Parigi non rispetterà nemmeno quest’anno i paletti del Patto di stabilità. Di per sé non è una sorpresa, perché il fatto che i conti pubblici del Paese non fossero sotto controllo era noto. Ma a stupire è la portata dello sforamento: Michel Sapin, il ministro delle Finanze, ha annunciato mercoledì che il deficit francese si attesterà nel 2014 al 4,4% del Pil, un dato superiore dello 0,2% rispetto a quello dello scorso anno e molto più alto di quanto previsto (intorno al 3,8 per cento). Con il risultato che la Francia, proprio nel giorno in cui l’ex ministro dell’Economia Pierre Moscovici incassa la nomina a commissario europeo agli Affari monetari, deve chiedere per la terza volta di rinviare il rientro nei parametri Ue. Il rientro nel limite del 3% non sarà centrato nel 2015, né nel 2016. Occorrerà aspettare il 2017, anno delle elezioni presidenziali.
“Quello che voglio rivolgervi oggi è un discorso di verità”, ha detto Sapin, storico compagno di studi di Francois Hollande, in conferenza stampa. Per poi spiegare che, contrariamente a quanto promesso in passato e vista la “situazione eccezionale” nella zona euro, la Francia “non riuscirà a raggiungere per quest’anno i suoi obiettivi”. “E’ chiaro che questo non è conforme alle raccomandazioni fatte dalla Commissione europea alla Francia”, ha subito replicato, chiedendo “misure credibili” per ridurre il deficit, Simon O’Connor, portavoce dell’attuale commissario agli Affari monetari ad interim. Quel Jyrki Katainen scelto da Jean-Claude Juncker come vicepresidente e coordinatore di tutti i portafogli economici della Ue. In pratica un “controllore” che veglierà sul rigore dei conti con il compito di scongiurare inopportune concessioni alla flessibilità. Che appaiono però molto improbabili, se lo stesso Moscovici si è subito premurato di dichiarare a Les Echos che “prima di tutto dobbiamo applicare le regole, tutte le regole e nient’altro che le regole” ed “è escluso che si possa concedere una qualsiasi deroga, sospensione o eccezione per la Francia”.
Sapin ha inoltre annunciato una revisione al ribasso delle stime di crescita: il prodotto interno lordo della Francia è ora visto crescere solo dello 0,4% nel 2014 rispetto al +1% della precedente stima.