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Carlo Tavecchio e quella plusvalenza da 9 milioni per la sede della Lega dilettanti

Il settimanale L'Espresso ricostruisce la vicenda della compravendita di un intero piano di un palazzo in pieno centro a Roma: la Lega lo ha pagato quasi 20 milioni, ma la società venditrice, Vispa 07, l'aveva acquistato solo venti giorni prima per 9 milioni. La replica del numero uno della Lega calcio: "E' stato un investimento, ho letto dell'offerta sul giornale. E non abbiamo comprato solo noi, la Technimont ha comprato il piano di sopra"
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Una plusvalenza da 9 milioni di euro sulla compravendita di un piano di un palazzo nel centro di Roma, vicino a Piazza del Popolo. Al centro dell’affare Carlo Tavecchio, il neo presidente della Lega Calcio. Che nel 2008, nelle vesti di numero della Lega dilettanti, ha firmato il contratto di acquisto che, a un prezzo di quasi 20 milioni, sanciva il passaggio di proprietà dei 46 vani più sei soffitte, quattro cantine e dieci posti auto dalla Vispa 07 a Lnd Servizi. Piccolo particolare: Vispa 07 aveva acquisito l’immobile di Piazzale Flaminio appena venti giorni prima da Beni Stabili gestioni per soli 11 milioni. Poco chiari i contorni della vicenda, ricostruita dal settimanale L’Espresso. Ad amministrare Vispa 07 è infatti Cesare Anticoli, “un commerciante romano classe 1928 che gestisce vari immobili nel centro della capitale”, ma gli azionisti della società, che hanno intascato la ricca plusvalenza, sono ignoti perché “schermati dalle fiduciarie Finnat e Fedra del gruppo Euramerica di Giampietro Nattino“. Gruppo che a sua volta ha una partecipazione di minoranza in Beni Stabili gestioni. Che avrebbe ricavato l’82% in più se avesse venduto direttamente al ragionier Tavecchio. Così, invece, la megaplusvalenza è finita nelle tasche di Vispa 07, creata l’anno prima della transazione. Secondo la Lega dilettanti per comprare quel piano del palazzo “non è stato speso denaro pubblico”, perché i contributi annuali versati dal Coni alla Lnd sono destinati solo a sostenere l’attività dilettantistica e a pagare gli arbitri. Tuttavia, ricorda il settimanale, “bisogna fidarsi sulla parola perché, come accade con altre federazioni sportive affiliate al Coni, la Lega dilettanti non pubblica sul web il suo bilancio”.

La replica di Tavecchio, via agenzia Ansa, è che l’acquisto è stato “un investimento funzionale alla Lega dilettanti”, “già oggi super rivalutato” e fatto in totale trasparenza. Ho “letto dell’offerta sul giornale, a me quell’operazione non l’ha offerta nessuno”, sostiene il numero uno del calcio italiano, ancora sotto inchiesta da parte della Uefa per le esternazioni razziste sui “mangiabanane”. “Tra l’altro”, è la giustificazione, “non abbiamo comprato solo noi. Anche la Technimont ha comprato il piano di sopra”.

 

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