L’esordio allo Juventus Stadium che aveva sempre sognato: tifosi in festa, squadra in mostra. E ottimismo alle stelle. Anche se il modulo rimane lo stesso e gli interpreti pure. E anche se per i cronisti la sua Juve altro non è che quella di Conte (in tutto e per tutto). Unica differenza? Lui in panchina. Eppure Massimiliano Allegri è contento. E fa bene ad esserlo. Perché la Juventus ha iniziato come aveva finito: da padrona assoluta della Serie A. E se il passaggio dal vecchio al nuovo allenatore non si è sentito, beh, vuol dire che è andato tutto bene. I numeri, del resto, sono assai amici: seconda vittoria di fila, tre gol fatti, nessuno subito. E un’autostrada di buone sensazioni in vista dell’esordio in Champions League contro il Malmoe di martedì prossimo. Oltre alle cifre, però, capita che questa Juventus – a differenza della Roma – non solo vince, ma riesce anche a convincere. Contro l’Udinese (troppo rinunciataria), al di là del due a zero netto, non c’è stata storia. Andamento simile al match vinto all’esordio con il Chievo: i bianconeri, passati subito in vantaggio con Tevez, hanno provato in più di occasioni a raddoppiare senza fortuna. Nella ripresa qualche rischio di troppo per i padroni di casa ( (in particolare sul gol giustamente annullato a Bubnjic), che a differenza però della partita con i clivensi sono riusciti a mettere anticipatamente i titoli di coda sulla sfida grazie a un tiro da fuori di Marchisio a un quarto d’ora dalla fine. La Juve ha risposto così nel migliore dei modi alla Roma vincitrice nel pomeriggio a Empoli. La sfida tra le due sicure protagoniste del campionato è già lanciata.
Allegri conferma le intenzioni della vigilia, proponendo Evra sulla sinistra al posto di Asamoah. Pereyra prende il posto di Vidal in mezzo, mentre davanti confermata la coppia titolare l’anno scorso composta da Tevez e Llorente. Nell’Udinese, alle prese con diverse infortuni, l’attacco è afffidato alla coppia Muriel-Di Natale. Alla prima vera opportunità i campioni d’Italia si portano in vantaggio. Tevez ‘duetta’ con Lichtsteiner che sfonda sulla fascia destra e mette un pallone all’indietro sul quale si avventa lo stesso attaccante argentino, lasciato troppo libero dalla retroguardia friulana. Il rasoterra di prima intenzione dell’Apache non lascia scampo a Karnezis. Passata in vantaggio, la Juve dà sempre l’impressione di controllare, occupando stabilmente la metà campo avversaria. Le principali fiammate arrivano dai piedi di Tevez, in dubbio alla vigilia per un lieve acciacco muscolare ma tra i più pimpanti insieme a Paul Pogba e Roberto Pereyra. Proprio l’ex stella del Manchester City ci riprova senza fortuna attorno alla mezz’ora , con la palla che termina a lato. Sul finire del primo tempo doppia opportunità, al 39′ e al 43′, per Pogba, che tuttavia lascia a casa il destro dei giorni migliori facilitando gli interventi del portiere greco dei friulani, Karnezis, che blocca senza problemi le deboli conclusioni del francese.
In avvio di riprese l’Udinese tenta una timida reazione. Pur non creando particolari pericoli l’undici di Stramaccioni si presenta con maggiore frequenza nelle tra quarti campo di Buffon, che comunque rimarrà inoperoso per tutta la durata della partita. Pogba prosegue il suo duello personale con Karnezis con una punizione al 4′ che il portiere greco è costretto a deviare di pugno. L’unico sussulto da parte degli ospiti arriva al 20′ quando Bubnjic su una conclusione deviata insacca a porta vuota da due passi. Il guardalinee annulla però giustamente per un fuorigioco millimetrico. Il pericolo scampato scuote la Juventus. E’ sempre Tevez a prendersi la squadra sulle spalle: l’Apache impegna severamente Karnezis, che respinge in corner la sua velenosa conclusione dall’out destro. Al 29′ poi è proprio l’argentino a servire a Marchisio la palla del 2-0, con un suggerimento all’indietro al limite dell’area che il centrocampista della nazionale converte in rete con il pallone che termina la propria corsa nell’angolino basso alla sinistra del portiere. La partita si chiude virtualmente a quel punto, e il finale diventa di fatto una passerella che consente ad Allegri di inserire i giovani Coman e Morata, al rientro dopo l’infortunio e subito pericoloso nelle battute finali. I campioni d’Italia vincono e convincono, nonostante le molte assenze, ma per capire davvero di che passa sia fatta questa ‘nuovà Juventus servirà un test più impegnativo. Come quello contro il Milan a San Siro del prossimo turno.