Andrea Defranceschi non può partecipare alle elezioni online per diventare il candidato M5S alla presidenza della Regione Emilia Romagna. Quello che era già emerso dietro le righe nei giorni scorsi, è apparso chiaro questa mattina quando il blog di Beppe Grillo ha pubblicato la lista di nomi che gli iscritti possono votare (dalle 10 alle 19 di oggi). L’ex consigliere regionale e capogruppo M5s è indagato nell’ambito dell’inchiesta per le spese dei gruppi e in una clausola introdotta per la prima volta in questo contesto, lo staff di Grillo ha specificato che anche gli inquisiti al momento del voto sono esclusi.
Viene meno così uno dei nomi favoriti, per il quale si era schierato anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti. Come candidato espresso dalla provincia di Bologna compare invece nella lista il conduttore televisivo Dario Pattacini, sul quale in molti avevano espresso dubbi perché nel 2009 candidato con una lista dell’Italia dei valori. Ma anche la giornalista di Repubblica Bologna Caterina Giusberti, poi tra gli altri Annalisa Grandi e Massimo Giordano. Sulla provincia di Reggio Emilia, non ci sarebbe invece Matteo Olivieri, ex consigliere comunale di Reggio Emilia e dato nei mesi scorsi come il nome favorito dai fedelissimi del Movimento. I candidati dal parmense in tutto sono 18, provenienti sia dalla città che dai comuni della provincia, con una sola donna. Tra i nomi, Andrea D’Alessandro, già presidente dell’associazione Parma in Movimento, Francesco Rossi, che aveva già corso alle europee, Renzo Minari, Luca Mori. Tra i candidati ci sono anche esponenti del nuovo gruppo Amici di Beppe Grillo di Parma e provincia, nato in polemica con l’yamministrazione di Federico Pizzarotti, come Alessandro Guardamagna.
La decisione però lascia molti malumori in una Regione dove il Movimento 5 stelle soffre fazioni ed espulsioni. Solo domenica 14 settembre alla festa Emilia in Movimento, il primo cittadino di Parma Federico Pizzarotti, sul palco insieme al deputato Walter Rizzetto, aveva espresso la sua solidarietà per il candidato indagato. Qualche ora prima si erano schierate le parlamentari 5 stelle Giulia Sarti ed Elisa Bulgarelli. Critico anche il consigliere comunale di Ravenna Pietro Vandini: “A forza di cazzate, di giochetti, di assurdità, di voler fare i moralmente superiori sulle stupidaggini, di rincorrere gli slogan e di fare tafazismo, a forza di tutto questo, quando non ci sarà più nessuno, mi piacerà sapere quale obiettivo avrete raggiunto”. Oggi su Facebook, la presa di posizione del consigliere comunale di Torino Vittorio Bertola: “Il problema”, ha scritto, “non è se sia giusto o meno candidare nel M5S persone indagate (segnalo che è praticamente impossibile fare politica anche onestamente senza venire indagati per qualche motivo, se non altro per querele a scopo intimidatorio, e che la maggior parte degli esponenti piemontesi più conosciuti sono o sono stati indagati, compresi me, Bono e diversi nostri parlamentari e consiglieri). Il problema è che anche recentemente altre persone sotto indagine sono state candidate senza fare una piega, e dunque sembra proprio che la regola venga tirata fuori all’occasione”. E ha concluso Bertola: “Sono atteggiamenti che, dall’interno, spingono il M5S a diventare un partito”.