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La Sapienza, elezioni nuovo rettore: fumata nera

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Si è conclusa la prima tornata elettorale per eleggere il nuovo rettore a Sapienza. Innanzi tutto, si è avuta un’affluenza elevatissima, (86% tra i docenti) a testimonianza di quanto sia sentita questa elezione nell’ateneo. Come prevedibile, dall’università fondata dai Papi si è avuta una fumata nera: con sei candidati era praticamente impossibile che uno potesse ottenere una maggioranza assoluta al primo turno. I risultati hanno visto una prevalenza del candidato di Medicina, Eugenio Gaudio (1800 voti) che non ha mai fatto mistero della sua vicinanza con il rettore uscente, al secondo posto Giancarlo Ruocco di Fisica (800), poi Andrea Lenzi, (650, Medicina, presidente del Cun), Renato Masiani (420, Architettura) e Roberto Nicolai (410, Lettere) e ultima Tiziana Catarci (300, Informatica).

Il meccanismo elettorale prevede altre due tornate, nelle quali sarà presumibilmente altrettanto difficile eleggere il nuovo rettore (l’unico che potrebbe eventualmente riuscirci è Gaudio) e un ballottaggio tra i due candidati più votati alla terza tornata. Chi ha vinto e chi ha perso? Tra i candidati più accreditati della vittoria finale, Gaudio ha sopravanzato Ruocco, ma bisogna considerare che medicina è un moloch con circa 2000 docenti più rappresentanti studenti (voto pieno) e personale tecnico amministrativo (voto ridotto al 20%) in proporzione.

Andrea Lenzi, anche lui medico, dovrebbe aver raccolto un consenso più trasversale, perché è il presidente del Cun, l’organo elettivo che rappresenta i docenti universitari e soprattutto perché ha delle capacità dialettiche fuori dal comune. Tiziana Catarci, la prima donna candidata allo scranno più alto dell’ateneo, ha ottenuto relativamente tanti voti ma pochissimi dai docenti (5%). Purtroppo Sapienza non sembra ancora pronta per un rettore donna. Renato Masiani e Roberto Nicolai erano comunque visti come outsider ma insieme sarebbero al secondo posto.

Quali scenari di possibili alleanze si aprono? Diversi, anche se non prevedibili poiché i voti, soprattutto quelli dei docenti universitari, non sono trasferibili in modo semplice. Nel segreto dell’urna ciascuno può prendere la decisione che ritiene più giusta (o purtroppo più conveniente personalmente). I candidati (Ruocco, Lenzi, Masiani, Nicolai) che hanno dichiarato una posizione di discontinuità rispetto al rettore uscente (che è innegabile abbia fatto qualcosa di buono, nonostante gli attacchi sui giornali) insieme avrebbero oltre il 50% dei voti. Vedremo venerdì prossimo cosa succederà dopo la seconda tornata.

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