Il tranquillante che non ha addormentato Daniza, ma l’ha stupidamente uccisa, ha funzionato benissimo con la stampa italiana, rintronandola di lacrime.
Non ci smuovono le stragi umanitarie nei villaggi afghani, dove bruciamo donne, vecchi e bambini. Ci irrita la conta quotidiana degli annegati nel Mediterraneo. Non ci impressiona la deforestazione amazzonica, l’avvelenamento delle coste cinesi, la devastazione del delta del Niger, tutti eventi che causano la morte di milioni di animali nati liberi, liquidati dalla nostra incommensurabile voracità.
Persino il sempre cinico Vittorio Feltri si è commosso per l’esecuzione dell’orsa, colpevole di fare l’orsa e di difendere i suoi cuccioli da tutte le minacce esterne, fosse anche l’innocuo cercatore di funghi a cui Feltri augura di averne trovati molti “speriamo velenosi”.
È lo stesso Feltri che ai bei tempi non si lasciava impressionare dalla imminente morte di Enzo Baldoni, ma anzi lo irrideva. E che in questi anni non si è mai sentito in dovere di chiedere scusa alla vedova. È giusto così: il cuore umano, come quello degli orsi, distingue chi amare e chi mordere. Lui difende Daniza, ma addenta i cercatori di funghi e di ideali.