Era il 20 marzo quando la Procura di Firenze aprì un fascicolo sulla casa di Matteo Renzi pagata daall’amico Marco Carrai. Nel giorno della notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di Tiziano Renzi, padre del premier, per bancarotta fraudolenta da parte della Procura di Genova, il pensiero corre alla procura fiorentina e a quell’inchiesta.
“Sono in corso accertamenti e indagini come su tutte le 50mila notizie di reato che ogni anno arrivano in procura. Lo prevede la legge” risponde così il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo replicando ai cronisti che gli chiedevano informazioni sul fascicolo aperto mesi fa, senza indagati né ipotesi di reato, sulla vicenda dell’appartamento a Firenze dove dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio 2014 ha abitato Matteo Renzi, quando era sindaco, e il cui affitto sarebbe stato pagato dall’imprenditore. Il procuratore ha ricevuto l’avvocato Carlo Taormina, legale del dipendente di Palazzo Vecchio, Alessandro Maiorano, che ha presentato l’esposto sull’affitto della casa. “Ho incontrato il procuratore e il pm – ha spiegato Taormina uscendo dal palazzo di Giustizia – abbiamo parlato dello stato del procedimento, l’indagine ha preso corso, aspettiamo che l’approfondimento porti ai risultati auspicati. Sotto un unico procedimento sono state riunite tutte le vecchie segnalazioni di Maiorano, come quelle sulle spese in Provincia e sull’abitazione. Ho chiesto al procuratore di fare il garantista, ma anche che l’approfondimento sia serio e non meramente formale”.
Non si sa quindi se quel fascicolo a modello 45, che il pm può archiviare senza passa dal vaglio del giudice per le indagini preliminari, si sia trasformato in un fascicolo con reato o con reato e indagati. Certo è che se ci fosse stata un’iscrizione nel registro degli indagati, passati i primi sei mesi di indagine la Procura, avrebbe dovuto chiedere una proroga.
Renzi ha vissuto per quasi tre anni in quell’appartamento vicino a Palazzo Vecchio, in via degli Alfani 8. Ma a pagare l’affitto era stato Carrai: 900 euro al mese, che a un certo punto sono diventati 1.200. Obiettivo dell’inchiesta capire se tra l’ex sindaco e l’imprenditore – che dice di essere amico del presidente del Consiglio dal 1996 – più che un legame di amicizia ci sia stato uno scambio di favori.