“Daremo la caccia ai responsabili dell’assassinio di David Haines, non importa quanto tempo servirà”. Questa volta la decapitazione del cooperante scozzese, e dunque britannico, ha portato lo Stato Islamico direttamente fra le strade di Londra, pur essendo avvenuta in Medio Oriente, a migliaia di chilometri di distanza da Londra. E ora il premier conservatore David Cameron si trova davanti a un bivio: appoggiare o meno i raid aerei americani, con o senza il consenso di Bashar al-Assad. L’esecuzione del cooperante potrebbe spingere il primo ministro ad appoggiare gli Stati Uniti. Vengono dunque spazzati via i tentennamenti iniziali e ricomposte le fratture all’interno del governo britannico che sono seguite all’annuncio di Obama di voler creare una coalizione anti-Isis. Il premier, infatti, aveva affermato di “non escludere nulla” riguardo una azione militare contro l’Isis. Una dichiarazione che di fatto contrastava con quanto affermato in precedenza dal ministro degli Esteri, Philip Hammond, che escludeva la partecipazione di Londra ai raid aerei contro l’Isis in Siria.
Cameron al termine di un vertice di emergenza ha definito i jihadisti dell’Isis “non sono musulmani ma mostri” e si è detto pronto ad adottare “ogni misura necessaria” per aiutare lo sforzo internazionale per distruggere gli estremisti dell’Isis. Ma un impegno militare di Londra a fianco di Washington sarebbe un vero e proprio incubo, dicono ora analisti e commentatori politici. Per Londra infatti vorrebbe dire scatenare una guerra, molto probabilmente simile a quella che nel 2003 l’allora premier laburista Tony Blair lanciò contro l’Iraq di Saddam Hussein. Una missione che portò centinaia di migliaia di persone sotto il Big Ben a protestare contro il governo, e contribuì a far vacillare la carriera politica del leader laburista. Non a caso Blair è stato ricordato da “John il britannico” – che secondo l’intelligence britannica è il killer che in un mese ha sgozzato, almeno stando ai video, tre cittadini occidentali – come responsabile di “crimini” contro l’Islam. L’incappucciato, dal forte accento dell’est londinese, anche in questo caso una volta compiuto il massacro ne ha subito promesso un altro, contro un cittadino del Regno Unito, identificato in Alan Henning.
Nel caso venisse trucidato anche Henning, si tratterebbe di un messaggio chiaro, un macabro pareggio: due morti per gli Stati Uniti e due per il regno di sua maestà, ma soprattutto per il Paese di David Cameron, “servo di Barack Obama, il suo padrone”. Due e due, quasi a voler significare che sì, America e Regno Unito sono una è lo specchio dell’altro o, più precisamente, una comanda e l’altro esegue. E forse, ora, proprio la decapitazione di Haines spingerà Cameron a soddisfare ancora di più le richieste di Washington. Nel video, intitolato “Messaggio agli alleati dell’America” (guarda), il bersaglio principale è Cameron, colpevole – secondo il boia – di aver aiutato il popolo curdo (pochi giorni fa anche con l’invio di armi). Un affronto per lo Stato Islamico, impegnato a sopraffare una delle popolazioni più torturate, discriminate e perseguitate al mondo.
A poche ore dal rilascio del video – subito oscurato da YouTube e non pubblicato da molti dei media britannici – la comunità musulmana britannica (due milioni di persone solo a Londra, altrettanti, se non di più, nel resto del regno), gli imam e altri leader islamici del Paese hanno subito condannato l’atto giudicato “vile”, “barbarico”, “non consono ai valori musulmani”. Così hanno fatto Mohammed Shafiq, capo della Ramadhan Foundation, che parlando con Sky News ha detto: “Questi terroristi malefici non rappresentano gli insegnamenti islamici, la loro barbarie è un affronto alla nostra fede, anche considerando che la maggior parte delle vittime dell’Is è costituita da musulmani”. Sempre parlando con il network, Qari Asim, imam della moschea Makkah di Leeds, ha detto: “Questo vile attacco terroristico è l’azione di codardi, lo condanniamo completamente”. Dichiarazioni che in queste ore valgono molto più delle normali e un po’ scontate prese di posizione della politica britannica. Si stima che dal Regno Unito circa 1.500 jihadisti britannici siano andati a combattere in Siria e Iraq al fianco dello Stato Islamico.
Aggiornato dalla redazione web alle 13 e 22
Mondo
David Haines decapitato, ora Cameron pensa di appoggiare i raid Usa anti-Isis
Dopo l'esecuzione del cooperante scozzese, il governo britannico sarebbe pronto a sciogliere i dubbi interni e ad unirsi agli Stati Uniti nella nuova strategia contro i jihadisti in Iraq e Siria. Ma secondo gli analisti la scelta del premier potrebbe rappresentare un rischio politico simile a quello che Tony Blair commise nel 2003 partecipando alla guerra contro Saddam Hussein
“Daremo la caccia ai responsabili dell’assassinio di David Haines, non importa quanto tempo servirà”. Questa volta la decapitazione del cooperante scozzese, e dunque britannico, ha portato lo Stato Islamico direttamente fra le strade di Londra, pur essendo avvenuta in Medio Oriente, a migliaia di chilometri di distanza da Londra. E ora il premier conservatore David Cameron si trova davanti a un bivio: appoggiare o meno i raid aerei americani, con o senza il consenso di Bashar al-Assad. L’esecuzione del cooperante potrebbe spingere il primo ministro ad appoggiare gli Stati Uniti. Vengono dunque spazzati via i tentennamenti iniziali e ricomposte le fratture all’interno del governo britannico che sono seguite all’annuncio di Obama di voler creare una coalizione anti-Isis. Il premier, infatti, aveva affermato di “non escludere nulla” riguardo una azione militare contro l’Isis. Una dichiarazione che di fatto contrastava con quanto affermato in precedenza dal ministro degli Esteri, Philip Hammond, che escludeva la partecipazione di Londra ai raid aerei contro l’Isis in Siria.
Cameron al termine di un vertice di emergenza ha definito i jihadisti dell’Isis “non sono musulmani ma mostri” e si è detto pronto ad adottare “ogni misura necessaria” per aiutare lo sforzo internazionale per distruggere gli estremisti dell’Isis. Ma un impegno militare di Londra a fianco di Washington sarebbe un vero e proprio incubo, dicono ora analisti e commentatori politici. Per Londra infatti vorrebbe dire scatenare una guerra, molto probabilmente simile a quella che nel 2003 l’allora premier laburista Tony Blair lanciò contro l’Iraq di Saddam Hussein. Una missione che portò centinaia di migliaia di persone sotto il Big Ben a protestare contro il governo, e contribuì a far vacillare la carriera politica del leader laburista. Non a caso Blair è stato ricordato da “John il britannico” – che secondo l’intelligence britannica è il killer che in un mese ha sgozzato, almeno stando ai video, tre cittadini occidentali – come responsabile di “crimini” contro l’Islam. L’incappucciato, dal forte accento dell’est londinese, anche in questo caso una volta compiuto il massacro ne ha subito promesso un altro, contro un cittadino del Regno Unito, identificato in Alan Henning.
Nel caso venisse trucidato anche Henning, si tratterebbe di un messaggio chiaro, un macabro pareggio: due morti per gli Stati Uniti e due per il regno di sua maestà, ma soprattutto per il Paese di David Cameron, “servo di Barack Obama, il suo padrone”. Due e due, quasi a voler significare che sì, America e Regno Unito sono una è lo specchio dell’altro o, più precisamente, una comanda e l’altro esegue. E forse, ora, proprio la decapitazione di Haines spingerà Cameron a soddisfare ancora di più le richieste di Washington. Nel video, intitolato “Messaggio agli alleati dell’America” (guarda), il bersaglio principale è Cameron, colpevole – secondo il boia – di aver aiutato il popolo curdo (pochi giorni fa anche con l’invio di armi). Un affronto per lo Stato Islamico, impegnato a sopraffare una delle popolazioni più torturate, discriminate e perseguitate al mondo.
A poche ore dal rilascio del video – subito oscurato da YouTube e non pubblicato da molti dei media britannici – la comunità musulmana britannica (due milioni di persone solo a Londra, altrettanti, se non di più, nel resto del regno), gli imam e altri leader islamici del Paese hanno subito condannato l’atto giudicato “vile”, “barbarico”, “non consono ai valori musulmani”. Così hanno fatto Mohammed Shafiq, capo della Ramadhan Foundation, che parlando con Sky News ha detto: “Questi terroristi malefici non rappresentano gli insegnamenti islamici, la loro barbarie è un affronto alla nostra fede, anche considerando che la maggior parte delle vittime dell’Is è costituita da musulmani”. Sempre parlando con il network, Qari Asim, imam della moschea Makkah di Leeds, ha detto: “Questo vile attacco terroristico è l’azione di codardi, lo condanniamo completamente”. Dichiarazioni che in queste ore valgono molto più delle normali e un po’ scontate prese di posizione della politica britannica. Si stima che dal Regno Unito circa 1.500 jihadisti britannici siano andati a combattere in Siria e Iraq al fianco dello Stato Islamico.
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Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Il presidente eletto Donald Trump ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo del Canale di Panama, definendolo come una “risorsa nazionale vitale” e chiedendo a Panama di restituire il canale se i “principi, sia morali che legali” degli Stati Uniti che consentono a Panama di gestire il canale vengono violati.
Trump ha raddoppiato la proposta, lanciata per la prima volta sui social media ieri, durante un discorso all'evento Turning Point Usa a Phoenix, sostenendo che gli Stati Uniti hanno un "interesse acquisito" nel far sì che il canale venga gestito senza che Panama addebiti "prezzi e tariffe di passaggio esorbitanti" alle navi gestite da aziende e personale militare statunitensi.
"La nostra Marina e il nostro commercio sono stati trattati in modo molto ingiusto e sconsiderato. Le tariffe applicate da Panama sono ridicole, profondamente ingiuste, soprattutto sapendo la straordinaria generosità che è stata concessa a Panama, molto scioccamente, dagli Stati Uniti", ha detto Trump. "Questa completa truffa ai danni del nostro Paese cesserà immediatamente". "Se i principi, sia morali che legali, di questo magnanimo gesto di donazione non saranno rispettati, allora chiederemo che il Canale di Panama venga restituito agli Stati Uniti", ha continuato. "Quindi, funzionari di Panama, vi prego regolarvi di conseguenza".
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - Martina, la studentessa fiorentina di 21 anni ferita con trenta coltellate dall'ex fidanzato a Oslo, in Norvegia, "non sarebbe in pericolo di vita". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, aggiungendo che "la famiglia è arrivata a Oslo ieri e che l'ambasciata segue la situazione da venerdì con la massima attenzione, prestando assistenza alla famiglia".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Maria Ruggia è morta in ospedale, esattamente nell’ospedale Ingrassia a Palermo. L’hanno lasciata su una barella del pronto soccorso dal 10 dicembre al 18 dicembre. Solo il 19 è stata trasferita a Medicina Generale, quando stava già malissimo, il 20 è deceduta”. Lo scrive sui social Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera.
“La figlia ha fatto una denuncia: suppone che potrebbe avere contratto un’infezione in ospedale perché è stata tenuta al pronto soccorso senza somministrarle adeguata terapia antibiotica preventiva, visto che si trattava di paziente fragile, esponendola a un ambiente sanitario non idoneo per troppo tempo, se ne capirà di più con le indagini. Una cosa però è certa", prosegue.
"Una paziente, ancor di più fragile, non dovrebbe stare 10 giorni in barella al pronto soccorso prima di essere trasferito in un reparto o in una clinica. E invece Maria ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita nelle stesse condizioni in cui sono costretti a stare i siciliani che hanno la sfortuna di finire in un pronto soccorso", dice ancora Faraone.
(Adnkronos) - "Lo abbiamo documentato con le foto, lo abbiamo testimoniato con i nostri blitz nei pronto soccorso siciliani, abbiamo chiesto interventi urgenti, ma nulla è cambiato, se non in peggio. Per il Presidente della Regione, Renato Schifani, va bene così e in Sicilia regna l’assuefazione, in attesa di scandalizzarsi per il prossimo morto al pronto soccorso”, conclude Faraone.
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - "Appena avuta notizia dell'attentato di Magdeburgo, l'ambasciata italiana in Germania ha chiesto alle autorità locali se vi fossero coinvolti degli italiani. Ci è stato risposto che non risultavano cittadini italiani". Lo ha detto all'Adnkronos la Farnesina, parlando di Marco Forciniti - originario di Pietrapaola, in Calabria - "cittadino italo-tedesco, del cui ferimento - ha aggiunto il ministero degli Esteri - l'Unita di Crisi ha appreso dai media. Funzionari dell'ambasciata si sono recati presso l'ospedale per conoscere le condizioni di salute dell'uomo e fornirgli assistenza".
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Elon Musk "non diventerà presidente, questo ve lo posso dire. Ne sono sicuro, sapete perché? Non può esserlo, non è nato in questo Paese". Parlando ai sostenitori durante un evento a Phoenix, il presidente eletto Donald Trump ha affermato che il fondatore di Tesla - che è nato in Sudafrica - ha "fatto un lavoro straordinario" e ha respinto gli attacchi dei democratici che sostengono che Musk si stia comportando come un presidente 'de facto', dopo che la scorsa settimana l'imprenditore ha guidato con successo un tentativo di bloccare un disegno di legge bipartisan sui finanziamenti governativi.
"No, non prenderà la presidenza. Mi piace avere accanto persone intelligenti", ha detto Trump. "La nuova bufala è che il presidente Trump ha ceduto la presidenza a Elon Musk. No, no, non succederà".
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "La migliore risposta alla irresponsabilità della magistratura e delle sinistre, che hanno voluto un inutile e persecutore processo a Salvini, sarà la rapida approvazione del disegno di legge sicurezza. Terremo conto di ogni osservazione. Ma ognuno stia al suo posto. Non ci sono altre istituzioni che si sostituiscono al parlamento". Lo dice il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri.
"Valuteremo le obiezioni, soprattutto quelle autorevoli, e valuteremo eventuali miglioramenti. Ma il disegno di legge sicurezza sarà approvato. Per rafforzare le forze dell'ordine. Noi vogliamo tutelare il popolo in divisa a cui abbiamo dato un nuovo contratto di lavoro. Invece la sinistra ed i grillini stanno dalla parte dei teppisti che aggrediscono le forze di polizia. E anche le altre Istituzioni devono guardare alla difesa della legalità", prosegue.
"Aspettiamo, ad esempio, dal massimo esponente del CSM qualche segnale dopo la sentenza di Palermo. I procuratori che si sono alternati chiedendo condanne senza fondamento resteranno al loro posto? Il CSM discuterà di questa scandalosa vicenda di Palermo? Chi lo guida avrà qualche esternazione da fare anche cogliendo l'occasione di fine anno? O la magistratura può impunemente sabotare le istituzioni politico-parlamentari e tentare di sostituirsi al potere legislativo e a quello esecutivo con la complicità delle sinistre?", dice ancora Gasparri.
(Adnkronos) - "Nelle prossime ore parlerò chiaro anche in Parlamento sullo scandalo della vicenda Open Arms. La mia proposta che feci da Presidente della giunta per le elezioni e le immunità parlamentari era quella giusta: non processare Salvini e arrivare alle stesse conclusioni che dopo anni di ingiustizie e sprechi sono arrivate dal tribunale di Palermo”, conclude Gasparri.
Washington, 22 dic. (Adnkronos) - Una donna è stata bruciata viva stamattina a New York mentre dormiva sul treno F della metropolitana di Coney Island. Lo riportano i media americani che, citando fonti della polizia, riferiscono di un uomo che le avrebbe lanciato addosso un fiammifero acceso, facendola andare a fuoco.
Gli agenti della polizia di New York sono intervenuti in seguito alla segnalazione di un incendio avvenuto poco prima delle 7,30 presso la stazione della metropolitana di Coney Island-Stillwell Avenue e hanno trovato la donna avvolta dalle fiamme mentre era seduta sul treno. È stata trovata circondata da bottiglie di liquore, anche se non è ancora chiaro se abbiano avuto un qualche ruolo nell'incendio.