Dopo la crisi del 2007 l’Europa ha fatto passi avanti ma manca ancora uno sforzo per la crescita e l’occupazione. Lo ha sostenuto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in occasione dell’Eurofi financial forum di Milano, spiegando che si può fare di meglio se “coordiniamo meglio” le politiche nazionali con quelle dell’Unione. Insomma: più potere alla Ue. Lo stesso concetto che il titolare di via XX Settembre aveva espresso la settimana scorsa al Workshop Ambrosetti di Cernobbio. Il ministro ha ricordato come l’Europa abbia saputo reagire alla crisi del 2007 con un consistente sforzo di consolidamento del bilancio che ha prodotti importanti risultati. Spiegando che lo stesso slancio serve ora per rilanciare la crescita. Se i dati macroeconomici più recenti sono stati ancora una volta deludenti, ha detto poi Padoan, il motivo va ricercato nel fatto che non si è riusciti a capire che il quadro è cambiato in modo così radicale da richiedere un cambiamento di approccio.
Di qui la strategia che il ministro proporrà venerdì alla riunione dell’Ecofin, il vertice dei responsabili dell’Economia dell’Eurozona, di cui è presidente di turno nell’ambito del semestre italiano. Il piano poggia su tre pilastri: migliore integrazione del mercato interno, riforme strutturali con monitoraggio delle iniziative nazionali e strumenti di “benchmarking” (cioè parametri di confronto prestabiliti) e raccomandazioni specifiche per i singoli Paesi e investimenti, che al tempo stesso costituiscono un contributo alla domanda e un cambiamento strutturale sul lato dell’offerta, soprattutto con un buon bilanciamento tra investimenti privati e pubblichi. Per finanziare le piccole e medie imprese, in particolare, la Ue dovrebbe favorire regole comuni sui minibond, titoli obbligazionari ad hoc.