“Intenzionale manipolazione” del mercato finanziario, aggravata dal fatto che è stata commessa ai danni dello Stato italiano e dall’ammontare del danno patrimoniale provocato. Per questo lunedì mattina il pubblico ministero di Trani Michele Ruggiero, nel corso dell’udienza preliminare a porte chiuse davanti al gup Angela Schiralli, ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per sei tra manager e analisti di Standard&Poor’s imputati nell’inchiesta sulla diffusione ai mercati finanziari, tra maggio 2011 e gennaio 2012, di quattro report con informazioni tendenziose e distorte sull’affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento e di rilancio economico adottate dai governi di Silvio Berlusconi prima e Mario Monti poi. Report mirati, secondo l’accusa, a “disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore”. L’ultimo report nel mirino è quello con cui il 13 gennaio 2012 S&P ha declassato di due “gradini” (da A a BBB+) il rating italiano. Decisione che ha provocato un terremoto sui mercati e un’impennata del differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi (lo spread).
Per Ruggiero il contenuto delle intercettazioni e una mail interna sequestrata confermano l’inattendibilità dei giudizi sull’Italia e fanno emergere i contrasti tra gli analisti al vertice della società di rating e la deliberata volontà di declassare l’Italia pur in assenza dei presupposti. Già nell’agosto del 2011, tre mesi prima delle dimissioni di Berlusconi, in una mail interna alcuni analisti della società parlavano del probabile ricorso ad un governo tecnico, in questo modo alterando le successive valutazioni sul rating. Secondo la pubblica accusa però la “pistola fumante”, ovvero la prova principale delle condotte illecite contestate agli imputati, è una mail inviata quello stesso giorno dal responsabile per gli istituti di credito Renato Panichi agli autori del rapporto che decretava il downgrade. Nella mail interna Panichi scrive agli analisti Eileen Zhang e Moritz Kraemer di aver espresso giudizi contrari alla realtà sul sistema bancario. Al primo viene contestato che “non è giusto” scrivere nel report “che in Italia c’è un elevato livello di vulnerabilità ai rischi di finanziamenti esterni. Attualmente è proprio il contrario, uno dei punti di forza delle banche italiane è stato proprio il limitato ricorso/appello ai finanziamenti esterni o all’ingrosso”. La missiva si conclude con un invito esplicito: “Per favore rimuovi il riferimento alle banche!”. Oltre a Zhang e Kraemer sono stati rinviati a giudizio anche il collega Franklin Crawford Gill, Deven Sharma, presidente mondiale di S&P Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011, e Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa-Londra. Al sesto imputato, David Pearce, legale rappresentante di S&P-Londra, viene contestata la responsabilità amministrativa della società.
L’udienza sarà aggiornata al 28 ottobre, stesso giorno in cui ci sarà la discussione delle parti nel procedimento a carico di un’altra società di rating, Fitch. Non è escluso che per quella data arrivi la decisione sui rinvii a giudizio.
Lobby
Agenzie rating, pm Trani conferma richiesta rinvio a giudizio per 6 manager S&P
L'accusa è di "intenzionale manipolazione" del mercato. Tra le prove presentate durante l'udienza preliminare anche una mail interna inviata agli analisti dal responsabile per gli istituti di credito Roberto Panichi. Che scriveva: "Ingiusto dire che in Italia c'è un elevato livello di vulnerabilità ai rischi di finanziamenti esterni. Attualmente è proprio il contrario"
“Intenzionale manipolazione” del mercato finanziario, aggravata dal fatto che è stata commessa ai danni dello Stato italiano e dall’ammontare del danno patrimoniale provocato. Per questo lunedì mattina il pubblico ministero di Trani Michele Ruggiero, nel corso dell’udienza preliminare a porte chiuse davanti al gup Angela Schiralli, ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per sei tra manager e analisti di Standard&Poor’s imputati nell’inchiesta sulla diffusione ai mercati finanziari, tra maggio 2011 e gennaio 2012, di quattro report con informazioni tendenziose e distorte sull’affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento e di rilancio economico adottate dai governi di Silvio Berlusconi prima e Mario Monti poi. Report mirati, secondo l’accusa, a “disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore”. L’ultimo report nel mirino è quello con cui il 13 gennaio 2012 S&P ha declassato di due “gradini” (da A a BBB+) il rating italiano. Decisione che ha provocato un terremoto sui mercati e un’impennata del differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi (lo spread).
Per Ruggiero il contenuto delle intercettazioni e una mail interna sequestrata confermano l’inattendibilità dei giudizi sull’Italia e fanno emergere i contrasti tra gli analisti al vertice della società di rating e la deliberata volontà di declassare l’Italia pur in assenza dei presupposti. Già nell’agosto del 2011, tre mesi prima delle dimissioni di Berlusconi, in una mail interna alcuni analisti della società parlavano del probabile ricorso ad un governo tecnico, in questo modo alterando le successive valutazioni sul rating. Secondo la pubblica accusa però la “pistola fumante”, ovvero la prova principale delle condotte illecite contestate agli imputati, è una mail inviata quello stesso giorno dal responsabile per gli istituti di credito Renato Panichi agli autori del rapporto che decretava il downgrade. Nella mail interna Panichi scrive agli analisti Eileen Zhang e Moritz Kraemer di aver espresso giudizi contrari alla realtà sul sistema bancario. Al primo viene contestato che “non è giusto” scrivere nel report “che in Italia c’è un elevato livello di vulnerabilità ai rischi di finanziamenti esterni. Attualmente è proprio il contrario, uno dei punti di forza delle banche italiane è stato proprio il limitato ricorso/appello ai finanziamenti esterni o all’ingrosso”. La missiva si conclude con un invito esplicito: “Per favore rimuovi il riferimento alle banche!”. Oltre a Zhang e Kraemer sono stati rinviati a giudizio anche il collega Franklin Crawford Gill, Deven Sharma, presidente mondiale di S&P Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011, e Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa-Londra. Al sesto imputato, David Pearce, legale rappresentante di S&P-Londra, viene contestata la responsabilità amministrativa della società.
L’udienza sarà aggiornata al 28 ottobre, stesso giorno in cui ci sarà la discussione delle parti nel procedimento a carico di un’altra società di rating, Fitch. Non è escluso che per quella data arrivi la decisione sui rinvii a giudizio.
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Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La balla della privacy con cui la maggioranza e il governo giustificano la loro lotta senza quartiere alle intercettazioni, oltre ad essere una motivazione del tutto falsa e smentita dai fatti, ormai non regge più nemmeno rispetto alle azioni dello stesso centrodestra. Infatti, mentre alla Camera demoliscono le intercettazioni, al Senato portano avanti l'articolo 31 del Ddl Sicurezza che consentirà ai Servizi segreti la schedatura di massa dei cittadini". Lo afferma la deputata M5S Valentina D'Orso, capogruppo in commissione Giustizia.
"Non sono più credibili nemmeno quando accampano motivazioni di comodo, si smentiscono con i loro stessi provvedimenti che in realtà rispondono a un disegno ormai chiaro: indebolire gli strumenti di indagine della magistratura che possono dar fastidio ai colletti bianchi e allo stesso tempo creare un brutale sistema di repressione del dissenso e controllo sui cittadini comuni".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - La Camera è riunita in seduta notturna per finire l'esame degli emendamenti al ddl intercettazioni, quindi le dichiarazioni di voto e il voto finale che dovrebbe arrivare nella serata. I lavori sono previsti fino alle 24.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha ribadito che continueremo a sostenere l'Ucraina anche nel documento approvato oggi alla Camera e ieri al Senato. E' un impegno che noi manteniamo, continueremo a fare la nostra parte. Noi non siamo mai stati in guerra con la Russia e non abbiamo mai autorizzato l'uso di nostre armi da parte degli ucraini in territorio russo". Lo ha detto Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Mi pare che la telefonata Trump-Putin sia un segnale positivo così come quella tra Trump e Zelensky. Noi abbiamo chiesto che l'Ucraina fosse coinvolta e questo è accaduto. Noi incoraggiamo tutte le iniziative che portano alla pace. Non è facile ma qualche speranza c'è". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Si tratta di garantire la sicurezza dell'intera Unione europea. C'è bisogno di rafforzare la sicurezza europea ma questo non significa essere guerrafondai. Per garantire la pace serve un equilibrio delle forze in campo per garantire la sicurezza dell'Europa e dell'Italia. Stiamo lavorando in questa direzione come un buon padre di famiglia che mette le finestre blindate perchè la sua famiglia sia al sicuro". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno. "Bisogna avere il coraggio di andare avanti: l'Europa è l'unico modo per essere sicuri".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Meloni non ha attaccato Altiero Spinelli. Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua. Spinelli è un personaggio illustre della storia europea, lo rispetto e la presidente Meloni non lo ha mai offeso". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.