Il Parlamento turco ha approvato la mozione del governo che apre all’invio di truppe in Iraq e Siria per fronteggiare lo Stato Islamico e “ogni altra formazione terrorista”. La mozione, approvata dopo un dibattito a porte chiuse, spiana la strada a un maggiore coinvolgimento di Ankara nelle operazioni che una coalizione di potenze internazionali guidate dagli Stati Uniti. Il via libera è stato approvato a larga maggioranza, con 298 voti a favore e 98 contrari. Hanno votato a favore il partito al governo, Giustizia e Sviluppo (Akp), e quello nazionalista Partito del Movimento nazionalista (Mhp), mentre hanno votato contro il kemalista Partito repubblicano popolare (Chp) e il curdo Partito popolare democratico (Hdp). Dura la reazione di Damasco: “L’azione annunciata del governo turco rappresenta una vera e propria aggressione contro uno Stato membro delle Nazioni Unite”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri.
In precedenza il Parlamento aveva approvato azioni in Iraq e Siria solo per attaccare i separatisti curdi o per sventare le minacce poste dal regime siriano. La mozione approvata oggi estende quei poteri per fare in modo che possano essere affrontate anche le minacce dello Stato islamico. Il ministro della Difesa Ismet Yilmaz, alla domanda su quali misure saranno adottate dopo l’ok alla mozione, ha risposto: “Non vi aspettate decisioni immediate”. Dogu Ergil, professore di scienze politiche e opinionista al quotidiano Today’s Zaman, ha detto che “la mozione fissa i limiti legali per possibili interventi, ma è troppo presto per dire che tipo di azioni vedremo”.
“Nella lotta contro il terrorismo – aveva detto ieri Tayyip Recep Erdogan – siamo aperti e pronti a ogni tipo di cooperazione. Tuttavia, la Turchia non è un Paese che permetterà di essere usato per soluzioni temporanee. Una lotta efficace contro l’Isil o altre organizzazioni terroristiche sarà la nostra priorità. L’immediata rimozione dell’amministrazione a Damasco, l’unità territoriale della Siria e l’instaurazione di una amministrazione che abbracci tutti continuerà a essere la nostra priorità”.
Sul voto del Parlamento ha inciso senza dubbio la minaccia del leader curdo Abdullah Ocalan, che ha paventato uno stop ai negoziati di pace se la Turchia non impedirà allo Stato islamico di compiere massacri a Kobane. La città siriana a maggioranza curda, vicina al confine con la Turchia, è da settimane sotto assedio. A causa della guerra, da Kobane sono già fuggite in Turchia 160 mila persone.
La città a maggioranza curda lungo il confine tra Siria e Turchia è sotto assedio dalla metà di settembre. Secondo gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’ong vicina all’opposizione con sede a Londra, nelle ultime ore l’Is è ulteriormente avanzato verso il centro della città, nota anche con il nome arabo di Ayn al-Arab. In particolare – hanno riferito gli attivisti – l’Is è avanzato lungo i fronti sudorientale e occidentale a causa del ritiro delle milizie curde dell’Unità per la protezione del popolo (Ypg). Stando all’Osservatorio – riporta al-Arabiya – l’Is potrebbe arrivare in città “molto presto”.
Se la città dovesse cadere nelle sue mani, l’Isis si troverebbe a controllare un vasto settore della frontiera con la Turchia. E’ questo pericolo ad avere determinato il cambio di rotta di Ankara, in un primo tempo restia ad entrare nell’alleanza con gli Usa per combattere lo Stato islamico. Un cambiamento favorito anche dalla liberazione di 46 ostaggi turchi che da giugno erano tenuti prigionieri dai jihadisti a Mosul, in Iraq.
I militanti dello Stato islamico si stanno preparando a una battaglia di strada. Lo rende noto Ismet Sheikh Hasan, ufficiale delle forze peshmerga curde, spiegando che i militanti stanno avanzando nonostante nuovi raid compiuti dalla coalizione internazionale nella notte. “Ci stiamo preparando a una battaglia per la strada. Non sono ancora entrati a Kobani, ma noi ci stiamo preparando”, ha spiegato ancora Hasan. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i combattenti dell’Isil sono appena a “qualche centinaio di metri” da Kobani sul lato orientale e sudorientale. Sono invece a qualche chilometro di distanza sul lato sud della città. In una nota, il gruppo fa sapere di avere “timore” che i militanti possano assaltare la città e “massacrare i civili rimasti in città”.
Sempre in Siria oggi alcune centinaia di persone hanno partecipato a una manifestazione a Homs, riconquistata nella primavera scorsa dalle forze lealiste, per chiedere la destituzione del governatore, che accusano di avere nascosto la gravità di un duplice attentato in cui ieri sono morte 53 persone, di cui 46 bambini. Secondo l’Ondus, i funerali delle vittime, svoltisi stamane, si sono trasformati in una protesta con un sit-in.
Intanto in Iraq almeno 42 soldati sono stati uccisi in un’offensiva dello Stato islamico nel distretto di Hit, 150 chilometri a ovest di Baghdad. Lo ha riferito l’agenzia irachena Nina, aggiungendo che l’attacco dei jihadisti sarebbe stato tuttavia respinto grazie ai raid aerei della Coalizione internazionale. Fonti militari hanno detto che i jihadisti erano riusciti in un primo tempo a impadronirsi di diversi comandi delle forze armate, tra cui un battaglione di carri armati. Combattimenti sono segnalati oggi anche nella provincia di Salahuddin, a nord di Baghdad, dove la Coalizione internazionale ha compiuto raid su postazioni dell’Isis nei distretti di Dhuluiya, Yathrib e Balad.
Mondo
Isis, Turchia: “Sì a truppe in Siria e Iraq”. Damasco: “Sarebbe una vera aggressione”
La mozione, approvata dopo un dibattito a porte chiuse, spiana la strada a un maggiore coinvolgimento della Turchia nelle operazioni che la coalizione di potenze internazionali guidate dagli Stati Uniti stanno conducendo contro lo Stato Islamico. Il via libera è arrivato a larga maggioranza. Dura la reazione del regime di Bashar Al Assad
Il Parlamento turco ha approvato la mozione del governo che apre all’invio di truppe in Iraq e Siria per fronteggiare lo Stato Islamico e “ogni altra formazione terrorista”. La mozione, approvata dopo un dibattito a porte chiuse, spiana la strada a un maggiore coinvolgimento di Ankara nelle operazioni che una coalizione di potenze internazionali guidate dagli Stati Uniti. Il via libera è stato approvato a larga maggioranza, con 298 voti a favore e 98 contrari. Hanno votato a favore il partito al governo, Giustizia e Sviluppo (Akp), e quello nazionalista Partito del Movimento nazionalista (Mhp), mentre hanno votato contro il kemalista Partito repubblicano popolare (Chp) e il curdo Partito popolare democratico (Hdp). Dura la reazione di Damasco: “L’azione annunciata del governo turco rappresenta una vera e propria aggressione contro uno Stato membro delle Nazioni Unite”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri.
In precedenza il Parlamento aveva approvato azioni in Iraq e Siria solo per attaccare i separatisti curdi o per sventare le minacce poste dal regime siriano. La mozione approvata oggi estende quei poteri per fare in modo che possano essere affrontate anche le minacce dello Stato islamico. Il ministro della Difesa Ismet Yilmaz, alla domanda su quali misure saranno adottate dopo l’ok alla mozione, ha risposto: “Non vi aspettate decisioni immediate”. Dogu Ergil, professore di scienze politiche e opinionista al quotidiano Today’s Zaman, ha detto che “la mozione fissa i limiti legali per possibili interventi, ma è troppo presto per dire che tipo di azioni vedremo”.
“Nella lotta contro il terrorismo – aveva detto ieri Tayyip Recep Erdogan – siamo aperti e pronti a ogni tipo di cooperazione. Tuttavia, la Turchia non è un Paese che permetterà di essere usato per soluzioni temporanee. Una lotta efficace contro l’Isil o altre organizzazioni terroristiche sarà la nostra priorità. L’immediata rimozione dell’amministrazione a Damasco, l’unità territoriale della Siria e l’instaurazione di una amministrazione che abbracci tutti continuerà a essere la nostra priorità”.
Sul voto del Parlamento ha inciso senza dubbio la minaccia del leader curdo Abdullah Ocalan, che ha paventato uno stop ai negoziati di pace se la Turchia non impedirà allo Stato islamico di compiere massacri a Kobane. La città siriana a maggioranza curda, vicina al confine con la Turchia, è da settimane sotto assedio. A causa della guerra, da Kobane sono già fuggite in Turchia 160 mila persone.
La città a maggioranza curda lungo il confine tra Siria e Turchia è sotto assedio dalla metà di settembre. Secondo gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’ong vicina all’opposizione con sede a Londra, nelle ultime ore l’Is è ulteriormente avanzato verso il centro della città, nota anche con il nome arabo di Ayn al-Arab. In particolare – hanno riferito gli attivisti – l’Is è avanzato lungo i fronti sudorientale e occidentale a causa del ritiro delle milizie curde dell’Unità per la protezione del popolo (Ypg). Stando all’Osservatorio – riporta al-Arabiya – l’Is potrebbe arrivare in città “molto presto”.
Se la città dovesse cadere nelle sue mani, l’Isis si troverebbe a controllare un vasto settore della frontiera con la Turchia. E’ questo pericolo ad avere determinato il cambio di rotta di Ankara, in un primo tempo restia ad entrare nell’alleanza con gli Usa per combattere lo Stato islamico. Un cambiamento favorito anche dalla liberazione di 46 ostaggi turchi che da giugno erano tenuti prigionieri dai jihadisti a Mosul, in Iraq.
I militanti dello Stato islamico si stanno preparando a una battaglia di strada. Lo rende noto Ismet Sheikh Hasan, ufficiale delle forze peshmerga curde, spiegando che i militanti stanno avanzando nonostante nuovi raid compiuti dalla coalizione internazionale nella notte. “Ci stiamo preparando a una battaglia per la strada. Non sono ancora entrati a Kobani, ma noi ci stiamo preparando”, ha spiegato ancora Hasan. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i combattenti dell’Isil sono appena a “qualche centinaio di metri” da Kobani sul lato orientale e sudorientale. Sono invece a qualche chilometro di distanza sul lato sud della città. In una nota, il gruppo fa sapere di avere “timore” che i militanti possano assaltare la città e “massacrare i civili rimasti in città”.
Sempre in Siria oggi alcune centinaia di persone hanno partecipato a una manifestazione a Homs, riconquistata nella primavera scorsa dalle forze lealiste, per chiedere la destituzione del governatore, che accusano di avere nascosto la gravità di un duplice attentato in cui ieri sono morte 53 persone, di cui 46 bambini. Secondo l’Ondus, i funerali delle vittime, svoltisi stamane, si sono trasformati in una protesta con un sit-in.
Intanto in Iraq almeno 42 soldati sono stati uccisi in un’offensiva dello Stato islamico nel distretto di Hit, 150 chilometri a ovest di Baghdad. Lo ha riferito l’agenzia irachena Nina, aggiungendo che l’attacco dei jihadisti sarebbe stato tuttavia respinto grazie ai raid aerei della Coalizione internazionale. Fonti militari hanno detto che i jihadisti erano riusciti in un primo tempo a impadronirsi di diversi comandi delle forze armate, tra cui un battaglione di carri armati. Combattimenti sono segnalati oggi anche nella provincia di Salahuddin, a nord di Baghdad, dove la Coalizione internazionale ha compiuto raid su postazioni dell’Isis nei distretti di Dhuluiya, Yathrib e Balad.
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Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Domani, alle ore 11:30, a Roma, nell’Europa Experience-David Sassoli (piazza Venezia, 6), si svolgerà l’incontro con i promotori dell’appello (che ha superato le 5mila adesioni) “Per un’Europa libera e forte”, lanciato dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno. L’appello, si legge nel testo, “nasce dall’urgenza invariata che il Manifesto di Ventotene tracciò durante il secondo conflitto mondiale, per un’Europa federale e per un nuovo europeismo in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli”.
Previsti, tra gli altri, gli interventi di Carlo Calenda, segretario di Azione; Riccardo Magi, segretario di Più Europa; Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa; Ivan Scalfarotto, responsabile Esteri di Italia viva; Christian Rocca, direttore de 'Linkiesta'; Nathalie Tocci e Nona Mikhelidze, dell’Istituto affari internazionali; Piero Fassino, deputato Pd; Alessandro Sterpa, professore dell’Università degli Studi della Tuscia; Sofia Ventura, professoressa dell’Università di Bologna; Vittorio Emanuele Parsi, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Angelo Chiorazzo, vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata; Stefano Ceccanti, professore dell'Università 'La Sapienza' di Roma; Giorgio Gori, eurodeputato Pd; Roberto Castaldi, politologo; Guy Verhofstadt, già Primo ministro del Belgio.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Nei Porti di Roma e del Lazio, il 2024 mette in luce un mercato delle crociere “fiorente”: sono 3.459.238 i crocieristi transitati nel corso dell’anno a Civitavecchia, in aumento del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2023; cifra che, stando alle previsioni, aumenterà di un ulteriore 2,8% alla fine dell’anno in corso. Lo riferisce l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, evidenziando che il nuovo record assoluto delle crociere traina anche il traffico totale dei passeggeri (crociere e autostrade del mare) che sfonda il muro dei 5 milioni (5.005.142).
Per quanto riguarda il settore delle merci, il network dei Porti di Roma e del Lazio, con un totale complessivo di poco più di 13 milioni di tonnellate di merci movimentate, registra una diminuzione pari al 6,5% (-905.333 tonnellate), legata – spiega l’Autorità – al calo delle merci solide del porto di Civitavecchia (-17,2%), in particolar modo al carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord, ormai prossima alla chiusura in vista del previsto phase out di fine anno e dove, negli ultimi dodici mesi, si sono sbarcate poco più di 100 mila tonnellate.
“Il grosso della perdita di quasi un milione di tonnellate è imputabile, principalmente, alla chiusura della centrale a carbone Enel e a scelte nazionali e di sistema prese negli ultimi 10 anni che vanno ben oltre le nostre competenze e che sono state imposte all’Autorità e che sono, anche, fuori dalla facoltà di ogni singolo operatore di compensare questa perdita”, fa presente infatti il Commissario Straordinario dell’Adsp, Pino Musolino, assicurando che però “il sistema nel complesso comunque tiene, con dati molto significativi e importanti nei porti di Fiumicino e Gaeta soprattutto nelle rinfuse e a Civitavecchia i dati in generale sono positivi e confortanti, tenuto conto delle due importanti crisi che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2024, vedendoci allineati alle stime di traffico della stragrande maggioranza dei porti italiani e mediterranei. Restiamo comunque vigili e monitoriamo la questione di Torre Valdaliga Nord – conclude Musolino – che rappresenta una ferita importante e un grande limite alla pianificazione e alla possibilità di fare dei ragionamenti concreti per il prossimo futuro rispetto al nostro sistema portuale”.
Si conferma il trend di crescita dei crocieristi imbarcati e sbarcati nel porto di Roma (+5,7%) che continua a caratterizzarsi sempre più come “home port”. In aumento anche il numero degli accosti delle città galleggianti che, con un totale di 841, crescono di 32 unità (+4%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E si registra un incremento percentuale, rispetto al 2023, delle altre categorie di rinfuse solide nel porto di Civitavecchia: la categoria dei “prodotti metallurgici, minerali di ferro…”, cresce del 54% per un totale di 546.990 tonnellate movimentate (+191.766), mentre è pari al 198,6% l’incremento della categoria “minerali grezzi, cementi e calci” che movimenta 175.991 tonnellate totali (+117.060 rispetto al 2023). In crescita anche le rinfuse liquide (+15,6%; +161.474), per un totale di 1.194.688 tonnellate.
Nella categoria “automezzi”, si segnala la crescita dell’8,3% (+15.390) delle “auto in polizza” per un totale di 200.969 auto movimentate. Segnali positivi dal porto di Fiumicino che registra un costante aumento (+10,6%) del traffico complessivo, costituito essenzialmente dai prodotti raffinati che servono l’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino, che superano i 3,4 milioni di tonnellate totali (3.414.153). Nel porto di Gaeta si evidenzia l'incremento del 17,8% delle merci solide (782.377 tonnellate totali) che bilanciano il calo del 10,8% delle merci liquide e contribuiscono, così, a mantenere sostanzialmente stabile il traffico complessivo del porto gaetano che, in totale, movimenta 1.799.438 tonnellate.