Prima tegola sul nuovo Csm faticosamente uscito dalle votazioni in Parlamento per la componente non togata. Non ha i titoli necessari per far parte dell’organo di autogoverno delle toghe Teresa Bene, uno degli 8 laici eletti dal Parlamento, e dunque è stata dichiarata ineleggibile dal primo plenum, presieduto dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che ha approvato all’unanimità la relazione della Commissione verifica titoli, nominata giovedì scorso subito dopo l’insediamento al Quirinale e formata da Maria Rosaria Sangiorgio (Unicost), Claudio Galoppi (Mi) e Pierantonio Zanettin (Fi). Privo così di un membro, il plenum ha comunque eletto il vicepresidente da affiancare al Capo dello Stato, presidente di diritto: si tratta di Giovanni Legnini, in quota Pd, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Letta e sottosegretario all’Economia nell’attuale governo Renzi (leggi la scheda). L’abruzzese Legnini è cessato dalla carica di deputato una volta votato dal Parlamento al Csm, il 26 settembre, e al suo posto subentrerà il primo dei non eletti del Pd nella regione (allo stato si profila l’ascesa di Gianluca Fusilli). Il passaggio diretto dal governo Renzi al governo delle toghe ha già suscitato polemiche, oggi rimarcatedalò sentaore M5S Alberto Airola: “Ecco come trasferire direttamente un sottosegretario del governo in carica alla vicepresidenza del Csm”, ha postato su Facebook. “Come distruggere l’indipendenza dei poteri giudiziario ed esecutivo… perfetto stile renziano”.
Il nuovo vicepresidente, però, non risparmia frecciate al governo, a partire dal tema caldo dell’articolo 18. “Renzi ha detto qualcosa di risaputo”, ha detto in un colloquio informale con i giornalisti. “In alcune situazioni la pronuncia di reintegro interviene dopo molto tempo. Condivido l’esigenza di celerità, ma non credo sia colpa dei magistrati“. Così come non rinuncia a un commento su un’altra patata bollente che sta provocando tensioni nell’esecutivo, l’introduzione del nuovo reato di autoriciclaggio: “Sono d’accordo con il presidente del Senato. Spero che il Parlamento lo esamini al più presto”. Ma Grasso era intervenuto nei giorni sull’argomento in termini molto critici verso l’esecutivo, sottolineando la “difficoltà politica di giungere a soluzioni equilibrate e condivise”. E attaccando frontalmente i partiti di governo che hanno di fatto affossato il suo ddl anticorruzione giacente in Senato “da un anno e mezzo”.
Toni critici anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che è tornato a strigliare i partiti sul ritardo con cui sono stati eletti i membri non togati dell’oragno di autogoverno dei giudici e a sollecitare la fumata bianca sui due giudici costituzionali ancora mancanti (oggi la quindicesima votazione, ma con il ticket Violante-Bruno in netta crisi dopo le indiscrezioni sui guai giudiziari del secondo, tanto che Pd e Forza Italia vanno verso la scheda bianca). Ma il Parlamento è stato al contrario “frettoloso”, ha rimarcato il Capo dello Stato, eleggendo una candidata priva di requisiti come Teresa Bene.
L’IRA DELL’ESCLUSA: “VIOLATI I MIEI DIRITTI”. Teresa Bene, anche lei eletta in quota Pd, non ha i requisiti richiesti dalla legge, una questione sollevata anche da Il Fatto Quotidiano: non è professore ordinario, ma associato, e non ha esercitato effettivamente la professione di avvocato per 15 anni. La Bene dovrà ora essere sostituita da un nuovo voto delle Camere. Una decisione “errata, infondata e strumentale”, “i miei diritti di interlocuzione sono stati platealmente violati”, ha replicato. “Spiace che tutto questo avvenga ad opera di un organo di rilevanza costituzionale”, ha affermato prima di lasciare l’aula. “La vicenda dell’avvocato Bene mi addolora, ma non credo che questo appanni o indebolisca il prestigio delle istituzioni”, ha commentato Legnini. Ma il caso è difficile da liquidare, soprattutto dopo le parole di Napolitano pronunciate davanti al plenum: “Sono rammaricato di quello che è accaduto: può esserci stata frettolosità e disattenzione in Parlamento nel pur laborioso processo di selezione per i rappresentanti del Csm”. Come è potuto succedere? “Mi dispiace molto questa cosa anche perché l’avevo segnalata e sono stata inascoltata”, afferma Rosy Bindi, Pd, presidente della Commissione antimafia. “Queste sono le cose che un partito non dovrebbe permettersi di fare per quanto riguarda le elezioni degli Organi di garanzia”. E il Movimento 5 Stelle ha buon gioco ad accusa i partiti di “incompetenza”: “Sono finanche riusciti a eleggere al Csm una persona ineleggibile, è veramente disarmante”, si legge in una nota dei deputati del Movimento. “A questo punto al Parlamento non resta che virare su Alessio Zaccaria, candidato al Csm dal voto della rete, professore universitario lontano dalla politica e dai suoi giochi infimi. Ai partiti diamo una notizia – concludono – lui i requisiti li ha”.
NAPOLITANO: “ORA IL CSM RECUPERI IL TEMPO PERSO”. Dopo l’elezione di Legnini, davanti al plenum è intervenuto il presidente Napolitano, che ha voluto rimarcare il ritardo con cui il Parlamento – tuttora in stallo sull’elezione dei due giudici costituzionali mancanti – è pervenuto alla scelta dei membri laici. “Ora subito al lavoro: il tempo che ha richiesto l’elezione dei nuovi membri del Csm va rapidamente recuperato”. Elezione che, dopo il caso Bene, “non è ancora completata”.
“Per parte mia”, ha affermato ancora Napolitano, “assicuro che continuerò a seguire con scrupolosa attenzione l’attività del Consiglio, contribuendovi anche attraverso considerazioni critiche, quando ciò si renda necessario, per concorrere a un responsabile dibattito sull’amministrazione della giustizia“. Il presidente della Repubblica, che ha espresso soddisfazione per la nomina del nuovo vicepresidente, si è detto “persuaso che sotto la presidenza effettiva di Legnini, il Consiglio saprà affrontare con obiettività e concretezza anche le questioni più complesse che gli saranno via via sottoposte, così da pervenire a soluzioni adeguate attraverso un confronto sereno, non viziato da contrapposizioni di sorta”.
Terminata la seduta, Napolitano ha detto ai giornalisti di auspicarsi che alle votazioni di oggi sulla Consulta “ci sia una fumata bianca, ma devo solo aspettare. Non sono parlamentare – ha premesso – e non so cosa accadrà oggi”.
LEGNINI: “ACCETTARE SFIDA RIFORME, MA MAGISTRATURA RESTI INDIPENDENTE”. Il nuovo vicepresidente Legnini, nel suo discorso d’insediamento ha posto l’accento sull’accettare la “sfida delle riforme“. Ma la funzione della magistratura “è e dovrà essere sempre autonoma, indipendente e imparziale“, ha precisato. “Si torni a guardare a giudici e pubblici ministeri come ai detentori prestigiosi e affidabili”.
Mentre la riforma della giustizia presentata dal governo Renzi il 29 agosto è una tela ancora in gran parte da tessere, Legnini afferma: “Dovremo essere capaci di promuovere una fattiva cooperazione e un costruttivo dialogo con il ministro della Giustizia, che inviteremo al più presto ad avviare un confronto non rituale ma effettivo”. Intanto ha anticipato che il Csm fornirà un parere sulle ferie dei magistrati, punto di scontro fra Renzi e le toghe: “Il ministro sta lavorando a una mediazione, sono fiducioso che si arrivi a una soluzione positiva”.
Entrando nel merito dei compiti propri del Csm, il nuovo vicepresidente ha sollecitato la nomina del nuovo procuratore capo di Palermo: “Una decisione urgente, proporrò una tempistica adeguata”. La commissione del precedente Consiglio aveva già formulato le sue proposte per l’incarico, ma poi l’iter della pratica era stato bloccato da una lettera del Quirinale, che invitava a procedere alle nomine in base ai tempi della vacanza dei posti. “L’istruttoria c’è già stata. Non c’è volontà di azzeramento – ha assicurato Legnini – discuteremo prima in commissione poi in plenum”.
Legnini, inoltre, intende dare “centralità” al ruolo del plenum quale “sede depositaria della volontà collegiale” del Consiglio superiore. Un impegno preso nel suo discorso di insediamento e che risponde a una delle questioni chiave poste dai togati nel plenum informale di ieri. Secondo Legnini bisogna anche “eludere le tentazioni corporativistiche e superare le concezioni dicotomiche tra componente laica e componente togata“.
Giustizia & Impunità
Csm, “Teresa Bene ineleggibile, non ha i titoli”. Legnini eletto vicepresidente
L'avvocato in quota Pd bocciato dalla Commissione di verifica perché non è professore ordinario e non ha esercitato la professione per i 15 anni richiesti. La replica: "Violati i miei diritti". Subito dopo, la nomina a "vice" di Napolitano del sottosegretario di Renzi. Che però va all'attacco del premier sull'articolo 18: "Ritardi nei reintegri non sono colpa dei giudici". Il capo dello Stato: "Recuperare il tempo perduto"
Prima tegola sul nuovo Csm faticosamente uscito dalle votazioni in Parlamento per la componente non togata. Non ha i titoli necessari per far parte dell’organo di autogoverno delle toghe Teresa Bene, uno degli 8 laici eletti dal Parlamento, e dunque è stata dichiarata ineleggibile dal primo plenum, presieduto dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che ha approvato all’unanimità la relazione della Commissione verifica titoli, nominata giovedì scorso subito dopo l’insediamento al Quirinale e formata da Maria Rosaria Sangiorgio (Unicost), Claudio Galoppi (Mi) e Pierantonio Zanettin (Fi). Privo così di un membro, il plenum ha comunque eletto il vicepresidente da affiancare al Capo dello Stato, presidente di diritto: si tratta di Giovanni Legnini, in quota Pd, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Letta e sottosegretario all’Economia nell’attuale governo Renzi (leggi la scheda). L’abruzzese Legnini è cessato dalla carica di deputato una volta votato dal Parlamento al Csm, il 26 settembre, e al suo posto subentrerà il primo dei non eletti del Pd nella regione (allo stato si profila l’ascesa di Gianluca Fusilli). Il passaggio diretto dal governo Renzi al governo delle toghe ha già suscitato polemiche, oggi rimarcatedalò sentaore M5S Alberto Airola: “Ecco come trasferire direttamente un sottosegretario del governo in carica alla vicepresidenza del Csm”, ha postato su Facebook. “Come distruggere l’indipendenza dei poteri giudiziario ed esecutivo… perfetto stile renziano”.
Il nuovo vicepresidente, però, non risparmia frecciate al governo, a partire dal tema caldo dell’articolo 18. “Renzi ha detto qualcosa di risaputo”, ha detto in un colloquio informale con i giornalisti. “In alcune situazioni la pronuncia di reintegro interviene dopo molto tempo. Condivido l’esigenza di celerità, ma non credo sia colpa dei magistrati“. Così come non rinuncia a un commento su un’altra patata bollente che sta provocando tensioni nell’esecutivo, l’introduzione del nuovo reato di autoriciclaggio: “Sono d’accordo con il presidente del Senato. Spero che il Parlamento lo esamini al più presto”. Ma Grasso era intervenuto nei giorni sull’argomento in termini molto critici verso l’esecutivo, sottolineando la “difficoltà politica di giungere a soluzioni equilibrate e condivise”. E attaccando frontalmente i partiti di governo che hanno di fatto affossato il suo ddl anticorruzione giacente in Senato “da un anno e mezzo”.
Toni critici anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che è tornato a strigliare i partiti sul ritardo con cui sono stati eletti i membri non togati dell’oragno di autogoverno dei giudici e a sollecitare la fumata bianca sui due giudici costituzionali ancora mancanti (oggi la quindicesima votazione, ma con il ticket Violante-Bruno in netta crisi dopo le indiscrezioni sui guai giudiziari del secondo, tanto che Pd e Forza Italia vanno verso la scheda bianca). Ma il Parlamento è stato al contrario “frettoloso”, ha rimarcato il Capo dello Stato, eleggendo una candidata priva di requisiti come Teresa Bene.
L’IRA DELL’ESCLUSA: “VIOLATI I MIEI DIRITTI”. Teresa Bene, anche lei eletta in quota Pd, non ha i requisiti richiesti dalla legge, una questione sollevata anche da Il Fatto Quotidiano: non è professore ordinario, ma associato, e non ha esercitato effettivamente la professione di avvocato per 15 anni. La Bene dovrà ora essere sostituita da un nuovo voto delle Camere. Una decisione “errata, infondata e strumentale”, “i miei diritti di interlocuzione sono stati platealmente violati”, ha replicato. “Spiace che tutto questo avvenga ad opera di un organo di rilevanza costituzionale”, ha affermato prima di lasciare l’aula. “La vicenda dell’avvocato Bene mi addolora, ma non credo che questo appanni o indebolisca il prestigio delle istituzioni”, ha commentato Legnini. Ma il caso è difficile da liquidare, soprattutto dopo le parole di Napolitano pronunciate davanti al plenum: “Sono rammaricato di quello che è accaduto: può esserci stata frettolosità e disattenzione in Parlamento nel pur laborioso processo di selezione per i rappresentanti del Csm”. Come è potuto succedere? “Mi dispiace molto questa cosa anche perché l’avevo segnalata e sono stata inascoltata”, afferma Rosy Bindi, Pd, presidente della Commissione antimafia. “Queste sono le cose che un partito non dovrebbe permettersi di fare per quanto riguarda le elezioni degli Organi di garanzia”. E il Movimento 5 Stelle ha buon gioco ad accusa i partiti di “incompetenza”: “Sono finanche riusciti a eleggere al Csm una persona ineleggibile, è veramente disarmante”, si legge in una nota dei deputati del Movimento. “A questo punto al Parlamento non resta che virare su Alessio Zaccaria, candidato al Csm dal voto della rete, professore universitario lontano dalla politica e dai suoi giochi infimi. Ai partiti diamo una notizia – concludono – lui i requisiti li ha”.
NAPOLITANO: “ORA IL CSM RECUPERI IL TEMPO PERSO”. Dopo l’elezione di Legnini, davanti al plenum è intervenuto il presidente Napolitano, che ha voluto rimarcare il ritardo con cui il Parlamento – tuttora in stallo sull’elezione dei due giudici costituzionali mancanti – è pervenuto alla scelta dei membri laici. “Ora subito al lavoro: il tempo che ha richiesto l’elezione dei nuovi membri del Csm va rapidamente recuperato”. Elezione che, dopo il caso Bene, “non è ancora completata”.
“Per parte mia”, ha affermato ancora Napolitano, “assicuro che continuerò a seguire con scrupolosa attenzione l’attività del Consiglio, contribuendovi anche attraverso considerazioni critiche, quando ciò si renda necessario, per concorrere a un responsabile dibattito sull’amministrazione della giustizia“. Il presidente della Repubblica, che ha espresso soddisfazione per la nomina del nuovo vicepresidente, si è detto “persuaso che sotto la presidenza effettiva di Legnini, il Consiglio saprà affrontare con obiettività e concretezza anche le questioni più complesse che gli saranno via via sottoposte, così da pervenire a soluzioni adeguate attraverso un confronto sereno, non viziato da contrapposizioni di sorta”.
Terminata la seduta, Napolitano ha detto ai giornalisti di auspicarsi che alle votazioni di oggi sulla Consulta “ci sia una fumata bianca, ma devo solo aspettare. Non sono parlamentare – ha premesso – e non so cosa accadrà oggi”.
LEGNINI: “ACCETTARE SFIDA RIFORME, MA MAGISTRATURA RESTI INDIPENDENTE”. Il nuovo vicepresidente Legnini, nel suo discorso d’insediamento ha posto l’accento sull’accettare la “sfida delle riforme“. Ma la funzione della magistratura “è e dovrà essere sempre autonoma, indipendente e imparziale“, ha precisato. “Si torni a guardare a giudici e pubblici ministeri come ai detentori prestigiosi e affidabili”.
Mentre la riforma della giustizia presentata dal governo Renzi il 29 agosto è una tela ancora in gran parte da tessere, Legnini afferma: “Dovremo essere capaci di promuovere una fattiva cooperazione e un costruttivo dialogo con il ministro della Giustizia, che inviteremo al più presto ad avviare un confronto non rituale ma effettivo”. Intanto ha anticipato che il Csm fornirà un parere sulle ferie dei magistrati, punto di scontro fra Renzi e le toghe: “Il ministro sta lavorando a una mediazione, sono fiducioso che si arrivi a una soluzione positiva”.
Entrando nel merito dei compiti propri del Csm, il nuovo vicepresidente ha sollecitato la nomina del nuovo procuratore capo di Palermo: “Una decisione urgente, proporrò una tempistica adeguata”. La commissione del precedente Consiglio aveva già formulato le sue proposte per l’incarico, ma poi l’iter della pratica era stato bloccato da una lettera del Quirinale, che invitava a procedere alle nomine in base ai tempi della vacanza dei posti. “L’istruttoria c’è già stata. Non c’è volontà di azzeramento – ha assicurato Legnini – discuteremo prima in commissione poi in plenum”.
Legnini, inoltre, intende dare “centralità” al ruolo del plenum quale “sede depositaria della volontà collegiale” del Consiglio superiore. Un impegno preso nel suo discorso di insediamento e che risponde a una delle questioni chiave poste dai togati nel plenum informale di ieri. Secondo Legnini bisogna anche “eludere le tentazioni corporativistiche e superare le concezioni dicotomiche tra componente laica e componente togata“.
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Verona, 11 mag. (Adnkronos) - "Infrastrutture Venete ha siglato il protocollo logistica nord-est, insieme alle altre due società regionali, l'anno scorso, e gli interporti avevano già sottoscritto il protocollo nel 2022. Siamo entrati come soggetti in grado di garantire l'accessibilità dei nodi di trasporto, che sono appunto rappresentati dagli interporti. Infrastrutture Venete sta operando affinché l'accessibilità attraverso le proprie infrastrutture sia assolutamente garantita e pronta ad accogliere la domanda di mobilità idroviaria". Sono le parole di Alessandra Grosso, direttore generale di Infrastrutture Venete, all’evento di presentazione “La Logistica Veneta al Transport Logistics di Monaco” tenutosi nella prima giornata di LetExpo, la fiera promossa da Alis, in collaborazione con Veronafiere, ormai vero e proprio punto di riferimento nazionale per il settore della logistica e del trasporto sostenibile.
Infrastrutture Venete presenterà domani a LetExpo 2025 “il proprio sistema di automazione delle conche, un'infrastruttura necessaria per la navigazione: attraverso un sistema di progettazione informatica e sistema IoT siamo infatti in grado di movimentare le conche da remoto - spiega Grosso - Parleremo poi anche del processo attraverso il quale, con una piattaforma, riusciamo a governare e monitorare i trasporti lungo le idrovie di nostra competenza. Siamo riferimento delle altre Regioni del sistema idroviario Padano-Veneto nonché poi riferimento di Uni per intercettare e trasferire i dati al Ministero”.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - Spike Lee e Adriano Celentano si incontrano a Milano e subito l’ambiente cinematografico, quello televisivo e quello musicale entrano in fibrillazione partorendo mille ipotesi. Per incontrare il regista Usa, Celentano - a quanto apprende l’Adnkronos - ha lasciato la villa di Galbiate e la cosa, sempre più rara, non è passata inosservata. E infatti il motivo era validissimo visto che ad aspettarlo nel capoluogo lombardo c’era il regista newyorkese cult. Riserbo al momento su cosa i due si siano detti e cosa stiano tramando. Forse c’entra il nuovo film del regista americano ‘Highest 2 Lowest’, in uscita in primavera e dato in arrivo al festival di Cannes? Magari la colonna sonora? Si tratta di un thriller poliziesco che è il remake in lingua inglese del film di Akira Kurosawa del 1963 ‘High and Low’. Protagonista è Denzel Washington, alla sua quinta collaborazione con Spike Lee.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - Spike Lee e Adriano Celentano si incontrano a Milano e subito l’ambiente cinematografico, quello televisivo e quello musicale entrano in fibrillazione partorendo mille ipotesi. Per incontrare il regista Usa, Celentano - a quanto apprende l’Adnkronos - ha lasciato la villa di Galbiate e la cosa, sempre più rara, non è passata inosservata. E infatti il motivo era validissimo visto che ad aspettarlo nel capoluogo lombardo c’era il regista newyorkese cult. Riserbo al momento su cosa i due si siano detti e cosa stiano tramando. Forse c’entra il nuovo film del regista americano ‘Highest 2 Lowest’, in uscita in primavera e dato in arrivo al festival di Cannes? Magari la colonna sonora? Si tratta di un thriller poliziesco che è il remake in lingua inglese del film di Akira Kurosawa del 1963 ‘High and Low’. Protagonista è Denzel Washington, alla sua quinta collaborazione con Spike Lee.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Sport e Salute e la Fitp hanno presentato oggi al Foro Italico le novità per il site degli Internazionali Bnl d’Italia 2025 che tutti gli appassionati, dal 29 aprile al 18 maggio, si troveranno ad apprezzare per l’82esima edizione, una ‘nuova epoca’ del torneo capitolino, in un’atmosfera unica, all’interno di un site più grande, più bello, più funzionale e ricco di fascino. Quest’anno, infatti, il tennis per la prima volta entrerà nello Stadio dei Marmi. Il suggestivo impianto, intitolato alla leggenda Pietro Mennea, conterà tre campi, due da circa 800 spettatori ed uno da oltre 3000 posti la 'Supertennis Arena', che potrebbe avere la suggestione di abbracciare un’altra leggenda dello sport italiano, Jannik Sinner, il primo azzurro della storia a raggiungere il primo posto del ranking Atp e che proprio a Roma farà il suo ritorno alle competizioni, dopo la squalifica di tre mesi.
Per presentare il nuovo progetto con tutte le grandi novità che renderanno ancor più iconico il colpo d’occhio dello splendido parco del Foro Italico, si è tenuta la conferenza stampa alla presenza di Angelo Binaghi (Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel), Marco Mezzaroma (Presidente di Sport e Salute), Andrea Abodi (Ministro per lo Sport e i Giovani), Francesco Rocca (Presidente della Regione Lazio) e Alessandro Onorato (Assessore al Turismo, Grandi Eventi, Sport e Moda del Comune di Roma).
“Quello del Foro Italico era come se fosse un foglio bianco, e un team straordinario con l’ad Diego Nepi, alla guida, ha ridisegnato il Foro Italico del presente e del futuro. Da 10 ettari abbiamo portato il site a 20 ettari. Fino ad oggi poteva contenere circa 33 mila persone, mentre da quest'anno saranno 55 mila. Avremo 34.500 posti a sedere, ben 7500 in più del 2024. Inoltre nel 2025 avremo 21 campi (9 campi da gioco e 12 da allenamento) con 4 campi in più rispetto allo scorso anno", ha sottolineato Mezzaroma.
“Quest’anno puntiamo ad arrivare alle 400mila presenze pagarti e vorremmo superare la soglia di un miliardo di euro di impatto economico sul territorio, nel giro di due o tre anni”, ha aggiunto Binaghi che ha parlato anche di futuro, "Quinto Slam a Roma? La nostra sfida è crescere, abbiate pazienza. Noi secondi dietro il calcio e dietro i grandi Slam non ci vogliamo rimanere a vita. Come Sinner, vogliamo provare ad arrivare in vetta, questo è l'obiettivo. Siamo campioni del mondo nel tennis a squadre, abbiamo il numero uno e dobbiamo essere curiosi e legittimamente ambiziosi, accompagnati per mano dal Governo", ha proseguito il numero uno della Fitp che su Sinner ha poi detto "tre mesi sono il giusto vantaggio che un grande campione come lui doveva dare al resto del mondo. Io non lo disturbo e le uniche volte che Sinner mi chiama sta per succedere un disastro mondiale. Lui aiuta moltissimo il tennis italiano nel processo di crescita e noi lo aiutiamo a essere il campione di uno sport sano, pulito e vincente. La nostra sfida è crescere".
Mentre il ministro Abodi ha sottolineato come "il Foro Italico, è un'eredità del '900, ma da sempre è stato un luogo generoso e se prima era intermittente, oggi offre un palinsesto quotidiano. Qui si celebra lo sport in tutte le sue dimensioni. E' un luogo dell'intrattenimento in senso generale, un luogo di socialità, che diventerà molto facilmente un luogo di destinazione. E c'è ancora margine di miglioramento e non è una logica di gigantismo, ma di opportunità". Poi il ministro per lo sport ha poi concluso: "Invito tutte le altre realtà sportive a prendere la Federtennis come esempio. Non bisogna mai sovrastare o subire gli altri, ci deve essere un miglioramento che sia sistematico".
Tornando sul nuovo site, insieme al Campo Centrale, alla Grand Stand Arena e al ‘Pietrangeli’, la SuperTennis Arena rappresenterà, dunque, uno dei quattro show court del torneo. In totale ci saranno 9 campi da gioco e 12 campi per gli allenamenti dei campioni e delle campionesse attesi al via; menzione speciale, tra quelli riservati alla preparazione, per i due allestiti lungo il Tevere, all’ombra del Ponte della Musica. Il pubblico, che per la prima volta potrà accedere all’impianto direttamente dal suggestivo Viale dell’Impero, che unisce l’Obelisco alla Fontana della Sfera, beneficerà anche di un Fan Village totalmente rinnovato, con spazi e facilities che contribuiranno a rendere indimenticabile l’experience-IBI in questo 2025. La zona delle piscine, riservata anche quest’anno ai giocatori e alle loro squadre, sarà nuovamente collegata al Centrale attraverso quella suggestiva passerella rappresentata dal ponte sospeso. Il progetto e le ‘rivoluzionarie’ novità del site -che passa così da 12 a 20 ettari per soddisfare la sempre più crescente voglia di tennis - rappresentano un doveroso omaggio della città e degli organizzatori per gli storici risultati che i campioni azzurri hanno raccolto nelle ultime stagioni.
Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Sono oltre un milione i pazienti ad alto rischio di malattia cardiovascolare in Italia. In 8 casi su 10, non raggiungono gli obiettivi di sicurezza in base alle linee guida internazionali. In questo contesto, va superata "la dicotomia tra prevenzione primaria e prevenzione secondaria: il termine prevenzione primaria implicita una falsa idea di basso rischio cardiovascolare e quindi in una certa tranquillizzazione dei soggetti, anche purtroppo di coloro che, pur non avendo ricevuto danni, hanno più o meno lo stesso rischio di chi li ha già ricevuti". Lo ha detto Pasquale Perrone Filardi, professore presso il dipartimento di Scienze biomediche avanzate, università Federico II di Napoli, intervenendo a 'Voices for Silencing', incontro promosso da Novartis a Milano, il 7-8 marzo, dedicato ai cardiologi e focalizzato sul tema della gestione del paziente a rischio cardiovascolare.
"In termini di prevenzione noi medici, siamo soprattutto focalizzati su soggetti che hanno già subito un evento cardiovascolare ischemico acuto, possa essere stato un infarto miocardico o ictus ischemico. Viceversa - continua Filardi - esiste una larghissima e anche più numerosa fetta di popolazione che è a rischio molto alto e non ha mai subito fortunatamente un evento cardiovascolare acuto. La sfida per la prevenzione del domani e già dell'oggi, è quella di intervenire su questo bacino di soggetti che conosciamo già, grazie alle linee guida europee sulla prevenzione. Sono soggetti ben identificati per gruppi di popolazione in relazione alla presenza, per esempio delle patologie ischemiche, sia coronariche sia carotidee sia dei vasi arteriosi periferici, ma che non hanno ancora generato eventi acuti. Questi pazienti oggi li dobbiamo e li possiamo, anche in regime di rimborsabilità, trattare al meglio possibile per il contenimento del rischio lipidico e non solo. Questo è, per la nostra attività di cardiologi, l'argomento oggi centrale per la futura strategia di prevenzione cardiovascolare".
Diffondere la cultura della prevenzione delle patologie cardiovascolari, che ogni anno causano in Italia oltre 224 mila decessi, è anche l’idea di Fabrizio Oliva, presidente Anmco, Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, direttore Cardiologia 1 - Emodinamica ospedale Niguarda di Milano. "Dobbiamo parlare in generale di prevenzione, non primaria e secondaria, targettizzata su quello che è il profilo di rischio del paziente - rimarca Oliva - Esistono diversi strumenti che possiamo utilizzare, dagli incontri in cui discutere di quelle che sono le indicazioni delle linee guida, agli audit, alla ricerca osservazionale che vede i singoli sperimentatori e le strutture direttamente protagonisti”. Inoltre, ci sono “le nuove tecnologie, per esempio le app, che possono dare degli alert sia ai cardiologi, sia ai medici sia ai pazienti, sul non raggiungimento dei target e sulle misure che possono essere prese per invece cercare di raggiungerli".
Esiste però ancora un gap tra le raccomandazioni delle linee guida e la gestione reale dei pazienti: "Abbiamo migliorato la situazione - osserva Oliva - C'è una percentuale maggiore di soggetti a target, è aumentato l'utilizzo dell'associazione statine e ezetimibe, ma ancora più del 40% di pazienti nel mondo reale non sono a target, necessitano delle cure di terzo livello ed è importante applicarle".
A proposito di linee guida, Alberico Catapano, direttore di Sisa, Centro per lo studio, prevenzione e terapia della aterosclerosi, della Società italiana di aterosclerosi e professore di Farmacologia all'università degli Studi di Milano, avverte: "Va aggiornata la possibilità per i medici di raggiungere gli obiettivi dettati dalle linee guida, attraverso l’educazione, che spesso manca sia nei medici di medicina generale sia in quelli di specialità, e attraverso un continuo dialogo con le autorità per garantire accesso ai farmaci innovativi utili per raggiungere i goal terapeutici". Le linee guide sono "punti di riferimento su come ottimizzare la pratica clinica e hanno uno sguardo al futuro - specifica Catapano - Quando vengono realizzate e pubblicate hanno dei suggerimenti non semplici da raggiungere. Suggeriscono sempre di guardare il rischio cardiovascolare e per quanto riguarda le dislipidemie, i soggetti ad altissimo rischio, hanno un goal di Ldl inferiore ai 55 mg/decilitro e di 70 per i soggetti ad alto rischio. Siamo distanti. La comunità scientifica deve cominciare ad applicare e avere i mezzi per poter arrivare a questi obiettivi terapeutici che non sempre sono raggiungibili con i farmaci di vecchio stampo e correntemente in uso".
Nelle malattie cardiovascolari la prevenzione resta un punto di partenza essenziale. "Oggi abbiamo a disposizione dei test diagnostici che possono sicuramente aiutare nel prevenire e riconoscere il rischio di una malattia cardiovascolare - sottolinea Maria Rosaria Di Somma, consigliere delegato relazioni esterne Aisc, Associazione italiana scompensati cardiaci - Come il test lp(a)", della lipoporteina "che salva la vita perché, potendo conoscere in anticipo" il rischio di malattia cardiovascolare "si possono mettere a disposizione tutti i mezzi che ha la medicina. Il paziente colpito da malattia cardiovascolare vive anche un disagio psicologico. Il dialogo tra medico e paziente è essenziale - sottolinea Di Somma - è un valore enorme nell’aiutare il paziente a essere aderenti alla terapia, a seguire e riconoscere i sintomi, a riconoscere anche le fasi acute e quindi a capire quando doversi rivolgere al pronto soccorso. C'è però un cambiamento di cultura - conclude - Oggi le associazioni di pazienti partecipano ai processi decisionali sia del ministero della Salute sia dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Un passo importante perché si procede nella direzione di testare la soddisfazione del paziente che poi è il centro del sistema sanitario e dell'assistenza sanitaria".
Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - In Italia le malattie cardiovascolari causano più di 224 mila decessi in un anno, circa 600 al giorno. Per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e migliorare la salute collettiva, è necessario "educare a tutti i livelli, partendo proprio dalle scuole. Anche i bambini", fin da piccoli, "devono essere educati al concetto di essere responsabili della propria salute". Lo ha detto Emanuela Folco, presidente di Fondazione italiana per il cuore (Fipc) partecipando all’evento dedicato ai cardiologi 'Voices for Silencing', organizzato da Novartis a Milano, il 7-8 marzo sottolineando che "la missione della Fondazione italiana per il cuore è quella di fare una divulgazione rivolta a tutta la popolazione proprio per cercare, nel limite del possibile, che le persone diventino pazienti il più tardi possibile. Il nostro scopo è quello di fare alfabetizzazione sanitaria che ha un ruolo ben preciso nel cammino di salute di ciascuno di noi. Con le nostre campagne e le nostre attività, cerchiamo di educare la persona ad essere responsabile della propria salute, a fare scelte consapevoli a beneficio non solo della propria salute, ma anche della ricaduta sociale sulla società e sul sistema sanitario nazionale".
Le malattie cardio cerebro vascolari sono la prima causa di morte, di ospedalizzazione e di disabilità. "L'obiettivo principale dell'intergruppo è quello di enfatizzare la richiesta al ministero della Salute di un tavolo pratico in cui si parli delle malattie cardiovascolari nel piano nazionale", spiega la senatrice Elena Murelli, membro X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, presidente intergruppo Malattie cardio, cerebro e vascolari. "A inizio legislatura - chiarisce -abbiamo aperto l'intergruppo con l'intento di andare a sottolineare sempre di più quelle che sono le necessità dei pazienti. Il Comitato tecnico scientifico è formato da esperti del settore e da associazioni di pazienti", che sono i primi a "criticarci in modo costruttivo anche sulle problematiche che affrontano quotidianamente, dalla diagnosi alla cura all'aderenza delle terapie. Il tavolo ha quindi l'obiettivo di andare a enfatizzare sempre di più le tematiche relative alle singole patologie sulle malattie cardiovascolari", in sede ministeriale. Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale per promuovere un cambiamento culturale che consideri i benefici a lungo termine dei trattamenti.
"Ci deve essere però una collaborazione fra tutti gli stakeholders - evidenzia Murelli - Al tavolo dell’intergruppo abbiamo messo gli esperti scientifici, le aziende farmaceutiche, le associazioni dei pazienti. Lato legislatore, raccogliamo quelle che sono le richieste, le informazioni per poi capire quali sono le problematiche e cercare di risolverle all'interno del sistema sanitario". Sull’accesso alle terapie, per esempio, "c'è troppa disomogeneità all'interno del territorio nazionale", osserva.
La ricerca di quei fattori di rischio cardiovascolare è fondamentale per ridurne l’impatto di queste patologie sulla popolazione e sul servizio sanitario nazionale. "Novartis investe ogni anno, in ricerca e sviluppo, circa 60 milioni di euro con un numero di studi clinici pari a circa 200 ogni anno - ricorda Paola Coco, Chief Scientific Officer and Medical Affairs Head Novartis - Ci siamo focalizzati su 4 aree terapeutiche fondamentali: l'area cardiovascolare, l'area oncologica, l'area delle neuroscienze e l'area dell’immunologia. In queste 4 aree - precisa - stiamo cercando, attraverso piattaforme tecnologiche innovative che si affiancano alle piattaforme più convenzionali, di andare a individuare dei trattamenti sempre più personalizzati per il paziente. In particolare, le terapie cellulari, le terapie geniche, le terapie a base di Rna e le terapie con i radioligandi. Nell'area cardiovascolare è importante il nostro contributo nella ricerca di quei fattori di rischio che concorrono alle patologie che rappresentano ad oggi una delle principali cause di morte e di morbidità", come ad esempio "gli alti livelli di lipoproteina-a. Abbiamo anche recentemente avuto delle importanti acquisizioni di altre aziende. L'idea - conclude - è proprio quella di espandere la leadership in area cardiovascolare anche su altre patologie, come per esempio la prevenzione dell’embolia diffusa e dell'ictus in pazienti con fibrillazione atriale".
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - “Mi dedicherò molto alle staff house, le case per i lavoratori. Così da fornire un aiuto agli imprenditori, perché comunque pagare la casa ai propri dipendenti stagionali comporta un costo, e al contempo dare la possibilità ai giovani di rinnamorarsi del turismo, anche perché la casa è un componente importante per la qualità della vita di ciascuno di noi”. Lo afferma il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, intervenendo alla quarta edizione di Letexpo – Logistics eco transport, a Verona.