Il volo incriminato è quello del ritorno dal vertice Nato di Newport, vicino a Cardiff in Galles, organizzato dopo la crisi ucraina. Il 4 settembre l’airbus A319 della Presidenza del Consiglio decolla da Roma con a bordo Matteo Renzi, Roberta Pinotti, Federica Mogherini e i rispettivi staff. L’airbus A319 dotato di salottini (vedi foto dell’andata sopra) al ritorno si è fermato a Firenze con uno scalo ad hoc per il premier e relativo costo di atterraggio e decollo per Roma. Anche se dispone di un vero appartamento presidenziale con divano letto matrimoniale e due poltrone letto, più le 40 poltrone per gli ospiti, il presidente del Consiglio preferiva la sua casa per il week end e così l’airbus ha fatto scalo a Peretola alle 20, giusto in tempo per una cena a Pontassieve con Agnese e figli. L’Airbus è ripartito subito per Roma. Alle 21 e 30 Mogherini è scesa a Ciampino e si è diretta verso la sua casa nel centro di Roma mentre Roberta Pinotti, che abita a Genova, rischiava di restare bloccata nel caldo della Capitale. L’ultimo volo da Fiumicino decollava alle 21 e 20 proprio quando l’Airbus atterrava a Ciampino. Che fare?
Il 31esimo stormo è abituato a portare in giro i politici e sa come farli felici. L’aeronautica dipende dal ministro della difesa ed è sempre ben contenta di fare bella figura. Così all’improvviso è spuntato un volo di addestramento diretto, guarda le coincidenze, proprio a Genova. La ministra non ha potuto dire di no e così, appena scesa dalla scaletta dell’Airbus, è risalita sul Falcon 50, un piccolo jet executive usato per i politici e le missioni umanitarie e sanitarie, da nove posti, simile a quelli amati per i loro spostamenti dai ricchi imprenditori che apprezzano il piacere di distendersi sulla poltrona di pelle pensando a quanto sia bello il volo esclusivo. A bordo quella sera c’era un solo passeggero civile: Roberta Pinotti. Alle 22 e 30 la ministra è scesa per godersi un sabato di riposo prima di ripartire domenica per la Festa dell’Unità di Bologna dove ha ritrovato Matteo Renzi.
I due deputati del Movimento 5 stelle Di Battista e Frusone insieme a un gruppo di colleghi che hanno firmato l’interrogazione ora vogliono che la coppia si ricostruisca in Parlamento. Renzi e Pinotti devono rispondere insieme a molte domande. L’interrogazione cita la legge del 2011 che regolamenta all’articolo 3 gli “Aerei blu”. I deputati enunciano la norma: “I voli di Stato devono essere limitati al presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio dei ministri, al presidente della Corte costituzionale” e “eccezioni rispetto a questa regola devono essere specificamente autorizzate”. Poi l’interrogazione prosegue: “Una volta autorizzato il volo si procede alla pubblicazione, con cadenza mensile, sul sito internet della Presidenza del Consiglio dei ministri”. Peccato che in questo caso il volo della ministra non finirà sul sito. Se non fosse stato per il M5S nessuno ne avrebbe saputo nulla. A dimostrazione di quanto sia semplice aggirare le norme emanate da Berlusconi, Monti e Letta in materia. Se un volo che porta a casa un ministro come unico passeggero non figura tra i voli di Stato rendicontati ai contribuenti le cose sono due: o la norma non è rispettata oppure la norma non funziona e allora bisogna cambiarla.
I due deputati M5S ricordano che “il ministro Pinotti, il 5 settembre 2014 ha usufruito, nella qualità di passeggera, di un volo del 31° stormo, un Falcon 50 che ha percorso la tratta Ciampino–Sestri arrivando a destinazione alle 20,15 Utc (22 e 15 ora italiana) ed è immediatamente ritornato a Ciampino (…) dalla segnalazione ricevuta dagli interroganti emerge che il Falcon 50 stava effettuando un volo di addestramento tra Ciampino e Sestri”. Secondo Di Battista e Frusone “ove l’utilizzo dell’aereo di Stato sia avvenuto in assenza della prescritta autorizzazione, ciò si tradurrebbe in un’evidente e grave violazione della normativa vigente e comunque in un suo palese ed ingiustificato aggiramento; ciò sarebbe ancor più grave in considerazione del fatto che è un ministro della Repubblica ad aver agito al di fuori della legalità e ad aver usufruito di un ‘aereo blu’ destinato oltre che a fini istituzionali, anche a scopi umanitari e sanitari”.
Il Falcon 50 ha un costo orario di volo di circa 3mila e 400 euro. Quindi si può stimare che il volo Roma-Genova andata e ritorno sia costato al contribuente (anche se è stato utile per l’addestramento dei piloti) più di 6mila euro. I deputati del M5S citano la normativa e chiedono a Renzi e Pinotti di riferire in Parlamento sull’esistenza dei requisiti richiesti per far decollare quella sera un volo di Stato e cioé “comprovate, imprevedibili ed urgenti esigenze di trasferimento connesse all’efficace esercizio delle funzioni istituzionali e l’impossibilità di provvedere ai trasferimenti con voli di linea”.
Il Fatto ha chiesto una replica a Roberta Pinotti. “Il ministro – spiega il suo portavoce – aveva prenotato il 2 settembre, due giorni prima di partire per Cardiff, un volo di linea da Roma a Genova per il sabato 6 settembre alle 10 e 20 di mattina (come da mail dell’agenzia di viaggi, ndr). Nei giorni successivi ha scoperto che c’era un volo addestrativo programmato dal 31esimo stormo dell’Aeronautica da Roma a Genova in notturna con istruttore e due piloti”. Anche la scelta di Genova non sarebbe dovuta a un favore al ministro. “Quello scalo – prosegue il portavoce – come Reggio Calabria e Bolzano, è considerato particolarmente adatto per i voli di addestramento a causa dell’orografia del terreno e del frequente vento di traverso e di caduta”. Quanto alla spesa di 6mila euro per le due ore di volo del Falcon 50, la ministra ribalta l’accusa: “Il volo di addestramento ci sarebbe stato comunque e quindi abbiamo risparmiato tre biglietti, comprendendo i due agenti di scorta. Perché il ministro della difesa è soggetto a eccezionali misure di sicurezza”.
Da Il Fatto Quotidiano del 25 settembre 2014