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Gas russo, l’Ucraina pagherà a Mosca 3,1 miliardi entro fine anno

Lo ha annunciato il commissario Ue al'Energia, Günther Oettinger. L'accordo, che ha l'ok del ministro dell'Energia russo Alexander Novak e di quello ucraino Yuriy Prodan, garantisce la sicurezza delle consegne anche per i Paesi europei, visto che tutto il metano destinato all'Europa passa per Kiev
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Entro fine anno l’Ucraina verserà alla Russia 3,1 miliardi di dollari per le forniture di gas. A annunciarlo è stato il commissario Ue al’Energia, Günther Oettinger, illustrando il pacchetto discusso nella trilaterale con il ministro dell’Energia russo Alexander Novak e quello ucraino Yuriy Prodan. La questione dei prezzi del metano passati e futuri si risolverà in un tribunale arbitrale di Stoccolma, ma nel frattempo questo accordo garantisce la sicurezza delle consegne invernali ai Paesi europei, su cui nelle scorse settimane era salita la preoccupazione. In particolare, ha spiegato Oettinger, “l’Ucraina pagherà ai russi 2 miliardi entro ottobre e di 1,1 entro dicembre”. Gazprom, di conseguenza, consegnerà all’Ucraina “nei prossimi mesi almeno 5 miliardi di metri cubi di gas”. Oettinger ha aggiunto che l’Unione europea garantirà i pagamenti. 

Novak si è dichiarato soddisfatto della proposta di accordo, nonostante restino alcuni dettagli minori da chiarire. “Il gas sarà fornito solo se verranno effettuati pagamenti anticipati”, ha comunque chiarito. Da giugno il colosso russo del petrolio ha iniziato a chiedere alla compagnia ucraina Naftogaz il saldo anticipato a causa dei mancati pagamenti pregressi e di un debito salito a 5,3 miliardi di dollari. E ora, dopo la chiusura dei rubinetti verso Kiev decisa da Mosca la scorsa estate, il sistema di trasporto del gas dell’Ucraina riceve solo i volumi di transito destinati all’Europa. Ma il Paese ha bisogno che le consegne ripartano se vuole mantenere le sue industrie attive per tutto l’inverno. Fino ad ora Polonia, Ungheria e altri Paesi hanno venduto volumi di gas all’Ucraina tramite il cosiddetto “flusso inverso di spedizioni”, a cui però la Russia si oppone e che comunque sarebbe insostenibile in vista della stagione fredda. 

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