Non è bastato l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, o l’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il Parlamento risponde con il dodicesimo schiaffo agli avvertimenti e alle trattative: ancora non c’è l’accordo per l’elezione dei due giudici costituzionali e dei due membri laici del Consiglio superiore della magistratura. A fine giornata nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea (570 voti): Luciano Violante ha ottenuto 518 voti, mentre Donato Bruno 511. Niente quorum anche per l’elezione di due membri laici del Csm: erano necessari 514 voti, ma il parlamentare vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin si è fermato a 448. Numeri bloccati e soglia per l’elezione ancora lontanissima. Servirà una nuova votazione: la tredicesima (prevista per giovedì alle 9.30). Il Pd esce dall’ennesima seduta senza soluzione ribadendo che sarà riproposta la coppia Violante-Bruno, anche se nel pomeriggio dal vertice Renzi-Berlusconi di due ore potrebbe essere uscita una nuova soluzione. Hanno parlato per due ore di legge elettorale e governo, ma, secondo alcune indiscrezioni, si sarebbe trattato su due nomi “tecnici” e meno politici.
Intanto oggi è mancato l’appoggio di Lega Nord e Sel e a questo punto, secondo alcune indiscrezioni, la trattativa potrebbe spostarsi su altro: i due partiti di minoranza potrebbero chiedere al premier di sedersi al tavolo per fare richieste sulla riforma del sistema di voto, in cambio del loro sostegno. “Siamo disposti a votare nomi presentabili”, aveva detto il Movimento 5 stelle nel pomeriggio proponendo tra gli altri il nome di Michele Ainis. Dai banchi di Sinistra ecologia e libertà chiedono un cambio di metodo: “L’ennesima fumata nera”, hanno scritto i capigruppo in una nota, “per eleggere i componenti della consulta e per completare il Csm rappresenta un vulnus crescente alla funzionalità degli organi costituzionali”.
Le parole di Giorgio Napolitano sono servite a poco. Dopo l’undicesima fumata nera in poche settimane, il presidente della Repubblica era intervenuto sull’impasse in cui si trova il Parlamento: “Il succedersi senza risultati conclusivi”, ha spiegato il Capo dello Stato, “solleva gravi interrogativi”. Napolitano ha sottolineato che se continuano “a prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte, il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora”.
Renzi e Berlusconi a colloquio: sul tavolo la nuova legge elettorale
Un’ora e quarantacinque di incontro, un faccia a faccia tra il presidente del Consiglio e il leader di Forza Italia. “Non si è parlato di Consulta e di Csm se non per condividere l’appello del Capo dello Stato. I gruppi si sono già pronunciati e andiamo avanti con quei nomi”, ha detto il vicesegretario democratico Lorenzo Guerini all’uscita. Il resto spetta all’immaginazione. Ma sul tavolo Renzi e Berlusconi avevano da affrontare molto di più: in ballo il patto del Nazareno e la durata del governo, ma anche le riforme che presto saranno in Parlamento.
Stando a quanto trapela da ambienti vicini a Forza Italia, però, la realtà sarebbe diversa. In caso di dodicesima fumata nera, infatti, tramonterebbero in automatico le opzioni Violante (anche se Speranza ha smentito) e Bruno e domattina si arriverebbe in aula con un nuovo tandem di nomi. Quali? Discorso prematuro. La tendenza, tuttavia, sarebbe quella di optare non su esponenti politici, bensì su tecnici espressione dell’area politica di riferimento. Dopo l’uscita di scena di Luigi Vitali dalla corsa del Csm, Berlusconi avrebbe presentato i nuovi nomi in grado di superare l’intoppo. Allo stesso tempo, ai parlamentari di Forza Italia nel pomeriggio è arrivato un sms con le indicazioni su chi votare al Csm (in mattinata Fi aveva deciso di votare scheda bianca): si tratta del vicentino Pierantonio Zanettin, parlamentare forzista nonché genero di Franco Coppi, legale – tra gli altri – del leader azzurro. L’idea di fondo, a quanto pare, era quella di coinvolgere la Lega Nord, che però si è mostrata insensibile al nome di Zanettin. “Non c’è accordo con Pd e Fi. Abbiamo votato i nostri” hanno fatto sapere dal Carroccio, con Roberto Calderoli che in Transatlantico ha fornito una versione diversa: “A me hanno detto di votare scheda bianca”.
L’ultimo incontro tra i due leader si è tenuto il 3 luglio scorso. Oggi, la necessità di fare un ‘tagliandò all’accordo firmato il 18 gennaio. Il Cav e il premier hanno deciso di accelerare sulla legge elettorale, come confermato dal vicesegretario Dem. Forza Italia, infatti, vuol sapere che fine abbia fatto l’Italicum e avrebbe chiesto garanzie sull’approvazione. Il Cav avrebbe confermato un’opposizione responsabile, anche se il suo partito non farà sconti sul fronte economico. Nessuno pensi di fare a meno di noi, Fi resta determinante, avrebbe sottolineato il leader azzurro ai suoi, rimarcando il suo peso politico. Confermato anche dall’incontro serale con la consulta della sicurezza per cercare una soluzione al blocco dei tetti salariali, sui quali il governo si sta impegnando a trovare le risorse. Il leader del centrodestra resto io, avrebbe ricordato Berlusconi a chi lo ha sentito. Una posizione che il leader di Fi è determinato a far pesare anche nella trattativa per i candidati alle regionali. Berlusconi nell’incontro di palazzo Chigi avrebbe espresso di persona al premier l’apprezzamento per il toni dell’ultimo intervento in parlamento, specie sul tema a lui caro della giustizia. Non è sfuggita al Cavaliere la ‘svolta’ garantista che Renzi ha voluto imprimere alla sua maggioranza. Altro tema che aveva mandato in fibrillazione lo stato maggiore azzurro, l’ipotesi di elezioni anticipate. Su questo punto, a precisa richiesta del Cav, il premier avrebbe ribadito che il suo governo ha un orizzonte di legislatura e non è in vista un ritorno alle urne a breve.
Grillo: “Violante, cosa ti ha promesso B. in cambio dell’appoggio alle sue televisioni?”
Se il Colle ha invocato l’accordo e i leader di Pd e Forza Italia si sono mossi sulla strada indicata dal Colle, il vicepresidente della Camera del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha accusato i partiti che “per lottizzare Csm e Corte costituzionale hanno bloccato il Parlamento da dieci giorni”. Per Di Maio “non sono questi i veri problemi del Paese e le Camere non possono essere paralizzate. Piuttosto si voti di notte per Csm e Consulta, e di giorno si lavori sui provvedimenti importanti che interessano ai cittadini”. In tal senso, i pentastellati hanno annunciato che voteranno scheda bianca per la Consulta (stessa posizione da Sel sia per Consulta che per Csm). “E continueremo a farlo – ha spiegato il capogruppo al Senato Petrocelli in una conferenza stampa a Montecitorio – fino a quando “non ci presenteranno nomi credibili, indipendenti e fuori dalla politica”. Durissima la presa di posizione di Beppe Grillo nei confronti di Luciano Violante: “Cosa ti ha promesso Berlusconi in cambio dell’appoggio alle sue televisioni?” ha scritto sul suo blog, riportando una pagina tratta da “Bombe a inchiostro” di Aldo Giannulli che inquadra il contesto storico dell’inchiesta sul “golpe bianco” condotta da Luciano Violante ai tempi in cui era pm a Torino.
La nota del Colle: “Quorum elevati implicano tassativamente convergenze”
Nella nota il Colle ha sottolineato che i quorum elevati per eleggere i giudici della Consulta e i componenti laici del Csm da parte del Parlamento “implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell’espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza”. Napolitano poi ha ricordato che “di recente, e specialmente nella discussione in Senato sul superamento del bicameralismo paritario, si è sollevato da varie parti politiche il tema di un elevamento dei quorum previsti dalla Costituzione del 1948 per l’elezione da parte dei parlamentari a determinati incarichi di rilevanza costituzionale. Si ritenne necessario l’elevamento di tali quorum dopo l’adozione, nel 1993 e nel 2005, di leggi elettorali maggioritarie e in vista dell’adozione di una nuova (per il momento approvata solo in prima lettura dal Senato) anch’essa maggioritaria”. Concorda con le parole di Napolitano Gianpiero D’Alia, presidente dell’Udc e componente della Commissione Giustizia di Montecitorio, convinto che sia ora di “mettere fine una volta per tutte al traccheggio che si sta verificando attorno alla nomina dei giudici della Corte Costituzionale e dei membri laici del Csm. Tutte le forze politiche sono chiamate alla massima responsabilità per sbloccare una situazione che sta facendo male alle istituzioni e alle autorevoli personalità coinvolte”.
(ha collaborato Giuseppe Alberto Falci)
Politica
Consulta-Csm, Napolitano esige l’intesa. Vertice Renzi-B, ma è ancora fumata nera
Nonostante l'intervento del Capo dello Stato non c'è intesa tra i partiti. Vitali si ritira, Fi propone Zanettin ma il Carroccio non ci sta. L'ex Cavaliere e il segretario Pd a colloquio per salvare il salvabile. Grillo all'attacco: "Violante, cosa ti ha promesso Berlusconi?"
Non è bastato l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, o l’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Il Parlamento risponde con il dodicesimo schiaffo agli avvertimenti e alle trattative: ancora non c’è l’accordo per l’elezione dei due giudici costituzionali e dei due membri laici del Consiglio superiore della magistratura. A fine giornata nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell’Assemblea (570 voti): Luciano Violante ha ottenuto 518 voti, mentre Donato Bruno 511. Niente quorum anche per l’elezione di due membri laici del Csm: erano necessari 514 voti, ma il parlamentare vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin si è fermato a 448. Numeri bloccati e soglia per l’elezione ancora lontanissima. Servirà una nuova votazione: la tredicesima (prevista per giovedì alle 9.30). Il Pd esce dall’ennesima seduta senza soluzione ribadendo che sarà riproposta la coppia Violante-Bruno, anche se nel pomeriggio dal vertice Renzi-Berlusconi di due ore potrebbe essere uscita una nuova soluzione. Hanno parlato per due ore di legge elettorale e governo, ma, secondo alcune indiscrezioni, si sarebbe trattato su due nomi “tecnici” e meno politici.
Intanto oggi è mancato l’appoggio di Lega Nord e Sel e a questo punto, secondo alcune indiscrezioni, la trattativa potrebbe spostarsi su altro: i due partiti di minoranza potrebbero chiedere al premier di sedersi al tavolo per fare richieste sulla riforma del sistema di voto, in cambio del loro sostegno. “Siamo disposti a votare nomi presentabili”, aveva detto il Movimento 5 stelle nel pomeriggio proponendo tra gli altri il nome di Michele Ainis. Dai banchi di Sinistra ecologia e libertà chiedono un cambio di metodo: “L’ennesima fumata nera”, hanno scritto i capigruppo in una nota, “per eleggere i componenti della consulta e per completare il Csm rappresenta un vulnus crescente alla funzionalità degli organi costituzionali”.
Le parole di Giorgio Napolitano sono servite a poco. Dopo l’undicesima fumata nera in poche settimane, il presidente della Repubblica era intervenuto sull’impasse in cui si trova il Parlamento: “Il succedersi senza risultati conclusivi”, ha spiegato il Capo dello Stato, “solleva gravi interrogativi”. Napolitano ha sottolineato che se continuano “a prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte, il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora”.
Renzi e Berlusconi a colloquio: sul tavolo la nuova legge elettorale
Un’ora e quarantacinque di incontro, un faccia a faccia tra il presidente del Consiglio e il leader di Forza Italia. “Non si è parlato di Consulta e di Csm se non per condividere l’appello del Capo dello Stato. I gruppi si sono già pronunciati e andiamo avanti con quei nomi”, ha detto il vicesegretario democratico Lorenzo Guerini all’uscita. Il resto spetta all’immaginazione. Ma sul tavolo Renzi e Berlusconi avevano da affrontare molto di più: in ballo il patto del Nazareno e la durata del governo, ma anche le riforme che presto saranno in Parlamento.
Stando a quanto trapela da ambienti vicini a Forza Italia, però, la realtà sarebbe diversa. In caso di dodicesima fumata nera, infatti, tramonterebbero in automatico le opzioni Violante (anche se Speranza ha smentito) e Bruno e domattina si arriverebbe in aula con un nuovo tandem di nomi. Quali? Discorso prematuro. La tendenza, tuttavia, sarebbe quella di optare non su esponenti politici, bensì su tecnici espressione dell’area politica di riferimento. Dopo l’uscita di scena di Luigi Vitali dalla corsa del Csm, Berlusconi avrebbe presentato i nuovi nomi in grado di superare l’intoppo. Allo stesso tempo, ai parlamentari di Forza Italia nel pomeriggio è arrivato un sms con le indicazioni su chi votare al Csm (in mattinata Fi aveva deciso di votare scheda bianca): si tratta del vicentino Pierantonio Zanettin, parlamentare forzista nonché genero di Franco Coppi, legale – tra gli altri – del leader azzurro. L’idea di fondo, a quanto pare, era quella di coinvolgere la Lega Nord, che però si è mostrata insensibile al nome di Zanettin. “Non c’è accordo con Pd e Fi. Abbiamo votato i nostri” hanno fatto sapere dal Carroccio, con Roberto Calderoli che in Transatlantico ha fornito una versione diversa: “A me hanno detto di votare scheda bianca”.
L’ultimo incontro tra i due leader si è tenuto il 3 luglio scorso. Oggi, la necessità di fare un ‘tagliandò all’accordo firmato il 18 gennaio. Il Cav e il premier hanno deciso di accelerare sulla legge elettorale, come confermato dal vicesegretario Dem. Forza Italia, infatti, vuol sapere che fine abbia fatto l’Italicum e avrebbe chiesto garanzie sull’approvazione. Il Cav avrebbe confermato un’opposizione responsabile, anche se il suo partito non farà sconti sul fronte economico. Nessuno pensi di fare a meno di noi, Fi resta determinante, avrebbe sottolineato il leader azzurro ai suoi, rimarcando il suo peso politico. Confermato anche dall’incontro serale con la consulta della sicurezza per cercare una soluzione al blocco dei tetti salariali, sui quali il governo si sta impegnando a trovare le risorse. Il leader del centrodestra resto io, avrebbe ricordato Berlusconi a chi lo ha sentito. Una posizione che il leader di Fi è determinato a far pesare anche nella trattativa per i candidati alle regionali. Berlusconi nell’incontro di palazzo Chigi avrebbe espresso di persona al premier l’apprezzamento per il toni dell’ultimo intervento in parlamento, specie sul tema a lui caro della giustizia. Non è sfuggita al Cavaliere la ‘svolta’ garantista che Renzi ha voluto imprimere alla sua maggioranza. Altro tema che aveva mandato in fibrillazione lo stato maggiore azzurro, l’ipotesi di elezioni anticipate. Su questo punto, a precisa richiesta del Cav, il premier avrebbe ribadito che il suo governo ha un orizzonte di legislatura e non è in vista un ritorno alle urne a breve.
Grillo: “Violante, cosa ti ha promesso B. in cambio dell’appoggio alle sue televisioni?”
Se il Colle ha invocato l’accordo e i leader di Pd e Forza Italia si sono mossi sulla strada indicata dal Colle, il vicepresidente della Camera del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha accusato i partiti che “per lottizzare Csm e Corte costituzionale hanno bloccato il Parlamento da dieci giorni”. Per Di Maio “non sono questi i veri problemi del Paese e le Camere non possono essere paralizzate. Piuttosto si voti di notte per Csm e Consulta, e di giorno si lavori sui provvedimenti importanti che interessano ai cittadini”. In tal senso, i pentastellati hanno annunciato che voteranno scheda bianca per la Consulta (stessa posizione da Sel sia per Consulta che per Csm). “E continueremo a farlo – ha spiegato il capogruppo al Senato Petrocelli in una conferenza stampa a Montecitorio – fino a quando “non ci presenteranno nomi credibili, indipendenti e fuori dalla politica”. Durissima la presa di posizione di Beppe Grillo nei confronti di Luciano Violante: “Cosa ti ha promesso Berlusconi in cambio dell’appoggio alle sue televisioni?” ha scritto sul suo blog, riportando una pagina tratta da “Bombe a inchiostro” di Aldo Giannulli che inquadra il contesto storico dell’inchiesta sul “golpe bianco” condotta da Luciano Violante ai tempi in cui era pm a Torino.
La nota del Colle: “Quorum elevati implicano tassativamente convergenze”
Nella nota il Colle ha sottolineato che i quorum elevati per eleggere i giudici della Consulta e i componenti laici del Csm da parte del Parlamento “implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell’espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza”. Napolitano poi ha ricordato che “di recente, e specialmente nella discussione in Senato sul superamento del bicameralismo paritario, si è sollevato da varie parti politiche il tema di un elevamento dei quorum previsti dalla Costituzione del 1948 per l’elezione da parte dei parlamentari a determinati incarichi di rilevanza costituzionale. Si ritenne necessario l’elevamento di tali quorum dopo l’adozione, nel 1993 e nel 2005, di leggi elettorali maggioritarie e in vista dell’adozione di una nuova (per il momento approvata solo in prima lettura dal Senato) anch’essa maggioritaria”. Concorda con le parole di Napolitano Gianpiero D’Alia, presidente dell’Udc e componente della Commissione Giustizia di Montecitorio, convinto che sia ora di “mettere fine una volta per tutte al traccheggio che si sta verificando attorno alla nomina dei giudici della Corte Costituzionale e dei membri laici del Csm. Tutte le forze politiche sono chiamate alla massima responsabilità per sbloccare una situazione che sta facendo male alle istituzioni e alle autorevoli personalità coinvolte”.
(ha collaborato Giuseppe Alberto Falci)
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Verona, 11 mar. (Adnkronos) - "Per il primo anno saremo presenti a Monaco di Baviera, alla Fiera Transport Logistics, insieme a Friuli ed Emilia Romagna. Sarà importante portare l’esperienza e quello che stiamo facendo nelle nostre regioni. In Veneto stiamo diventando un laboratorio e uno studio di nuove tecnologie applicate alla mobilità. A Monaco presenteremo tutti i nostri progetti". Così Elisa De Berti, vicepresidente della Regione Veneto e assessore alle infrastrutture, durante l’evento di lancio della partecipazione congiunta di tutti i nodi logistici regionali – sotto la regia della Regione del Veneto – alla prossima fiera Transport Logistics di Monaco.
È stata anche l’occasione per fare il punto sul protocollo logistica nord-est che ha l'obiettivo di migliorare il traffico di merci e persone, anche in vista delle Olimpiadi 2026, implementando e migliorando i collegamenti e la logistica, strumenti fondamentali quali volano dello sviluppo.
“Il protocollo logistica nord-est ha obiettivi molto ambiziosi - prosegue De Berti - mettere attorno a un tavolo a parlare di logistica, infrastrutture e trasporti regioni come Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e le province autonome di Trento e Bolzano. Il primo anno è servito per raccogliere tutte le informazioni e definire lo stato di fatto, ora la presidenza del tavolo è passata al Friuli e si inizierà ad entrare nel merito ragionando sulla pianificazione e fabbisogni della logistica del nord-est. La logistica fattura a livello nazionale più di 100 miliardi di euro, 15 solo nel Triveneto. Un settore davvero importante che può fare la differenza. Il fatturato è importante e incide molto sull’economia di questo territorio”
Verona, 11 mag. (Adnkronos) - "Infrastrutture Venete ha siglato il protocollo logistica nord-est, insieme alle altre due società regionali, l'anno scorso, e gli interporti avevano già sottoscritto il protocollo nel 2022. Siamo entrati come soggetti in grado di garantire l'accessibilità dei nodi di trasporto, che sono appunto rappresentati dagli interporti. Infrastrutture Venete sta operando affinché l'accessibilità attraverso le proprie infrastrutture sia assolutamente garantita e pronta ad accogliere la domanda di mobilità idroviaria". Sono le parole di Alessandra Grosso, direttore generale di Infrastrutture Venete, all’evento di presentazione “La Logistica Veneta al Transport Logistics di Monaco” tenutosi nella prima giornata di LetExpo, la fiera promossa da Alis, in collaborazione con Veronafiere, ormai vero e proprio punto di riferimento nazionale per il settore della logistica e del trasporto sostenibile.
Infrastrutture Venete presenterà domani a LetExpo 2025 “il proprio sistema di automazione delle conche, un'infrastruttura necessaria per la navigazione: attraverso un sistema di progettazione informatica e sistema IoT siamo infatti in grado di movimentare le conche da remoto - spiega Grosso - Parleremo poi anche del processo attraverso il quale, con una piattaforma, riusciamo a governare e monitorare i trasporti lungo le idrovie di nostra competenza. Siamo riferimento delle altre Regioni del sistema idroviario Padano-Veneto nonché poi riferimento di Uni per intercettare e trasferire i dati al Ministero”.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - Spike Lee e Adriano Celentano si incontrano a Milano e subito l’ambiente cinematografico, quello televisivo e quello musicale entrano in fibrillazione partorendo mille ipotesi. Per incontrare il regista Usa, Celentano - a quanto apprende l’Adnkronos - ha lasciato la villa di Galbiate e la cosa, sempre più rara, non è passata inosservata. E infatti il motivo era validissimo visto che ad aspettarlo nel capoluogo lombardo c’era il regista newyorkese cult. Riserbo al momento su cosa i due si siano detti e cosa stiano tramando. Forse c’entra il nuovo film del regista americano ‘Highest 2 Lowest’, in uscita in primavera e dato in arrivo al festival di Cannes? Magari la colonna sonora? Si tratta di un thriller poliziesco che è il remake in lingua inglese del film di Akira Kurosawa del 1963 ‘High and Low’. Protagonista è Denzel Washington, alla sua quinta collaborazione con Spike Lee.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - Spike Lee e Adriano Celentano si incontrano a Milano e subito l’ambiente cinematografico, quello televisivo e quello musicale entrano in fibrillazione partorendo mille ipotesi. Per incontrare il regista Usa, Celentano - a quanto apprende l’Adnkronos - ha lasciato la villa di Galbiate e la cosa, sempre più rara, non è passata inosservata. E infatti il motivo era validissimo visto che ad aspettarlo nel capoluogo lombardo c’era il regista newyorkese cult. Riserbo al momento su cosa i due si siano detti e cosa stiano tramando. Forse c’entra il nuovo film del regista americano ‘Highest 2 Lowest’, in uscita in primavera e dato in arrivo al festival di Cannes? Magari la colonna sonora? Si tratta di un thriller poliziesco che è il remake in lingua inglese del film di Akira Kurosawa del 1963 ‘High and Low’. Protagonista è Denzel Washington, alla sua quinta collaborazione con Spike Lee.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Sport e Salute e la Fitp hanno presentato oggi al Foro Italico le novità per il site degli Internazionali Bnl d’Italia 2025 che tutti gli appassionati, dal 29 aprile al 18 maggio, si troveranno ad apprezzare per l’82esima edizione, una ‘nuova epoca’ del torneo capitolino, in un’atmosfera unica, all’interno di un site più grande, più bello, più funzionale e ricco di fascino. Quest’anno, infatti, il tennis per la prima volta entrerà nello Stadio dei Marmi. Il suggestivo impianto, intitolato alla leggenda Pietro Mennea, conterà tre campi, due da circa 800 spettatori ed uno da oltre 3000 posti la 'Supertennis Arena', che potrebbe avere la suggestione di abbracciare un’altra leggenda dello sport italiano, Jannik Sinner, il primo azzurro della storia a raggiungere il primo posto del ranking Atp e che proprio a Roma farà il suo ritorno alle competizioni, dopo la squalifica di tre mesi.
Per presentare il nuovo progetto con tutte le grandi novità che renderanno ancor più iconico il colpo d’occhio dello splendido parco del Foro Italico, si è tenuta la conferenza stampa alla presenza di Angelo Binaghi (Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel), Marco Mezzaroma (Presidente di Sport e Salute), Andrea Abodi (Ministro per lo Sport e i Giovani), Francesco Rocca (Presidente della Regione Lazio) e Alessandro Onorato (Assessore al Turismo, Grandi Eventi, Sport e Moda del Comune di Roma).
“Quello del Foro Italico era come se fosse un foglio bianco, e un team straordinario con l’ad Diego Nepi, alla guida, ha ridisegnato il Foro Italico del presente e del futuro. Da 10 ettari abbiamo portato il site a 20 ettari. Fino ad oggi poteva contenere circa 33 mila persone, mentre da quest'anno saranno 55 mila. Avremo 34.500 posti a sedere, ben 7500 in più del 2024. Inoltre nel 2025 avremo 21 campi (9 campi da gioco e 12 da allenamento) con 4 campi in più rispetto allo scorso anno", ha sottolineato Mezzaroma.
“Quest’anno puntiamo ad arrivare alle 400mila presenze pagarti e vorremmo superare la soglia di un miliardo di euro di impatto economico sul territorio, nel giro di due o tre anni”, ha aggiunto Binaghi che ha parlato anche di futuro, "Quinto Slam a Roma? La nostra sfida è crescere, abbiate pazienza. Noi secondi dietro il calcio e dietro i grandi Slam non ci vogliamo rimanere a vita. Come Sinner, vogliamo provare ad arrivare in vetta, questo è l'obiettivo. Siamo campioni del mondo nel tennis a squadre, abbiamo il numero uno e dobbiamo essere curiosi e legittimamente ambiziosi, accompagnati per mano dal Governo", ha proseguito il numero uno della Fitp che su Sinner ha poi detto "tre mesi sono il giusto vantaggio che un grande campione come lui doveva dare al resto del mondo. Io non lo disturbo e le uniche volte che Sinner mi chiama sta per succedere un disastro mondiale. Lui aiuta moltissimo il tennis italiano nel processo di crescita e noi lo aiutiamo a essere il campione di uno sport sano, pulito e vincente. La nostra sfida è crescere".
Mentre il ministro Abodi ha sottolineato come "il Foro Italico, è un'eredità del '900, ma da sempre è stato un luogo generoso e se prima era intermittente, oggi offre un palinsesto quotidiano. Qui si celebra lo sport in tutte le sue dimensioni. E' un luogo dell'intrattenimento in senso generale, un luogo di socialità, che diventerà molto facilmente un luogo di destinazione. E c'è ancora margine di miglioramento e non è una logica di gigantismo, ma di opportunità". Poi il ministro per lo sport ha poi concluso: "Invito tutte le altre realtà sportive a prendere la Federtennis come esempio. Non bisogna mai sovrastare o subire gli altri, ci deve essere un miglioramento che sia sistematico".
Tornando sul nuovo site, insieme al Campo Centrale, alla Grand Stand Arena e al ‘Pietrangeli’, la SuperTennis Arena rappresenterà, dunque, uno dei quattro show court del torneo. In totale ci saranno 9 campi da gioco e 12 campi per gli allenamenti dei campioni e delle campionesse attesi al via; menzione speciale, tra quelli riservati alla preparazione, per i due allestiti lungo il Tevere, all’ombra del Ponte della Musica. Il pubblico, che per la prima volta potrà accedere all’impianto direttamente dal suggestivo Viale dell’Impero, che unisce l’Obelisco alla Fontana della Sfera, beneficerà anche di un Fan Village totalmente rinnovato, con spazi e facilities che contribuiranno a rendere indimenticabile l’experience-IBI in questo 2025. La zona delle piscine, riservata anche quest’anno ai giocatori e alle loro squadre, sarà nuovamente collegata al Centrale attraverso quella suggestiva passerella rappresentata dal ponte sospeso. Il progetto e le ‘rivoluzionarie’ novità del site -che passa così da 12 a 20 ettari per soddisfare la sempre più crescente voglia di tennis - rappresentano un doveroso omaggio della città e degli organizzatori per gli storici risultati che i campioni azzurri hanno raccolto nelle ultime stagioni.
Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Sono oltre un milione i pazienti ad alto rischio di malattia cardiovascolare in Italia. In 8 casi su 10, non raggiungono gli obiettivi di sicurezza in base alle linee guida internazionali. In questo contesto, va superata "la dicotomia tra prevenzione primaria e prevenzione secondaria: il termine prevenzione primaria implicita una falsa idea di basso rischio cardiovascolare e quindi in una certa tranquillizzazione dei soggetti, anche purtroppo di coloro che, pur non avendo ricevuto danni, hanno più o meno lo stesso rischio di chi li ha già ricevuti". Lo ha detto Pasquale Perrone Filardi, professore presso il dipartimento di Scienze biomediche avanzate, università Federico II di Napoli, intervenendo a 'Voices for Silencing', incontro promosso da Novartis a Milano, il 7-8 marzo, dedicato ai cardiologi e focalizzato sul tema della gestione del paziente a rischio cardiovascolare.
"In termini di prevenzione noi medici, siamo soprattutto focalizzati su soggetti che hanno già subito un evento cardiovascolare ischemico acuto, possa essere stato un infarto miocardico o ictus ischemico. Viceversa - continua Filardi - esiste una larghissima e anche più numerosa fetta di popolazione che è a rischio molto alto e non ha mai subito fortunatamente un evento cardiovascolare acuto. La sfida per la prevenzione del domani e già dell'oggi, è quella di intervenire su questo bacino di soggetti che conosciamo già, grazie alle linee guida europee sulla prevenzione. Sono soggetti ben identificati per gruppi di popolazione in relazione alla presenza, per esempio delle patologie ischemiche, sia coronariche sia carotidee sia dei vasi arteriosi periferici, ma che non hanno ancora generato eventi acuti. Questi pazienti oggi li dobbiamo e li possiamo, anche in regime di rimborsabilità, trattare al meglio possibile per il contenimento del rischio lipidico e non solo. Questo è, per la nostra attività di cardiologi, l'argomento oggi centrale per la futura strategia di prevenzione cardiovascolare".
Diffondere la cultura della prevenzione delle patologie cardiovascolari, che ogni anno causano in Italia oltre 224 mila decessi, è anche l’idea di Fabrizio Oliva, presidente Anmco, Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, direttore Cardiologia 1 - Emodinamica ospedale Niguarda di Milano. "Dobbiamo parlare in generale di prevenzione, non primaria e secondaria, targettizzata su quello che è il profilo di rischio del paziente - rimarca Oliva - Esistono diversi strumenti che possiamo utilizzare, dagli incontri in cui discutere di quelle che sono le indicazioni delle linee guida, agli audit, alla ricerca osservazionale che vede i singoli sperimentatori e le strutture direttamente protagonisti”. Inoltre, ci sono “le nuove tecnologie, per esempio le app, che possono dare degli alert sia ai cardiologi, sia ai medici sia ai pazienti, sul non raggiungimento dei target e sulle misure che possono essere prese per invece cercare di raggiungerli".
Esiste però ancora un gap tra le raccomandazioni delle linee guida e la gestione reale dei pazienti: "Abbiamo migliorato la situazione - osserva Oliva - C'è una percentuale maggiore di soggetti a target, è aumentato l'utilizzo dell'associazione statine e ezetimibe, ma ancora più del 40% di pazienti nel mondo reale non sono a target, necessitano delle cure di terzo livello ed è importante applicarle".
A proposito di linee guida, Alberico Catapano, direttore di Sisa, Centro per lo studio, prevenzione e terapia della aterosclerosi, della Società italiana di aterosclerosi e professore di Farmacologia all'università degli Studi di Milano, avverte: "Va aggiornata la possibilità per i medici di raggiungere gli obiettivi dettati dalle linee guida, attraverso l’educazione, che spesso manca sia nei medici di medicina generale sia in quelli di specialità, e attraverso un continuo dialogo con le autorità per garantire accesso ai farmaci innovativi utili per raggiungere i goal terapeutici". Le linee guide sono "punti di riferimento su come ottimizzare la pratica clinica e hanno uno sguardo al futuro - specifica Catapano - Quando vengono realizzate e pubblicate hanno dei suggerimenti non semplici da raggiungere. Suggeriscono sempre di guardare il rischio cardiovascolare e per quanto riguarda le dislipidemie, i soggetti ad altissimo rischio, hanno un goal di Ldl inferiore ai 55 mg/decilitro e di 70 per i soggetti ad alto rischio. Siamo distanti. La comunità scientifica deve cominciare ad applicare e avere i mezzi per poter arrivare a questi obiettivi terapeutici che non sempre sono raggiungibili con i farmaci di vecchio stampo e correntemente in uso".
Nelle malattie cardiovascolari la prevenzione resta un punto di partenza essenziale. "Oggi abbiamo a disposizione dei test diagnostici che possono sicuramente aiutare nel prevenire e riconoscere il rischio di una malattia cardiovascolare - sottolinea Maria Rosaria Di Somma, consigliere delegato relazioni esterne Aisc, Associazione italiana scompensati cardiaci - Come il test lp(a)", della lipoporteina "che salva la vita perché, potendo conoscere in anticipo" il rischio di malattia cardiovascolare "si possono mettere a disposizione tutti i mezzi che ha la medicina. Il paziente colpito da malattia cardiovascolare vive anche un disagio psicologico. Il dialogo tra medico e paziente è essenziale - sottolinea Di Somma - è un valore enorme nell’aiutare il paziente a essere aderenti alla terapia, a seguire e riconoscere i sintomi, a riconoscere anche le fasi acute e quindi a capire quando doversi rivolgere al pronto soccorso. C'è però un cambiamento di cultura - conclude - Oggi le associazioni di pazienti partecipano ai processi decisionali sia del ministero della Salute sia dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Un passo importante perché si procede nella direzione di testare la soddisfazione del paziente che poi è il centro del sistema sanitario e dell'assistenza sanitaria".
Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - In Italia le malattie cardiovascolari causano più di 224 mila decessi in un anno, circa 600 al giorno. Per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e migliorare la salute collettiva, è necessario "educare a tutti i livelli, partendo proprio dalle scuole. Anche i bambini", fin da piccoli, "devono essere educati al concetto di essere responsabili della propria salute". Lo ha detto Emanuela Folco, presidente di Fondazione italiana per il cuore (Fipc) partecipando all’evento dedicato ai cardiologi 'Voices for Silencing', organizzato da Novartis a Milano, il 7-8 marzo sottolineando che "la missione della Fondazione italiana per il cuore è quella di fare una divulgazione rivolta a tutta la popolazione proprio per cercare, nel limite del possibile, che le persone diventino pazienti il più tardi possibile. Il nostro scopo è quello di fare alfabetizzazione sanitaria che ha un ruolo ben preciso nel cammino di salute di ciascuno di noi. Con le nostre campagne e le nostre attività, cerchiamo di educare la persona ad essere responsabile della propria salute, a fare scelte consapevoli a beneficio non solo della propria salute, ma anche della ricaduta sociale sulla società e sul sistema sanitario nazionale".
Le malattie cardio cerebro vascolari sono la prima causa di morte, di ospedalizzazione e di disabilità. "L'obiettivo principale dell'intergruppo è quello di enfatizzare la richiesta al ministero della Salute di un tavolo pratico in cui si parli delle malattie cardiovascolari nel piano nazionale", spiega la senatrice Elena Murelli, membro X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, presidente intergruppo Malattie cardio, cerebro e vascolari. "A inizio legislatura - chiarisce -abbiamo aperto l'intergruppo con l'intento di andare a sottolineare sempre di più quelle che sono le necessità dei pazienti. Il Comitato tecnico scientifico è formato da esperti del settore e da associazioni di pazienti", che sono i primi a "criticarci in modo costruttivo anche sulle problematiche che affrontano quotidianamente, dalla diagnosi alla cura all'aderenza delle terapie. Il tavolo ha quindi l'obiettivo di andare a enfatizzare sempre di più le tematiche relative alle singole patologie sulle malattie cardiovascolari", in sede ministeriale. Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale per promuovere un cambiamento culturale che consideri i benefici a lungo termine dei trattamenti.
"Ci deve essere però una collaborazione fra tutti gli stakeholders - evidenzia Murelli - Al tavolo dell’intergruppo abbiamo messo gli esperti scientifici, le aziende farmaceutiche, le associazioni dei pazienti. Lato legislatore, raccogliamo quelle che sono le richieste, le informazioni per poi capire quali sono le problematiche e cercare di risolverle all'interno del sistema sanitario". Sull’accesso alle terapie, per esempio, "c'è troppa disomogeneità all'interno del territorio nazionale", osserva.
La ricerca di quei fattori di rischio cardiovascolare è fondamentale per ridurne l’impatto di queste patologie sulla popolazione e sul servizio sanitario nazionale. "Novartis investe ogni anno, in ricerca e sviluppo, circa 60 milioni di euro con un numero di studi clinici pari a circa 200 ogni anno - ricorda Paola Coco, Chief Scientific Officer and Medical Affairs Head Novartis - Ci siamo focalizzati su 4 aree terapeutiche fondamentali: l'area cardiovascolare, l'area oncologica, l'area delle neuroscienze e l'area dell’immunologia. In queste 4 aree - precisa - stiamo cercando, attraverso piattaforme tecnologiche innovative che si affiancano alle piattaforme più convenzionali, di andare a individuare dei trattamenti sempre più personalizzati per il paziente. In particolare, le terapie cellulari, le terapie geniche, le terapie a base di Rna e le terapie con i radioligandi. Nell'area cardiovascolare è importante il nostro contributo nella ricerca di quei fattori di rischio che concorrono alle patologie che rappresentano ad oggi una delle principali cause di morte e di morbidità", come ad esempio "gli alti livelli di lipoproteina-a. Abbiamo anche recentemente avuto delle importanti acquisizioni di altre aziende. L'idea - conclude - è proprio quella di espandere la leadership in area cardiovascolare anche su altre patologie, come per esempio la prevenzione dell’embolia diffusa e dell'ictus in pazienti con fibrillazione atriale".