C’è anche Banca Monte dei Paschi di Siena tra i nove istituti che rischiano di non superare gli “esami” (asset quality review e stress test) della Banca centrale europea, i cui risultati saranno svelati il 17 ottobre. A evidenziarlo è lo studio “No need to stress” degli analisti di Mediobanca Securities, secondo il quale nello scenario peggiore il deficit di capitale delle banche del Vecchio Continente si attesterà a quota 16 miliardi e Royal Bank of Scotland verrà bocciata. A fallire la valutazione approfondita (in gergo “comprehensive assessment”) della Bce, nel dettaglio, oltre a Rbs e Mps potrebbero esserci in Europa anche Banco Popular, Commerzbank, Lloyd, Danske e Seb. Altri tre istituti, Caixa, Nordea e Alpha, potrebbero piazzarsi invece in una soglia di rischio poco sopra il minimo richiesto, incassando dunque una “quasi bocciatura”.
L’istituto senese, prevede Mediobanca Securities, passerà senza problemi l’esame sulla qualità degli attivi ma non riuscirà ad affrontare lo scenario di difficoltà simulato con gli stress test, che puntano a verificare gli effetti che situazioni di crisi come una severa recessione potrebbero produrre sui conti. Nel caso di Mps la parte più pregiata del suo capitale (in gergo “common equity tier 1”) si ridurrebbe al 5,4% degli attivi ponderati per il rischio, sotto il 5,5% che è il livello minimo ammesso dall’Autorità bancaria europea. Nello studio si legge che l’ammanco, per l’istituto presieduto da Alessandro Profumo, è di circa 100 milioni di euro su 16 complessivi. Il 71% del “buco”, prevedono gli esperti di Piazzetta Cuccia, sarà concentrato nel Regno Unito, dove Rbs registrerà un “common equity tier 1” solo del 3,4% e avrà bisogno di una ricapitalizzazione da 11,4 miliardi. Ma il fabbisogno di capitale riguarderà anche la Spagna (2 miliardi per il Banco Popular), la Scandinavia (a Seb Banka saranno necessari 1,5 miliardi) e, subito dietro, la Germania: Commerzbank, il secondo istituto di credito federale, avrebbe infatti secondo le stime di Mediobanca una carenza di capitale di 1,1 miliardi.
Ma per Goldman Sachs anche Banco Popolare e BpM a rischio – Fatte le somme, solo l’1% del deficit di capitale si concentrerà in Italia, dove per le 15 banche sottoposte alla valutazione il capitale pregiato (“cet 1”) sarà in media, dopo la “prova da sforzo”, del 7,5% sugli attivi, contro il 6,3% della Germania e il 7,3% della Francia. Conclusioni, quelle di Mediobanca Securities, più ottimistiche per le banche italiane rispetto ai risultati di un sondaggio condotto la settimana scorsa da Goldman Sachs tra 125 investitori istituzionali. Gli intervistati avevano individuato le stesse Mps e Commerzbank come le più a rischio di non superare la soglia del 5,5% del patrimonio primario. Ma la classifica comprendeva, accanto a Banco Comercial Portugues, alle greche Piraeus Bank e Eurobank e all’austriaca Raiffeisen, anche il veronese Banco popolare e la Banca popolare di Milano.
L’ad della tedesca “bocciata” è in rotta con Merkel – Solo pochi giorni fa Martin Blessing, amministratore delegato di Commerzbank, si è scontrato con il governo di Angela Merkel proponendo l’introduzione graduale degli Eurobond per mettere in comune i debiti sovrani dell’Eurozona, ed è stato zittito da Steffen Kampeter, sottosegretario alle Finanze, con l’invito a “concentrarsi sui suoi compiti e doveri di numero uno della Commerzbank”.