La mobilitazione dell’intero governo per il primo giorno di scuola si trasforma in un boomerang per Matteo Renzi. Il premier è stato contestato da un centinaio di manifestanti, tra disoccupati dell’edilizia, lavoratori di call center a rischio licenziamento e docenti precari, all’ingresso dell’Istituto don Pino Puglisi di Palermo, dove è andato per celebrare l’avvio dell’anno scolastico nel giorno in cui la città ricorda il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. I manifestanti hanno esposto cartelli con scritto “Premiate il merito” ed “Esclusi senza motivo” e urlato “lavoro, lavoro” e altri slogan di protesta. La polizia ha transennato la zona e gli agenti sono in tenuta antisommossa. Gli edili urlano “lavoro… lavoro”. I precari della scuola chiedono di essere stabilizzati mentre gli edili rimasti senza lavoro rivendicano l’applicazione di un protocollo di intesa stipulato nel 2013 dal Comune di Palermo e dalle associazioni sindacali e di categoria.
l Premier, a proposito dei precari della scuola, ha riposto ai cronisti sottolineando che la questione “è difficile, perché anni e anni di stratificazione e promesse non mantenute hanno prodotto una situazione unica in Europa rispetto al corpo docente e un senso di frustrazione dei nostri insegnanti”. “Noi abbiamo scelto di mettere la parola fine – ha aggiunto – Tutti coloro i quali hanno assunto un diritto, verso i quali lo Stato ha assunto un’obbligazione, vale a dire quelli che fanno parte delle graduatorie ad esaurimento saranno assunti a settembre del 2015, con il nuovo anno scolastico”. “Però noi chiediamo di cambiare le regole del gioco. E ai docenti e gli insegnati diciamo siamo disponibili a portarvi dentro la scuola in modo definitivo, a mettere fine alla supplentite – ha concluso – ma voi aiutateci a valorizzare il merito. Ci sono insegnanti particolarmente bravi e quelli meno bravi, che vanno aiutati con la formazione continua e permanente. E questo è interesse degli insegnanti e delle famiglie”.
Al suo arrivo Renzi ha parlato brevemente con il sindaco Leoluca Orlando e il governatore Rosario Crocetta, ha stretto la mano ad alcuni dei presenti ed è poi entrato a scuola. Nell’atrio ci sono gli alunni dell’istituto, che ospita classi della materna, primaria e media. All’ingresso ci sono due striscioni con scritto “Welcome” e “Il pizzo, il Bullismo degli adulti, Gli angeli della legalità”. . Renzi, a margine della visita al don Pino Puglisi, ha rilanciato la validità della riforma ribattezzata La buona scuola con queste parole: “Noi vogliamo che tutte le insegnanti e gli insegnanti, e che tutte le famiglie, discutano nei prossimi due mesi delle proposte del governo perché per la prima volta nella storia repubblicana la riforma della scuola non è un regolamento che scrivono presidente del Consiglio o il ministro. E’ uno strumento di coinvolgimento”.
Intanto nel resto d’Italia i ministri sono stati sguinzagliati nelle scuole per dare un segnale di attenzione al mondo dell’istruzione. Anche perché il rientro in classe di studenti e insegnanti in una quindicina di regioni coincide con l’avvio della consultazione, sul sito www.labuonascuola.gov.it, sulle Linee guida per la scuola varate dal governo la scorsa settimana. Il ministro Stefania Giannini è a Roma, in visita a un istituto tecnico agrario della periferia della Capitale, mentre la responsabile delle Riforme istituzionali e dei rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi è andata alla scuola elementare ‘Goffredo Mameli’ di Laterina, che ha frequentato da bambina. “Sono qui per consegnarvi il programma del governo, per farvi vedere come sarà la scuola nei prossimi anni”, ha detto la Boschi ai bambini (dopo aver spiegato che “il lavoro di un ministro è un po’ come quello del sindaco”). “Tra due mesi come in tutte le altre scuole d’Italia torneremo per decidere quali sono le vostre idee per la scuola e voi mi direte che cosa vi piacerebbe studiare e cosa vorreste fare. Ci diamo appuntamento tra due mesi”. Anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha scelto di passare il primo giorno dell’anno scolastico con gli allievi dell’istituto frequentato da ragazzo, l’Its Scarabelli ‘tecnico agrario- professionale chimico biologico’ di Imola. Ritorno alle origini anche per il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, all’Istituto tecnico agrario Mario Rigoni Stern di Bergamo dove si è diplomato. “Dobbiamo fare in modo che il rapporto tra futuro dell’agricoltura italiana e formazione sia sempre più forte” ha detto il ministro nel suo discorso. Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, invece, è stato invitato nello storico liceo artistico della capitale Ripetta confermando l’impegno prioritario del governo Renzi per incrementare le risorse economiche e valorizzare i docenti a favore della scuola e per preparare gli studenti che vivono su un territorio “impregnato di millenaria cultura artistica, storico, ambientale”. “Da piccolo volevo fare il Presidente della Repubblica” è stato l’esordio di Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, che ha parlato ai bambini della scuola elementare e media Cabrini di Milano, Istituto da lui frequentato durante l’infanzia.