“Non ho mai puntato la pistola”. Parla il carabiniere che ha ucciso Davide Bifolco, il giovane di 17 anni che non si è fermato al posto di blocco a Napoli. A riportare le dichiarazioni dell’agente su Repubblica è l’avvocato Salvatore Pane. “Se avevo il colpo in canna”, ha detto, “quella notte, è perché io e il mio collega inseguivamo un latitante. Non sono mai stato un Rambo, non ho mai neanche immaginato di puntare la pistola. Sono inciampato, quella notte, mentre bloccavo l’altro giovane che si divincolava. Se si fa una perizia si vedrà che c’è il gradino”.
E per questo chiede perdono: “Con pudore voglio dire alla famiglia di Davide che chiedo perdono per questa perdita, consapevole che niente e nessuna parola potrà attutire il dolore che segnerà per sempre anche la mia vita. Sono addolorato”. L’agente ricostruisce poi le dinamiche della sera in cui è avvenuto l’inseguimento: “Io so che questa tragedia è stata la conseguenza impensabile, umanamente inaccettabile, di un incidente. Non ho mai puntato la pistola, ho alle spalle oltre dieci anni di lavoro, anche a Verona”.
Intanto proseguono le indagini per fare luce sulla vicenda. Gli incarichi ai periti sono stati conferiti ieri 8 settembre dal pm titolare dell’inchiesta, Manuela Persico, e dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso. Gli accertamenti, sollecitati dall’avvocato Fabio Anselmo che assiste la famiglia Bifolco, dureranno tre giorni, ma per i risultati bisognerà probabilmente attendere alcune settimane. I funerali del ragazzo dovrebbero svolgersi mercoledì 10 settembre, dopo l’autopsia, o giovedì mattina. Intanto il militare che ha sparato, e che è indagato per omicidio colposo, per mettere a punto la strategia difensiva ha ricostruito con il suo difensore, avvocato Salvatore Pane, la dinamica dell’accaduto. L’appuntato, che ha un’esperienza di dieci anni nel Nucleo radiomobile di Verona e dunque è abituato ad affrontare le emergenze del lavoro in strada, sostiene che il colpo è partito dalla pistola impugnata con la mano destra mentre con la sinistra cercava di bloccare Salvatore Triunfo, uno dei giovani che erano sullo scooter assieme a Davide Bifolco e al latitante Arturo Equabile, riuscito a fuggire. Poiché Triunfo si divincolava, l’appuntato ha perso l’equilibrio e ha premuto il grilletto. Intervenire con il colpo in canna e senza sicura, sottolinea Pane, è la procedura cui i carabinieri devono attenersi, in base ai protocolli, in circostanze del genere.
Intanto non accenna a placarsi la rabbia e la voglia di giustizia tra gli abitanti del Rione Traiano di Napoli. Un gruppo, composto perlopiù da ragazzi e bambini, è arrivato alla stazione di Montesanto della ferrovia Cumana per manifestare, lungo le vie del centro città, in ricordo di Davide. Ad aprire il corteo una foto del ragazzo uno striscione sul quale si legge “Lo Stato dovrebbe tutelarci invece ci ammazza. Giustizia”. Le persone presenti in piazza hanno accolto con un applauso l’arrivo dei manifestanti.
Nel corteo anche un cane al quale è stata messa addosso una t-shirt bianca con la scritta: “Davide vive“, e “Bifolco sta qua”, seguito da un cuore disegnato con il pennarello rosso. “Siamo qui per la pace di Davide, non per la guerra”, urla con il megafono uno dei ragazzi. “Davide sempre con noi” e “Giustizia. Davide Vive” , sono gli slogan che stanno intonando i manifestanti. Il corteo è arrivato davanti la caserma Pastrengo, sede del comando provinciale dei carabinieri del capoluogo campano. Prima che fosse osservato un minuto di silenzio in ricordo di Davide, una donna si è avvicinata al colonnello dei Carabinieri Marco Minicucci per chiedergli di togliersi il cappello “in segno di rispetto”. Il comandante provinciale ha subito accolto l’invito, si è tolto il cappello e poi, insieme ai ragazzi, ha osservato il minuto di silenzio. “Non muro contro muro, dobbiamo stare insieme per cambiare questa città”. Queste le parole del colonnello Minicucci, con cui si è rivolto ai giovani in corteo. “Questa città – ha detto ancora il colonnello Minicucci – va cambiata nel bene e nella legalità”.
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha visitato nel pomeriggio la famiglia Bifolco per portare le sue condoglianze. Il primo cittadino – rende noto l’ufficio stampa – si è impegnato, per quanto di sua competenza, a sostenere ogni richiesta di accertamento della verità, che spetta alla magistratura acclarare. Nel corso dell’incontro, De Magistris ha ribadito il convincimento di quanto sia importante evitare qualsiasi forma di scontro fra istituzioni, organi dello Stato e cittadini.