Quando sono circa tre le ore che mi separano da Mykonos dalla nave intravedo Santorini. Le sue casette bianche sulla cresta della costa alta e scoscesa da lontano potrebbero essere confuse facilmente con neve se non fosse per la posizione geografica e la stagione estiva.
Sbarcato al porto resto colpito dalle piccole dimensioni di quest’ultimo, su cui come un gigante incombe la montagna. Avendo imparato la lezione di Mykonos cerco subito uno scooter da noleggiare per poter vedere quanto più possibile nei miei tre giorni sull’isola. I negozi che noleggiano auto si susseguono a perdita d’occhio ma – stranamente – nessuno di questi noleggia motorini. Un cartello per cercare di guadagnare quanto più possibile dai turisti ignari. Avendone abbastanza delle quattro ruote, deciso a “centaurizzarmi” cerco un taxi per salire (i principali centri dell’isola sono tutti in altitudine essendosi l’isola formata sul bordo di un cratere).
Mi sembra di ritrovarmi alla stazione centrale di Napoli di qualche anno fa quando vedo arrivare una miriade di “tassisti” che, approfittando della scarsità di taxi “ufficiali”, mi chiedono quale sia la mia destinazione e propongono il prezzo. La mia meta è Perissa, località a sud-est di Santorini ad un quarto d’ora di auto dal porto. “25, 30 euro” mi sento proporre in un’asta al rialzo da “ok il prezzo è giusto”. Al mio rispondere, e ribadire davanti alla loro insistenza, “15 va più che bene per due persone” (con me la mia food-blogger preferita) lo folla di autisti si dirada fino a quando, due minuti dopo, uno di loro si avvicina, rassegnato e accetta il prezzo da me proposto.
Ci mettiamo in cammino con un pulmino per la strada rocciosa in salita piena di curve a strapiombo che ricordano un posto desertico ma che offrono un panorama mozzafiato sulla caldera e le isole vicine di Therasia e Nea Kameni.
Una volta gli altri passeggeri scesi dal minibus l’autista, colpito probabilmente dall’arte negoziale, mi chiede curioso “where are you from?” E al sentire che sono italiano un grande sorriso si apre sul suo viso accompagnato da “una faccia, una razza!” una frase che mi accompagnerà per tutto il viaggio in Grecia e che sembra confermare il forte legame sentito dai greci nei nostri confronti.
Una volta su il paesaggio è già più simile a quello mediterraneo, meno arido di Mykonos (pur essendo più a sud). Nel verde della vegetazione spiccano i numerosi vigneti che contribuiscono, tra gli altri, alla produzione del Vinsanto noto vino passito locale.
Arrivato a Perissa noto che stavolta i posti dove noleggiare motorini non mancano. Dopo aver sistemato le cose in albergo ne prendo uno e, vista l’ora serale, mi dirigo verso Fira dove, non lontano, la “scovatrice di cose buone” che è con me dice di essere sulle tracce di un ottimo posto per cenare. In effetti, dopo aver percorso stradine sterrate non illuminate, esserci ritrovati a più riprese nel nulla assoluto fa capolino davanti a noi prima una chiesa e poi un caratteristico porticciolo al cui fianco troviamo Aegialos, il ristorante che cercavamo.
Pochi tavoli, direttamente sulla spiaggia con il rumore delle onde come sottofondo e una deliziosa cucina di mare accompagnata da verdure del posto, che ti fa innamorare di quell’angolo di paradiso.
Dopo cena, approfittiamo della vicinanza per fermarci a Fira (Thira) dove fare un giro tra le stradine dello shopping e i locali da vita notturna aperti fino alle prime ore del mattino.
Rimanendo due notti il secondo giorno è quello “pieno”. Decidiamo di scoprire la famosa spiaggia con la sabbia nera di Perissa, a due passi dall’hotel, e una volta arrivati siamo presi dal contrasto di colori tra il blu profondo del mare e il nero della sabbia e della montagna che sovrasta la baia. Un leggero venticello è quel che serve per non avere troppo caldo ma quando “it’s time of the lunch” come direbbe il nostro presidente del consiglio, la food-blogger di fiducia consiglia uno dei tanti ristorantini che si susseguono sulla spiaggia, the magic bus, anche stavolta la scelta si rivela azzeccata, personale sorridente e cibo fresco e gustoso in una cornice che invita alla spensieratezza e al relax, quanto basta per lasciare un ottimo ricordo.
Dopo aver trascorso la giornata alla spiaggia, quando il sole comincia a calare decidiamo di partire per poter andare ad ammirare quello che tutti chiamano un “tramonto unico”, che in questo periodo dell’anno avviene verso le 19.30.
Snobbiamo quello tanto decantato (e decisamente troppo affollato a giudicare dalle foto in rete) di Oia prediligendo Imerovigli, un piccolo paesino tranquillo a metà strada tra Fira e Oia. Il vento che sferza sulla cime del cratere non ci ferma e sul sentiero poco trafficato ai piedi del paese ci rendiamo conto di aver fatto un’ottima scelta. Su un panorama già mozzafiato e incantevole da sé fa scena un tramonto come raramente solo ad Ischia.
La sera raggiungiamo Oia, splendido borgo con le sue caratteristiche casette e ville di lusso con piscina arroccate con sullo sfondo una vera cartolina: la Caldera e l’arcipelago di Santorini. La strada principale del paese, pedonale, permette di approfittare allo stesso tempo del meraviglioso panorama e di fare shopping tra negozi o ancora assaggiare qualche prelibatezza della cucina greca in uno dei numerosi ristoranti presenti.
Il terzo giorno è quello della partenza, la sera infatti abbiamo la nave per il Pireo (porto di Atene). La partenza tardiva ci consente di godere ancora un po’ delle bellezze dell’isola. Un ultimo giro in scooter verso Fira, dove ritirare i biglietti per la terraferma, ci consente di vederla alla luce del sole. Dalla “strada degli asini” (donkey street) il belvedere sulla caldera è impressionante. Ed è con un panorama così che pranziamo in un locale non lontano dove riusciamo anche ad assaggiare la famosa “fava Santorini” Igp.
Il tempo di tornare a Perissa per restituire il motorino, tanto utile per permetterci di scoprire l’isola in lungo e largo in questi tre giorni e recarci al porto. In attesa della nave mi fermo a pensare ai tanti sorrisi visti sul volto dei lavoratori nel settore del turismo e mi rendo conto che, uno dopo l’altro, si sfatano anche i miti/pregiudizi sui greci che servono a noi italiani per giustificare le disfunzioni e il malcostume cui siamo purtroppo abituati.
Non posso fare a meno di paragonare le due isole dell’Egeo: Mykonos e Santorini con la “mia” Ischia. Molti infatti sono i punti che le accomunano: vivono di turismo, condividono lo stesso mare, il Mediterraneo, così come il clima. Quel che voglio dire è che non siamo su un’isola Svizzera (se mai ve ne fossero) o Svedese ma nel “profondo sud”, in quella Grecia così colpita dalla crisi (seppur su un’isola felice) eppure qui le strade sono pulite e cestini dei rifiuti vengono sistematicamente svuotati per evitare che trabocchino e si è accolti con il sorriso. Sciocchezze penserà qualcuno, ma che fanno una grande differenza.
Realizzo che è il momento di salire a bordo quando ormai attorno a me non c’è più quasi nessuno e la nave comincia ad imbarcare i passeggeri. Prossima tappa Atene dove comincerà l’avventura InterRail Estate 2014
Twitter: @adambra