Ci sono degli indagati in tutti i partiti del consiglio regionale appena sciolto e tra loro ci sono tutti i capigruppo in carica nel periodo 2010-2012. Nessuno escluso. E’ questo ciò che inizia a emergere dalla maxi-inchiesta sulle cosiddette ‘spese pazze’ nell’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. Dunque non c’è solo il Partito democratico, travolto martedì dalla notizia che i suoi due candidati alle primarie, Matteo Richetti e Stefano Bonaccini (oggi pomeriggio ha chiesto di essere sentito in procura) per la presidenza della Regione, sono indagati per peculato assieme ad altri sei colleghi di partito. Sulla scrivania delle pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari c’è un fascicolo per ogni forza politica e all’interno di ogni fascicolo almeno un nome.

Già un anno fa era trapelata la notizia che tutti i presidenti dei gruppi della legislatura appena conclusa, per il periodo che va dal 2010 al 2012 erano stati iscritti nel registro degli indagati. La notizia vedeva i responsabili dei gruppi Pdl (Luigi Giuseppe Villani), Pd (Marco Monari), Lega nord (Mauro Manfredini), Idv (Liana Barbati), M5S (Andrea Defranceschi), Udc (Silvia Noé), Gruppo Misto (Matteo Riva), Fds (Roberto Sconciaforni) e Sel-Verdi (Gianguido Naldi) indagati quasi d’ufficio. Come capigruppo avevano infatti apposto le loro firme sulle richieste di rimborso e per questo, anche se in molti casi le spese non erano imputabili a loro personalmente, erano finiti tra le persone sotto indagine. Ora tutti quei fascicoli stanno per essere chiusi e oltre ai presidenti, altri consiglieri ‘semplici’ sono finiti sotto la lente dei magistrati. Del Pd oltre a Bonaccini e Richetti (e all’allora capogruppo Marco Monari, costretto alle dimissioni un anno fa) si sa che ce ne sarebbero almeno altri cinque. Otto in tutto. Non è chiaro quanti siano gli indagati degli altri partiti: ciò che è certo è che il loro numero potrebbe crescere nel prossimo mese.

In procura della Repubblica infatti prosegue il lavoro delle pm, coordinate dal procuratore capo Roberto Alfonso e dall’aggiunto Valter Giovannini, che potrebbe concludersi nel giro di un mese con l’invio degli avvisi di chiusura indagini. In mattinata, con un comunicato, è arrivata la risposta dei magistrati a chi parlava di giustizia a orologeria, vista la vicinanza delle elezioni regionali e, soprattutto, delle primarie. “La procura della Repubblica ha lavorato anche in agosto”, recita il comunicato della procura. I magistrati spiegano come la notizia dei due indagati eccellenti non è trapelata dagli uffici giudiziari: le istanze per conoscere eventuali “richieste di iscrizione nel registro degli indagati sono giunte lunedì 8 e martedì 9 settembre dagli avvocati difensori dei Richetti e Bonaccini. Gli avvocati hanno ottenuto immediatamente le certificazioni richieste. Questi i fatti. Continueremo a lavorare con serietà e in silenzio”. Di certo nel momento in cui a fine agosto Bonaccini e Richetti sono stati iscritti a registro, a inizio agosto, ancora non era stata decisa una loro candidatura alle primarie.

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