamo costretti, verificata la totale chiusura del governo ad ascoltare le esigenze delle donne e degli uomini in uniforme per garantire il funzionamento del sistema a tutela della sicurezza, del soccorso pubblico e della difesa del nostro Paese, a dichiarare lo sciopero generale”. Per i sindacati delle forze dell’ordine “il governo ha tradito il personale in uniforme”. Così i sindacati della Consulta sicurezza si schierano contro i “contratti degli statali bloccati sino al 2015, compresi quindi forze di polizia e vigili del fuoco”. E annunciano una prima forma di protesta: #piazzapermanente, che vedrà un camper itinerante informare i cittadini in tutta Italia sulla situazione e un presidio a Montecitorio, oltre allo “stato di agitazione permanente con ulteriori proteste eclatanti”. “Sappiamo che si tratta di una decisione grave – aggiungono le organizzazioni sindacali – ma è assolutamente necessaria. Rappresenta solo il primo passo di una nuova fase di lotta“.
Renzi: “Sciopero per l’aumento con milioni di disoccupati è ingiusto”
Dopo poco arriva la replica del presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Riceverò personalmente gli uomini in divisa ma non accetto ricatti” ha detto, secondo le agenzie di stampa, ai suoi collaboratori che sono con lui in Galles per il vertice Nato. “Siamo l’unico Paese che ha cinque forze di polizia. Se vogliono discutere siamo pronti a farlo, su tutto”. Ma, sottolinea Renzi con il suo staff, “non tocchiamo lo stipendio né il posto di lavoro di nessuno”. Tuttavia, in un momento di crisi per tutti, “fare sciopero perché non ti danno l’aumento quando ci sono milioni di disoccupati è ingiusto”. In serata poi da Palazzo Chigi è arrivata anche la precisazione ufficiale: lo stop era già “previsto nel Def” e dunque “non c’è niente di nuovo”. Peccato che in aprile, dopo la pubblicazione del Documento di economia e finanza, il ministero dell’Economia avesse smentito che il suo contenuto prefigurasse una proroga del blocco dei rinnovi. Dopo l’apertura di Renzi a un incontro, le sigle hanno fatto sapere di apprezzare “la dichiarata disponibilità di Renzi”, ma “meno bene la non chiarezza circa le rivendicazione dello stesso personale”.
Madia: “Il governo non alimenta aspettative che non può mantenere”
Anche il ministro Madia tiene il punto: “Per il comparto delle forze di polizia ci sarà un surplus di attenzione, un’attenzione massima perché è un comparto sensibile. Ci metteremo una maggiore attenzione, quindi, proprio perché riconosciamo una specificità a questo comparto”. Così il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha replicato, dalla festa nazionale dell’Unità di Bologna. “Alla faccia dell’’annuncite‘ che alcuni ci contestano, dico che questo è il governo che fa le cose e che non alimenta aspettative che non può mantenere” dichiara Madia. “Parlo di un governo – prosegue – che fa le cose perché abbiamo dato 80 euro netti a tutti i lavoratori più deboli economicamente, sia pubblici che privati – ha aggiunto Madia – cosa che nessun governo ha fatto prima di noi, neanche quando la crisi non c’era. Questa è una cosa concreta che confermiamo per il 2015”. Sul fronte degli stipendi statali “fra le prime abbiamo fatto due cose: mettere un tetto a chi guadagna di più e la seconda è stata dare una boccata d’ossigeno a chi guadagnava di meno”. “Il governo non alimenta aspettative perché non è una sommatoria di ministeri in cui ogni ministro pianta una bandierina” ha proseguito rimarcando: “noi abbiamo il dovere e la responsabilità di tirare fuori l’Italia tutta insieme dalla crisi e non possiamo dimenticare chi, al di là del lavoro pubblico, il lavoro non ce l’ha o non ha alcun ammortizzatore sociale”. “Su questo – ha infatti concluso Madia – c’è una delega aperta del ministro Poletti“.
In precedenza il sottosegretario agli Esteri Mario Giro aveva spiegato che “il blocco dei contratti della Pubblica amministrazione è certamente decisione sofferta che il Governo è costretto a fare a causa della situazione finanziaria del paese. Non fa certo piacere a nessuno dover prendere decisioni così dolorose. Dobbiamo ancora – come ha detto il ministro Madia – fare uno sforzo collettivo per portare i Paese fuori dalla crisi”. Parla di “sforzo” anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “Capisco la sofferenza e la reazione ma chiedo anche che si comprenda come questo paese debba fare uno sforzo per uscire da questa situazione di crisi”.
Sindacati di polizia e Cocer: “Chiederemo le dimissioni di tutti i capi dei corpi”
Per sindacati e Cocer “qualora nella legge di stabilità sia previsto il rinnovo del blocco del tetto salariale chiederemo le dimissioni di tutti i capi dei vari Corpi e Dipartimenti, civili e militari, e dei relativi ministri poiché non sono stati capaci di rappresentare i sacrifici, la specificità, la professionalità e l’abnegazione del proprio personale. La frattura che si creerebbe in tale scenario – sottolineano – sarebbe insanabile; o restano loro oppure tutti quelli chi si sacrificano, ogni giorno e in ogni angolo del Paese e dell’intero mondo per garantire sicurezza e difesa”. “Quando abbiamo scelto di servire il Paese, per garantire Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico – proseguono – eravamo consci di aver intrapreso una missione votata alla totale dedizione alla Patria e ai suoi cittadini con condizioni difficili per mancanza di mezzi e di risorse. Quello che certamente non credevamo è che chi è stato onorato dal popolo italiano a rappresentare le Istituzioni democratiche ai massimi livelli, non avesse nemmeno la riconoscenza per coloro che, per poco più di 1.300 euro al mese, sono pronti a sacrificare la propria vita per il Paese”.
I segretari generali Gianni Tonelli (Sap, Polizia di Stato), Donato Capece (Sappe, Polizia Penitenziaria), Marco Moroni (Sapaf, Corpo Forestale) e Antonio Brizzi (Conapo, Vigili del Fuoco), riuniti nella Consulta sicurezza contestano “la doccia fredda del ministro Madia che smentisce clamorosamente i colleghi di governo”. Per i sindacati il danno è dovuto alla “specificità delle carriere del nostro personale” e determina promozioni con assunzioni di responsabilità senza però “corresponsione di nessun aumento retributivo”. Il danno – si legge in una nota – si aggira, per le qualifiche intermedie, sui 400 euro netti mensili in meno per il personale. I segretari chiedono “una vera riforma della sicurezza che riorganizzi le troppe forze di polizia salvaguardando le rispettive specificità e professionali” ed accorpi i dipartimenti ministeriali per una minore spesa pubblica”. Prosegue la Consulta: “Sono riforme che avrebbero consentito non solo maggiore sicurezza dei cittadini e taglio di spesa pubblica da destinare alle famiglie, ma anche lo sblocco del tetto stipendiale del personale”. I sindacati rivolti al governo chiedono al presidente del Consiglio Renzi e ai ministri competenti Alfano, Pinotti, Martina e Orlando, da addetti ai lavori, “di ascoltare le nostre proposte di riforma e di risparmio oltre a di riconoscere con i fatti la specificità lavorativa sancita con la legge 183 del 2010”.
Protestano anche medici e infermieri
E ora alle proteste si aggiungono anche medici e infermieri. “Un nuovo blocco delle retribuzioni – commenta Annalisa Silvestro, senatrice del Pd e presidente della Federazione dei collegi Ipasvi – non è tollerabile per professionisti che garantiscono i livelli di salute dei cittadini. Quello della sanità è un servizio pubblico essenziale e a colpi di tagli, blocchi di organici, impossibilità di carriera, aumento dei carichi di lavoro e demotivazione degli operatori non può farcela più”. Non parlano di sciopero o altre proteste eclatanti, ma i medici del Servizio sanitario nazionale sono delusi e amareggiati dalla proroga del blocco dei contratti della Pubblica amministrazione. C’è chi, come il presidente della Cimo Riccardo Cassi, si aspettava almeno qualche apertura e chi, come il segretario nazionale dell’Anaao Assomed Costantino Troise accusa il governo di “rastrellare risorse dai soliti”. C’è poi ancora chi, come il segretario nazionale della Cgil Medici Massimo Cozza, fa il conto dei giorni di blocco contrattuale “oltre 1800 giorni” e chi, come il vice presidente dell’Aaaroi-Emac Fabio Cricelli, teme l’estensione del blocco “anche per il 2016”.
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Caso Paragon, Nordio in Aula: ‘Nessuno è stato intercettato da Polizia penitenziaria nel 2024’. Mediterranea: ‘Spionaggio iniziato un anno fa’
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Ma nelle mani di chi siamo? Siamo nelle mani di nessuno. Ieri con un atto gravissimo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano ha secretato, oggi lei ministro Nordio viene in aula e spiattella tutto. Ma non vi siete parlati?". Così Davide Faraone al question time alla Camera dopo che il ministro Carlo Nordio ha detto in aula che "nessuna persona è stata mai intercettata dalla polizia penitenziaria" rispondendo alla domanda delle opposizioni a cui il governo ieri aveva spiegato che si poteva rispondere solo nelle "sedi opportune" ovvero il Copasir. "E allora chi aveva in uso Paragon? Quindi sono le procure ministro? Diteci una volta per tutte chi lo ha utilizzato e con quali finalità. Vergogna".
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "La Lombardia crede fortemente nel comparto del florovivaismo. I numeri sono impressionanti e danno il senso e il significato di un settore che è davvero trainante e rappresenta l’anima portante, anche in Lombardia, del settore primario. Tanti complimenti anche a Myplant & Garden, evento che fa onore al sistema fieristico lombardo e porta tanti operatori e tanta qualità in Lombardia". Queste le parole di Alessandro Beduschi, assessore all’agricoltura, sovranità alimentare e foreste di Regione Lombardia durante la conferenza organizzata da Coldiretti dal titolo 'Florovivaismo italiano. Il motore verde del Paese. Presentazione del 1° rapporto sul florovivaismo italiano - Numeri e fatti del settore'. L’incontro si è svolto all’interno di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, ospitato nei padiglioni di Fiera Milano Rho dal 19 al 21 febbraio.
"Con Coldiretti stiamo portando avanti tante battaglie. Siamo in contatto con la commissione europea e siamo fiduciosi che si apra una nuova stagione fatta di più realismo e di una valorizzazione del lavoro etico dell’agricoltore, dell’allevatore e del vivaista. Un lavoro che guardi all’ambiente, ma che non sia vincolato a un’ideologia che ha comportato una rinuncia, fortemente manifestata dai nostri agricoltori, al meccanismo fondamentale che è la pac, la politica agricola comune. Quando si mette in discussione la partecipazione degli stessi utenti alla pac vuol dire che il fallimento è certificato. Credo che in Europa, insieme a Coldiretti, riusciremo a toccare tanti temi".
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Il 4 luglio, il Parlamento italiano ha approvato una legge e quindi che concretamente fissa degli obiettivi per il nostro sistema legislativo nella materia del florovivaismo. Dal primo momento dell'insediamento di questo Parlamento e di questo governo si è voluto dare una risposta ad un settore che ci veniva segnalato come un settore in grande crescita. I dati danno dimostrazione che la politica deve guardare con interesse questo settore. In questa legge quadro ci sono tutti i principi che servono a rimuovere gli ostacoli e le disparità". Queste le dichiarazioni di Mirco Carloni, presidente della Commissione agricoltura della Camera dei deputati, durante la conferenza dal titolo 'Florovivaismo italiano. Il motore verde del Paese. Presentazione del 1° rapporto sul florovivaismo italiano - Numeri e fatti del settore'.
L'incontro ha dato l'occasione per presentare il primo rapporto sul florovivaismo italiano promosso da Coldiretti, Assofloro e Myplant & Garden, e realizzato dal centrostudi Divulga grazie al quale, per la prima volta in Italia, viene fatta una fotografia chiara del settore florovivaistico. Interverranno rappresentanti delle Istituzioni e del settore per fare il punto e confrontarsi su temi strategici per il florovivaismo italiano.
All'interno di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, ospitato nei padiglioni di Fiera Milano Rho dal 19 al 21 febbraio, Carloni aggiunge: "Finalmente c'è una volontà del governo di creare un piano strategico nazionale sul florovivaismo e credo che le condizioni perché questo settore venga portato alla giusta attenzione ci siano tutte. Per quanto riguarda i capitolati non è tollerabile che i soldi pubblici per gli arredi urbani poi vedano una concorrenza al ribasso, penalizzando proprio le nostre imprese che producono fiori e piante. Uno degli obiettivi che dobbiamo porci è quello di ridurre le importazioni di fiori e piante dall'estero".
"I nostro obiettivo è riuscire a sostenere e aumentare la produzione e commercializzazione dei nostri prodotti, diminuendo le importazioni e dando così valore a un settore dalle grandi potenzialità".
"Ringrazio Myplant & Garden per l’organizzazione di questo evento, che valorizza gli operatori dell’intero comparto florovivaistico -ha aggiunto Carloni-. Ho accolto con piacere l’invito a questa giornata, consapevole del lavoro svolto in questi mesi: l’approvazione da parte del Parlamento della legge delega al governo, in cui è stata assorbita anche la proposta di legge del capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. Con questa legge, abbiamo fissato obiettivi concreti, dopo anni di tentativi, per il nostro sistema legislativo in materia di florovivaismo. Ci sono molti temi su cui lavorare, di natura fiscale e logistica, ma anche relativi alla premialità dei piani di sviluppo rurale, che spesso non hanno dato al settore la giusta attenzione".
In questa occasione, ha continuato, "vorrei sottolineare il grande lavoro svolto di concerto con il governo e il sottosegretario La Pietra, che ringrazio, per fornire risposte concrete a un settore in crescita, come dimostrano i dati. All’approvazione della legge delega seguiranno, a breve, i decreti attuativi".