Giovanni Scattone, l’ex assistente universitario condannato per la morte di Marta Russo, è tornato in cattedra. Nei giorni scorsi ha ricevuto l’incarico di supplente per la cattedra di storia e filosofia al liceo scientifico “Cannizzaro” che ha sede in viale Civiltà del lavoro a Roma. Scontata la pena e l’interdizione dai pubblici uffici, è tornato alla vita da docente. Una notizia che ha provocato imbarazzo e tensione soprattutto nei corridoi del liceo, secondo Il Messaggero che per primo ha raccontato la storia: molti colleghi professori avrebbero deciso di evitare Scattone. Un clima non certo accogliente per l’uomo che venne condannato a 5 anni e 4 mesi per l’omicidio colposo della studentessa uccisa da un colpo di pistola il 9 maggio 1997 nella Città universitaria della Sapienza.
Una versione dei fatti smentita dal dirigente dell’istituto, Antonino Micalizzi: “Si sopravvive tranquillamente. C’è serenità a scuola. Come sia stato accolto dai genitori non so ma non c’è stata alcuna forma di manifestazione per ora. Si tratta di una strana avventura ma penso che Scattone possa come docente avere la capacità di catalizzare l’attenzione. Può essere che i ragazzi siano attratti dalla pura intelligenza senza dare valutazioni morali”. Il professor Scattone da qualche settimana è impegnato nel triennio del liceo: “Immediatamente si è presentato e si è posto anche il problema che potessero nascere situazioni difficili. Il consiglio è stato quello di scindere, di non rispondere ad alcun tipo di provocazione, di fare in maniera asettica il proprio lavoro. Per me è un docente che è arrivato in questa scuola, rispetto tutti alla stessa maniera. Avrei evitato questa circostanza ma se è stato reintegrato nella pubblica amministrazione, non sarò io a fare battaglie. Non mi pongo il problema. Nella vita magari i ragazzi che hanno Scattone in cattedra si ricorderanno di questa esperienza più di altre che non lasciano nulla”. A dire il vero non è la prima volta che Scattone prova a tornare ad una vita da professore. Nel 2011 all’ex assistente universitario venne assegnata la supplenza di un anno nello stesso istituto dove si era diplomata Marta Russo. Una cattedra “scomoda” che aveva sollevato pesanti polemiche. Alcuni giovani di Forza Nuova e Lotta Studentesca avevano inscenato all’entrata del liceo una protesta stendendo un lungo striscione con scritto “Scattone assassino”. Una manifestazione fortemente stigmatizzata, allora, da alcuni docenti e genitori. Ma non era bastato. Per giorni il clima al liceo Cavour era diventato insostenibile: fotografi e cronisti davanti all’ingresso dell’istituto avevano cercato di catturare una dichiarazione di Scattone che era riuscito a sviare gli obiettivi. Ma alla fine si era dovuto arrendere e con un fax aveva rinunciato all’insegnamento: “Questo clima così teso si ripercuote sulla serenità degli studenti. Rinuncio all’incarico”. Una scelta accolta con favore dalla mamma di Marta Russo che aveva commentato la notizia dicendo: “Chi si è macchiato di quel delitto non può fare l’educatore”. Ora Scattone è tornato in cattedra. Stavolta in un altro liceo con una supplenza fino al 30 giugno.
Cronaca
Marta Russo, Scattone farà il professore di liceo: supplente di storia fino a giugno
L'ex assistente universitario condannato per la morte della studentessa alla Sapienza, dopo aver scontato la pena, tornerà a insegnare. Il preside: "A scuola c'è serenità, io rispetto tutti i docenti alla stessa maniera"
Giovanni Scattone, l’ex assistente universitario condannato per la morte di Marta Russo, è tornato in cattedra. Nei giorni scorsi ha ricevuto l’incarico di supplente per la cattedra di storia e filosofia al liceo scientifico “Cannizzaro” che ha sede in viale Civiltà del lavoro a Roma. Scontata la pena e l’interdizione dai pubblici uffici, è tornato alla vita da docente. Una notizia che ha provocato imbarazzo e tensione soprattutto nei corridoi del liceo, secondo Il Messaggero che per primo ha raccontato la storia: molti colleghi professori avrebbero deciso di evitare Scattone. Un clima non certo accogliente per l’uomo che venne condannato a 5 anni e 4 mesi per l’omicidio colposo della studentessa uccisa da un colpo di pistola il 9 maggio 1997 nella Città universitaria della Sapienza.
Una versione dei fatti smentita dal dirigente dell’istituto, Antonino Micalizzi: “Si sopravvive tranquillamente. C’è serenità a scuola. Come sia stato accolto dai genitori non so ma non c’è stata alcuna forma di manifestazione per ora. Si tratta di una strana avventura ma penso che Scattone possa come docente avere la capacità di catalizzare l’attenzione. Può essere che i ragazzi siano attratti dalla pura intelligenza senza dare valutazioni morali”. Il professor Scattone da qualche settimana è impegnato nel triennio del liceo: “Immediatamente si è presentato e si è posto anche il problema che potessero nascere situazioni difficili. Il consiglio è stato quello di scindere, di non rispondere ad alcun tipo di provocazione, di fare in maniera asettica il proprio lavoro. Per me è un docente che è arrivato in questa scuola, rispetto tutti alla stessa maniera. Avrei evitato questa circostanza ma se è stato reintegrato nella pubblica amministrazione, non sarò io a fare battaglie. Non mi pongo il problema. Nella vita magari i ragazzi che hanno Scattone in cattedra si ricorderanno di questa esperienza più di altre che non lasciano nulla”. A dire il vero non è la prima volta che Scattone prova a tornare ad una vita da professore. Nel 2011 all’ex assistente universitario venne assegnata la supplenza di un anno nello stesso istituto dove si era diplomata Marta Russo. Una cattedra “scomoda” che aveva sollevato pesanti polemiche. Alcuni giovani di Forza Nuova e Lotta Studentesca avevano inscenato all’entrata del liceo una protesta stendendo un lungo striscione con scritto “Scattone assassino”. Una manifestazione fortemente stigmatizzata, allora, da alcuni docenti e genitori. Ma non era bastato. Per giorni il clima al liceo Cavour era diventato insostenibile: fotografi e cronisti davanti all’ingresso dell’istituto avevano cercato di catturare una dichiarazione di Scattone che era riuscito a sviare gli obiettivi. Ma alla fine si era dovuto arrendere e con un fax aveva rinunciato all’insegnamento: “Questo clima così teso si ripercuote sulla serenità degli studenti. Rinuncio all’incarico”. Una scelta accolta con favore dalla mamma di Marta Russo che aveva commentato la notizia dicendo: “Chi si è macchiato di quel delitto non può fare l’educatore”. Ora Scattone è tornato in cattedra. Stavolta in un altro liceo con una supplenza fino al 30 giugno.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.