Un accordo sul nucleare tra le grandi potenze occidentali e l’Iran è lontano. “Le distanze sono significative” ha comunicato ieri sera a New York un alto responsabile dell’amministrazione americana, al termine di otto ore di intensi colloqui tra Teheran e il gruppo “5+1” ( Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania), guidato a New York dalla rappresentante uscente della politica estera europea Catherine Ashton.
Tra le due parti ci sono grandi divergenze che dovranno essere appianate in vista della scadenza del 24 novembre fissata per trovare un accordo. L’Iran continua a sostenere di aver bisogno di un programma di arricchimento robusto dell’uranio per creare combustibile del reattore e per altri scopi pacifici, ma gli Stati Uniti e gli alleati temono che il programma di arricchimento abbia un’altra direzione, ovvero la creazione di armi nucleari.
Il leader iraniano Hassan Rouhani ha dichiarato apertamente che Teheran non accetterà alcun accordo che preveda il blocco dell’arricchimento dell’uranio, aggiungendo che le sanzioni poste da Usa, Unione europea e Onu all’Iran devono essere sospese. Fonti diplomatiche Usa hanno riferito alla Associated Press che gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione un nuovo approccio: la proposta permetterebbe a Teheran di mantenere quasi la metà delle centrifughe già attive ma ridurre lo stock di gas di uranio immesso nelle macchine al punto in cui ci vorrebbe più di un anno di arricchimento per creare abbastanza materiale per una testata nucleare. I diplomatici hanno sottolineato che la proposta è soltanto una delle tante in discussione tra le sei potenze (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) e non è ancora stata formalmente presentata agli iraniani.
In giornata il presidente Hassan Rohani aveva sottolineato i buoni rapporti tra Roma e Teheran: “Contiamo sull’Italia e siamo pronti a rafforzare i rapporti con Roma. E’ tra i Paesi europei con cui abbiamo le migliori relazioni”, ha proseguito, aggiungendo che all’Onu avrebbe voluto incontrare il premier Matteo Renzi: “Non siamo riusciti a far coincidere le agende”. “L’Italia è tra i Paesi considerati amici, quelli con cui abbiamo le migliori relazioni commerciali, culturali e politiche. E queste relazioni siamo pronti ad ampliarle e rafforzarle”, ha quindi aggiunto Rohani, ricordando come l’anno scorso incontrò l’allora premier Enrico Letta. E sottolineando come a margine dell’Assemblea dell’Onu quest’anno si siano incontrati il ministro degli esteri di Teheran, Javad Zarif, e la titolare della Farnesina, Federica Mogherini, futura responsabile della politica estera Ue.