Un fulmine a ciel sereno in Vaticano. Agli arresti domiciliari l’ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, monsignor Jozef Wesolowski, condannato in primo grado alla dimissione dallo stato clericale dalla Congregazione per la dottrina della fede per gravi reati di pedofilia. L’arresto dell’ex diplomatico della Santa Sede, annunciato per primo dal Tg La7 di Enrico Mentana, è stato deciso direttamente da Papa Francesco, come ha spiegato ai giornalisti il portavoce della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi e si tratta del più alto in “grado” mai indagato presso la Santa Sede per abusi sessuali. “Il promotore di giustizia del Tribunale di prima istanza dello Stato della Città del Vaticano – ha precisato Lombardi – ha convocato l’ex nunzio monsignor Wesolowski, a carico del quale aveva avviato un’indagine penale. Al prelato, già condannato in prima istanza dalla Congregazione della dottrina della fede alla riduzione allo stato laicale al termine di un processo amministrativo penale canonico, sono stati notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico per gravi fatti di abuso a danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana”.
Il portavoce vaticano ha inoltre precisato che “la gravità degli addebiti ha indotto l’Ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che, alla luce della situazione sanitaria dell’imputato, comprovata dalla documentazione medica, consiste negli arresti domiciliari, con le correlate limitazioni, in locali all’interno dello Stato della Città del Vaticano”. Wesolowski, dunque, non occuperà la cella della Gendarmeria dove fu imprigionato per diversi mesi, nel 2012, l’ex maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, condannato dal Tribunale vaticano a seguito dei ripetuti furti dei documenti riservati del Papa tedesco, e poi graziato dallo stesso Ratzinger alla vigilia del suo ultimo Natale da Pontefice. L’ex nunzio, secondo quanto apprende l’Ansa, è stato posto agli arresti domiciliari nei locali del Collegio dei Penitenzieri, nel Palazzo del tribunale vaticano, all’interno delle mura leonine. Padre Lombardi ha spiegato anche che l’arresto di Wesolowski “è conseguente alla volontà espressa da Papa Francesco, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede”. Un’ulteriore dimostrazione della linea della tolleranza zero assunta da Bergoglio nel contrasto della pedofilia.
Ma anche la prova di ciò che il Papa ha spiegato più volte e cioè che nel trattare i procedimenti sugli abusi sui minori non ci sarà nessuna attenuante, e ciò vale anche per gli altri due vescovi attualmente sotto processo per gli stessi reati, di cui però non si conoscono ancora le identità. Wesolowski, il 25 agosto scorso, ha presentato appello alla sentenza di primo grado dell’ex Sant’Uffizio e il relativo giudizio è previsto entro il prossimo mese di ottobre. Francesco, però, non ha voluto attendere la sentenza di appello per dare il via libera agli arresti domiciliari dell’ex nunzio. Wesolowski, inoltre, fa sapere il Vaticano, avendo cessato le funzioni diplomatiche con la connessa immunità, potrebbe in futuro essere soggetto a procedimenti giudiziari anche da parte di altre magistrature che ne abbiano eventuale titolo. E comunque il procedimento penale presso gli organi giudiziari civili vaticani proseguirà non appena la sentenza canonica sarà definitiva.
Sulla pedofilia la posizione di Francesco è chiara ed è stata espressa alcuni mesi fa alle sei vittime di abusi ricevute nella sua residenza a Casa Santa Marta. In quell’occasione Bergoglio chiese loro perdono condannando duramente quei sacerdoti e vescovi che si erano macchiati di questo “culto sacrilego” dal Papa paragonato alle “messe nere”. Ma il Pontefice chiese anche “perdono per i peccati di omissione da parte dei capi della Chiesa che non hanno risposto in maniera adeguata alle denunce di abuso presentate da familiari e da coloro che sono stati vittime di abuso”. Un’omissione che Bergoglio ha deciso di combattere istituendo una Pontificia Commissione per la tutela dei minori, coordinata dal cardinale cappuccino di Boston Sean Patrick O’Malley. Nell’organismo fa parte anche una vittima della pedofilia, l’irlandese Marie Collins che, secondo alcune indiscrezioni de ilfattoquotidiano.it, sarà presto affiancata da nuovi membri nominati tra le vittime degli abusi. Una decisione che dovrebbe essere presa nella terza riunione della commissione in programma per il 4 e il 5 ottobre prossimi.
Twitter: @FrancescoGrana
Aggiornato da Redazione Web alle 22.29
Cronaca
Preti pedofili, in Vaticano arrestato ex arcivescovo con il sì di Papa Francesco
Monsignor Wesolowski, 66 anni, polacco, è stato nunzio apostolico a Santo Domingo. E' il più alto in grado mai indagato in Santa Sede per abusi sessuali. Bergoglio lo aveva richiamato a Roma nel 2013 proprio in seguito alle accuse di violenze su minori emerse nella capitale della Repubblica Dominicana. Anche l'Onu aveva chiesto di intervenire. L'uomo è agli arresti domiciliari
Un fulmine a ciel sereno in Vaticano. Agli arresti domiciliari l’ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, monsignor Jozef Wesolowski, condannato in primo grado alla dimissione dallo stato clericale dalla Congregazione per la dottrina della fede per gravi reati di pedofilia. L’arresto dell’ex diplomatico della Santa Sede, annunciato per primo dal Tg La7 di Enrico Mentana, è stato deciso direttamente da Papa Francesco, come ha spiegato ai giornalisti il portavoce della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi e si tratta del più alto in “grado” mai indagato presso la Santa Sede per abusi sessuali. “Il promotore di giustizia del Tribunale di prima istanza dello Stato della Città del Vaticano – ha precisato Lombardi – ha convocato l’ex nunzio monsignor Wesolowski, a carico del quale aveva avviato un’indagine penale. Al prelato, già condannato in prima istanza dalla Congregazione della dottrina della fede alla riduzione allo stato laicale al termine di un processo amministrativo penale canonico, sono stati notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico per gravi fatti di abuso a danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana”.
Il portavoce vaticano ha inoltre precisato che “la gravità degli addebiti ha indotto l’Ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che, alla luce della situazione sanitaria dell’imputato, comprovata dalla documentazione medica, consiste negli arresti domiciliari, con le correlate limitazioni, in locali all’interno dello Stato della Città del Vaticano”. Wesolowski, dunque, non occuperà la cella della Gendarmeria dove fu imprigionato per diversi mesi, nel 2012, l’ex maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, condannato dal Tribunale vaticano a seguito dei ripetuti furti dei documenti riservati del Papa tedesco, e poi graziato dallo stesso Ratzinger alla vigilia del suo ultimo Natale da Pontefice. L’ex nunzio, secondo quanto apprende l’Ansa, è stato posto agli arresti domiciliari nei locali del Collegio dei Penitenzieri, nel Palazzo del tribunale vaticano, all’interno delle mura leonine. Padre Lombardi ha spiegato anche che l’arresto di Wesolowski “è conseguente alla volontà espressa da Papa Francesco, affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede”. Un’ulteriore dimostrazione della linea della tolleranza zero assunta da Bergoglio nel contrasto della pedofilia.
Ma anche la prova di ciò che il Papa ha spiegato più volte e cioè che nel trattare i procedimenti sugli abusi sui minori non ci sarà nessuna attenuante, e ciò vale anche per gli altri due vescovi attualmente sotto processo per gli stessi reati, di cui però non si conoscono ancora le identità. Wesolowski, il 25 agosto scorso, ha presentato appello alla sentenza di primo grado dell’ex Sant’Uffizio e il relativo giudizio è previsto entro il prossimo mese di ottobre. Francesco, però, non ha voluto attendere la sentenza di appello per dare il via libera agli arresti domiciliari dell’ex nunzio. Wesolowski, inoltre, fa sapere il Vaticano, avendo cessato le funzioni diplomatiche con la connessa immunità, potrebbe in futuro essere soggetto a procedimenti giudiziari anche da parte di altre magistrature che ne abbiano eventuale titolo. E comunque il procedimento penale presso gli organi giudiziari civili vaticani proseguirà non appena la sentenza canonica sarà definitiva.
Sulla pedofilia la posizione di Francesco è chiara ed è stata espressa alcuni mesi fa alle sei vittime di abusi ricevute nella sua residenza a Casa Santa Marta. In quell’occasione Bergoglio chiese loro perdono condannando duramente quei sacerdoti e vescovi che si erano macchiati di questo “culto sacrilego” dal Papa paragonato alle “messe nere”. Ma il Pontefice chiese anche “perdono per i peccati di omissione da parte dei capi della Chiesa che non hanno risposto in maniera adeguata alle denunce di abuso presentate da familiari e da coloro che sono stati vittime di abuso”. Un’omissione che Bergoglio ha deciso di combattere istituendo una Pontificia Commissione per la tutela dei minori, coordinata dal cardinale cappuccino di Boston Sean Patrick O’Malley. Nell’organismo fa parte anche una vittima della pedofilia, l’irlandese Marie Collins che, secondo alcune indiscrezioni de ilfattoquotidiano.it, sarà presto affiancata da nuovi membri nominati tra le vittime degli abusi. Una decisione che dovrebbe essere presa nella terza riunione della commissione in programma per il 4 e il 5 ottobre prossimi.
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Terzo giorno di attacchi hacker russi a siti italiani: giù Mediobanca, Nexi e Fiocchi munizioni
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Al Question time in programma oggi alla Camera alle 15, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponderà ad un'interrogazione presentata da Italia viva, primo firmatario il capogruppo Davide Faraone, sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale, con la richiesta di chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
In particolare, prendendo spunto dalla recente vicenda legata all'utilizzo software fornito dalla società Paragon solutions, nel documento di sindacato ispettivo si chiede "quali siano le spese che il ministero della Giustizia sostiene per il funzionamento del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), quanto per le strutture del Gom (Gruppo operativo mobile), per le strutture del Nic (Nucleo investigativo centrale), per le intercettazioni e se vi siano contratti stipulati senza gara o tutti con gara pubblica, nonché quante persone siano state intercettate da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024, se ci siano persone intercettate da Polizia penitenziaria ma non indagate e se le dimissioni del capo del Dap Russo siano state accompagnate da una lettera personale al Ministro interrogato con rilievi critici sulla situazione del Dap e se intenda condividerla coi parlamentari o la ritenga personale e dunque secretata".
Kiev, 19 mar. (Adnkronos) - "Sono attualmente in corso operazioni di soccorso a Odessa in seguito a un altro attacco russo alle infrastrutture energetiche della città. 160mila persone sono al momento senza luce e riscaldamento". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che "ancora una volta, le strutture energetiche civili sono state colpite: da quasi tre anni, l'esercito russo utilizza senza sosta missili e droni d'attacco contro di esse".
"Proprio ieri - prosegue il post - dopo il famigerato incontro a Riad, è diventato chiaro che i rappresentanti russi stavano di nuovo mentendo, sostenendo di non prendere di mira il settore energetico ucraino. Eppure, quasi contemporaneamente, hanno lanciato un altro attacco, con droni che hanno colpito trasformatori elettrici. E questo durante l'inverno: di notte c'erano meno 6 gradi Celsius".
"Almeno 160.000 residenti di Odessa sono ora senza riscaldamento ed elettricità. Tredici scuole, un asilo e diversi ospedali sono rimasti senza elettricità o riscaldamento. Le squadre di riparazione stanno lavorando instancabilmente e tutti i servizi comunali sono impegnati. Sono grato a ogni soccorritore e a tutti coloro che aiutano le persone. Non dobbiamo mai dimenticare che la Russia è governata da bugiardi patologici: non ci si può fidare di loro e bisogna fare pressione. Per amore della pace".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Si svolge oggi, alle 15, il Question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, risponde a una interrogazione sulle iniziative volte a salvaguardare la produzione nazionale di ortofrutta, attraverso un corretto equilibrio tra esigenze produttive e sicurezza alimentare.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponde a interrogazioni sulle iniziative normative per limitare il ricorso alla custodia cautelare, anche nell'ottica della riduzione del sovraffollamento all'interno delle carceri; sulle iniziative in relazione alla situazione all'interno delle carceri, con particolare riferimento al sovraffollamento e al fenomeno dei suicidi; sulle tecnologie in uso alla polizia penitenziaria; sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale e chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte ad arginare i fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito delle filiere del made in Italy; sullo sviluppo dell'industria aerospaziale italiana; sulle iniziative volte a salvaguardare la continuità produttiva degli stabilimenti liguri della Piaggio aerospace e i relativi livelli occupazionali, con riferimento alla procedura di cessione all'azienda turca Baykar; sulle iniziative a sostegno della produzione industriale nazionale a tutela dei livelli occupazionali, nonché per stimolare la crescita economica e rafforzare la competitività; sull'adozione del Libro bianco sulla nuova strategia italiana di politica industriale.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, unitamente a personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Gruppo Operativo Regionale Antifrode - Gora), hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese (su richiesta della Procura termitana), con cui è stato disposto il sequestro preventivo di 10 complessi aziendali, nonché di beni e di disponibilità finanziarie per oltre 15 milioni di euro nei confronti di 13 soggetti (anche per equivalente). Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Palermo in co-delega con il citato Ufficio dell’A.D.M., hanno consentito di ricostruire l’operatività di un’associazione per delinquere attiva nelle province di Palermo, Agrigento e Catania e dedita alla commissione di illeciti tributari, con particolare riferimento alla commercializzazione di prodotti energetici sottoposti ad aliquota agevolata (c.d. “gasolio agricolo”).
Secondo la ricostruzione compiuta, la frode avrebbe permesso di sottrarre al pagamento delle imposte oltre 11 milioni di litri di prodotto petrolifero e sarebbe stata perpetrata attraverso l’utilizzo strumentale di operatori economici del settore e la predisposizione di documentazione mendace. Più nel dettaglio, diversi depositi commerciali riconducibili ai vertici del sodalizio criminale avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti e predisposto DAS fittizi al fine di documentare cartolarmente la vendita di carburante a “società di comodo” o aziende del tutto ignare di quanto avveniva, mentre lo stesso, in realtà, veniva ceduto “in nero” a soggetti terzi non aventi titolo a riceverlo. Il che consentiva a questi ultimi di praticare prezzi fortemente concorrenziali a discapito degli altri operatori del settore.
Il descritto sistema di frode - come accertato all’esito di indagini tecniche, servizi di riscontro su strada e mirate attività ispettive - avrebbe garantito un significativo abbattimento dell’I.V.A. e delle Accise dovute, oltre che delle imposte dirette, generando un’evasione d’imposta, e un conseguente danno alle casse dello Stato, pari a 15.231.376,80 euro. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti di natura tributaria.
Abu Dhabi, 19 feb. (Adnkronos) - Il segretario di Stato americano Marco Rubio è arrivato negli Emirati Arabi Uniti, ultima tappa del suo primo tour in Medio Oriente, dopo i colloqui di ieri con i funzionari russi a Riad. Rubio incontrerà ad Abu Dhabi il presidente degli Emirati Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed Al Nahyan.
La visita di Rubio negli Emirati Arabi Uniti precede il vertice di venerdì in Arabia Saudita dei sei Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo, nonché di Egitto e Giordania, per rispondere al piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la Gaza del dopoguerra.
L'amministrazione Trump, che respinge qualsiasi ruolo futuro di Hamas nel devastato territorio palestinese, ha invitato i paesi arabi, fermamente contrari a qualsiasi spostamento dei palestinesi da Gaza, a proporre alternative al piano del presidente degli Stati Uniti.
Kiev, 19 feb. (Adnkronos) - Il massiccio attacco notturno con droni russi contro la città e l'oblast meridionale di Odessa ha ferito almeno quattro persone, tra cui un bambino. Lo ha riferito il governatore Oleh Kiper, secondo cui nell'attacco sono rimasti danneggiati una clinica pediatrica, un asilo, grattacieli e alcune automobili.
Tel Aviv, 19 feb. (Adnkronos) - I caccia israeliani hanno colpito depositi di armi appartenenti all'ex regime siriano di Bashar Assad a Sasa, nella Siria meridionale. Lo ha reso noto l'esercito israeliano in una nota.